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Autore: AleSlytherin    02/01/2016    1 recensioni
Due linee parallele sono uguali, ma non si incontrano mai. Due linee incidente, invece, sono due linee diverse che si incontrano una sola volta per poi separarsi per sempre.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Mamma, papà, guardate!”
Daniel teneva la manina di una bambina di cinque con i ricci dorati e un vestitino azzurro come i suoi occhi. La bambina lo tirava indicando un uomo vestito da Babbo Natale che distribuiva i volantini di un negozio di giocattoli. Una donna, identica alla bambina, la prese per mano e la portò vicino all’uomo.
“Oh, oh, oh, bella bambina! Come ti chiami?”
“Asia.” Disse la bambina timidamente.
“Scommetto che sei stata molto buona quest’anno!”
“Quindi mi porterai i regali che ho scritto nella lista?” chiese Asia, speranzosa.
“Certo!”
“Ciao Babbo Natale!” esclamò e corse da suo padre che, sorridendo, osservava la scena a pochi metri di distanza.
L’uomo diede un volantino alla donna che dopo aver ringraziato raggiunse sua figlia e suo marito.
Daniel mise un braccio sulle spalle di sua moglie che teneva per mano Asia e tutti e tre ripresero a camminare.
Faceva molto freddo ma le strade erano piene di persone che facevano le ultime compere e di famiglie che facevano una passeggiata, di musicisti che suonavano canzoni natalizie in cambio di qualche moneta, di luci colorate, bancarelle e tanta a aria di festa.

Daniel e sua moglie ascoltavano Asia che parlava loro di quanto le piaceva la nuova bambola che cammina e di quanto sperava che Babbo Natale gliela portasse, quando il sorriso di Daniel si gelò. Nessuna delle due se ne accorse e continuarono a camminare, ma Daniel non ascoltava più la bambina.

Alexander

A pochi metri di distanza c’erano due uomini che si tenevano per mano. Uno dei due; un ragazzo magro, biondo e dall’aria felice; parlava all’altro che però non sembrava prestargli molta attenzione.
Alexander e Daniel si fissavano mentre si avvicinavano sempre di più.
Il cuore di Daniel batteva forte, come la prima volta che  Alexander era entrato in classe, presentato dalla professoressa come “il nuovo arrivato”.

"Ciao, come ti chiami?”
“Daniel”e
“Bene, da oggi sono il tuo compagno di banco.”  Daniel si limitò ad annuire e poi riprese a studiare storia per l’ora successiva.


Cercava di ascoltare quello che sua moglie gli stava dicendo, ma tutto sembrava lontano in quel momento, come se avesse avuto i tappi nelle orecchie. Riusciva solo a guardare l’uomo.

“Stasera io, Andrea e gli altri andremo a bere una birra insieme dopo l’allenamento, che ne dici di venire con noi?”
“Daniel, non so se lo hai notato, ma io non sono il benvenuto dai tuoi amichetti.”
“Sì, ma sono solo i loro pregiudizi, sono sicuro che se ti farai conoscere sarai simpatico anche a loro.”
“E cosa ti fa credere che io sia davvero la brava persona che pensi tu?” Daniel lo guardava confuso. “Lo dai per scontato, perché? In fondo, ci conosciamo appena.”
“Io… non lo so.” Alexander sorride e a Daniel, come ogni volta, iniziarono a tremare le gambe mentre l'altro si avvicinava sempre di più, fino a che non gli sfiorò le labbra con le sue e gli diete un bacio leggero.
“Daniel, vieni con me dopo l’allenamento.”


Alexander non era cambiato per nulla dall’ultima volta che si erano visti. I capelli neri erano un po’ più corti e la barba era più curata, ma gli occhi marroni nei quali tante volte si era perso, i suoi lineamenti marcati, le labbra grandi e carnose, erano uguali.

“E’ così strano…”
"Cosa?"
"Quello che facciamo."
“Perché?”
“Perché siamo due uomini…”
Alexander gli accarezzò il viso, sorridendo, prima di baciarlo ancora.
“Quindi troverai strano anche il fatto che ti amo” sussurrò sulle sue labbra. Si allontanò e lo fissò negli occhi. Daniel tremava, il cuore gli batteva forte mentre il moro lo stringeva a se e lo baciava sul collo. “Ti amo dalla prima volta che sono entrato in quella classe.” Disse, tra un bacio e l’altro.
“Anche io ti amo.” Sussurrò Daniel, talmente a bassa voce che se ci fosse stato qualcuno appena più lontano non lo avrebbe udito.


I due si ritrovarono faccia a faccia.

“Ciao, Daniel.”
Nemmeno la sua voce rauca è cambiata..

“Ciao, Alexander.”
E’ così diverso…

L’uomo che teneva per mano guardava il suo compagno confuso, nello stesso modo in cui la moglie di Daniel fissava suo marito. Entrambi pensavano di conoscere tutti i vecchi amici della loro metà e nessuno dei due aveva mai sentito nominare “Daniel” e “Alexander”.
“Papà, lui è un tuo amico?” chiese Asia.
“Eravamo in classe insieme.” Alexander sorrise tristemente.

In classe insieme… tutto quello che abbiamo vissuto si può riassumere così…

“Daniel, lui è Kyle.”
“Piacere.” Dissero i due stringendosi la mano.
“Lei è mia moglie Sarah”
Alexander le strinse la mano.
Però, se l’è scelta bene.
“E lei è mia figlia Asia.”
“Ciao piccola!”
“Beh, ci si vede in giro?”
“Ci si vede in giro.”
Ripresero a camminare, ognuno per la propria strada.
“Chi era quello?”
“Kyle, non sarai mica geloso?” rise Alexander.
“No, ma non mi hai mai detto di lui”
“Era solo un compagno di classe, nemmeno importante.” Disse, con il cuore che gli faceva male.
 
“Buonanotte amore.” Disse Daniel dopo aver baciato Sarah sulle labbra.
“Buonanotte.” Disse lei spegnendo la luce.
 
“Alexander non possiamo stare insieme, basta!”
“Perché?”urlò lui.
“Te l’ho già detto mille volte!”
“Non posso accettarlo! Non possiamo lasciarci andare solo perché siamo due ragazzi! Noi ci amiamo.”
“E’ sbagliato!”
Alexander diede un pugno sulla scrivania. “E’ una grande cazzata, Daniel, hai solo paura del giudizio degli altri.” Disse, deluso.
Daniel abbassò lo sguardo, lo amava, ma da sempre gli era stato insegnato che il suo compito era sposarsi, avere dei bambini… “Alexander, lasciami… alex..an..”
I due, presero a baciarsi, sul letto. Alexander si staccò a fatica dalle sue labbra e prese a baciargli il collo, poi il petto. “Daniel io ti amo, tu mi ami…”
 “Alexander… ti prego.”



Sua moglie ormai dormiva, il silenzio avvolgeva la casa, una lacrima scese sul suo volto.

Alexander…

Non era insoddisfatto della sua vita. Aveva una moglie bellissima, una figlia stupenda, una casa grande e un lavoro ben retribuito. Eppure gli era sempre mancato qualcosa e ora sapeva dargli un volto e un nome…
 
Sdraiati sul letto riprendevano fiato, Daniel era appoggiato al petto di Alexander, che gli accarezzava la schiena.
“Amore mio, ti prego, non lasciarmi.”
“Alexander…”
“Daniel…”
“Alexander, per favore, ti prego, mi stai rendendo tutto più difficile.”
“Ma perché” si mise a sedere sul letto “Perché? Perché se mi ami e se non vuoi dirmi addio lo stai facendo?”
Daniel, con le lacrime agli occhi lo abbracciò da dietro.
“Amore mio, ascoltami. Io ti amo, ti amo con tutto il cuore, okay? Ma non possiamo stare insieme. Non è questa la vita che devo scegliere. Credimi, vivere senza di te è straziante, ma non posso fare altrimenti. I miei hanno delle aspettative su di me…”
“Vaffanculo!” urlò, si rivestì e aprì la porta della stanza. “Credi che per me sia facile? Però io ho le palle di affrontare la realtà di ciò che sono.”due lacrime scesero dai suoi occhi. Uscì sbattendo la porta.
Daniel, che si era alzato a sua volta cadde a terra, singhiozzando.
Mezz’ora più tardi scese, passò davanti al salotto dove Alexander era seduto. “Addio, amore mio.” Disse, poi uscì da quella casa per sempre.


Nel suo letto caldo, gli sembrò di sentire il freddo che aveva provato quel giorno.

Non lo dimenticherò mai.

Chiuse gli occhi, rassegnato al fatto che non avrebbe dormito, e lasciò che le lacrime scendessero.
Tutta la città dormiva tranne lui e un’altra persona.

Daniel, amore mio, quanto mi manchi…
  
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