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Autore: Sakura Hikari    02/01/2016    0 recensioni
Raccolta di flash-fiction Nagirei.
1)Smorfie e cuscinate
2)In cerca del guerriero perfetto
3)La persona più importante
4)Questa è una pessima idea
5)Di quella volta in cui Rei indossò quel costume bianco
6)The one when Nagisa made ice creams with snow
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gou Matsuoka, Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Di quella volta in cui Rei indossò quel costume bianco


Prompt di Michela: Reigisa. Rei indossa finalmente quel costumino bianco.


Tutto questo non sarebbe accaduto se Gou non avesse proposto una partita ad “Obbligo o Verità?” durante la festicciola che avevano organizzato per celebrare l’arrivo della primavera (e con essa, l’inizio degli allenamenti del club di nuoto); non sarebbe accaduto se, dopo un paio di turni ciascuno, Nagisa si fosse lamentato che nessuno scegliesse “Obbligo” e che il gioco lo stava annoiando; ma soprattutto, non sarebbe accaduto se Rei avesse preferito attenersi a ‘Verità’, invece che provare un moto di solidarietà per l’amico insieme ad un improvviso spirito temerario.
“D’accordo, allora: Obbligo.”, aveva risposto Rei, e tutta la combriccola si era voltata a guardarlo. Gou aveva lanciato un fischio.
Nagisa aveva assunto un’aria meditabonda e steso le labbra in un sorrisetto, e già questo sarebbe dovuto bastare per metterlo in guardia, ma Rei, nel suo delirio di onnipotenza (probabilmente era anche colpa della birra e del sakè), l’aveva bellamente ignorato.
“Ci sono!”, esclamò infine. “Devi indossare un costume bianco che ti darò!”
A quel punto Rei fiutò il pericolo, quando praticamente la casa aveva preso fuoco. “Non starai parlando di… quel costume?”, balbettò.
“Proprio quello!”, esclamò raggiante Nagisa.
“Ah… ma non credo che tu ce l’abbia qui in questo momento…”, tentò debolmente Rei, ma Nagisa scosse la testa. “No, in realtà è nel mio borsone! Vado a prenderlo!”, e scappò in un baleno.
Rei emise un lamento e nascose il volto tra le mani; sperò ardentemente che accadesse qualcosa per salvarlo da questa situazione – un terremoto, un’invasione aliena, un apocalisse di Zombie – invece si sentì toccare la spalla, e sollevando lo sguardo, vide Haruka che gli porgeva un piatto di pesce. “Sgombro. Per consolarti.”, disse semplicemente. Non esattamente ciò che si aspettava, ma Rei prese il piatto ugualmente, e rimase imbambolato come se non sapesse bene cosa farne. Incrociò lo sguardo compassionevole di Makoto, quello ardente di Gou (fight!, diceva il labiale).
“Allora!”, Nagisa era rientrato e gli stava porgendo quella strisciolina che veniva spacciata per costume. “Provalo!”

**

Rei aveva deciso che non sarebbe uscito dal bagno. Nemmeno per tutto l’oro del mondo avrebbe varcato la soglia e permesso agli altri di vederlo conciato così, né tantomeno a Nagisa di immortalarlo con una foto – perché era sicuro che l’avrebbe fatto, sordo alle sue minacce di non farlo. Era praticamente nudo: il costume copriva le sue parti intime, ma aderiva così tanto che lasciava ben poco all’immaginazione. Avrebbe detto che l’aveva indossato, se lo sarebbe tolto e si sarebbe rivestito, ecco.
“Va bene, l’ho indossato!”, esclamò. “Adesso mi rivesto!” Non aveva ancora finito di pronunciare le parole che Nagisa entrò come un tornando. “L’hai indossato? Fammi vedere!”, gridò, e cominciò a saltellargli attorno. Non si risparmiò: lo scandagliò da cima a fondo, da destra a sinistra, lanciando di tanto in tanto un fischio e senza smetterla di fare commenti (“Come sei figo Rei!”, “Come ti sta bene sul sedere!”), e Rei si sentì come un animale da circo che veniva esibito per suscitare la gioia dei più piccoli. Quando finalmente Nagisa tacque, Rei aveva l’impressione che fossero passate ore.
Emise un gemito quando sentì la mano di Nagisa palpargli il sedere. “Avevo proprio ragione, tu sei la persona perfetta per indossarlo!”, dichiarò soddisfatto.
“Nagisa! Tieni a posto quelle manacce!”, gridò Rei, rosso come un peperone. Nagisa gli rivolse un’occhiata confusa ed innocente, ma lasciò cadere la mano.
“Ti è piaciuto?”, chiese con una nota di speranza nella voce.
“Assolutamente no!”
“Quindi non lo indosserai più?”
“Esattamente.”
Nagisa gonfiò le guance e mise il broncio, e quell’espressione lo fece assomigliare ad un bambino piccolo. “È inutile che fai quella faccia, è stata la prima e l’ultima volta.”, disse Rei, ed allungò una mano per raccogliere i suoi jeans.
“Forse. Ma gli stai ancora indossando”, gli fece notare Nagisa con una nota maliziosa.
Rei si morse la lingua. Mannaggia a lui e alla sua fretta di rivestirsi! “Per piacere Nagisa, esci subito di qui.”, sibilò.





 
  
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