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Autore: Nono23    07/01/2016    5 recensioni
Un biondo agitato e un moro con il giusto rimedio. Riuscirà nel suo intento?
Buona lettura!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Couples - First Kiss'
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~Relax~
 
Si guardò intorno con un forte senso di nausea. Ashton e Michael non c’erano nello stanzino. Stavano nella sala delle prove. Sentiva le note di “I miss you” raggiugere le sue orecchie in modo ovattato. Nella sala d’attesa c’erano solo lui e Calum, impegnato a sgranocchiare delle patatine sdraiato su un divanetto. Luke si alzò, cercando di fare il meno rumore possibile, e si diresse verso la porta. Il moro sembrava non essersi accorto del suo movimento. Ricevette un messaggio e fu costretto ad appoggiare sul pavimento il pacchetto che teneva nella mano sinistra, onde evitare di rovesciarlo mentre prendeva il cellulare nella tasca dei jeans. Lesse e digitò fulmineo una risposta. Era sua madre che gli faceva gli auguri per l’audizione che avrebbe sostenuto tra un paio d’ore. Sospirò e ritornò ad attingere patatine dalla busta, oramai, semivuota. Poco dopo sentì un leggero scricchiolio e, senza voltarsi, capì che il biondo era tornato, riconoscendolo a causa del suo passo felpato. Non gli diede neanche il tempo di risedersi che parlò:

« Luke, rilassati.»

Il biondo sussultò. Non si aspettava certo di sentire la sua voce calda, sensuale, amichevole, ma anche ferma quando necessario. La voce che animava i suoi sogni da qualche mese a quella parte, quella a cui si sarebbe potuto aggrappare in ogni situazione, con la certezza di non cadere mai. E se anche fosse precipitato, la sua voce sarebbe stata la spinta che l’avrebbe fatto rialzare. 

Essa aveva il controllo assoluto di lui: poteva calmarlo o agitarlo pronunciando anche solo un monosillabo. Come in quel caso. Il tono con il quale aveva pronunciato quelle due semplici parole avevano avuto il potere di tranquillizzarlo all’istante.

« Sono calmo, Cal.»

« E io sono nato durante la Seconda Guerra Mondiale. Luke Robert Hemmings, credi sia così stupido o superficiale? Ti ho visto alzarti almeno dieci volte e sentivo sempre il rimbombo dello sciacquone del bagno. É da quando sei venuto al mondo che ti conosco. E so che se sei agitato dai di stomaco ogni venti minuti. Esattamente come successe alla recita all’asilo o al concerto natalizio di terza media. Quindi tu non puoi essere calmo.» espresse il suo punto di vista lasciando di stucco il biondo. Com’era possibile che lo conoscesse così bene, addirittura meglio di lui stesso? Arrossì involontariamente, ripensando alle risa dei compagni di classe -esclusa quella di Calum- quando si portò istintivamente una mano alla bocca e corse in bagno cinque minuti prima che cominciasse il concerto.

Il ragazzo non parlò e il moro pensò di aver esagerato un po’.

« Scusa… È che tu non sai mentire… ti vedo subito quando mi racconti una balla… sfuggi al mio sguardo e ti mordi il labbro. In ogni caso… so come farti passare l’ansia. Infilati la giacca.» gli disse lanciandogli il giubbino di pelle nera. Calum fece altrettanto con la sua e si avviò verso l’uscita dello stabilimento dove si sarebbero svolte le audizioni. 

Luke sembrava in trance. Sentiva il cuore velocizzare i battiti, le mani sudare e le gote imporporarsi, togliendogli quell’aspetto cadaverico che lo caratterizzava normalmente. Non riusciva a capire cosa stesse facendo. Per questo ci stava pensando il suo corpo. Le sue gambe avevano seguito fedelmente quelle del moro nel parcheggio, dove si erano fermati davanti a una Ford Focus blu metallizzata. Gli servirono diversi secondi per ricordare che quella era l’auto di Calum. 

Che intenzioni aveva il moro?

Dei brividi iniziarono a correre lungo la sua colonna vertebrale. Sentiva l’agitazione, che prima era riuscito a calmare, ripresentarsi come un incubo. Probabilmente, il suo istinto gli avrebbe detto di scappare. Si diede mentalmente dell’idiota. In fondo Cal era il suo migliore amico e stava facendo tutto quello per aiutarlo a tranquillizzarsi anche se in quel momento, era tutto fuorché calmo.

Si morse il labbro e imprecò mentalmente.

Prima di salire in auto, fece un respiro profondo.

Calum guidava già da un buon quarto d’ora eppure nessuno dei due aveva ancora fiatato. Luke si sentiva soffocare, gli mancava l’aria. Sbottonò in alto la camicia anche se non sentì miglioramenti. Aprì un altro bottone. Se avesse continuato su quella strada, si sarebbe ritrovato con addosso solo la canottiera intima. 

Sentì un soffio fresco lambirgli il collo. Si voltò verso la fonte del giovamento. Si accorse che il finestrino era stato tirato giù di qualche centimetro. Controllò di non essere stato lui il responsabile. Girò la testa in direzione di Calum e lo trovò concentrato alla guida. Lo osservò meglio e notò che un piccolo sorriso divertito gli stava increspando le labbra. Sorrise di riflesso. Pensò che fosse venuto il momento di rompere quel silenzio imbarazzato.

« Grazie.» disse piano, per non distrarlo. Vide la sua mano scivolare al cambio di marcia e ingranare la prima. Si erano fermati ad un incrocio: avevano il rosso.

« Di niente. Non mi andava di averti sulla coscienza.» gli rispose scherzoso. Il silenzio calò nuovamente. Era strano, molto strano. Loro non si erano mai nascosti nulla. Erano migliori amici sin da quando erano in fasce. Potevano dire di sapere tutto l’un dell’altro. Ma allora perché non riuscivano più a parlare come una volta? Cos’era successo?

Calum partì appena scattò il verde. Luke avrebbe tanto desiderato prendere a testate un muro. Possibile che quello che provava per il suo amico d’infanzia fosse così forte da impedirgli di condurre una semplice conversazione con lui? Iniziava ad odiarsi. Aprì la bocca, come per voler dire qualcosa, ma si fermò. Le parole non ne volevano sapere di uscire.

« Dove… Dove stiamo andando?» domandò a bassa voce.

« Tra poco lo saprai.» gli rispose Calum, contento di poter sentire di nuovo il suono della sua voce.

Il moro fermò l’auto in una stradina che sembrava deserta. Luke scese lentamente e non poté fare a meno di sgranare gli oceani che aveva incastonati nel viso: intorno a lui c’era solo un’immensa distesa di fiori gialli. Il cielo era punteggiato da nuvole bianche e dava al paesaggio una sensazione di infinito. Era semplicemente spettacolare, nella sua semplicità. 
Calum gli appoggiò una mano sulla spalla, facendogli scorrere un brivido per tutto il corpo. Sentì le gote infiammarsi, il respiro farsi breve, il cuore accelerare la sua corsa. Si voltò verso di lui. Voleva ringraziarlo per la bella sorpresa. Si accorse di avere la gola secca, ma prima che potesse fiatare, il moro esclamò:

« Prendi una coperta dal bagagliaio e vieni accanto a me.» lui obbedì in silenzio.

Si sistemò sul prato, vicino al suo amico d’infanzia. Lui sorrise, poi indicò un punto imprecisato nel cielo:

« La vedi quella nuvola? Assomigliamo tanto a un pinguino!»

« Hai ragione! E quella laggiù è un ananas!» proseguirono con quel gioco un po’ infantile finché una leggera ma perfida brezza fece rabbrividire il chitarrista. Sentì immediatamente due braccia calde abbracciarlo. Dire che era imbarazzato era eufemismo.

« Ca-Calum… C-Cosa s-stai facendo?» balbettò come uno stupido. Nonostante tutto, avrebbe desiderato che il ragazzo non si staccasse mai. Aveva tanto bisogno di affetto, i suoi genitori erano spesso in viaggio intorno al mondo per lavoro. L’avevano affidato ad una vecchia zia con l’Alzheimer ma la malattia era degenerata a tal punto da doverla far ricoverare in una casa di cura. Così, il biondo viveva solo da tre anni. Il bassista ne era a conoscenza e per questo cercava di passare sempre la maggior parte del tempo che poteva con lui. Quando i suoi uscivano, lo invitava sempre molto volentieri a cena.

Si tirò su quanto bastava per poterlo vedere in viso. Glielo accarezzò dolcemente, poi rispose:

« Ti sto scaldando. Prima avevi freddo.» la voce un po’ ingenua, quando in realtà, dietro a quelle parole, si nascondeva un significato molto più grande. Sapeva quanto freddo provasse Luke interiormente. E anche quanto solo si sentisse. Voleva, con quel gesto, cercare di donargli quanto più calore potesse. E neanche immaginava di esserci riuscito in pieno. In realtà, si era accorto di provare qualcosa di differente dalla semplice amicizia per il biondo. Qualcosa che gli provocava strani sfarfallii allo stomaco e improvvise vampate di calore quando il ragazzo gli sorrideva. Era tutto nuovo per lui e un po’ di timore lo provava, a dire la verità. Ma la gioia che sentiva quando stava con Luke era più forte di qualunque altra emozione, e questo tanto gli bastava.

« G-Grazie… di tutto… io… io ti…» aveva sussurrato Luke incespicando con le parole. Non riusciva a proseguire. Calum aveva portato il proprio volto in corrispondenza del suo, il cervello in black-out, le gote arrossate e il respiro corto. I cuori battevano all’unisono, le mani che si erano congiunte come per magia. 

La distanza tra le loro labbra era di pochissimi centimetri.

« …Amo? Anch’io.» finì lui la frase al posto del biondo, poi fece congiungere delicatamente le loro bocche in un bacio dolce e tenero.

Quando si sciolsero, Luke sgranò gli occhi e chiese con un po’ di ansia:

« D-Davvero?»

« Davvero.» sorrise e vide spuntare un sorriso meraviglioso sul volto del ragazzo che aveva tra le braccia. Poi aggiunse: 

« Sei più rilassato ora?»

« Sì. Grazie.» e sapevano entrambi che quel “Grazie” significava “Grazie per avermi preso con te e per non avermi mai lasciato solo”.

Si alzarono e ripiegarono le coperte. Era giunta l’ora di sostenere un’audizione. Quando arrivarono alla sede, Michael e Ashton li guardarono, ma un’occhiata di Luke al batterista e si capirono al volo. Andarono sul palco e si presentarono.

« 5 Seconds Of Summer, che cosa ci cantate?» chiese il giudice.

« Unexpected emotion. È una canzone di Raf, cantautore italiano. Noi l’abbiamo tradotta e ne abbiamo fatto la cover.» i quattro ragazzi iniziarono a suonare e tra le note della canzone i cuori di Calum e Luke si univano in un unico grande amore.


 
Rispettivamente l'auto di Calum e il luogo del primo bacio.

 


Note dell’autrice:
 
Ciao a tutti/e!

Come state?

Sono tornata con questa Cake… beh, ecco… è un po’ diversa rispetto alle altre tre. Qui non vengono raccontati drammi da un solo punto di vista. In questa One-shot ho cercato di amalgamare i sentimenti di Hood e di Hemmings in modo “omogeneo”, cercando di offrirvi le emozioni da entrambi i punti di vista.
La canzone citata all'inizio, I miss you, è dei Blink 182 che consiglio più che volentieri e ai quali ne detengono tutti i diritti.
La seconda, Unexpected emotion, è il titolo tradotto di “Un’emozione inaspettata” di, appunto, Raf. Per quanto ne sappia, loro non hanno tradotto il testo, né fatto la cover. Però ho scelto questa canzone per “celebrare” l’unione fra Cal e Lukey perché mi piaceva molto. Ne detiene tutti i diritti Raf.

Con la presente One-shot non si intende plagiare od offendere alcuno, in modo particolare i 5SOS. La storia non è stata scritta a scopo di lucro. I fatti NON sono realmente accaduti, ma sono frutto della fantasia dell’autrice.

Dedica importante va a BJmei-mei98F_irefly e bemyoops. A quest’ultima va un ringraziamento speciale per avermi fatto da beta-reader. Grazie infinitamente!

Sperando di avervi fatto passare qualche minuto piacevole, mentre leggevate, vi auguro buona giornata, ricordandovi che sono ben accette consigli e critiche per crescere e migliorare con voi.

A presto,

Nono23.
   
 
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