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Autore: DarkRozan    02/01/2016    1 recensioni
Anno 1187, Gerusalemme.
Tra le macerie e la morte nasce una bambina destinata a reggere tra le sue mani il destino del mondo.
Una bambina che nel suo lungo e tortuoso viaggio vedrà nascere e cadere la più grandi leggende del suo tempo, le leggende che fin troppo a lungo sono state dimenticate.
Le leggende che furono, sono, e saranno per sempre..i 12 valorosi Cavalieri D'Oro.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aquarius Krest, Nuovo Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO - PARTE 1

Gerusalemme, anno 1187


L'alba si avvicinava, eppure la pioggia di fuoco che li aveva investiti per tutta la notte non sembrava avere fine. In lontananza, oltre le mura della città, si vedevano i trabucchi Saraceni che continuavano la loro opera di distruzione e morte, continuando incessantemente a lanciare massi e proiettili infuocati.
Se la situazione non fosse stata così disperata, forse le guardie sui bastioni avrebbero potuto persino godere di quello spettacolo suggestivo e terribile allo stesso tempo, se non fosse stato per il continuo urlare della gente impaurita ed i lamenti dei feriti.
Erano passati già due giorni da quando Saladino aveva posto sotto assedio la città, ed il numero di morti continuava a crescere. I crociati stavano lentamente perdendo terreno e a poco erano servite le difese preparate dai soldati, i bastioni erano continuamente presi d'assalto dalle truppe nemiche, che come una macchia d'olio nero dilagavano già per le vie inerme della città.
Nell'aria si sentiva già quell'odore di sangue rappreso e legno bruciato, inspido e pungente, tipico dei campi di battaglia. Ma quella non era una semplice battaglia, era un massacro.
I soldati nemici combattevano come ossessi, inneggiando canti di guerra e urlando il nome del loro Dio. Io avevo visto molte volte uomini trasformarsi in bestie durante uno scontro, era naturale. L'istinto di sopravvivenza prendeva possesso del corpo, facendo scaturire una ferocia e brutalità mai vista.
Ma niente mi aveva preparato a ciò che videro i miei occhi in quel momento, saraceni con gli occhi iniettati di sangue e le pupille grandi e nere, dotati di una forza sovrumana. Con sgomento avevo visto un solo soldato massacrare a mani nude un manipolo di soldati, gli aveva strappato la testa dal collo e si era immerso nel loro sangue tra ruggiti animaleschi e urla di rabbia. Poco dopo aveva trafitto un guerriero con il pugno, fracassandogli il torace.
Avevo sentito di alcuni guerrieri del nord del mondo, chiamai Berserker, più simili a bestie che a uomini, ma non credevo di poter assistere ad uno spettacolo del genere.
Gettai la spada a terra e mi misi in ginocchio, pregando il mio Dio di salvarmi da quella follia. Davanti a me vidi uno di quei mostri sbaragliare un manipolo di crociati come teneri arbusti in fiore, si volto e posò il suo sguardo su di me.
Un ghigno malvagio si dipinse sul suo volto e un brivido mi percorse la schiena mentre procedeva un passo alla volta verso di me. Chiusi gli occhi e gridai al cielo di salvarmi.
Subito dopo udii un suono tagliente fendere l'aria misto al rumore di ossa rotte. Alzai lo sguardo e vidi il mostro reggersi il collo trafitto da una freccia d'oro. Questi si accasciò a terra a pochi passi da me e lo sentì affogare nel suo stesso sangue che copioso sgorgava dalla ferita. Alla fine stramazzò al suolo contorcendosi come un serpente. Improvvisamente una folata di vento mi raggiunse alla schiena facendomi cadere e rotolare in avanti. Mi ritrovai a pochi centimetri dalla creatura e di riflesso feci un balzo indietro ricolmo di paura. Quasi involontariamente mi voltai e vidi due uomini rivestiti da possenti armature che brillavano come oro lucente proprio davanti a me. Il loro bagliore mi accecava, e mi coprì gli occhi con una mano per proteggermi gli occhi. Ma vidi con chiarezza uno dei due reggere tra le mani un grosso arco dorato e due grandi ali sulla sua schiena.
"Siete angeli?" chiesi con sgomento e la voce roca, mentre una lacrima rigava il mio volto.
L'arciere mi fissò per un secondo, poi fece con la testa un cenno all'altro che si avvicinò a me. Vidi la sua mano toccarmi la testa, con dolcezza. Poi tutto si fece buio.

Gemini emise un urlo e una grande onda d'urto scaturì dalla sua mano, propagandosi su ciò che restava dei bastioni. Il soldato cadde a terra privo di sensi.
"Questo li terrà buoni per un paio d'ore" riferì al compagno.
"Bene, non ci saranno di ostacolo. Notizie dagli altri?"
"Acquarius e Leo sono alla porta principale, stanno trattenendo questi esseri."
Sagitter guardò a terra con sdegno il corpo senza vita del soldato saraceno.
"Non credevo che Hades si abbassasse al punto di usare dei comuni mortali per i suoi esperimenti"
"Perchè? Secondo te sono diversi dagli Specter ordinari? Sono nostri nemici, trattiamoli come tali"
"No" rispose secco Sagitter "Gli Specter sono uomini che fanno da involucro per il cosmo e lo spirito dei seguaci di Hades, questi" disse indicando con l'arco la creatura "sono uomini assoggettati al potere di qualcun altro, sono schiavi"
Vennero interrotti da una risatina proveniente da qualche parte sopra di loro. Alzando lo sguardo sulla torre di guardia videro un Cavaliere d'oro che teneva tra le mani il corpo senza vita di un'altra creatura.
“Non sarete mai daccordo voi due, vero?” chiese più rivolto a se stesso che ai suoi compagni.
"Ma se posso intromettermi tra voi teste calde" e balzò giù atterrando elegantemente con un flebile tonfo "Vi dirò ciò che penso io. Poco importa di chi siano, sono nostri nemici e al momento non possiamo permetterci scrupoli simili."
“Questi scrupoli” puntualizzò Sagitter “segnano la differenza tra noi e loro”
“E segnano anche la differenza tra un uomo morto ed uno vivo, anzi per essere esatti tra una bambina morta e una viva. O ti sei dimenticato del perché siamo qui?”
“Ciò che Cancer vuole dire” si sbrigò ad intervenire Gemini “è che avremo tutto il tempo di discutere sui dilemmi morali una olta che questa storia sarà finita.”
"Bene" rispose amareggiato il Cavaliere della Nona Casa "Aster vai in città e cerca Capricorn, se la missione avrà successo riceverà attenzioni sgradevoli e avrà bisogno di una mano" Gemini annui
"Kren, tu resta qui e rallenta l'avanzata di queste bestie"
Cancer sorrise "Credo proprio di fare al caso tuo, non sarà un problema con la mia Death Zone. E tu Demios?"
"Io ti aiuterò dall'alto e cercherò la fonte di questo potere. Gli altri sanno già cosa devono fare e tra poco anche Libra si unirà alla battaglia. Non possiamo fallire. Andate, ORA!"
I Gold si scambiarono un sguardo di assenso, ma prima di andare Gemini si rivolse a Demios "Abbiamo sue notizie?"
"Non temere" lo assicurò guardando verso l'orizzonte dove la nera marmaglia nemica era radunata "Arriverà presto"

La donna urlò ancora stringendo con le mani le coperte del letto su cui giaceva, il dolore non cessava, si faceva anzi più intenso. Qualcosa stava andando storto.
Accanto a lei l'ostetrica cercava di calmarle e tenerla ferma, tentando in qualche modo di mantenere la calma nonostante tutto.
Di certo l'assedio aveva aggravato la situazione, i pochi praticanti di medicina o sacerdoti erano per le strade a curare i feriti o erano fuggiti sperando di non essere uccisi. L'unica cosa certa era che a nessuno importava di quella povera donna incinta che stava per partorire.
Un altro urlo seguito da un rivolo di sangue uscì dalla bocca della donna.
L'ostetrica si domandò ancora se fosse la scelta giusta da fare, ferita e stanca quella donna non sarebbe sopravvissuta al parto, e probabilmente anche il bambino che portava in grembo.
“Non è tardi, possiamo ancora rimediare. Me lo dica e io la salverò”
“Ti ho già detto” disse a denti stretti la donna sopprimendo un urlo di dolore “DI FARLO USCIRE”
“Io..io..” Improvvisamente la porta della casa venne sfondata alzando una grossa nube di polvere e un uomo coperto da una tunica logora e sporca entrò.
“Chi siete? Uscite subito di qui! Non c'è nulla da rubare” urlo disperata l'ostetrica facendo da scudo alla donna ferita con il suo corpo.
Lo straniero non si scompose “Non sono un ladro.” Le rassicurò “Ma posseggo qualche conoscenza medica, posso aiutarvi”
“Perchè dovrei fidarmi di te straniero?” chiese ancora l'ostetrica rimanendo rigida.
“Perché” disse lui togliendosi il cappuccio, mostrando una folta barba nera e due occhi verde smeraldo “senza il mio aiuto quella donna morirà, e anche il bambino.”
“Ti prego” singhiozzo la donna in lacrime “aiutami, fallo venire al mondo”
L'ostetrica fisso per qualche secondo lo sconosciuto, poi posò lo sguardo sulla donna.
“Il tuo nome?”
Lui chinò leggermente il capo “Syn mia signora”
“Bene Syn” sentenzio “Vieni accanto a me e renditi utile”

Raffiche di ghiaccio e lampi di luce accecanti fendevano senza pietà i corpi delle creature di Hades, riducendole a brandelli. Sangue fresco scorreva per le strade mischiandosi alla polvere e alla terra.
Solo un ultimo manipolo di creature restava ancora in piedi, seppur gravemente ferite, continuando ad indietreggiare di fronte alla potenza dei due Cavalieri.
Dopo qualche secondo di smarrimento le creature scattarono in avanti solo per essere finite da un potente raggio di luce.
Dopo aver respinto l'ennesimo assalto i due Gold Saint approfittarono dell'attimo di pace per riprendere fiato.
“Non credevo di dover usare tutta questa quantità di Cosmo, non subito almeno”
“Rilassati, conoscendoti questo non è stato altro altro che un riscaldamento per uno come te. Di nemici degni non ne abbiamo ancora visti.”
“Già” rispose Leo osservando i cadaveri. Dopodiché posò il suo sguardo sui soldati di Gerusalemme addormentati poco distante “Per lo meno Aster ha neutralizzato i crociati con la sua illusione, sarebbero stati una bella seccatura”
“Almeno abbiamo evitato ulteriori vittime civili” tagliò corto Krest concentrandosi sull'ennesimo manipolo di creature in avvicinamento lungo la strada.
Leo fece un passo in avanti pregustando lo scontro ma venne fermato dalla mano del compagno.
“Conosci gli ordini Kaiser, dobbiamo mantenere le posizioni fino a quando Syn non avrà finito. Non possiamo permettere a nessuno di superarci”
“Lo hai detto anche tu” rispose seccato “Questi sono poco più che marionette per quelli come noi, non ha senso restare entrambi qui. Se ci dividessimo potremmo coprire un area maggiore.”
“Sì, ma questi non sono gli ordini.”
“E chi lo dice?” gli chiese con tono di sfida.
“Io. Resta nei ranghi, ragazzino” disse gelido il Cavaliere dell'Acquario mettendo particolare enfasi sulla parola ragazzino.
Anche se erano entrambi cavalieri d'oro e potenti in egual misura, doveva ammettere che in quanto ad esperienza gli era secondo, e forse anche in acume.
Sicuramente in quanto a pazienza.
Kaiser sostenne il suo sguardo per qualche istante, poi fece un passo indietro e, rassegnato, si preparò a lottare.

L'uomo, rivestito dalla sua armaura d'oro, sembrava noncurante della battaglia appena poco distante. Non appena aveva valicato le mura non aveva potuto fare a meno di notare quel piccolo particolare che ora osservava con tanta attenzione.
Un piccolo fiore dai petali bianchi, come i suoi capelli, sbucava dal terreno proprio vicino alla muraglia. Era nato lì, tra la morte, la polvere ed il sangue, eppure forse proprio per questo motivo dimostrava tale rara bellezza ai suoi occhi.
Un rumore lo fece tornare alla realtà e lesto balzò indietro di qualche metro osservando il muro propio di fronte.
Lo vide tremare solo un istante prima che una grossa figura massiccia e nera sbucasse fuori tra le pietre ridotte in briciole accompagnata da una grassa risata.
“Ahahah, alla fine ti ho trovato, nanerottolo” disse lo Specter gigante al cavaliere d'oro poco distante, che nel mentre era rimasto fermo con le braccia conserte.
"Cosa c'è? Preferisci guardare dei fiorellini piuttosto che combattere?" Chiese prima di pestare con forza il germoglio.
Il cavaliere fece una piccola smorfia di disappunto.
"Oh, non dirmi che ti sei offeso vero? Cosa vuoi che valga un erbaccia simile?"
“E con chi ho il dispiacere di parlare?” chiese calmo il Gold senza scomporsi minimamente.
All'inizio l'unica risposta fu una seconda risata, poi il Gigante si mise una mano sul petto sorridendo raggiante.
“Vuoi sapere il nome di colui che sta per mandarti all'altro mondo? Beh, ti accontento. Sono Gregor di Genbu, ed appartengo alla stella celeste della ritirata”
“E nonostante il tuo appellativo suoni così ridicolo te ne fai vanto?”
“Di certo non sai” rispose lo Specter con una punta di rabbia nella voce “che la mia forza è tanto terribile che i miei nemici al solo udire il mio nome fuggono come conigli. Forse dovresti seguire il loro esempio, o preparati a combattere contro colui che detiene una Surplice ben più dura del mero diamante. Allora cosa decidi, Cavaliere di Libra?”
Questi emise una flebile risata “Dunque sai chi sono, e nonostante tutto mi sfidi?”
“Certo!” rispose secco Gregor “Se dovessi uccidere il cavaliere detentore delle 12 armi della Bilancia il mio padrone mi ricompenserebbe laudamente.”
Libra sospirò amareggiato “Che desideri vani e futili, potrai forse circondarti di ricchezze una volta morto?”
“Io sono immortale, uccidimi e io tornerò, sempre e comunque”
“Ed allora io mi limiterò ad ucciderti ancora” disse prima di mettersi in posizione di guardia.
Lo specter rise ancora "Stolto, stai per incontrare la tua fine! Ma intendo offrirti una possibilità. Per questo ti concedo, anzi no, ti prego" lo canzonò "Usa le grandoise Armi della Bilancia, voglio abituarmi alla loro vista, dato che le toglierò al tuo Cadavere per farle mie! Avanti voglio che questo scontro sia memorabile. E non temere, visto che ci tieni tanto, farò in modo di ricoprire le tue membra con qualche fiorellino" aggiunse soffocando una risata.
Libra lo fissò con sufficienza per un paio di secondi, poi i suoi occhi si chiusero come fessure ricolme di sdegno. “No. Contro un verme come te usare le armi della Bilancia sarebbe un disonore oltre che ad un inutile spreco, non sei degno di vedere il loro bagliore con quei tuoi fetidi occhi."
"Che cosa?!"
"Contro uno come te, che si fa vanto delle proprie capacità senza mostrarle con azioni, ma che si diletta in futili vaneggiamenti, che non riesce ad apprezzare la vita nemmeno nelle sue più piccole forme..forse non dovrei neanche sprecare il mio tempo con uno come te."
Gregor urlò pieno di rabbia caricando verso il nemico “Muori Cavaliere”
Il suo pugno si infranse contro una bariera di pura energia, Gregor avvertì un Cosmo immenso espandersi. Alzò lo sguardo verso il nemico e lo vide avvolto da un'aura verde foresta e con sgomento vide il suo braccio bloccato contro il dito indice del Saint.
"Ma come..." urlò lo Specter ricolmo di sgomento.
In tutta risposta l'avversario aprì la mano a palmo ed una potente onda d'urto investì Gregor facendolo indietreggiare di parecchi passi.
"Tu che vaneggi tanto di potere e forza" Aggiunse Libra incrociando le braccia all'altezza del petto facendovi convogliare il proprio Cosmo "Ora dimostrati per quello che sei veramente innanzi agli occhi del Drago Bianco!" urlò avvolto da una spirale di pura energia. In quell'istante lo Specter osservò impaurito gli iridi del  nemico trasmutarsi da un azzurro scuro fino ad un bianco intenso, esattamente come i suoi corti capelli.
“Estinguiti” sibilò il Sacro Guerriero portando avanti le braccia “ASCOLTA IL MIO RUGGITO! Destati e lacera il cielo: Rozan Ten Ryu Ha” Portando avanti i pugni un vortice di pura energia bianca con la forma di un enorme dragone investì Gregor in pieno, spedendolo verso l'alto. La sua surpice, di cui tanto si gloriava venne polverizzata in un attimo, lasciando le sue carni in balia di quella furia cieca che lo dilaniava senza pietà. Lo schianto che seguì al suolo non lo avvertì nemmeno, ma anzi emise un rantolo sommesso e sputò un grosso flotto sangue dalla sua bocca prima di accasciarsi al suolo privo di vita.
Libra avanzò di qualche passo, oltrepassando la sagoma del nemico battuto e si inginocchiò ad osservare il fiore ormai del tutto strappato. Lo prese tra le mani e lo ripulì dalla polvere, dunque lo rimise a terra e gli trasferì una piccola parte del suo Cosmo con la punta della mano. Dopo pochi secondi il fiore riprese il suo aspetto originale e qualche germoglio cominciò a spuntare dal terreno. Libra sorrise e, dopo essersi alzato, si avviò sulla sua strada.
“Il mio nome comunque è Yirden, Il Bianco Custode” sibilò Libra prima di allontanarsi verso il centro della città “Cerca di ricordartelo in futuro”

  
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