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Autore: Stella_Del_Mattino    02/01/2016    0 recensioni
Due gemelle, Mina e Nina, e un cuore spezzato, quello di Matilde, loro amica. Tra equivoci, scontri e doppi sensi nasce questa commedia per far sorridere chi soffre per amore e per mettere alla berlina Fabio, l'ex di Matilde.
Dal Prologo:
Le esperienze generalmente possono essere grandi successi o grandi fregature, poi ce n’è una che, a seconda delle circostanze, può rivelarsi entrambe le cose: l’amore.
[...]Il riso è il miglior anestetico per qualsiasi sofferenza e, fidatevi della penna che scrive queste righe, caccia dalla mente ogni nuvola.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~ATTO I

Scena prima
MINA, NINA

MINA (mostrando il cellulare a Nina): Nina, guarda qua. Matilde mi ha mandato un messaggio.
NINA: Era l’ora! Credevo che fosse morta, tanto è che non ho sue notizie!
MINA: Beh, non sarà stata lei a lasciarci le penne, ma qualcuno deve ugualmente averlo fatto.
NINA: Eh?!
MINA: Non hai letto il testo del messaggio?! La frase “Il mio cuore è in lutto” non può essere interpretata in molti modi diversi.
NINA: In effetti hai ragione, Mina. Dev’essere morto qualcuno che Matilde conosceva, altrimenti questo sms non si spiega in alcun modo.
MINA: Sì, decisamente è la spiegazione plausibile.
NINA (tra sé): Che opportunista, però, Matilde! Ci cerca esclusivamente nel momento del suo bisogno. Quando io avevo un enorme sfogo purulento sul fondoschiena, non si è degnata nemmeno di venire a vedere come stavo e, come se non bastasse, ha scritto solo a Mina perché sapeva che quella tonta di mia sorella sarebbe corsa in suo soccorso. (a voce alta) Visto che siamo qui, vediamo di scoprire chi ha tirato il calzino.
MINA: Chi è quell’uomo che sopraggiunge a piedi? Sembra diretto verso di noi.

 

Scena seconda
MINA, NINA, PASSANTE

PASSANTE: Scusate, signorine, sapete dove si trova la banca più vicina?
MINA: Si riferisce alla banca del Farsetti o quella del Nitti? Perché se prosegue per un centinaio di metri e poi svolta a sinistra...
NINA: A destra, a sinistra, poi ancora a destra e infine a dritto per cinquecento metri. Così dovrebbe arrivare alla banca in meno di dieci minuti.
PASSANTE: Grazie, molto gen...
NINA (abbassando la voce): Ma, mi dica, lei invece non saprebbe chi è... ehm... trapassato, da queste parti?
MINA: Nina! Con la tua sfacciataggine attirerai il malocchio!
NINA: Ma quale malocchio! Non sono mica passata sotto una scala! Fino a prova contraria, parlare dei morti non uccide. (rivolta al passante) Allora, lo sa oppure no?
PASSANTE: Non per certo, però nella villetta in fondo alla strada, quella con i balconi zeppi di viole appassite, vive, oppure viveva, una vecchia ultranovantenne. Mia nipote, che occupa l’appartamento adiacente, sostiene che la donna sia ormai più di là che di qua, nonostante si attacchi all’esistenza terrena più di quanto un politico si arpiona alla sua poltrona. Per allontanare la paura della morte, nel quartiere si racconta che abbia persino ingaggiato dei ballerini, in modo da sentirsi ancora giovane.
NINA: Spogliarellisti, intende dire. Oppure gigolò?
MINA: Nina, insomma!
PASSANTE (arrossendo): Non ne ho idea, io...
NINA (ammiccando): vuole darmi a bere che lei non era uno di quelli? Sa, osservandola meglio, ha un fisico niente male... Ma che maleducata! Neppure mi sono presentata. Io sono Nina.
PASSANTE: A... a destra avete detto, vero?
MINA: Sì, signore.
PASSANTE: Bene, grazie. Arrivederci. (si allontana quasi correndo)
NINA (tra sé): Dannazione, proprio a me doveva toccare un’acqua santa come sorella? Mi fa scappare tutte le prede più promettenti...

 

Scena terza
MINA, NINA

MINA: I miei complimenti, Nina. Hai sconvolto quel poveraccio.
NINA: Volevo soltanto essere gentile.
MINA: Troppo gentile.
NINA: Sei sempre la solita lagna, o forse sei invidiosa perché le mie indicazioni stradali sono state più precise delle tue. E, per inciso, quel tizio aveva dei gran bei pettorali.
MINA (tra sé): Per carità, questa ha bisogno di un esorcista...
NINA: Che blateri?
MINA: Che sei più disperata di quanto dovrebbe essere lecito essere. Quello avrà avuto almeno quarant’anni.
NINA: E io sono maggiorenne addirittura da due mesi, non sarebbe stata nemmeno pedofilia!
MINA: Lasciamo perdere, non so davvero cosa fare con te.
NINA: Potresti riconoscere che sono un genio, ad esempio.
MINA: Cosa?! Per quale motivo?
NINA: Grazie a me abbiamo scoperto chi è crepato.
MINA: La signora Gori? Credi seriamente che quella vecchiaccia si sia finalmente tolta dai piedi?
NINA: Beh, perché no? Sono i gatti che hanno sette vite, non le befane.
MINA: Vero. Ma ti ricordi la volta in cui, quando eravamo a pranzo da Matilde, la signora Gori ha rincorso con la scopa il postino, perché le aveva recapitato cattive nuove?
NINA: Mi ricordo eccome! Quella ha perso un bel po’di rotelle. E tu ora perché fai quella faccia, Mina?
MINA: Nina, dietro di te...
NINA (sbiancando): È lei?! Il suo spirito?!
MINA: Temo di sì, ed è qui per punirci: ha pure il bastone! Te l’avevo detto di non attirare il maligno! Ormai siamo perdute!

 

Scena quarta
MINA, NINA, SIGNORA GORI

SIGNORA GORI (brandendo il bastone): Le nuove generazioni dovrebbero avere più rispetto per gli anziani, signorine.
NINA: La morta ha parlato!
MINA: Me ne sono accorta! Tutto questo è solo colpa tua, se saremo possedute da un demone, o da qualcosa di simile, non te lo perdonerò mai!
NINA: Piantala di piagnucolare, piuttosto chiama un ghostbuster!
MINA: Un che?!
NINA: Sorella inutile. Oh, no, la vecchia, o fantasma della vecchia o demone o proiezione spettrale o ologramma o qualunque cosa sia, si muove.
MINA: Lo vedo!
NINA:  E che fa? Forse vuole parlare di nuovo, o forse no. Aspetta, alza il bastone... Vuole lanciarci un sortilegio! Scappiamo!!
MINA: Non da quella parte, idiota! Di là si va a casa della morta, nella tana del lupo! Entriamo da Matilde!
NINA: Giusto!
MINA e NINA (bussando alla porta e urlando forsennatamente): Matilde! Matilde, apri! Sbrigati!

  
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