02.
[Ambra]
Un colore
Così solo
Il tuo…
Stanco, si getta sul prato. La schiena gli fa male, come ogni altra parte del corpo. I fili d’erba accarezzano dolcemente la pelle graffiata, e profumano di umido e terra. Solleticano il naso.
Saga spalanca gambe e braccia, occhi blu rivolti verso il cielo.
Da qualche parte, nella città bassa, la vita continua. Ma lui è lì, sulla sommità della collina, e domina tutti. Almeno, così gli piace immaginare, anche se ha gli occhi chiusi e stanchi, e vorrebbe solo dormire per sempre.
“Sono un guerriero invincibile,” Mormora, accanendosi contro qualche ciuffo d’erba.
Vento lieve che gli scompiglia i capelli. Vento dai mille odori raccolto sulla cima della collinetta, il punto più alto del mondo. C’è il mare e l’erba, il sale e la terra. Vento, fine estate.
Profuma di… cosa?
Saga riapre pigramente gli occhi, disteso tra cielo e terra.
Un bambino lo guarda, aggrappato all’albero. Curioso. È sporto in avanti e le sue labbra sono dischiuse. Ha gli occhi nocciola, un colore caldo come il legno, come l’ambra.
“Ciao,” Dice.
“Ciao.”
“Non dovresti essere all’Arena?”
“Anche tu.”
Il bambino scende con un salto. Come lui, ha addosso le vesti strappate dagli allenamenti. La sua pelle è abbronzata e luminosa come l’ambra, e quando si avvicina Saga sente il profumo del sale.
Il bambino avanza di pochi passi. Rimane per qualche istante in piedi a osservarlo, mentre lui se ne sta disteso tra cielo e terra coi suoi ciuffetti di erba verde tra le mani che lascia uno dopo l’altro scivolare nel vento.
Il bambino lo guarda curioso. I suoi colori sono così caldi e luminosi…
Saga si porta una mano sulla fronte per pararsi gli occhi dall’ultimo sole pomeridiano.
“Chi sei?”
“Il mio nome è Aiolos.”
“Non ti ho mai visto prima, Aiolos.”
“Sono arrivato appena due giorni fa.”
Saga dentro di sé sorride. Così, lui è il più grande.
“E tu come ti chiami?”
“Saga.”
Aiolos ci pensa un secondo. È ancora in piedi e la sua ombra è come una meridiana celeste, la sua testa castana sembra ambra liquida così colpita dall’ultimo sole del pomeriggio, degli ultimi giorni d’estate. Poi si siede.
“Tu sei…” Dice Aiolos. “Ti ho visto oggi all’Arena. Tu sei forte!”
Saga alza la testa dal suo cuscino di terra. Il vento gli muove i capelli. La mano di Aiolos gli accarezza i capelli.
“Sei pieno di fili d’erba,” Ride. “I tuoi capelli hanno un colore così strano!”
“I miei capelli hanno il colore del cielo.”
“Oh,” Aiolos gioca con l’erba. “Anche i tuoi occhi. Non ho mai visto nessuno con i capelli colore del cielo. Forse, un dio.”
Il dio di… cosa? Vorrebbe chiedere Saga. Ma non lo fa. Sta zitto, e pensa alla profondità dei suoi capelli, a come ci si possa perdere facilmente, nel blu, che è un gorgo freddo e vorticoso.
Aiolos, invece ha la pelle dorata e capelli chiari come l’ambra. La sua pelle profuma di sale. I suoi occhi sono come un prato.
Aiolos fa un po’ parte di un tardo pomeriggio di fine estate, col suo venticello, la sua calura, il suo senso di accelerazione.
E poi, precipita.
“Maestro, chi è il nuovo allievo?”
Kastor si volta verso l’Arena e guarda nella direzione dei giovani combattenti. Una nuvola di polvere si alza tra di loro, e sembra renderne meno definiti i contorni.
“Quale?”
“Quello!” Saga punta il dito verso Aiolos.
“Lo conosci?” Domanda Kastor.
C’è traccia di dolcezza sul suo viso?
Saga rimane per un secondo abbagliato dal riflesso di sole sopra gli spalti candidi e le colonne. Sembrerebbe di nuovo tutto sospeso tra il bianco e l’azzurro, non fosse per quella nuvola di terra che indora la superficie.
“Ieri ci siamo incontrati.”
“E quando?”
Saga guarda per terra.
“Non te ne sarai di nuovo andato per i fatti tuoi piccolo Saga?”
La sua testa blu, piena di polvere. Negli occhi c’è solo orgoglio.
“Si chiama Aiolos.”
“Questo lo so.”
“Beh… sono contento che abbiate fatto amicizia. Devi conoscere quel bambino. Lui si allena per un’Armatura d’Oro. Come te.”
Saga apre la bocca.
Così è questo.
Per un attimo, sorride soddisfatto. Per un attimo. Dalla sua posizione in cima ai gradini può sbirciarlo anche attraverso nuvole di polvere. Vede i suoi movimenti fluidi e la sua potenza, e gli sembra evidente che risplenda più di tutti gli altri.
O forse, sono i suoi capelli colore dell’ambra. Forse, è solo che Aiolos gli ricorda un tardo pomeriggio di fine estate, e a quest’immagine sarà sempre associato.
La mano di Kastor si stringe sulla sua spalla minuta. “Condividete lo stesso destino.”
Per un attimo, Saga, si sente felice.
Un colore
Così luminoso,
Il tuo…
***
Anche
qui ho vissuto un piccolo dramma per capire – ma di che colore sono gli occhi di Aiolos?
Perché
cambiano. Cioè. Io li ho sempre immaginati castani, ma li ho trovati anche
azzurri o verdi. Alla fine ho optato per il verde, che è il più comune.
Insomma, castani mi avrebbero fatto più comodo, ma cosa possiamo farci ù.ù…
Passiamo ai ringraziamenti, vah.
Special Thanks to:
Regina di Picche: Oh, grazie grazie *O* *saltella qua e là*. È una molto
long fic, in realtà, ma sono a buon punto coi lavori. Cielo. Mi sta portando
via la salute. Quella frase di Kanon l’avevo calcolata anch’io in realtà. Ho
elaborato una mia personale teoria, ma non dico nulla X3. rimane comunque
qualcosa che non quadra…
Un
grazie enorme anche a Shinji per avermi reso felice e
saltellante <3 e a Gaara4.
Vado
a infilare la testolina nel bicarbonato ora. Quando torno voglio trovare un
milione di commenti, ok XD?
Baci
X*