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Autore: Ale Villain    02/01/2016    1 recensioni
Una One Shot quasi autobiografica, con tratti immaginari. Un piccolo pezzo importante della vita di Ambra, la mia alter-ego protagonista di ogni storia che pubblico e scrivo. Un augurio per un buon 2016.
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Pensò a come potesse essere stare in mezzo a quelle gambe. Oh sì, decisamente bello e appagante.
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« Ambra… devi promettermi una cosa, però »
La ragazza lo guardò stranita.
« Cosa? »
« Non ti devi muovere. Per nessun motivo »
Fu il turno della diciannovenne di deglutire. Aveva capito perfettamente a che cosa si riferiva il ragazzo.
Genere: Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gonna start a fire
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
NB. Nonostante l’autenticità di tutti i personaggi descritti, ci tengo a precisare che alcuni dettagli su di essi sono stati modificati, per preservarne la privacy.
 


« E questo è l’ultimo » mormorò Ambra, poggiando malamente il vassoio sul tavolo della cucina. Sospirò e posò entrambe le mani sui fianchi, osservando la cucina che già iniziava ad essere disordinata. Per quanto fosse felice di passare Halloween a casa propria con diversa gente, era, al tempo stesso, anche ciò che la faceva preoccupare di più. Lei e la sua coinquilina avrebbero sì dovuto sistemare tutto poi, ma certo si aspettavano almeno un po’ di collaborazione da parte degli ospiti, cosa che più volte Giorgia le aveva rivangato.
« Alette di pollo » constatò la bionda, guardando golosamente il vassoio di alluminio « Con queste mettiamo d’accordo tutti »
« Lo spero » rispose Ambra, per poi spostare lo sguardo verso di lei « Cos’altro c’è da fare? »
Giorgia si allontanò da lei, avvicinandosi al frigorifero; staccò una calamita e prese un foglietto.
« Credo nulla » le disse, dando una rapida occhiata al foglio pasticciato « Potremmo dire agli altri che possono cominciare a venire »
Ambra annuì e tirò su le maniche della felpa fino ai gomiti, raggiungendo la porta della cucina.
« Ah, Ambra? »
La rossa si bloccò all’uscio della stanza. Si voltò dietro di sé e guardò la coinquilina, in attesa che parlasse.
« Lo avverti tu, Fabrizio? »
Ambra rimasse immobile per qualche istante. Vide Giorgia sorridere con malizia e soddisfazione, sapendo di aver centrato in pieno. Quella, era sicuramente un’altra delle cose che, in quel momento, stava facendo preoccupare la rossa.
« Se proprio devo » rispose lei, con una breve alzata di spalle. Ma il tono non suonava affatto arrendevole. Sì, lo avrebbe avvisato sicuramente. Ma con i suoi tempi e i suoi metodi.
Sparì nel corridoio alla sinistra e sentì distrattamente il « Grazie » pronunciato dalla ragazza. Sospirò nuovamente. Non era lei a fare un favore a Giorgia; era proprio il contrario.
La presenza di Fabrizio la rendeva particolarmente allegra e vispa, tanto che quella mattina si era alzata serenamente e con un bel sorriso stampato sul viso. D’altro canto, sapere che ci avrebbe passato insieme un’intera serata (oltre che un’intera nottata) la metteva particolarmente a disagio. Non era mai stata capace di controllare le emozioni, ma, quella volta, non si sarebbe rovinata una serata solo per delle farfalle nello stomaco e gli ormoni da diciannovenne a mille. Appunto, diamine, aveva diciannove anni!
 
 
 
 
Accettò volentieri la birra che il ragazzo le aveva passato, sorridendo per ringraziarlo.
« Allora, come si sta a Milano? » domandò lei, guardando davanti a sé e bevendo un sorso direttamente dalla bottiglia in vetro.
Fabrizio fece roteare per qualche secondo il liquido nella propria bottiglia, poi si voltò verso la ragazza. Si sedette e prese posto accanto a lei, sul divano. Non appena lo sentì così vicino, la rossa prese un profondo respiro, sperando che il ragazzo non se ne accorgesse.
« Bene » ammise lui, bevendo subito dopo « Ma Roma mi manca »
Ambra ridacchiò e si piegò in avanti per poggiare la birra per terra. Non durò neanche tre secondi: Manuel allungò velocemente una mano e la prese con sé, traendo un lungo sorso.
« Già, immagino » annuì.
Fabrizio la studiò con la coda dell’occhio. Era la prima volta che, effettivamente, la vedeva per davvero, anche se si erano sentiti veramente tanto e per molto tempo per telefono, tenendosi in contatto costantemente. Quando si conobbero, era notte inoltrata e, come se non fosse sufficiente, pioveva a dirotto – principale caratteristica di Milano che lui detestava. Si era anche preso poco tempo per presentarsi a lei, preso ancora dal concerto dal quale erano usciti da poco.
 
« Io sono Fabrizio, comunque » le disse, sorridendole in modo sghembo. Nella testa, ancora risuonavano gli assoli di chitarra di Synyster e la graffiante voce di Matthew. Chi sarebbe riuscito a pensare ad altro?
« Ambra » rispose lei, ricambiando velocemente il sorriso. Giorgia richiamò l’attenzione della rossa, e quella fu la prima e ultima volta che i suoi occhi si posarono su di lui.
 
Tutta incappucciata per il freddo e la pioggia incessante, non sembrava nemmeno lontanamente la ragazza che ora si trovava alla sua destra, ben due anni dopo. I capelli forse erano cresciuti di parecchio, ma gli occhi verdi erano sempre quelli. Grandi e intensi.
Abbassò lo sguardo senza rendersene conto. Era magra, ma non in modo esagerato. Le forme le aveva, dovette ammetterlo. Si ritrovò ad ammiccare nella sua direzione, vedendo le gambe accavallate e una mano posata sulla coscia destra. Pensò a come potesse essere stare in mezzo a quelle gambe. Oh sì, decisamente bello e appagante.
Spostò immediatamente lo sguardo non appena si accorse che Ambra lo stava guardando.
L’attenzione della coppia fu portata su Giorgia, che, irrompendo nella stanza, aveva urtato una bottiglia di birra poggiata per terra. il contenuto si stava riversando sul marmo e, a breve, avrebbe raggiunto anche il corridoio.
« Cazzo » imprecò la bionda, accorgendosi del danno « Si può sapere perché le birre sono per terra? »
Quasi tutti risero per la scena comica che avevano di fronte.
« Vado a prendere una scopa » farfugliò subito dopo, scavalcando la pozza di birra « Se qualcuno mi aiutasse sarebbe… »
« Arrivo, Gio » fece subito Ambra, facendo leva sulle mani per alzarsi dal divano di casa propria. Il romano la seguì con lo sguardo fino a quando non sparì oltre la porta del salotto. Non vedeva l’ora che arrivasse la notte.
 
 
 
 
Ambra si distese nel letto e tirò su le coperte, fino a coprirsi le spalle, dando le spalle al muro.
« Vi lascio il letto matrimoniale, d’accordo? »
Sentì, ad un tratto, il materasso piegarsi sotto il peso di qualcosa.
« E tu dove dormi? »
Quel qualcosa si spostò sul letto a gattoni, avvicinandosi alla sue spalle.
« Con Francesco, sul letto singolo nella stanza degli ospiti »
Si distese completamente dietro di lei.
« Non lo so, Giorgia. Forse non me la sento »
Sentì sospirare e l’ospite prese posto sotto le coperte. Lei, dal canto suo, rimase immobile cercando di non fare alcun rumore.
« Sta’ zitta e vai di là. Domani mattina mi racconterai tutto »
Il ragazzo si mosse nuovamente di fianco alla rossa, sdraiandosi a pancia in su e posando un braccio sul torace e uno dietro la nuca.
« Bè, buonanotte » fece lui, con una tranquillità disarmante.
« Notte » rispose Ambra, stupendosi subito dopo del tono freddo e distaccato che aveva utilizzato. Doveva imparare a controllare le emozioni o, da quella nottata, non ne sarebbe uscita viva.
Fabrizio si accorse del suo distacco, sia fisico che mentale.
« Se ti do fastidio, dormo sul divano »
Per fortuna di Ambra, il ragazzo non sembrava infastidito dal suo comportamento.
« No » disse lei, negando anche con un cenno del capo « Non mi dai fastidio »
« Meglio così »
Calò il silenzio. Per qualche minuto, nessuno dei due parlò. La tensione in quella stanza si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Ma quello di cui si stupì la ragazza era che, quella tensione, era causata solo ed esclusivamente da lei. Nonostante gli stesse dando le spalle, il ragazzo non le pareva per nulla agitato.
Fu proprio lui, infatti, a rompere il silenzio e a calmare la situazione. O, almeno, questo era quello che credeva. Per Ambra fu un ulteriore colpo basso.
Il ragazzo si era voltato verso di lei, osservando la schiena della giovane coperta da una canotta pesante. La coperta era calata leggermente, fin sotto le scapole.
Allungò un braccio fino a circondarle lo stomaco e la tirò lentamente verso di sé. L’aderenza completa al torace del giovane fece tendere tutti i muscoli della ragazza.
Fabrizio poggiò una guancia contro la sua.
« Buonanotte, piccola »
« B-Buonanotte »
Fabrizio ridacchiò per il tentennamento da parte di lei. Era anche per questo che sentiva di adorarla: era timida e impacciata come poche.
Rimasero fermi in quella posizione per qualche attimo, fino a quando il ventiduenne non decise di approfondire ulteriormente quel contatto.
Ambra spalancò leggermente le palpebre, appena sentì una gamba del ragazzo infilarsi con tranquillità tra le sue. La stessa gamba, poi, finì a stringere quella che la rossa aveva poggiato sul letto. In quel momento, erano completamente attaccati l’uno all’altro.
Poco dopo, Fabrizio mosse, senza volerlo, la gamba che aveva intrappolato: strusciò precisamente contro l’intimità della ragazza, strappandole un sospiro di piacere che lei tentò di mascherare schiarendosi la voce un paio di volte.
« Perché ridi? » chiese Ambra in imbarazzo, sentendo le labbra del giovane, poggiate su una parte nuda della spalla, distendersi in un sorriso.
« Hai tentato di nascondere un gemito di piacere » disse lui, ancora ridacchiando « Come se a me dispiacesse » aggiunse poi, sussurrando con voce roca.
Ambra chiuse gli occhi e si lasciò andare completamente addosso a lui, abbandonando la tensione. Forse era il caso di rilassarsi.
 
 
Si sveglió all’improvviso, nel bel mezzo della notte. Girò il capo verso destra e guardò la sveglia sul comodino: 4.18
Si rilassò, notando che era veramente prestissimo, anche se non aveva la più pallida idea del perché di quel brusco risveglio. Inoltre, le doleva particolarmente una gamba.
Stava per passarsi la mano sinistra tra i capelli, quando si accorse di essere intrappolata sotto il peso di Fabrizio. Il ragazzo, infatti, era quasi completamente sdraiato su di lei, con il capo poggiato sulla sua spalla sinistra, e ronfava sonoramente. Forse era per colpa sua se la gamba sinistra si era praticamente addormentata: il ragazzo era sdraiato precisamente su di essa.
Si decise a svegliarlo, quantomeno per farlo sistemare in una posizione più comoda per entrambi.
« Fabrizio » iniziò a chiamarlo, scuotendolo con delicatezza per una spalla. Il ragazzo mugugnò qualcosa e alzò la testa, ad occhi ancora socchiusi. Poi abbassò lo sguardo.
« Ah » disse, accorgendosi della posizione « Cavolo, non me ne ero accorto »
« Nemmeno io » ammise lei « Riesci ad andare un po’ più in là? »
« Un po’ più in là dove? » domandò lui di rimando, alzandosi dalla sua gamba, ma rimanendo comunque sopra di lei. Quest’ultima tirò un sospiro di sollievo, non appena sentì la gamba libera dal peso del giovane.
« A destra o a sinistra della mia gamba » spiegò lei, con nonchalance.
Fabrizio abbassò lo sguardo sulle gambe leggermente divaricate della giovane. Deglutì, prima di illustrarle come stavano le cose:
« Se vado a sinistra, non sono più su di te » spiegò, facendo una breve interruzione « Se vado dall’altra parte… sono in mezzo alle tue gambe »
Ambra avvampò. Boccheggiò qualche istante, prima di rendersi conto che non riusciva a spiccicare parola. Cazzo, ma è possibile scaldarsi per una semplice constatazione?
« Non… non chiedermelo » borbottò lei « Decidi tu » concluse, spostando lo sguardo altrove e osservando la camera buia. Bè, per lo meno Fabrizio non avrebbe visto il rossore che aleggiava in quel momento sul suo viso.
« Sei… sicura? » domandò lui, continuando a far leva sulle mani, ma rimanendo immobile.
Ambra annuì. Poi, notando che Fabrizio non stava parlando né si stava muovendo, si ricordò che erano quasi completamente al buio.
« Sì »
« Sicura sicura? »
Ambra sospirò.
« Sì, sicura »
Fabrizio borbottò un « Bene » poi mosse la parte inferiore del corpo. La ragazza chiuse gli occhi, sentendo Fabrizio spostare con delicatezza una gamba della ragazza con una mano.
Li riaprì poco dopo: il ragazzo era perfettamente sopra di lei e incastrato tra le sue cosce, ma non accennava a sdraiarsi.
« Ambra… devi promettermi una cosa, però »
La ragazza lo guardò stranita.
« Cosa? »
« Non ti devi muovere. Per nessun motivo »
Fu il turno della diciannovenne di deglutire. Aveva capito perfettamente a che cosa si riferiva il ragazzo.
« D’accordo » disse lei, annuendo appena.
Fabrizio si distese completamente su di lei, i bacini perfettamente combacianti e i respiri vicinissimi. Esattamente come si era immaginato: piacevole e dannatamente appagante.
La ragazza rimase tesa come una corda di violino. Era impossibile non muoversi, non in quella posizione.
Mosse con lentezza le braccia, portandone una dietro la schiena del giovane e una tra i suoi capelli, accarezzandoli. Fabrizio la strinse a sé, spingendola leggermente con le mani da dietro la sua schiena.
Il seno della ragazza schiacciato prepotentemente contro il proprio petto, fece mancare il respiro al giovane.
Ambra sospirò. Non sarebbe mai riuscita a dormire.
Come se non bastasse, tirò su la gamba destra, attaccandola al fianco di Fabrizio. Quest’ultimo sospirò sul suo collo.
« Non… »
Afferrò la coscia di Ambra, stringendola e portandosela ancora più vicino.
« …muoverti »
Il respiro e la voce roca del ragazzo la fecero rabbrividire. Mosse nuovamente le gambe per l’emozione. Il bacino di Fabrizio era troppo attaccato al suo.
« Ambra… ti prego… » sospirò lui. Fu proprio il ragazzo, alla fine, a muovere il bacino verso di lei. Ambra inarcò leggermente la schiena, sporgendosi verso di lui.
« S-Scusa… » disse, soffocando inutilmente un gemito.
Si morse il labbro e ridistese la gamba destra, incrociandola con quella sinistra di Fabrizio.
« Ferma. Okay? Ferma » mormorò lui, trattenendo a stento la voglia di spingere di nuovo con il basso ventre verso di lei.
« Fabrizio… »
Il ragazzo in questione si morse il labbro. Cazzo, non poteva sospirare in quel modo il suo nome.
Ambra spalancò le cosce vergognosamente, aprendosi il più possibile: « E’ impossibile rimanere fermi… »
Fabrizio abbassò la testa e poggiò la fronte sul suo decolleté. Iniziava a mancargli il respiro: probabilmente neanche se ne stava rendendo conto, ma il basso ventre di Ambra non faceva che strusciarsi contro il suo. Per quanto altro tempo avrebbe potuto resistere?
Dopo l’ennesimo movimento di bacino, a Fabrizio venne una stramba, eccitante idea. Forse la avrebbe fatta calmare, o forse le avrebbe acceso maggiormente gli istinti. Ma a mali estremi, estremi rimedi.
Si sollevò leggermente. L’erezione scalpitò, per la mancanza di contatto.
« Ambra, ascoltami… »
La osservò in viso: i capelli sparsi sul cuscino, le labbra schiuse e il respiro irregolare. La avrebbe presa lì seduta stante.
« Mh-mh » annuì lei, regolarizzando il respiro.
« Se vuoi che io stia in quella posizione, non ti devi muovere » iniziò lui, passando una mano sulla sua pancia e scendendo verso il basso « Soprattutto, non devi muovere questo punto… »
Aprì il palmo sul basso ventre, molto vicino alla zona più bollente e pulsante della ragazza.
Bene, una parte era andata. Ora rimaneva la parte più difficile… o più piacevole. Dipendeva dai punti di vista.
« … e questo »
Ambra boccheggiò più volte in cerca di aria, non appena vide il ragazzo poggiare il palmo sul ponte, quel ponte. Ansimò nuovamente e, quella volta, non cercò neanche di nasconderlo.
« Ansima quanto vuoi, a me fa solo piacere » mormorò lui, non appena sentì la ragazza « Ma ti prego, non muoverti »
« Cosa… cosa devi fare? » domandò lei, deglutendo a vuoto.
« Farti capire che ti voglio. Ti voglio così tanto, non immagini neanche quanto. Ma non voglio prenderti così, non voglio che ti possa sembrare una scappatella e via » spiegò lui, cercando di tenere ben ferma la mano che si trovava « Voglio conquistarti. Mi attiri in modo pazzesco, Ambra, ma… non voglio. Non così. Non con altra gente in casa, non come due quindicenni in preda agli ormoni »
Ambra rimase spiazzata per qualche istante. Non se lo aspettava per nulla. Aveva ipotizzato di tutto: che lui in realtà non la volesse, che fosse solo un errore quello che stavano combinando, che si stavano sbagliando entrambi. Quella, invece, aveva tutta l’aria di una dichiarazione sincera.
Fabrizio parlò nuovamente.
« E’ per questo che tu devi stare ferma » continuò « In questo punto »
La ragazza gemette e strinse con una mano, per qualche istante, le lenzuola. Dannazione.
Fabrizio aveva poggiato le dita proprio lì, dove Ambra stava andando a fuoco e dove ora rischiava di bagnarsi sotto il suo tocco. E menomale che erano ancora vestiti!
« Fabrizio… non… »
Fabrizio la osservò contorcersi. Sapeva quanto la ragazza stesse “soffrendo”, ma quello poteva essere l’unico modo per farglielo capire. Almeno secondo lui.
« Puoi gemere quanto vuoi… » Ambra si morse il labbro inferiore « Ma ti prego, ferma »
« Come faccio a stare ferma? » ansimò disperatamente, portando le mani dietro il collo del ragazzo e stringendogli i capelli.
« Sei così eccitante, Ambra » ansimò lui con un filo di voce, piegandosi su di lei e mordendole il decolleté. La rossa si morse il labbro per non muovere il bacino in avanti.
« Hai… hai capito cosa voglio dire? »
La ragazza annuì e farfugliò un « Sì ».
« Bene »
Bene. Allora perché non riusciva a smuovere le tre dita da lei? Perché era una sensazione così piacevole, nonostante la stesse toccando da vestita?
Perché sei un coglione, ecco perché. Tu e le tue idee del cazzo.
Ambra aspettò che il ragazzo togliesse le mani dalla sua intimità. Quando ciò non avvenne, fu quasi costretta a domandare.
« Hai ancora la mano lì, però… » gli fece notare – inutilmente – Ambra.
« Lo so, ma sei così calda… » le rispose lui, piegandosi nuovamente su di lei. Sì, il calore lo riusciva a percepire persino da fuori. Era eccitata, parecchio, e la cosa stava mandando su di giri pure lui.
« Non muoverti, adesso mi levo » sussurrò lui, nonostante non stesse muovendo un dito – letteralmente.
« Non puoi continuare a dirmi di non muovermi » ribatté lei « E’ come se io stessi tutto il tempo così e ti dicessi di stare fermo »
Fabrizio spalancò le palpebre. La ragazza aveva appoggiato, con decisione, la mano sull’erezione, da fuori i suoi pantaloni e non accennava a toglierla.
« Am… »
« Ora capisci? » mormorò lei, deglutendo « Ora capisci come non è affatto f- »
La ragazza annaspò in cerca di aria. Fabrizio aveva iniziato a muovere su e giù le dita, premendo sulle labbra coperte dagli slip e dai pantaloni del pigiama.
« Fabri… Fabrizio… »
Il ragazzo massaggiò più vigorosamente, tentando anche di affondare un dito in lei, cosa resa ovviamente impossibile dalla presenza dei vestiti.
« Togli la mano… dai miei pantaloni… »
Ambra la tolse senza pensarci e gli strinse la canotta. Mosse avanti in bacino: data la situazione, non gliene fregava proprio niente della promessa di non muoversi.
« Dio, Ambra »
Fabrizio fece scorrere le dita all’insù, risalendo verso il basso ventre della rossa e strappandole un ultimo gemito non appena toccò il clitoride. Cercò l’elastico dei pantaloni e vi infilò la mano, superando le mutande.
« Fabrizio, cosa… ? »
Ambra gemette non appena sentì il ragazzo stimolare il clitoride. Prima lentamente, poi sempre più velocemente. Sempre più passionalmente.
Il ragazzo piegò la testa su di lei e si avvicinò con l’orecchio alle sue labbra. Sentirla gemere senza vergogna – a volte anche ansimando il suo nome – era un piacere paradisiaco.
Con calma, spostò un dito tra le sue labbra che accarezzò qualche istante prima di entrare in lei con il dito medio.
« Fabrizio… » esclamò lei, spalancando le cosce e stringendo a sé il ragazzo.
« Sì… » sussurrò lui, muovendosi in lei con un dito « Dì ancora il mio nome »
Ambra continuava ad ansimare e a gemere senza ritegno. Non era la prima volta, ma ogni volta era come la prima.
Fabrizio introdusse un altro dito e scese nuovamente sulla sua scollatura, a baciarle e a leccarle un lembo di pelle.
Le due dita si muovevano sempre più velocemente, in contemporanea alla lingua di Fabrizio sulla scollatura e sul collo della giovane. Lo morse con passione non appena Ambra gli strinse i capelli ansimando il suo nome.
Si staccò da lei solo per osservarla. Ansimante grazie a lui era ancora più bella. Sentirla gemere sotto di lui la rendeva ancora più bella. Era pura passione e sarebbe potuto rimanere lì per un tempo indeterminato.
Non appena sentì le dita inumidirsi, le tolse da lei con calma, reintroducendole solo un paio di volte. Avrebbe tanto voluto sapere che sapore avesse.
Ambra ancora tremante e ansante, l’osservò portarsi le due dita alle labbra e leccarle con sensualità. La rossa si eccitò nuovamente.
« Hai un buon sapore » dichiarò lui, piegandosi su di lei e poggiando le labbra su quelle di lei. Ambra rimase di sasso per qualche istante. Era la prima volta che la baciava ed era successo subito dopo aver avuto un orgasmo. Fu forse quello a portarla a dischiudere le labbra per approfondire il contatto. Fabrizio non si tirò indietro e iniziò a cercare la lingua della giovane, mordicchiandola e leccandola insieme al suo labbro inferiore.
Si staccò da lei con calma e la osservò. Era bellissima; la ragazza più bella che avesse mai visto.
« Ora posso dirlo »
Ambra corrugò appena le sopracciglia.
« Cosa? »
« Fai sogni d’oro, piccola» si sdraiò nuovamente su di lei.
Ambra sorrise serena.
« Sicuramente, Fabrizio »

 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Scritta di getto per inaugurare il nuovo anno, per condividere con voi una parte importante della mia vita.
Non ho mai scritto storie a sfondo erotico, spero abbiate apprezzato comunque.
Sarebbe carino sapere cosa ne pensiate, davvero. Mando un bacione a chiunque abbia letto e, magari, apprezzato.
 
 

 
 
  
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