Di ciò, Mary non si preoccupava affatto, anzi, inizialmente, quando ancora la situazione era tesa a causa del brusco ritorno di Sherlock, lei stessa si prodigava a fare in modo che i due facessero pace.
Perciò, John, come spesso accadeva, andò a trovare l’investigatore la mattina molto presto, pronto ad ascoltare i casi disponibili per quel giorno.
- Sherlock.. – John lo chiamò insospettito dal non vederlo già in azione nel soggiorno. Ci fu una considerevole attesa prima che Sherlock uscisse a passo lento e colpevole dalla sua camera da letto, non ancora vestito ma con addosso gli abiti da notte scompigliati, quasi come se fossero stati messi di fretta e la vestaglia, a coprire le eventuali prove di un eventuale misfatto.
- Buongiorno, Sherlock.. – disse John che lasciava trapelare il suo stupore misto a diversi tentativi di trovare una spiegazione a tale apparizione.
- John. – salutò Sherlock, evitando stranamente lo sguardo.
- C’è qualcuno là dentro. – John non aveva fatto una domanda. Come risposta si sentirono altri rumori anche se meno violenti.
- Janine .. – disse John in un lungo sospiro.
- No, John. Non è lei. – rispose Sherlock, quasi con distrazione e addirittura fastidio, spostando dei fogli probabilmente attinenti ai casi che li attendevano. John continuava a guardare confuso Sherlock, in cerca di risposte e la porta, come per cercare di decifrarne i rumori o addirittura riuscire a vederci attraverso.
- John, non ha importanza! – sbottò Sherlock innervosito. – E’ assurdo soffermarsi così tanto su qualcosa di così.. futile. Abbiamo del lavoro da fare.-
- C’è qualcuno lì dentro. – insistette lui, facendosi scappare un sorrisetto. – Ed è una donna. –
- Lei è.. – iniziò Sherlock, interrompendo i suoi pensieri fatti un po’ più cupi. Aveva ammesso che si trattava di una donna!
- Lei è.. – riprese, quasi come volesse prendere tempo. E fu allora che non ci fu bisogno di proseguire. La porta della camera da letto si aprì piano e una donna, dal passo timido e indeciso si fece avanti.
- Molly! – urlò John in preda a una risata sonora e ricca di sollievo.
- Stavamo.. stavamo lavorando. Io.. – Molly boccheggiò sulla difensiva e John dispiaciuto da quella reazione troppo clamorosa smise di ridere e tornò serio ma conservando uno sguardo intenerito.
- Mi dispiace, davvero, io avevo pensato di tutto e nel vederti.. –
- NOTA: Sono parecchio indecisa su questa idea e nonostante abbia messo tra le informazioni che questo scritto avrà un seguito non ne sono davvero certa.Se invece a qualcuno di voi lettori dovesse interessare me lo faccia sapere e vedrò come continuare. grazie sempre per la vostra attenzione e buona lettura :)