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Autore: No thing    01/01/2016    0 recensioni
Una storia d'amore introspettiva tra una ragazza dall'animo rotto, appena uscita da una relazione violenta, ed un ragazzo da un passato complicato e tragico, segnato dalla brusca separazione dei suoi genitori. Due menti, due cuori, due corpi che si fondono. Impareranno a conoscere le loro debolezze, le loro cicatrici, il loro gusto di gelato preferito.
Date un'occhiata alla mia storia se vi va. Non ve ne pentirete, promesso.
Dedico questa storia all'amore della mia vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Ancora Il Mostro.
 
Il vento caldo, caratteristico della cittadina, riempiva le strade e accarezzava le cose, lasciando Tessa a godersi la calura estiva. Aveva da poco visto Cherry e stava tornando a casa sua, con le cuffie a tutto volume nelle orecchie, passando sotto un portico che conosceva bene. Aveva passato così tanto tempo lì che aveva memorizzato ogni scritta o scarabocchio disegnato su quei muri. Era sotto quel portico che si nascondeva col Mostro quando saltava la scuola. Tuttavia per Tessa quello rappresentava ancora un posto felice, il posto dove conobbe i suo primi amici, che però perse velocemente.
Fu un attimo, con ancora la musica nelle orecchie, qualcuno la prese e la sbattè violentemente contro il vecchio, sporco muro. Tessa guardò in faccia il suo assalitore  : lo riconobbe subito.  Era un amico del suo ex, un brutto ceffo con cui aveva avuto a che fare già in passato.
  • Stronza, devi ridarmi i miei soldi, ridammeli, cazzo! Altrimenti faccio fuori te e lui! –  gridò rabbioso il ragazzo. Era pelato, sulla trentina, con una corta barba e gli occhiali da sole.
  • Di cosa diavolo stai parlando ? – Tessa pronunciò con un filo di voce.
  • Lui mi ha detto che ce li hai tu i soldi, i miei soldi! Ridammeli! –
  • Io non ho proprio niente, per favore lasciami in pace! –
  • Non mi frega nulla di chi di voi due ce li ha, li rivoglio indietro entro sabato. Rivoglio i miei 150 in contante, neanche un cent in meno! Sapevo che non ci si poteva fidare di quel bastardo. Aveva promesso che mi avrebbe venduto un telefono con quei soldi, ma da quel giorno non ho visto né telefono, né soldi, ed è già passata una settimana! –
  • Io e lui non siamo più insieme ormai! Non c’entro nulla con questa storia! –
  • Cazzate!! Lui dice che vi vedete ancora in segreto. A proposito.. complimenti! Divertirti così alle spalle di quell’armadio.. dev’essere un bel rischio! – L’uomo si fece scappare una risatina.
  • Cosa?? E’ stato lui a dirti queste cose?? Io e lui non ci vediamo da mesi, ed io non tradirei mai il mio ragazzo! Sono cazzate! –
  • A me non frega un cazzo se sono cazzate o no. Sabato sera rivoglio i miei soldi, altrimenti giuro che vengo a pescare te e lui e fate una brutta fine, insieme, da bravi bastardi truffatori come siete. E se metti in mezzo quel pallone gonfiato del tuo ragazzo giuro che lo sgonfiamo a suon di pallottole. Vi siete messi contro la gente sbagliata. Buona giornata. –
Il tizio si allontanò e si ricongiunse ad un gruppo di ragazzi che osservavano la scena più in là. A Tessa venne un conato di vomito, ma riuscì a trattenersi e strisciò come una serpe a casa.
Pianse a lungo, tra le lenzuola del suo letto, cercando una soluzione, ma non la trovò. Parlarne a Ryan avrebbe scatenato un casino, avrebbe avuto una reazione esagerata e chissà cosa avrebbe fatto, e poi Tessa voleva tenerlo fuori dall’enorme disastro che era la sua vita. Il Mostro non se ne era andato, era lì, era sempre stato lì. Ad abusare del suo ( ormai ) cadavere, a derubarla, ad umiliarla. E ora? Lei 150 euro non li aveva, era già mercoledì, come poteva procurarseli? Poi si alzò dal letto, barcollante, e afferrò il suo telefono. Doveva affrontare le sue paure.
 
 
Erano le 10 di sera, era buio, e si sentiva solo il rumore delle onde che picchiavano gli scogli con violenza. Era una serata nuvolosa e Tessa aveva indossato una giacchetta, mentre aspettava tremante la figura viscida del Mostro.
A Ryan aveva detto di non essere uscita, e di stare già a letto. Gli aveva mentito, di nuovo, ma si ripeteva mentalmente di star facendo la cosa più giusta.
Alle 10.15 lui sbucò da dietro una macchina, alto e secco com’era, a confondersi con l’ombra degli alberi.
  • Ciao.. – Quella voce. Quella voce schifosamente lenta e rauca.
  • -Non avvicinarti! – Tessa indietreggiò.
  • Hai ancora paura che io ti faccia del male? –
  • No, puzzi semplicemente di marcio! –  Il Mostro fece una smorfia e iniziò a rullarsi una sigaretta.
  • Perché dici in giro tutte quelle cose su di me?? Lasciami in pace! –
  • Siamo pari, direi. Tu hai detto in giro che io ho picchiata, se non mi sbaglio.. –
  • Ho detto solo la verità! –
  • Puttana bugiarda! – Accese la sigaretta e aspirò profondamene.
  • Perché cazzo continui a cacciarmi nei tuoi casini??-
  • Ma sentila, con la voce tremante. Non sei cambiata proprio per niente. Debole, spaurita, sola. Non cambi proprio mai, eh? E poi ti credi così figa da poterti meritare Ryan? Probabilmente sta con te solo per scoparti, come tutti. Sei solo un guscio vuoto, sei utile solo a quello. -
 
  
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