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Autore: alaskha    05/01/2016    0 recensioni
"Tutti hanno bisogno della luna"
"Io no"
"Perchè?"
"Ho te"
"Ma io non sono la luna"
"Lo so"
"E allora?"
"Io neanche la luna la guardo così".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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​Nevica. 
Siamo a Milano, d'altronde.
"Wow"
"Non avevi mai visto la neve?"
Scuote la testa, e sembra un bimbo, peggio del solito. Peggio poi, perchè peggio? È bellissimo.
"Non ci credo"
"Lo sai, stella, a casa mia non nevica, è anche casa tua"
Annuisco. Ha ragione.
"E ti piace?"
Sorride. Ma è più bello quando sorride o quando mi chiama stella? È più bello sempre.
"Preferisco te"
Mi butto su di lui, che mi afferra e davanti a noi c'è lo specchio di camera mia. Ce l'abbiamo appena portato, 'che lui deve guardarsi, per intero, se no di casa non esce.
"Guardati"
"Guardiamoci"
"Sembri un quadro di Picasso"
"Sembriamo"
Allora mi bacia. 
Il telefono vibra ma fanculo, ci sono i nostri battiti.
"Dobbiamo proprio?"
"Cosa?"
"Uscire da queste coperte"
Se fosse per lui passeremmo la vita in questo letto e dio mio sì, sarebbe così bello.
"Festeggiamo la Viglia, e mio zio è già arrivato"
Sbuffa.
"Selfie di Natale, peró"
Rido per quella sua passione maniacale per i social.
"Ma poi modificala, sono senza trucco"
"Ma te sei bella senza instagram, senza retrica, sei bella punto"
"E tu un bugiardo punto"
Ride ancora, con un bacio a fior di labbra.
"Sei una barbie"
"E tu un principe"
"Vinco comunque io"
"E come?"
"Sei la più bella della classe a cui manderei la dedica".




"È il tuo preferito vero?"
Annuisce.
"Un pó banale?"
"Dragon Ball non è mai banale"
"È un eroe"
"Di tutti"
Le sue mani addosso, ovunque. I miei capelli sparsi su di lui. Le nostre labbra vicine, sempre.
"Sicuro che è il tuo preferito?"
"Perchè?"
"Non lo guardi"
Sorride. Poi un bacio. Lungo.
"No"
"Guardi me".




"Allora vai!"
"Ma dove?"
"Vai e basta! Vattene! Non ti voglio!"
"Non mi vuoi?"
Sono troppo grandi i suoi occhi, troppo azzurri, troppo profondi, troppo tutto e io scoppio.
"Ti voglio"
"Vado via?"
"No"
Sono troppo vicine le sue labbra. Scottano. 
"Resto?"
"Cos'è lei per te?"
"Quello che non sei tu"
"Cosa sono io?"
"Tutto"
I baci tolgono il respiro, talvolta carichi di passione, amore, affetto. Altre di disperazione.
"Allora resto?"
"No"
"Vado via?"
"Andiamo via"
"Dove?"
"Non lo so, ma insieme, perchè nonostante i litigi siamo stati uniti, sempre, e allora restiamo, ma andiamo"
"Decido io"
"Dove?"
"America".





Napoli.
È primavera, è passato un pó, ma siamo sempre noi.
"Luna o sole?"
"Perchè?"
"Tu rispondi, fai sempre domande, per una volta rispondi"
"Sole"
"Anche per me"
Sbuffo e mi sistemo su di lui. Seduti sul marciapiede di una strada, il suo cappellino un pó sulla fronte e le mie ciglia incrostate di mascara.
"Ma perchè il sole?" gli chiedo e lui ride.
Prende il pacchetto di sigarette, ancora una, dividiamo.
"Chi è che fa troppe domande, adesso?"
Dondola la gamba, quella su cui sono seduta io. Mi aggrappo alla sua maglietta. Un bacio, due baci, tre baci, infiniti baci. Ma mai troppi.
"Guarda"
Indica il cielo.
"La luna"
Annuisce, un pó di fumo sul viso. E sulle labbra. I suoi occhi azzurri ancora su di me.
"Sole perchè non ho bisogno della luna"
"Tutti hanno bisogno della luna"
"Io no"
"Perchè?"
"Ho te"
"Ma io non sono la luna"
"Lo so"
"E allora?"
"Io neanche la luna la guardo così".





"Andre basta" dice.
Io invece rido. La sua espressione arrabbiata è troppo divertente.
"Sei carino con il gel"
"E tu credi di essere divertente?"
Li lascio soli, ne hanno bisogno. Hanno un concerto stasera e forse Jonathan ha voglia di cambiare la sua immagine, chissà.
Apro la finestra, c'è tanto sole a Firenze.
"Ti piace?"
Arriva, indicandosi i capelli. Scuoto la testa 'che no, non mi piace stile fighetto del liceo, anche se bello è sempre bello.
"Nemmeno a me" 
Allora si scompiglia i capelli. Andrea adesso è davvero offeso.
"Canti da solo, stasera"
Quando ridiamo insieme io e la mia stella forse siamo fastidiosi, e allora Andre va via.



"Maria?"
"Dimmi"
"Hai qualche foto di Jonathan da piccolo?"
Sua madre è felice di dire di sì e corre a prendere l'album di quando la mia stella, era una stellina.
"Qui è con sua cugina"
Mi indica una bimba bionda, con gli occhi come i suoi, si stanno tirando i capelli. Rido insieme a Maria, e Jonathan  gira la testa verso di noi, stravaccato insieme a Federico sul divano, con un joystick a testa in mano.
"Stella, non ridere di me"
"Hai messo pausa? A fifa?"
Andrea è sconcertato.
"E allora?".


Sono arrivati. È quasi ora. Tanta gente, tante ragazze.
"Allora buona fortuna"
"Stai qui?"
Il backstage è carino.
"Sì"
"Guarderó te"
"E loro?"
"Loro?"
"Le vostre fans"
"Guarderó te".


È domenica sera e il concerto è finito. Adesso c'è la pizza, qualche birra, sigarette e Napoli - Inter.
"Rigore!"
Andrea è preoccupato, Jonathan mi guarda.
"Non guardi il rigore?"
"Guardo te"
"Sempre?"
"Sempre".
  
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