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Autore: vampire queen483    10/03/2009    0 recensioni
allora questa ff è nata mentre sentivo seventeen forever dei metro station, da questa appunto il titolo, e parla della storia di una ragazza che si ritrova a vivere dalla tranquilla cittadina di magdemburgo, alla cotica giungla di berlino. Sarà un susseguirsi di eventi, a volte anche tristi, ma una cosa è certa, helena , la protagonista, subirà una trasformazione che le farà desiderare di rimanere diciasettenne per sempre!!!! buona lettura.
Genere: Romantico, Triste, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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allora questa ff è nata mentre sentivo seventeen forever dei metro station, da questa appunto il titolo, e parla della storia di una ragazza che si ritrova a vivere dalla tranquilla cittadina di magdemburgo, alla cotica giungla di berlino. Sarà un susseguirsi di eventi, a volte anche tristi, ma una cosa è certa, helena , la protagonista, subirà una trasformazione che le farà desiderare di rimanere diciasettenne per sempre!!!! buona lettura. seventeen forever Capitolo 1: "fratellastri" -“Helena muoviti è ora di dire addio al passato oggi comincia un nuovo capitolo della nostra vita!”- disse mia madre sprizzando gioia da tutti i pori, se per lei quella giornata significava l’inizio di una nuova vita per me era l’inizio di un incubò. La scuola stava per iniziare, fra 1 giorno avrei detto addio alle calde giornate e i lunghi pomeriggi passati a dormire e le serate trascorse a ridere con i miei più cari amici. Le strade del mio paesino erano ancora cosparse di aiuole fiorite, i giardini delle case erano un arcobaleno di colori e il cielo azzurro si stendeva placido sopra Magdemburgo. Quel giorno avrei dovuto dire addio a tutto, un cartello con sopra scritto vendesi segnava la fine della mia vita da borghese media, sarei diventata un cittadina dell’alta società berlinese, come piaceva definirla a mia madre, ma io ero affezionata a quella piccola cittadina dove tutti conoscevano tutti. Basta dovevo andare, non avevo tempo per i rimpianti, il viaggio per Berlino sarebbe stato lungo, ormai avevo salutato tutti i miei amici e avevo promesso che non sarebbe passato molto tempo pria che li andassi a trovare. Salii in macchina con il mio mp3 già pronto a tirarmi su il morale, non potevo farmi vedere triste da mia madre, non quel giorno, finalmente era felice, come ai vecchi tempi, prima che quello stronzo di mio padre se ne andasse con la sua segretaria di 20 anni più giovane di lui. Ora mamma aveva trovato Carl ed era felice e io dovevo esserlo per lei. Era proprio da Carl che stavamo andando, ci saremmo trasferite nella sua villa nei quartieri alti di Berlino. Carl era uno dei dentisti più rinomati di tutta la Germania, aveva due figli, anzi due gemelli, si chiamavano Bill e Tom e ovviamente quel genio di mia madre aveva pensato bene di non farmeli conoscere ma ormai era solo questione di minuti e avrei conosciuto i miei nuovi fratelli, speravo solo che non fossero stati dei vanitosi ragazzi di città. Finalmente apparve la scritta “willkommen in berline”, e dopo 10 minuti il navigatore ci disse di svoltare a sinistra, ed eccola li, avevamo raggiunto la nostra meta, Brandemburg Straße n. 483, Carl era sul vialetto ad attenderci, accanto a lui c’erano due ragazzi, due bellissimi esemplari di sesso maschile, quello a sinistra di Carl , aveva un viso da angelo, con dei lunghi capelli neri, un trucco pesante nero sugli occhi, i pantaloni neri con una cinta con le borchie, una maglietta rossa e dei polsini di pelle, era molto alto e magro, sembrava fragile ma era bellissimo. L’altro alla destra di Carl, era tutto il contrario. Un espressione da furbetto sul volto, dei vistiti decisamente troppo grandi per il suo corpo magro, un cappellino con sotto una fascia che teneva raccolte delle lunghe dreads bionde e anche lui era stupendo. Rimasi incantata come una deficiente a fissarli, sentivo le guancie bruciare e capii di essere diventata rossa. Bill aveva un pircing al sopracciglio e tom al labbro inferiore. E pensare che mia madre aveva fatto tante storie per farmi fare un pircing alla lingua. Scesi dalla macchina, intanto le ultime note di Control dei metro station si dissolvevano nel mio mp3, era il momento delle presentazioni. -“Caaaarl!!!!”- urlò mia madre saltando al collo del fidanzato, io ero diventata rossa di fronte a quella scena, mi vergognavo per lei, -“Carl, lei è mia figlia Helena!”- disse mia madre, -“lo so amore già ci conosciamo, giusto Helena?”- mi disse Carl, -“ehm si certo, siamo andati fuori a cena per il compleanno di mamma!”- risposi io cercando di ricordare se era la data giusta, -“esatto cara!”- rispose Carl, per fortuna avevo indovinato, -“bene ora passiamo alle presentazioni!”- si intromise mia madre rompendo il silenzio che si era creato, e in quel secondo la volevo uccidere, i due ragazzi erano rimasti in silenzio appoggiati a una colonna del porticato che riparava l’ingresso della casa, Carl li chiamò e loro insieme come se fossero sincronizzati si mossero verso di noi, -“bene Helena, loro sono i miei figli, Bill e Tom!”- disse Carl, -“piacere di conoscerti io sono bill!”- disse il moretto, -“e io sono tom!”- aggiunse poi quello con i rasta, -“il piacere è mio!”- dissi timidamente, -“bene ora che vi conoscete ragazzi aiutate Helena a portare i bagagli in camera sua!”- gli disse Carl imperante, -“ok, dai seguici!”- disse tom caricandosi due valige mentre bill ne prendeva altre due, io mi ritrovai fortunatamente a trasportare il mio leggerissimo zaino con le cose a me più care, tra cui un album con le foto dei miei amici. Salimmo due rampe di scale poi svoltammo a sinistra, la mia era l’ultima camera del corridoio, aprii la porta, e rimasi sorpresa, la arredamento era esattamente identico a quella che avevo a Magdemburgo, le pareti tinte di fucsia con tutti i poster e le foto della mia vecchia stanza appese esattamente nella stessa maniera, i mobili messi nella stessa posizione, -“wow!”- fu l’unica cosa che riuscii a pronunciare, -“bè abbiamo pensato che se trovavi la tua camera nell’esatta condizione di prima ti saresti sentita più a tuo agio!”- disse Bill orgoglioso, -“ragazzi è fantastico!”- dissi euforica e abbracciandoli, rendendomi conto che forse era un pò esagerato come gesto, ma visto che loro non si tolsero allora non ero stata poi così troppo avventata, forse dovevo solo entrare nell’ottica che ormai avrei trascorso con loro una parte molto lunga della mia vita e che dovevo abituarmi anche alle piccole dimostrazioni di affetto, -“beh noi andiamo se hai bisogno di aiuto chiama pure e noi saremo subito qui!”- disse tom dandomi una pacca sulla spalla, mentre io mi limitai a ringraziarli con un sorriso. Ora ero sola nella mia stanza nuova ma identica a quella vecchia, era come un paradosso che però funzionava bene perchè in quel piccolo spazio riservato a me mi sentivo veramente a casa. Cominciai a disfare le valige, con le cuffie nelle orecchie e le mie canzoni preferite la cosa fu più divertente. Misi tutti i miei vestiti da “dark lady”come li chiamavano le mie amiche sulle stampelle nell’armadio, poi misi tutti pantaloni, le magliette e la biancheria nella cassettiera. Guardai forse per la prima volta i miei vestiti, il mio stile non era poi così differente da quello di Bill, bene un punto a mio favore, un momento che voleva dire un punto a mio favore? Helena non avrai mica intenzione di fare il filo a bill e tom? ricordati che sono i tuoi fratellastri...appunto fratellastri. Ok, forse stavo impazzendo, la storia del trasloco doveva avermi stressato molto, dovevo rilassarmi, così una volta sistemate tutte le mie cose presi dal mio zaino new moon, il libro che stavo leggendo e mi sdraiai sul letto. Quando leggevo le ore passavano veloci, come se il tempo si dissolvesse e le parole del libro prendevano vita trasportandomi in un mondo che sicuramente era migliore di quello reale, un mondo dove i tuoi desideri prendevano vita, nel quale tutto era possibile e tu eri felice. Ma sfortunatamente la realtà ha sempre il sopravvento su tutto, così ti ritrovi con un libro in mano e i tuoi occhi che vagano per gli sconfinati mondi della fantasia, fino a quando tua madre non ti chiama perchè è pronta la cena e si sta freddando nel piatto. Avvenne proprio così, mia madre mi chiamò dalla cucina e io scesi di corsa. Non ero più abituata a vedere tante persone da quando mio padre stava con quella sgualdrina. La tavola era ben apparecchiata, mia madre aveva messo i bicchieri di cristallo, Carl sedeva a capotavola, la mamma alla sua destra e Bill alla sua sinistra, io ero accanto a bill e tom che sedeva all’altro capotavola durante la cena parlammo del più e del meno, mi chiesero dei miei hobby, della mia vecchia scuola, degli amici di magdemburgo, insomma tutta la mia vita fino a quel istante. Verso le 21:00 finimmo di cenare e ci mettemmo tutti insieme sul divano a guardare la tv, ma io non resistetti a lungo infatti mi addormentai dopo 5 minuti su quel comodo divano bianco, che si intonava perfettamente alla tinta chiara delle pareti e creava un sottile e delicato contrasto con i colori scuri dei mobili e il parquet in legno di ciliegio. Mi svegliai in camera mia, quando sentii le braccia che mi avevano trasportata appoggiarmi delicatamente sul letto e staccarsi dalla mia schiena, infatti quando aprii gli occhi vidi Tom che mi toglieva le scarpe e mi copriva con il lenzuolo, -“grazie Tom!”- sussurrai insonnolita, -“di niente sorellina, buonanotte! Dormi bene che domani si ricomincia con la tortura!”- disse poi sorridendo, -“buonanotte e sogni d’oro, a te e a Bill!”- dissi poi chiudendo nuovamente gli occhi e cadendo in un sonno profondo. Tom aveva ragione, domani sarebbe ricominciata la scuola e sarebbe stata una giornata molto pesante. Continua... ehiiii...semmai lasciate qualche commento...positivo o negativo basta che ci sia!!!!
  
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