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Autore: piumetta8    03/01/2016    1 recensioni
Il Natale è alle porte: il primo che la famiglia Brown trascorrerà dimezzata e spaesata. La lettera di una bambina di otto anni arriverà a Babbo Natale?
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andrew 'Andy' Brown, Delia Brown, Ephram Brown
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta, non tanto tempo fa, il Natale a New York: un paese delle meraviglie con l'enorme albero illuminato al Rockfeller Center e le vetrine dei negozi deliziosamente decorate sulla Fifth Avenue. E c'era un grattacielo pietroso, sulla trentaquattresima strada, dove gli angeli araldi ed una bacchetta magica rendevano tutto più dolce e più bello.

C'era una famiglia vera, con tanti problemi, ad abitare uno di quegli appartamenti chic e c'era una mamma speciale a fare da collante e ad elargire a sempre tanti sorrisi per tutti. Soprattutto per i suoi due cuccioli: Ephram e Delia. Le piaceva lasciar prendere il Natale un po' alla volta ai suoi bambini, coglierli di sorpresa e farli svegliare, sotto l'albero infiocchettato, facendogli esclamare:

"Caspita: è già Natale!"

E in quell'ora solenne e misteriosa della mattina livida del venticinque dicembre, in cui i desideri si tendono fino all'estremo e vengono per incanto esauditi, per Julia non c'era regalo più bello dei due baci che i suoi ragazzi le schioccavano sulle guance, in sincronia.

In quel solstizio d'inverno, però, l'ombra trionfava sulla luce e tutto sembrava perduto...

*** *****
Delia l'avrebbe scritta ugualmente, come faceva ogni anni, benché le cose fossero cambiate e non ci fosse più la mamma a correggere i suoi errori ortografici e a sorridere dei suoi desideri un po' fiabeschi. Avrebbe scritto la sua lettera a Babbo Natale anche se Ephram sembrava essersi trasformato in un piccolo e scontroso Scrooge e il papà in un Jack Frost con il cuore ghiacciato.

La piccola Brown avrebbe voluto tanto mettere lo spirito del Natale passato in un barattolo per portarlo con sé ad Everwood, nella pittoresca cittadella che era legna da ardere, profumo di pino , buone chiacchiere e amicizie nuove.

Aveva chiesto aiuto a Nina, la vicina di casa che era riuscita ad illuminare il grigiore degli ultimi mesi e che l'aveva fatta sentire meno sola in quel silenzioso angolo di Colorado; lontana, così lontana, dai tombini antincendio, dai taxi gialli e dalle bandiere a stelle e strisce sui grattacieli alti.


Delia ne era convinta: ora che la mamma era in cielo, certamente, la notte di Natale sarebbe tornata come un elfo aiutante di Babbo Natale indossando lo stesso cappello a punta e lo stesso vestito verde che, due Natali addietro, aveva confezionato per lei, per una recita scolastica.

Era stata indecisa fino all'ultimo se come destinatario mettere Santa Claus- e aspettare che la letterina giungesse fino alla gelida Rovaniemi- o rivolgersi direttamente alla sua mamma- perché papà, Ephram e anche Nina le ripetevano che Julia era nel suo cuore e l'ascoltava ogni momento. Alla fine aveva messo un indirizzo doppio.


Il Dottor Brown ed Ephram erano reduci dall'ultimo scontro verbale in quello squarcio di anno difficilissimo e dopo rinfacciamenti aspri, delusioni ostinate e dolori sottintesi si erano trincerati in un silenzio teso, ad oltranza, che nulla aveva della magia del Natale.

Non avevano quasi fatto caso all'albero di Natale in pannolenci che Delia aveva tirato fuori da uno degli scatoloni d'imballaggio.

"Noi siamo per metà ebrei. Non festeggiamo il Natale!"

Aveva bandito ogni idea di far qualcosa insieme il suo fratellone arrabbiato con il mondo.

La sera dell'antivigilia padre e figlio erano rientrati tenendosi il broncio ma i loro cuori colmi di astio avevano traboccato di tenerezza innanzi alla scena che li aspettava nel soggiorno: Delia era acciambellata sul divano nero, addormentata con una mano sotto il mento ed infagottata tra festoni e palline colorate. Nina, che aveva fatto da baby-sitter per tutto il pomeriggio, si era avvicinata al Dottor Brown allungandogli una pergamena avvolta da un nastrino rosso.

"La lettera di Natale di Delia!"


Ephram aveva svegliato la sorellina, la mattina seguente, con un arruffata di capelli e un eggnog analcolico.

"Sveglia pigrona: oggi andiamo a comprare un albero di Natale vero!"

La piccola si era stropicciata gli occhi fino a vedere anche Andy sorridente al fianco di suo fratello. Si era data uno schiaffetto timorosa di essere finita in qualche pellicola natalizia, in uno di quei film smielati e buonisti dove tutti i desideri si avverano.

Era vero: papà ed Ephram avevano firmato una sorta di tregua e in casa si respirava un'atmosfera distesa ed allegra.

Aveva scelto l'abete più alto e più bello e c'era voluta la scala perché Ephram mettesse il puntale in cima.

"Adesso chi mi aiuta a costruire un recinto? Magari Babbo Natale decide di tener fede ad una promessa e presto avremo un pony a galoppare da queste parti!"

L'indizio mal camuffato del Dottor Brown era stato accolto da gridolini festosi e mentre la prima stella spuntava in cielo e la famiglia si metteva a tavola- mentre papà ed Ephram battibeccavano sulla qualità della cucina- Delia aveva levato gli occhi verso il cielo boreale e aveva sussurrato con un sorriso:

"Grazie mamma!"

   
 
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