Probabilmente quello sarebbe stato il giorno più felice ma allo stesso tempo orribile della vita di Percy, se ne stava andando chissà dove per scappare da quella vita che lo perseguitava, era ormai un anno che aveva la patente e credeva di potersela cavare a viaggiare fino in California, era egoista da parte sua scappare ma non ce la faceva più. Sua madre veniva continuamente picchiata da quello schifo che si ostinava a chiamare patrigno, suo padre era morto quando lui era piccolo lasciando sua madre da sola, Gabe all'inizio sembrava un tipo a posto, ma quando la mamma fece lo stupido errore di sposarlo si mostrò per quello che era: un viscido verme infame che non faceva nulla dalla mattina alla sera, picchiava la mamma che ormai era diventata triste e non c'era nulla che potesse farle tornare il sorriso, Percy non ce la faceva più, così una volta raggiunti i sedici anni all'ennesimo tentativo di Gabe di alzare la mani sulla mamma si intromise, in fondo era solamente un cinquantenne obeso mentre Percy era nel pieno dell'età adolescenziale, purtroppo questo non lo aiutò quando Gabe si sfilò dalla tasca un oggetto non più grande di un palmo; quando Percy capì cos'era ormai Gabe gli era vicino e piantò tutta la lama del piccolo coltello nel ventre del ragazzo, il dolore era infinito ma al verme non importava, anzi, li chiuse dentro alla stanza dov'erano e li lasciò lì dentro al buio per un giorno intero. L'anno successivo andò addirittura peggio, Gabe era diventato pazzo, aveva degli attacchi violenti durante i quali, con un sorriso da malato mentale ti cercava e ti riduceva a nulla, la violenza non gli bastava più, aveva abusato di sua madre almeno una decina di volte, fino a quando, in un momento in cui Gabe non era in casa la mamma lo chiamò -Ehi Percy- disse con le lacrime agli occhi -Nel corso degli anni sono riuscita a mettere un po' di soldi da parte, vattene, vai via da qui, la tua vita non può essere qui con me, ho trovato questo college in California, è meraviglioso e ti troverai benissimo, prendi pure la mia macchina, a me non sevirà, vai via scappa, non tornare, ti voglio bene Percy, ma non ti voglio tenere qui per sempre- a quelle parole a Percy si attorcigliarono le budella, aveva la possibilità di fuggire ma doveva lasciare la madre da sola in balìa di quel mostro -Mamma, io non ti voglio lasciare- pronunciò quelle parole piangendo come un bambino -Percy, bambino mio, nemmeno io voglio lasciarti ma sai che è giusto così- il rumore del motore di un' auto ruppe quel silenzio che si era creato -Va di sopra prima che Gabe torni e ci trovi così, domani mattina di spiegherò tutto, a domani amore mio- gli regalò un bacio sulla fronte e se ne andò in cucina. Erano ormai ore che guidava, Los Angeles non doveva essere poi così lontana.

*****Angolo dell'autore*****
Innanzitutto vi ringrazio, perchè se state leggendo qui vuol dire che avete letto tutto il capitolo, allora: come vi è sembrato? E' la prima fancfiction che scrivo quindi non sarò un mago ma mi ci sono impegnato, il capitolo è un po' corto ma ne pubblicherò molti per compensare, questo primo capitolo è più una specie di prologo che altro ma servirà per capire la storia, i personaggi saranno alcuni solo leggermente, altri incredibilmente OCC ma in fondo non mi dispiace come cosa. Spero che il capitolo vi abbia anche minimamente incuriosito, un abbraccione. :D

Perseo_