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Autore: deborahdonato4    05/01/2016    2 recensioni
Nico di Angelo ha appena capito i suoi sentimenti nei confronti del solare Will Solace. Quando finalmente possono passare del tempo insieme, per conoscersi meglio... Arrivano gli altri spasimanti di Nico, per nulla felici di vederlo con Will.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason/Nico, Nico di Angelo, Nico/Will, Percy/Nico, Will Solace
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
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Nico si svegliò con un sussulto, e un urlo incastrato nella gola. Non riconobbe il posto in cui si trovava, e per qualche secondo annaspò alla ricerca di aria.

Al suo fianco, una figura si mise seduta di scatto, percependo i movimenti del suo corpo. Dopo vari tentativi, riuscì a prendergli la mano.

«Nico? Stai bene?» borbottò Will, con la voce impastata dal sonno, cercando l'interruttore.

«Ho... ho fatto un incubo.» balbettò Nico, stringendo la mano, calda e sicura nella sua fredda e sudata.

Will si abbassò su di lui, stringendolo forte.

«Era solo un incubo.» gli disse rassicurante, accarezzandogli i capelli. «Ci sono io qui con te. Non ti preoccupare più, d'accordo?»

Nico annuì leggermente, e chiuse gli occhi, accarezzandogli la pelle abbronzata. Quel sogno era stato così vivido... C'erano Will, i loro padri divini, Jason che si spacciava per Cupido, Percy e Leo.

«Aspetta amore.» mormorò Will, pensieroso, alzando il volto e guardandolo con i suoi grandi occhi color zaffiro. «Cosa hai sognato? Ho fatto un sogno strano anche io.»

Nico lo studiò per un minuto, chiedendosi se lo avrebbe preso in giro. «Non so bene cosa fosse, ma c'eri anche tu.» mormorò infine.

Will aggrottò la fronte. «Anche tu nel mio.» disse.

«Ade e Apollo?»

«Sì. Jason, Percy e Leo?»

«Anche.»

I due si fissarono.

«Abbiamo fatto lo stesso sogno?» mormorò Will, stendendosi sul fianco, appoggiandosi alla mano per guardarlo.

Nico tenne le dita tra le sue, intenzionato a non lasciarlo. «Credo di sì. Nel mio sogno avevi un polso rotto.»

Will fece un sorrisetto malizioso. «Questo funziona bene, e lo sai.» disse, facendogli l'occhiolino.

Nico arrossì. «Sì, vero.» Si strinse a lui, e Will gli posò una mano sulla pancia, accarezzandola.

«Hai qualcosa qui.»

Will riuscì finalmente a trovare l'interruttore e accese la luce. Nico nascose il volto sotto il cuscino. Le mani calde di Will si mossero su di lui.

«Ho un pene.» bofonchiò Nico, sperando che spegnesse la luce in fretta. «E lo sai.»

«Non parlo di quello, piccolo.»

Nico si tolse il cuscino dalla faccia e, quando i suoi occhi si abituarono alla luce, abbassò lo sguardo. Alzò un sopracciglio.

«Chi te l'ha fatta questa?» domandò Will, passando le dita sui contorni della V impressa a fuoco sulla pelle di Nico.

«Non ne ho idea.» ammise Nico, passandoci le dita anche lui. Non gli faceva male, quindi non era recente.

«Quando ci siamo messi a dormire non l'avevi.» disse Will, serio. Si sarebbe di certo ricordato di una cosa del genere.

Nico fece scivolare lo sguardo sul corpo dell'altro. Poi si fermò.

«Ne hai una anche tu.» disse, sfiorandogli la J sulla pancia abbronzata.

«Qualcuno ci ha marchiato a fuoco mentre dormivamo?» chiese Will, sorpreso, posando la mano su quella di Nico.

«Riconosco di avere il sonno pesante, ma di questo me ne sarei accorto.» mormorò Nico.

Will gli lanciò un'occhiata, poi scese dal letto. Era nudo, e Nico si appoggiò al cuscino osservandolo con attenzione.

«Dove vai?» chiese Nico, mordicchiandosi il labbro.

«Vado in infermeria.» rispose Will, radunando i vestiti.

«Ma...»

«Voglio vedere se riesco a cancellarlo. E lo farò anche con te.»

Will si infilò boxer e jeans, poi si sedette sul letto e lo baciò. Nico ricambiò il bacio mettendogli le braccia attorno al collo, spingendolo sopra di sé.

«Nico...» mormorò Will, divertito, mentre il figlio di Ade gli accarezzava sensuale la schiena.

«Cosa?» rispose l'altro, con tono innocente, mordicchiandogli il labbro, gli occhi luminosi.

«Nulla, nulla.»

Will si stese sul letto, lasciando che Nico si sedesse a cavalcioni su di sé. Gli mordicchiò un capezzolo, poi Nico lo rispinse giù, bloccandogli i polsi sopra la testa.

«A cuccia, Solace.» disse Nico, baciandolo sul collo.

«Attacca, di Angelo.» sorrise Will, socchiudendo un occhio, spostando le mani e facendo in modo che Nico intrecciasse le dita alle sue.

 

Le labbra di Nico stavano scivolando lungo il suo corpo quando la porta della cabina si spalancò.

«Ragazzi! Non ci crederete mai!»

Nico e Will lanciarono un urlo e si affrettarono a coprirsi con un lenzuolo. Leo Valdez rimase sulla soglia della camera a fissarli con il volto arrossato per l'imbarazzo, ma compiaciuto.

«Lo sapevo!» esclamò, con un sorrisetto che andava da un orecchio all'altro. «Dovevo immaginarlo. Percy andrà fuori di testa appena lo saprà!»

«Valdez, cosa vuoi?!» esclamò Will, mentre Nico sprofondava con il volto sul petto dell'altro.

«È successa una cosa pazzesca!» disse Leo. «Più pazzesca di voi due!»

«E cosa sarebbe?» continuò Will, mentre Nico diventava bordeaux. «Leo, niente pause ad effetto, grazie.»

Leo annuì, sedendosi ai piedi del letto. Will sbuffò, allontanandosi un pochino, e il figlio di Efesto prese fiato.

«Abbiamo dormito per due settimane! Non è pazzesco?!»

 

Nico spostò la coperta per guardare Leo. Il figlio di Efesto vide qualcosa di Will che non voleva assolutamente vedere, nemmeno per tutte le macchine del mondo, e spostò lo sguardo divertito.

«COSA?!» esclamò Nico, e Leo balzò in piedi per l'urlo nell'orecchio.

«Non urlarmi nell'orecchio, Nico! Ed è vero. Due settimane di sonno. Oppure... Voi vi siete svegliati in questi giorni? Avete fatto qualcosa di diverso dal dormire?»

Will scosse la testa, ignorando lo sguardo furbetto di Leo. «L'ultima cosa che ricordo è Nico addormentato, lo guardavo dormire.»

Nico alzò un sopracciglio. «Inquietante.»

«Concordo con di Angelo.» Leo guardò Will ridendo. «È inquietante, amico.»

Will borbottò qualche insulto, e Nico tornò a guardare Leo.

«Come fai a sapere che abbiamo dormito due settimane?» chiese.

«Be', stavo nel bunker a preparare un completo natalizio per Festus. Mi piace vestirlo per le feste. Sapevo che avevo ancora del tempo prima di Natale, e stamattina ho guardato la sveglia e ho scoperto che Natale è già passato!»

«Come hai fatto a guardare la sveglia e ha scoprire che Natale è passato?!» domandò Nico, perplesso.

«La mia sveglia indica i giorni, il mese e l'anno.»

«E perché?»

Leo sbuffò sonoramente. «Ma che te frega Nico? Non ti basta sapere che siamo andati avanti nel tempo in una notte sola? Magari è stata colpa vostra.»

«Colpa nostra?»

«Sì. Insomma, colpa di Will. Nessuno si era mai aspettato che Nico si lasciasse domare da qualcuno, e si è creato uno spostamento spazio temporale che ci ha spinti a...»

Nico afferrò il suo Ferro dello Stige e balzò in piedi. A Leo scappò una risata per la reazione, e fece per correre verso la porta. Will gli lanciò tutti i cuscini del letto, colpendolo infine al ginocchio, e facendolo scivolare in avanti.

Nico si affrettò ad afferrarlo per i capelli.

«Dammi un motivo per non tagliarti la testa.» borbottò.

«Sono simpatico.» disse Leo, trattenendo una risata, poi si fece serio.

«Non è un buon motivo.»

«Sei nudo vero?»

«Sì.»

«Questo mi basta. Nico, ti prego, uccidimi.»

Nico prese un cuscino e si coprì il davanti. «Vattene Leo, e non tornare più.» ringhiò.

Leo annuì, salutando in fretta e corse fuori dalla cabina. Nico spiò fuori dalla porta, e notò un sacco di semidei che parlavano tra di loro davanti alle cabine. Avevano l'aria di chi si è appena svegliato dopo un lungo sonno.

Nico sentì il corpo caldo di Will premersi al suo, e chiuse la porta, lasciando cadere il cuscino. Si lasciò stringere, e baciare sul collo, poi Will si allontanò, andando in bagno.

«C'è una freccia qui.» disse, calciandola via.

Nico lo seguì ignorando la freccia. «Due settimane.» disse, infilandosi nella doccia prima di Will. «Pensi che sia colpa degli Dei?»

«Può essere. Oppure Crono si è risvegliato, e abbiamo aiutato gli dei a sconfiggerlo. Ma visto che il tutto era troppo tremendo per le nostre menti metà umane, ci hanno rimosso i ricordi.»

«Parla per la tua mente troppo umana.»

Will gli baciò la spalla, e iniziò a lavarsi. Nico guardò l'acqua scorrere giù dallo scarico, pensieroso. Delle immagini poco chiare sull'incubo che aveva avuto stavano tornando a galla.

«Nico?» chiese Will, riportandolo alla realtà, riportandolo al sorriso solare e al corpo favoloso del figlio di Apollo.

«Scusa Will.» disse Nico, deglutendo.

L'altro annuì sorridendo, e lo aiutò a lavarsi.

 

Quando uscirono dalla cabina di Ade, Nico teneva Will per mano. Ormai stavano insieme... quasi da tre settimane, se contavano il tempo in cui avevano dormito assieme. Era il momento di far sapere a tutto il Campo della loro relazione.

Ma quasi nessuno dei semidei presenti era molto interessato alle loro dita intrecciate, o alle loro labbra gonfie per i baci. Non facevano altro che parlare delle due settimane appena trascorse a dormire.

Will fissò tutti gli amici semidei, poi alzò il volto di Nico e lo baciò con passione nel bel mezzo di una folla. Per qualche secondo rimasero tutti a fissarli sorpresi, ma poi tornarono a parlare dello stesso argomento.

«Wow.» disse Will, divertito, mentre Nico si portava una mano alle labbra, paonazzo, imbarazzato per quanto fosse accaduto. «Non frega niente a nessuno.»

«Per ora.» mormorò Nico, tirandogli un pugno allo stomaco.

«Dai, non te la prendere.» Will lo sollevò senza fatica e lo appoggiò contro la parete della cabina di Apollo, baciandolo con passione. Nico all'inizio non rispose al bacio, ma poi schiuse le labbra, posò le mani sulle spalle del biondo e si lasciò andare.

«Ehi.»

Nico si separò dalle labbra di Will e si voltò verso Percy, comparso dal nulla vicino a loro. Aveva gli occhi scuri, e la pelle pallida.

«Ehi.» rispose Nico, facendo un cenno con la mano.

«Un po' di controllo, vi prego.» borbottò Percy, divertito.

Nico si accorse di essere ancora sospeso contro il muro grazie alle braccia di Will, e il figlio di Apollo si affrettò a posarlo a terra. Percy e Will si scambiarono qualche occhiata, prima che Percy sorrise.

«Quindi state insieme, o Nico ti bacia solo per dirti che non sei il suo tipo?» domandò, curioso.

Will ridacchiò, Nico sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

«Penso di essere il suo tipo.» ammise, sorridendo. «Me lo ha ripetuto in diverse occasioni.»

Nico arrossì, ricordando di aver gridato spesso il nome dell'altro durante l'orgasmo. Percy rise di gusto, immaginando forse qualcosa del genere, e batté il cinque a Will.

Quando i loro palmi furono a contatto, Percy e Will si ritrovarono a rivivere un momento passato insieme durante quei giorni di sonno: Percy con un pugnale in mano che incideva la pelle del biondo.

I loro sorrisi si congelarono.

«Me lo hai fatto tu?» mormorò Will, sorpreso, portando una mano alla pancia, all'altezza della J.

«Non è stato un sogno?» chiese Percy, sorpreso.

Will si alzò la maglia, e Percy intravide il segno. Nico si affrettò ad abbassarla. «Che diamine state dicendo?» chiese, fissandoli male.

«Il segno che ho sulla pancia.» spiegò Will, con la fronte aggrottata. «Me lo ha fatto Percy.»

Nico sgranò gli occhi guardando il figlio del dio del mare. «COSA?!»

«Io... non so il perché l'ho fatto.» spiegò in fretta Percy, mentre Nico sfoderava il Ferro dello Stige.

«Ma lo hai fatto. Hai sfregiato il mio ragazzo. Preparati a correre, Percy Jackson.» ringhiò Nico, ma Will posò una mano sulla spalla del figlio di Ade.

«Non importa, davvero.» disse, calmo.

«Ma la tua pancia...»

«Hai presente quello che ti ho detto in cabina? Della possibile impresa a cui siamo andati incontro? Forse è successo veramente, e Percy ed io eravamo rivali, nemici.»

«Quindi se ora io vado ad incidere il mio nome sulla schiena di Annabeth, Percy dovrà trovarmi una scusa come stai facendo tu?»

Will gli accarezzò la guancia. «Rimetti la spada a posto.» gli disse, serio. «E lasciamo perdere questa storia.»

Nico guardò i grossi occhi azzurri di cui si era innamorato, e annuì. Lo baciò, e Will ricambiò con dolcezza mentre Percy si allontanava. Voleva che tutto il Campo sapesse della nuova coppia nata.

 

Nico rimase in silenzio mentre Jason e Piper si complimentavano con lui per l'ottima scelta di ragazzo. I biondi erano i migliori, secondo Piper, e di migliori dei bruni. Per Jason era una fortuna che Leo non si trovasse lì, ad origliare. Ma c'era Calipso, che ridacchiava, e forse si chiedeva anche lei perché non avesse scelto un biondo.

Will rimase tutto il tempo in disparte a guardarli. Ogni tanto spiava Percy e Annabeth, che battibeccavano su alcuni progetti, e sul fatto di raggiungere Hazel e Frank al Campo Giove.

Voltando la testa, Will incrociò lo sguardo di Nico. Si studiarono per un secondo poi, contemporaneamente, si alzarono e lasciarono l'infermeria senza salutare i loro amici, prendendosi per mano.

 

Senza dire una parola, con la mano calda stretta nella sua, Nico camminò al fianco di Will fino al Pugno di Zeus. Il figlio di Apollo non gli aveva nemmeno chiesto dove stessero andando, e non sembrava preoccupato.

Nico osservò la crepa nell'erba, chiedendosi chi l'avesse fatta, e si sedette per primo, lo sguardo rivolto verso il sole che, da un momento all'altro, sarebbe tramontato.

Will si sedette al suo fianco, passandosi un braccio attorno alla vita e spingendolo contro di sé.

«È magnifico qui.» mormorò Will, e Nico si limitò ad annuire.

La sua mente incominciò ad affollarsi di tramonti visti da solo. Non gli era mai successo, però, di vedere il tramonto da quella postazione.

Chiuse gli occhi, cercando di scacciare quei ricordi che non gli appartenevano, e tornò a guardare il cielo. Rimase in contemplazione di quello scoppio di colori fino a quando il cielo non si scurì, tempestato di stelle.

«Solace.» mormorò Nico, senza guardarlo, guardando le stelle.

«Di Angelo.» rispose Will, togliendosi la giacca e mettendogliela sulle spalle, nonostante Nico avesse già una giacca.

Il figlio di Ade arrossì leggermente al gesto, e si strinse nella giacca, annusando l'odore di Will.

«Ti amo, Solace.»

La semplicità con cui lo disse colpì il figlio di Apollo dritto al cuore. Un altro sorriso gli comparve sul volto, e riprese a stringerlo, spingendolo contro di sé, baciandolo sulla fronte, rimanendo in silenzio ad assaporare il momento.

«Dovresti dirlo anche tu.» borbottò Nico contro il suo petto. «Almeno per non farmi passare da idiota, o da tipo romantico.»

«Il che è peggio?»

«Già.»

«Ti amo, Nico.» ridacchiò Will, sollevandogli il volto e baciandolo dolcemente.

«Grazie.» disse Nico sulle sue labbra, ricambiando il bacio, lasciandosi andare tra le sue braccia.

   
 
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