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Autore: report    11/03/2009    12 recensioni
La vita muta in un secondo e questo purtoppo l'ho imparato sulla mia pelle. Le cicatrici che adesso mi sono rimaste, rischiano di annientare noi, lei, il mio unico amore.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Bene, eccomi qua con una nuova ff, sarà corta, 7 capitoli.
E’ un una Au e forse anche un po’ OOC, fatemi sapere.







Mi sveglio e il letto accanto a me è vuoto. Allungo una mano e sento il freddo del cuscino, inondarmi l’anima. Non mi piace stare solo. Buffo però, io che amavo la solitudine o forse obbligavo la mia persona alla solitudine, adesso voglio sempre qualcuno accanto, bhè non proprio qualcuno… in generale.
Osservo la stanza.
Il letto, adagiato in mezzo ad essa è illuminato dalla grande porta finestra che da su l’ampio terrazzo dove le tende, tirate da qualcuno permettono alla luce di entrare. Non potevano lasciarle chiuse. Non potevano tenermi al buio, in pace.
Mi volto a destra e osservo la grande libreria colma d’ogni genere di libro, horror, fantasy, storie vere e tutto un po’. Osservo i piani più in lato e penso tristemente che non leggerò mai quei libri, mai di mia iniziativa, mai se non mi verranno passati. Vorrei dar fuoco a tutto, vederli bruciare.
Alla mia sinistra vedo il comò da sei cassetti con alcuni pezzi di stoffa fuoriuscire da esso e osservo lo specchio brillare al sole, non mi specchierò mai più lì. Vorrei ridurlo in mille pezzi e gettarlo via.
Fisso per alcuni secondi il grande armadio nero davanti a me, con le porte scorrevoli e osservo per un secondo la mia immagine riflessa in esso. Odio tale immagine, la detesto, è un obbrobrio.
Abbasso lo sguardo verso il comodino e lo vedo colmo di confezioni di medicine dai mille colori, ne conto quattro e so che uno ad uno riempiranno la mia giornata.
Tra tutti quei posti che amavo ma che adesso odio noto anche altro adesso, adesso che guardo con meno rabbia, con meno disprezzo.
Osservo una camicia blu gettata sulla sedia accanto al letto e la spazzola adagiata sopra le coperte, il reggiseno blu abbandonato per terra e la borsa nera adagiata in un angolo della stanza. Sorrido, quando osservo i milioni e milioni di pacchetti d’ogni genere di caramella ammucchiati nel piccolo mobile all’angolo e poi mi soffermo sulla sua foto.
Anche se impressa su una statica foto, lei mi sorride.
Osservo i suoi lineamenti delicati e per un secondo anche il mio viso sorride, ma poi mi chiedo se adesso lei sorride ancora così od ogni suo sorriso è sforzato.
Mi chiedo quanto resisterà adesso accanto a me.
Mi chiedo perché continui a stare con me.
I miei pensieri nefasti, vengono interrotti dalla porta che si apre e da lei che entra. Bellissima come al solito. Un angelo, un angelo per me.
“Oh ti sei svegliato bene!” e si side accanto a me “che ne dici di un bel cappuccino?” mi bacia leggermente sulle labbra e io sorrido spostandomi una ciocca di capelli dal volto.
“Cappuccino eh? Ma non so io preferirei un bel latte macchiato!” e lei si stende orizzontalmente sul letto, sollevando le braccia e muovendo in modo causale le dita, formando piccoli cerchi, linee rette e chissà cos’altro.
“Latte macchiato eh? Ma io resto per il mio cappuccino fai tu, però se proprio insisti potrei fare questo sforzo e offrirti un latte macchiato!” e si volta verso di me “offrirmi? E se offrissi io?” e schizza seduta “ancora meglio! Lo gusterei più felice!” e la vedo alzarsi aprendo i cassetti del comò e adagiando sul letto una maglietta a maniche corte nera e un paio di jeans.
Osservo per un po’ Kagome e lei inchioda lo sguardo davanti a lei e allora mi muovo “in bagno faccio da solo, tu avvicinalo ok?” annuisce e fa scorrere le rotelle fino al letto.
Afferro con la mano il bracciolo e mi tiro su, mi siedo e lei adesso non sorride più
“Ok, mentre vai in bagno farò il letto, questa stanza è un porcile!” annuisco facendo finta di nulla, ma sentendo il peso che cala nella stanza ogni volta che mi siedo su questa maledetta sedia a rotelle e la mia rabbia cresce di nuovo.
In bagno dopo varie manovre che ancora non mi sono naturali faccio ciò che devo fare e adagio le mani sul marmo del lavello.
Odio essere ridotto così, ma mi si spezza il cuore per lei.
Vivere con uno storpio… no non posso sopportarlo.
Kagome ha già dovuto sopportare le parole dette dietro le spalle quando mi ha voluto con se.
Un amore che ringrazio ogni giorno, ma amare uno come me, un mezzo demone non è semplice, però adesso, adesso è ancora peggio.
Dovrei lasciarla andare via. Allontanarla da me, salvandola da questa orribile vita, ma sono un codardo. Senza di lei non potrei vivere. Senza il suo sorriso, il suo volto, il suo profumo.
Solo tutto ciò mi ha impedito d’impazzire. Solo averla accanto mi ha impedito di non voler più vivere.
Ci ho pensato, me ne vergogno, ma ci ho pensato.
Per un momento in quel letto ho sognato di essere morto.
Quando ho capito, quando tutto mi è stato chiaro, volevo morire, ma poi ancora sento la sua voce, quella supplica, quel non lasciarmi, quelle lacrime e allora ho lottato.
Ho lottato per uscire da lì più forte e ci sono riuscito.
Ho lottato per non cadere nell’oblio della disperazione e ci sono riuscito.
Tutto per lei, tutto grazie a lei, il mio angelo.
So che vorrebbe altro. So che spererebbe altro.
Quando la vedo sparire e chiudersi in qualche stanza so che è al telefono e sorrido pensando che in quel momento lei possa dimenticarsi che io sento da dio.
So che chiama Rin e Sango senza dirmelo e non sono arrabbiato. Sono le sue migliori amiche e se me lo dicesse non batterei ciglio, ma lei sa che non posso fare altro.
Non li perdonerò mai.
Nessuno dei due. Loro mi hanno inchiodato in questa maledetta sedia. È loro la colpa di questo inferno in terra.
Un errore e io sono così. Il mio migliore amico e io fratello mi hanno rovinato la vita.





Ok, primo capitolo andato, cosa mi dite?
BACI A TUTTI!
   
 
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