You and I have memories
Longer than the road that stretches out ahead

 
Era finito tutto. I Beatles ormai non esistevano più. Appena avrebbero varcato quella soglia sapevano di essere ormai indipendenti, come desideravano ardentemente in quel momento.
-Bene, credo non ci sia altro da dire-
Ringo finì di firmare in quel momento. Gli avvocati raccolsero le carte e li lasciarono soli nella stanza a guardarsi l’un l’altro con imbarazzo.
-Beh…-
-Eh si…-
-Siamo liberi-
-Già.-
Non sapendo cosa fare, cominciarono a osservare vari punti della stanza, pur di non guardare gli altri. John prese la giacca e si avviò verso la porta. Per un attimo tutti rimasero immobili dove si trovavano. La loro mente tornò indietro a molti anni prima, quando tennero il loro primo provino importante.
-George tu sta zitto, Paul non essere troppo esaltato, Ringo non girarti troppo di scatto altrimenti infilzi qualcuno con il naso…
-Ehi!-
-John, piuttosto metti gli occhiali-
-Non sono eleganti-
-È più elegante salutare l’asta del microfono perché ti sembra una persona?-
John si voltò verso il più piccolo. Lo guardava con rimprovero, come gli altri due del resto.
-Uff e va bene. Ma quando usciamo spariscono di nuovo.-
-John, devi restare calmo. Se ti agiti tanto, agiti anche noi e ci possiamo bruciare questa opportunità.-
John guardò il batterista. Aveva mollato il suo gruppo dove il successo era assicurato per seguire loro. Perché?
-Ragazzi, tocca a voi-
I quattro presero un bel respiro ed entrarono nella sala di registrazione.
Un’ora dopo uscirono per la strada correndo e urlando, tanto che la gente si voltava a guardarli.
-GLI SIAMO PIACIUTI!-
-SI CAZZO!-
-AVETE VISTO COME GUARDAVANO LE MANI DI GEORGE?-
-Come guardavano TE amico mentre cantavi-
John si buttò letteralmente sul piccolo George e lo soffocò in un abbraccio. Gli altri due si scambiarono il cinque e poi si buttarono sugli amici per festeggiare. Il povero George non riuscì a reggere il peso degli amici e crollò a terra sul marciapiede. La gente che passava di lì vide soltanto delle braccia e delle gambe che si muovevano, si attorcigliavano e si stringevano fra di loro, ma non riuscivano a capire a chi appartenessero.
-Anche Ringo non è stato male-
-Si, per essere l’ultimo arrivato-
-Grazie eh-
-È stato magnifico. Altrimenti non sarebbe il miglior batterista di Liverpool-
-Altrimenti non sarebbe il nostro batterista-
John scompigliò i capelli al ragazzo più grande e ricominciarono a rotolarsi sul marciapiede.
-Ragazzi, fermi. Che ne dite di festeggiare?-
Paul fermò il momento d’euforia. Gli altri lo guardarono e ridendo andarono al pub più vicino.
John si girò verso gli altri e osservò attentamente i suoi compagni di avventura. Tutti stavano pensando a quel primo momento di vittoria, a quel momento in cui erano stati davvero una sola cosa e che era solo il primo di tanti momenti di felicità, di follia, di tristezza, di avventura, di unicità che avevano passato assieme.
-Ragazzi, io…-
-Sta’ zitto Johnny-
Paul, quello con cui aveva avuto più litigi e screzi nell’ultimo periodo, fu quello che gli sorrise e allargò le braccia nella sua direzione. Quando i due si abbracciarono, gli altri si aggiunsero all’abbraccio e stavolta a cadere sotto il peso degli altri fu John.
-Anche se i Beatles non esistono più, voi sarete sempre quei tre stronzi con cui ho passato i momenti migliori della vita.-




Spazio autrice.
Ebbene si, dopo mesi di assenza (cause di forza maggiore) sono finalmente ritornata a scrivere (in realtà non ho mai smesso ma ho soltanto delle bozze) e questo è per il concorso della pagina fb https://www.facebook.com/Two-of-us-332778433488161/?fref=ts e spero di poter tornare a pubblicare presto :) (anche se sono sicura che nessuno senta la mia mancanza u.u)