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Autore: LunaBlu89    10/03/2009    3 recensioni
Non conoscevano il mondo, non ancora. Riuscivano a vedere se stessi solo nel viso dell'altro.
E allora lì capirono, perché si sentivano una cosa sola.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La terra ferrosa s'abbatteva sotto i loro piedi, mentre camminavano l'uno accanto all'altro attraverso il viale deserto, in quel giorno di sole macedone. Le loro mani, giovani e calde, s'accarezzavano dolcemente, e si proteggevano dai movimenti del corpo che andava. Efestione poteva sentire le dita morbide di Alessandro sfiorargli e disegnare la pelle leggermente abbronzata, creando motivi sempre nuovi.
Il sole volgeva al tramonto, ma sarebbero arrivati presto nel luogo in cui lui li aspettava. Poi lo videro, aprirsi tra i cespugli che delimitavano il sentiero: il mare. Attendeva sereno, mentre si riscaldava ai raggi del sole, proprio dove quest'ultimo andava a morire. Leonnato, poco più in fondo, li vide e alzò il braccio entusiasta per chiamarli a sè.
"Alessandro, Efestione! L'acqua è stupenda!" disse con le labbra che fremevano. I due sorridendo lo videro prendere fiato e andare giù; i capelli lunghi che sprofondavano nell'acqua. Efestione voltò il capo verso la sua anima, e la vide, ancora ingenua, a contemplare l'acqua blu che s'increspava, e non l'orizzonte che un giorno avrebbe superato. Seguì allora il suo sguardo, a contemplare le piccole onde, e gli sembrò di non aver mai smesso di fissarla.
Alessandro - la mano ancora nella sua - si avvicinò di alcuni passi a quello spirito, avvolto dal suo calore. Inspirò a fondo: non ancora re, non ancora Grande. Quell'aria sapeva di libertà. Entrambi sentivano il presente, piana calma che eppure all'interno ribolliva di passione. Quella passione che non aveva bisogno di qualcosa in più del loro essere l'uno accanto all'altro, per farsi sentire in tutta la sua possenza.
Non conoscevano il mondo, non ancora. Riuscivano a vedere se stessi solo nel viso dell'altro.
E allora lì capirono, perché si sentivano una cosa sola.
Efestione mosse verso di lui i suoi capelli ambrati con il movimento del suo corpo. Con i suoi occhi profondi, le sue labbra rosse, il cuore pieno - con tutto se stesso - sorrise - come un bambino - e disse: "Ti amo, Efestione."
Alessandro riguardò felice l'acqua che era tornata casta. Strinse forte la mano dell'altro, e con un leggero slancio lasciò che i loro corpi s'abbandonassero alla gravità.
Il mare li avvolse, tra bolle e schiuma, e li trovò a ridere insieme - sott'acqua, le mani ancora una.
E Alessandro, mentre i capelli di Efestione dondolavano dolcemente, non poté pensare ad altro, che ad una cosa sola.

Ti amo anch'io, mio Alessandro.



   
 
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