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Autore: Emily Mortensen    05/01/2016    2 recensioni
*ATTENZIONE*: il rating arancione è dovuto ad alcuni capitoli in particolare e non alla storia generica!
Londra, ai giorni nostri
Sara: giovane studentessa universitaria con una carriera promettente e un carattere scoppiettante
Sherlock: portentoso detective privato e genio della deduzione
Due esistenze che non hanno nulla in comune, due vite destinate a non incrociarsi mai: Impossibile convivere insieme, impossibile apprezzarsi a vicenda...o non è così?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Londra, Ottobre

 

POV JOHN WATSON

 

Entro nel pub in tutta fretta osservando le gocce di pioggia che iniziano a cadere incessantemente dal cielo e maledicendo Sherlock che, prima che uscissi di casa sbattendo la porta, mi aveva consigliato di portarmi dietro un ombrello.

“Accidenti a lui e quel suo dannato cervello super evoluto!” sussurro mentre, scostando lo sguardo dal vetro, cerco un posto libero per sedermi e bere una birra che mi aiuti a sbollire la rabbia. Ma ovviamente il locale è quasi pieno a eccezione di un tavolino in fondo alla sala, dislocato in una zona in penombra.

Mi dirigo subito lì prima che qualcuno prenda il posto, tuttavia, proprio mentre sto per sedermi, una ragazza s’intrufola e si siede sulla mia sedia. Così rimango lì davanti, fissandola senza sapere cosa fare o cosa dire ma, grazie al cielo, lei se ne accorge e mi guarda incuriosita: “Oddio scusi le ho rubato il posto? Se vuole sedersi qui io me ne posso anche andare…”

Inizia ad alzarsi ma la blocco prima che se ne vada:

“Ma no si figuri, sieda pure. Io sono qui da solo e a questo tavolo c’è abbastanza posto per due persone”

Lei mi ringrazia e si risiede:

“Allora per sdebitarmi le pagherò da bere! Che cosa vuole ordinare?” mi domanda.

Inizialmente sono tentato di declinare l’offerta e non bere niente per tutta la serata, poiché non mi piace per niente l’idea che una ragazza mi guardi scolare una birra dietro l’altra prendendomi come un alcolizzato ubriacone. Tuttavia ripensandoci potrei comunque approfittare della richiesta ordinando qualcosa dopo aver visto che cosa prende lei, e quindi regolandomi di conseguenza prendendo o no un alcolico.

“Va Bene” rispondo prendendo la lista delle bevande vendute nel locale: “Ma ordina prima tu. Prima le signore” dico facendo un inchino e portandomi una mano alla testa come per togliermi un cappello.

Lei ride e, stando al gioco, si ri-inchina a sua volta; poi, senza consultare la lista, si volta verso il bancone del bar e urla: “ Ehi Harry! Mi porteresti il solito per favore? ”

Io rimango basito e leggermente confuso, ma lo divento ancora di più quando, quasi dal nulla, appare al nostro fianco un uomo sulla cinquantina, ben rasato, con capelli grigi radi e un fisico da professionista di wrestling.

L’omaccione dà una sonora pacca sulla schiena della ragazza e tuona: “ Sara! Ragazza mia, è da una vita che non ti fai vedere qui! Pensavo che ti avessero rapito quei maledetti Yankees in America!”

La ragazza gli sorride e massaggia la parte colpita: “Ma no Harry! In fondo non sono così male come li descrivi tu. In quasi 300 anni di storia qualcosina di civiltà l’hanno appresa: insomma adesso sanno addirittura fare qualcosa senza prima copiarlo da un altro paese!”

L’energumeno ride, gettando la testa all’indietro e facendo tremare i vetri della sala:

“AHAHAHAH! Beh perlomeno noto che non hai ancora perso la tua voglia di fare battute, brava! Ma tornando alle cose serie e al mio lavoro: a te cara porto un cappuccino con cacao, come al solito…e al tuo amico?”

Mi guarda interrogativo e io in due secondi scarto l’idea di prendermi una birra, (considerando che la ragazza ha ordinato un cappuccino credo che bere una birra non sia un idea geniale) e ripiego su qualcosa di non alcolico: “ Un caffè senza zucchero per favore.”

L’uomo prende l’ordinazione e dopo un po’ torna con le nostre bevande, tornandosene poi tranquillo al suo bancone, non senza avermi prima dato una pacca amichevole che per poco non mi sloga la spalla.

Per un po’ beviamo in silenzio, ma poi la ragazza mi guarda e mi chiede: “ Lo so che posso sembrarti indiscreta, ma come ti chiami? ”

Mi accorgo solo in questo istante che non ci siamo ancora presentati e che sto bevendo un caffè con una persona di cui non so neanche il nome.

“John Watson, piacere” dico tendendole la mano “ e tu?”

Lei l’afferra e la stringe decisa: “Sara Di Toma, il piacere è tutto mio” dice sorridendo.

Il suo nome mi è vagamente familiare, come se l’avessi già sentito, ma, pur sforzandomi, non riesco a ricordarmi dove e per quale motivo.

“ …allora signor John Watson, che cosa fai nella vita?” Mi domanda.

“ Sono un medico” È la mia risposta pragmatica poiché non voglio scendere nei dettagli: sarebbe inutile e anche abbastanza imbarazzante.

“Un medico!? Davvero? Guardandoti non l’avrei mai detto! E dove lavori?”

Eccola. La domanda infame che tutti mi rivolgono e a cui non voglio mai rispondere. Tossisco a disagio e fisso intensamente i residui di caffè nella tazza: “ Al momento da nessuna parte, sto ancora cercando lavoro…ma tu che cosa fai invece?”

Cerco di sviare il discorso e, a quanto pare, alla mia interlocutrice la cosa non reca nessun fastidio.

“Sono una studentessa universitaria, studio alla Royal Academy of Dramatic Arts per diventare un’attrice professionista. E ormai mi manca solo un anno per finire gli studi..”

L’argomento mi interessa e starei qui a parlare con lei ancora un po’ ma, mentre lei parla, il mio cellulare vibra a causa di un nuovo messaggio.

Lo leggo, anche se immagino già chi sia il mittente e che cosa voglia.

_TORNA SUBITO A BAKER STREET. MI SERVE IL TUO AIUTO. SH_

Sbuffo e butto in malo modo il cellulare in tasca, come se questo gesto lo subisse anche il mittente di quel messaggio. Sara nota la mia reazione brusca e, aggrottando le sopracciglia, chiede:

“ So che non sono affari miei, ma tutto a posto?”

Sembra sinceramente preoccupata per il mio stato d’animo, e mi trovo a chiedermi quante persone al mondo si interesserebbero di quale sia lo stato d’animo di un perfetto sconosciuto.

“Sì tutto a posto” rispondo “Solo che devo tornare a casa. Il mio coinquilino mi ha scritto che ha bisogno di me.”

Lei sposta lo sguardo da me a fuori dalla finestra, fissando il diluvio che si sta scatenando fuori.

Ma che fortuna! Diluvia e io non ho neanche un ombrello! Penso fissando le pozzanghere fuori dal locale.

Come se mi avesse letto nel pensiero la ragazza mi dice: “Non hai un ombrello, vero?”

Io annuisco, guardando tetro il cielo e chiedendomi se, anche prendendo un taxi, riuscirò a non bagnarmi fino al midollo.

La ragazza sembra provare una sincera pietà per la mia situazione, perché mi guarda con compassione e mi dice: “Io oggi ho finito le lezioni prima, per questo sono venuta qui. Inoltre ho la macchina parcheggiata poco lontano da qui e ho pure un ombrello con me. Quindi se vuoi ti posso dare un passaggio a casa…”

La fisso per un istante, valutando se accettare. Alla fine però il telefono vibra nuovamente per un messaggio e capisco che finché non mi sbrigo a tornare a casa Sherlock non mi darà pace.

“Va bene, accetto la proposta. Se per te non è un problema.”

Lei mi sorride e nega assolutamente; poi , dopo aver chiesto il conto, usciamo dal locale stringendoci come sardine sotto l’ombrello di Sara per non bagnarci. Corriamo sotto quel nubifragio ma fortunatamente la macchina è davvero parcheggiata vicino al bar, perché nel giro di 5 minuti siamo entrambi già fradici dalla testa ai piedi.

Così, dopo aver scavato per un po’ nella borsa della mia compagna di disavventura, recuperiamo le chiavi della sua MINI e partiamo in direzione del numero 221 B di Baker Street.

NOTE DELL'AUTRICE: heilà a chiunque sia riuscito a soppravvivere a questo primo capitolo indenne, senza mutilazioni o principi di insanità mentali! CONGRATULAZIONI! ;)
Era mooolto tempo che volevo pubblicare questa storiella su Sherlock (la mia serie tv preferita!) e finalmente dopo lungo penare inizio questa sfida per me (che non sono una brava e costante scrittrice) e per chiunque la leggerà.
Beh per ora è tutto, se avete commenti o critiche potete scrivere tutto nelle recensioni ( basta che non mi picchiate per favore!) 
Ciao a tutti e alla prossima se vi va!!!

  
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