Serie TV > Robin Hood (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: eugeal    10/01/2016    0 recensioni
I piani di Vaisey sono stati sventati e lo sceriffo è morto.
Ora Robin Hood non è più un fuorilegge e lui e Guy possono affrontare una nuova vita in una Nottingham governata da un altro sceriffo.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seth rise, aggrappandosi alla schiena del padre.
- Vai più veloce, cavallo! - Gridò e Guy lo accontentò, accelerando un po' il passo. Percorse correndo il corridoio deserto e girò l'angolo, scontrandosi con lo sceriffo.
Guy sussultò di dolore per aver sbattuto il fianco ferito, ma ebbe la presenza di spirito di allungare un braccio e sostenere lo sceriffo per evitare che cadesse.
- Gisborne! Siete pericoloso anche quando cavalcate per finta! - Lo rimproverò Sir Arthur, senza però riuscire a nascondere un lampo divertito nello sguardo.
- Mi dispiace, signore, vi ho fatto male?
- Ciao nonnino! - Disse Seth, sorridendo e lo sceriffo lo salutò bonariamente prima di tornare a rivolgersi a Guy.
- Non dovreste chiedermi se mi sono fatto male io, siete voi quello che dovrebbe riposare e guarire.
- Tuck ha detto che le ferite stanno guarendo bene e non hanno tracce di infezione, non è necessario che resti a letto.
- Tra alzarsi dal letto e correre a rompicollo per i corridoi del castello c'è un po' di differenza, sir Guy. Credo che anche vostra moglie sarebbe d'accordo con me. A proposito, come mai non siete insieme?
- Oggi è giorno di mercato, Marian doveva fare alcune compere e ci ha preceduti. La raggiungeremo fra poco.
- Prima dovevate travolgere un po' di gente in giro per il castello?
Guy arrossì leggermente.
- No, signore, volevo parlare con voi.
- Delle aggressioni? - Lo sceriffo lanciò uno sguardo a Seth. - Forse non è il caso col bambino presente. Più tardi ci sarà il consiglio dei nobili e parleremo di questa emergenza, potrete espormi la vostra opinione in quell'occasione.
- No, volevo riferirvi una cosa strana che mi è capitata ieri. Credo che dovreste saperlo. - Guy si rivolse a Seth e gli mise in mano una monetina. - Facciamo un gioco, tu nascondi questa moneta in questo corridoio mentre io e lo sceriffo non guardiamo. Cerca un buon nascondiglio perché se non riuscirò a trovarla allora avrai vinto tu e ti comprerò un regalo al mercato.
Il bambino si allontanò dal padre e si mise a esplorare ogni singola crepa dei muri per trovare un posto dove nascondere la moneta e Guy ne approfittò per tornare a rivolgersi allo sceriffo.
- Ieri qualcuno è entrato nella mia stanza mentre dormivo…
- Uno dei servitori?
- Non lo so. Era una donna anziana e aveva il volto coperto da un velo.
Lo sceriffo lo guardò, preoccupato.
- E cosa ha fatto?
Guy si sfiorò la nuca con un dito.
- Mi ha tagliato una ciocca di capelli. Non ho ancora capito perché ci tenesse tanto però.
- Ha cercato di farvi del male?
- Aveva un pugnale, ma non sembrava pericolosa. Mi sono limitato a toglierle il coltello e le ho permesso di fuggire. Avrei dovuto fermarla, signore? Ho pensato che non fosse necessario, probabilmente è solo una poveretta con la mente annebbiata dall'età, diceva cose senza senso. - Chiese Guy, notando l'aria accigliata dello sceriffo.
- No, no, avete fatto bene. Ho dato ordine al personale delle cucine di dare gli avanzi ai mendicanti che vivono intorno al castello, deve essere una di quei disgraziati. Forse ha trovato il modo di restare all'interno del castello per scaldarsi oppure ha perso la strada per uscire dopo aver ricevuto la sua razione. Dirò alle guardie di fare più attenzione.
- A proposito delle guardie, signore, bisognerebbe fare qualcosa. Sono incompetenti e quando Robin Hood era un fuorilegge non erano in grado di impedirgli di penetrare nel castello né di catturarlo. Con questi nuovi banditi non è sicuro avere soldati tanto incapaci a difesa del castello...
- Forse voi e Archer potreste stabilire dei turni di addestramento aggiuntivi per migliorare la loro preparazione. Ne parleremo al consiglio dei nobili più tardi.
Seth tornò, soddisfatto, e disse che aveva nascosto la moneta. Guy la cercò per un po' e finse di non notare che il bambino teneva un pugno chiuso e nascosto dietro la schiena.
- Mi arrendo, devi aver trovato un nascondiglio perfetto. Dov'è?
Seth scoppiò a ridere e aprì la mano.
- Qui, padre!
- Ma così non vale!
- Non avete detto che non poteva tenerla in mano, sir Guy. - Disse lo sceriffo, sorridendo. - Temo proprio che siate stato sconfitto.
- Allora ti devo un regalo. - Disse Guy, porgendo la mano al figlio e Seth vi si aggrappò ridendo. - A più tardi, signore e scusatemi ancora per prima.
Lo sceriffo annuì e congedò lui e Seth, restando a guardarli mentre andavano via, poi sospirò e si inoltrò lungo i corridoi della parte più vecchia e meno frequentata del castello, attraversando sale polverose e passaggi stretti e semi nascosti.
Si fermò davanti a una porta e staccò una chiave dalla cintura e, dopo essersi accertato di essere solo, la fece girare nella serratura ed entrò in una stanza ampia ma senza finestre.
Il mobilio era di qualità migliore di quello delle stanze limitrofe e il camino, schermato da una grata di ferro, era acceso e scaldava la stanza. Il letto era vuoto e inutilizzato, ma il materasso e le coperte erano stati trascinati nell'angolo più buio.
Lo sceriffo prese una candela si avvicinò a quello che sembrava un mucchio di stracci e la donna velata che era penetrata negli alloggi di Guy, rannicchiata sul materasso, iniziò a gemere, sottraendosi alla luce del candelabro.
- Ieri sei uscita. - Disse sir Arthur in tono piatto. - Ti avevo detto di non farlo.
- No! No! Non è vero! - Mugolò la donna, dondolandosi avanti e indietro.
- Come hai preso quella se non sei uscita?
Lo sceriffo si avvicinò e le prese la ciocca di capelli scuri che teneva tra le dita. La vecchia iniziò a piangere.
- No, ti prego! È mia! Il mio bambino! Rowan!
- Quello non è Rowan.
La donna tese una mano verso la ciocca di capelli, gemendo.
- Rowan! Rowan! I suoi bei riccioli scuri… Dammeli, ti prego! Devo tenerli vicino al cuore!
Lo sceriffo la guardò, stancamente, poi le restituì la ciocca, rinunciando a contraddirla.
- Tienili, ma non devi più uscire. Devi restare nascosta.

Marian pagò la stoffa che aveva scelto e chiese che fosse consegnata a Knighton Hall, poi si guardò intorno per cercare Guy.
Un uomo la urtò passandole accanto e, al suo grido di protesta, si voltò a guardarla con disprezzo e sputò per terra prima di allontanarsi.
- Hai visto? Le sta bene.
Marian sentì quel sussurro maligno, ma non riuscì a capire chi avesse parlato: la strada era affollata e vari gruppetti di persone erano radunati a parlare tra loro.
- E pensare che suo padre è una brava persona… Chissà che vergogna ad avere uno come Gisborne in famiglia.
La ragazza strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nella carne e si impose di ignorare quelle cattiverie.
Ci sono abituata ormai. Non possono toccarmi.
Si allontanò a testa bassa, senza guardarsi intorno. Non voleva vedere chi avesse parlato, dopotutto.
Non voleva scoprire che poteva essere stata una persona che conosceva, qualcuno con cui aveva parlato da ragazzina, quando era ancora la figlia dello sceriffo di Nottingham e tutti la rispettavano.
Vide la figura di Guy da lontano: così alto e vestito di nero spiccava in mezzo alla folla.
Corse da lui e lo abbracciò, incurante degli sguardi di disapprovazione della gente.
Guy le sorrise e le sfiorò le labbra con un bacio, poi si accorse che era turbata.
- Cosa c'è, Marian? È successo qualcosa?
- Niente, niente di importante.
- Marian…
- Solo le stupide chiacchiere della gente. Non sopporto che ti insultino.
- Molti di loro hanno ottime ragioni per farlo. Può non piacermi, ma è così e non posso farci niente. Mi dispiace che siate voi a soffrirne.
Marian gli appoggiò la testa sulla spalla.
- Come fanno a non vedere quanto sei cambiato? Se sapessero quello che fai per loro…
- Se lo sapessero non lo accetterebbero, penserebbero che ho un secondo fine e preferirebbero morire di fame piuttosto che accettare un pezzo di pane dalle mie mani.
- Ma perché hanno ricominciato a prendersela con te? Pensavo che avessero iniziato ad accettarti, ormai.
- Me lo aspettavo.
- Perché?
- Vaisey aveva preso a odiarmi e cercava ogni occasione per umiliarmi. Alla gente questo andava bene: se ero nemico di Vaisey, se subivo le sue prepotenze, ero più simile a loro, il nemico del loro nemico poteva forse essere un amico. Ma ora mi hanno visto lavorare di nuovo accanto allo sceriffo e di certo pensano che tutto sia tornato come un tempo. Non mi sorprenderebbe scoprire che lo sceriffo viene considerato malvagio per il semplice fatto che io lavoro per lui.
- Beh, io ti conosco bene, Guy di Gisborne, e sono fiera di te. Sono orgogliosa di essere tua moglie.
Guy la baciò di nuovo e sorrise.
- E allora il resto non ha importanza. Che parlino pure, che mi odino se li fa sentire meglio. Io ho te
. Seth si aggrappò alla gonna di Marian e alla gamba di Guy per attirare la loro attenzione.
- Ho fame, padre!
- No, non hai veramente fame, vuoi solo i dolci di quel venditore, credi che non lo sappia? - Ribatté Guy e Seth lo guardò, stupito.
- Come fai a saperlo?
Gisborne ridacchiò.
- Perché li voglio anche io.
Marian sorrise, scuotendo leggermente la testa.
- Non siete mai così entusiasti quando cucino io però.
- Le tue frittelle non sono buone. - Disse Seth con aria innocente e Guy scoppiò a ridere nel vedere l'espressione di Marian.
La ragazza sospirò.
- La voce della verità?
Guy la strinse e la baciò su una guancia.
- Già, ma non smettere mai di cucinare per me.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Robin Hood (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: eugeal