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Autore: matmatt98    05/01/2016    1 recensioni
"Sono arrivato a diciotto anni più che certo che mi piacessero solo le ragazze eppure a quella festa lo avevo baciato, lo avevo baciato a lungo, più a lungo di quanto avessi fatto con una ragazza.
E la cosa più strana era che mi fosse piaciuto più del normale.
Ricordavo ancora quel sorrisetto da sbruffone che aveva Kyle..."
Spero di avervi incuriositi :)
M/M
Genere: Erotico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Basket

Quando vidi quella palla da basket, capitata per caso fuori la palestra nel corridoio in cui stavo passando, non potei resistere: dovevo per forza maggiore tirare qualche canestro e anche palleggiare mi sarebbe stato utile.
Ero semplicemente confuso su quello che era accaduto un paio di giorno fa. 
Sono arrivato a diciotto anni più che certo che mi piacessero solo le ragazze eppure a quella festa lo avevo baciato, lo avevo baciato a lungo, più a lungo di quanto avessi fatto con una ragazza. 
E la cosa più strana era che mi fosse piaciuto più del normale.
Ricordavo ancora quel sorrisetto da sbruffone che aveva Kyle una volta che avevamo finito di sputtanarci pubblicamente e per fortuna il giorno dopo nessuno ricordava più niente, tranne io e lui ovviamente.
Io avrei voluto non ricordare nulla e lui sfruttava ogni occasione per ricordarmi di quel fottuto bacio. 
Kyle era mio amico, sapevo della sua bisessualità, sapevo che voleva convincermi ad entrare in quel vortice di emozioni nuove.
Come se fare un pompino o farsi sfondare il sedere fosse come un giro su una giostra, un giro sulle montagne russe.
Lui era entusiasta di questa cosa, penso ne andasse addirittura fiero, aveva provato entrambi i sessi, solamente in questo modo poteva dire se fosse meglio fare sesso con una donna o farlo con un uomo. 
 
Afferrai la palla ed incomincia a palleggiare più forte del dovuto, il rumore della palla sul pavimento riecheggiò per tutta la palestra e mi dava un'improvvisa e strana carica. Palleggiavo e correvo contro il canestro, immaginando di schivare i miei avversari immaginari.
Ero preso da una strana rabbia. La mia mente stava facendo riaffiorare i ricordi del viso di Kyle nel momento in cui mi parlò della sua prima volta con un ragazzo. Ero geloso, geloso marcio, non mi andava giù che fosse stato toccato, che fosse stato violato. Ma il fatto che mi diede più fastidio fu lui, era così felice, così contento che non ce la feci e gli tirai un pugno in pieno viso. Per quel pugno eravamo rimasti distanti una settimana, che cosa ridicola. 
Non mi piaceva quando mi raccontava delle sue avventure con ragazzi, so che non lo faceva apposta, noi eravamo così ci raccontavamo tutto, solo che quello no, mi faceva venire i nervi. 
Geloso.
Geloso del mio migliore amico, ecco cosa ero, e mi costava ammetterlo più di qualsiasi cosa. 
 
Mi preparai, ero pronto a tirare a canestro, non c'era nessuno, solo io e il cesto, saltai il più in alto possibile e lanciai la palla, e proprio mentre tocco di nuovo terra vedo la palla che entra con perfezione dentro il canestro, lasciandomi dentro quella sensazione di soddisfazione.
Non ero nella squadra della scuola perché il coach diceva che non ero abbastanza bravo, per lui ero solamente appassionato, ma senza eclatante talento, non poteva permettersi uno come me nella sua squadra, dovevo accettarlo. 
Ma in fin dei conti non m'importava così tanto, mi limitavo a guardare i loro allenamenti e le partite che facevano nella nostra palestra e potevo ritenermi soddisfatto perché i suoi ragazzi non erano così tanto bravi come sosteneva lui.

Andai a riprendere la palla rotolata lontano dal canestro, guardavo fisso a terra ancora immerso nei miei pensieri per accorgermi che era stata stoppata con un piede da qualcuno. 
-Una partita?- alzai di scatto lo sguardo, lui era lì e mi stava sfidando, stava cercando di costringermi a parlargli ma non ci fu verso, così lo ignorai e invece di prendere la palla ritornai indietro per prendere lo zaino e la giacca.
-Derek, non credi sia arrivato il momento di parlare?- lo sentivo vicino, troppo vicino.
Avevo paura, troppa paura di quello che potessi provare, il mio cuore cominciò a battere più veloce del normale e per un attimo pensai che anche lui potesse sentirlo, ma ovviamente non era così.
-Kyle lascia stare- farfugliai nell'intento di tagliare al principio quell'imbarazzante conversazione.
Non volevo parlarne, non volevo parlargli, volevo solamente starmene solo a pensare.
-Non lascio stare, so come ti senti- fu quell'ultima frase che mi fece tornare indietro a fronteggiarlo, lui non sapeva niente, era stato lui a far iniziare quest'inferno.
-Non lo sai invece- 
-Si che lo so, perché mi sento così anche io. Non credevo, insomma, io credo di sentirmi attratto da te-
-Io non sono attratto da te-
-Non lo sei?- lentamente e con passo studiato si avvicinó a me, facendomi di riflesso arretrare, sbattei contro la porta degli spogliatoi. Ero in trappola e lo sapeva, tanto che lo vidi sorridere. 
Quel sorriso lo amo, penso non ci sia niente di più sexy. Mi chiedo come faccia un sorriso ad essere sexy, ma non era semplice la risposta, semplicemente tutto quello che riguardava Kyle era sexy.
-Non sono attratto da te.- ripetei più per convincere me che lui, sorrise ancora mostrandomi la sua fila di denti perfetti, aveva il vizio di metterci la lingua in mezzo quando sorrideva, sicuramente era un altro modo per fare impazzire di più le persone che voleva, non c'era altra soluzione.
Non resistetti più, così con tutto il coraggio che avevo in corpo mi slanciai verso di lui e lo baciai, come la prima volta, come non avevo mai baciato nessuna ragazza.
Per un attimo lo sentii incerto, non si aspettava un simile gesto, sapeva quanto fossi orgoglioso e testardo. Incominciò a muovere le sue labbra contro le mie, violò la mia bocca facendo in modo che le nostre lingue si sfiorassero, che giocassero insieme. 
A quel punto ero sicuro, anche lui stava sentendo il mio cuore che batteva all'impazzata solo per un bacio che ci scambiammo.
Fu un attimo, finimmo di baciarci , mi guardò negli occhi e mi spinse contro il manico antipanico della porta degli spogliatoi, ci ritrovammo lì dentro, senza nessuno, ed avevo paura di quello che poteva succedere.
-Hai paura.- 
-Non ho paura.-
-Derek, non voglio mica scoparti qui, tranquillo. Non sarei mai così poco romantico.-
-E allora che vuoi fare?- incominciavo ad essere nervoso, mi mordevo morbosamente il labbro inferiore in attesa di una sua risposta che non arrivava. Lasciai cadere lo zaino a terra, posai la giacca sulla panca e mi sedetti.
-Calmo- lentamente si avvicinò a me, si inginocchiò davanti a me e il suo viso assunse un'espressione seria, era finito il momento di scherzare. Le sue mani corsero a sbottonarmi la cintura, poi sbottonarono l'unico bottone dei jeans ed infine scesero la zip.
-Kyle.-
-E' per provare, sarà una prova per entrambi- una prova, solamente una prova.
Cercava di tranquillizzarmi, e per facilitargli il compito dovevo solamente lasciarmi andare così chiusi gli occhi, sentii le sue dita addosso che pressavano contro il tessuto dei boxer, ero eccitato e quella era una fottuta tortura.
-Cristo, Kyle.- imprecai sospirando, volevo le sue mani addosso, volevo che mi toccasse, volevo lui.
-Impaziente.- stava per fare quanto gli avevo chiesto, mi stava per toccare, senza l'ingombro del tessuto dei boxer, stavamo per metterci alla prova; ma se dalla prova avremmo capito che eravamo davvero attratti uno dall'altro?
-Ti piace la sensazione che non siano le mani di una ragazza a toccarti in questo momento?- stava facendo su e giù lungo tutta la lunghezza del mio membro, quando mi chiese quella domanda ci pensai un po' prima di rispondere, giusto il tempo di godere di quel momento, di assaporare il suo tocco non proprio delicato quanto quello di una ragazza, ma allo stesso modo, se non di più, eccitante. 
-Si.-
-E questo?.- non capivo di cosa parlasse così aprì gli occhi, il tempo di vedere la sua lingua che accarezzava la punta. Quella vista non era solo eccitante, era di più, non trovavo una parola che potesse descrivere quanto sentivo in quel momento, mentre mi leccava delicatamente, tenendo gli occhi incollati sul mio viso, come a controllare le mie reazioni, i miei sospiri. 
-Ti piace, Derek?- come facevo a rispondere? Non gli bastavano i miei sospiri e i miei gemiti di piacere?
-Vuoi di più?- lo guardavo, mi stava sfidando, voleva che cedessi, che mi abbandonassi completamene a lui ammettendo che anch'io ero attratto da lui, allo stesso modo in cui lui era attratto da me, ma non sarebbe successo. 
O almeno non in quel momento.
  
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