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Autore: Haley_V    11/01/2016    2 recensioni
L'urlo di Mary Margaret squarciò l'aria nella piccola stanza. David la fissava in silenzio, Emma fece un passo indietro istintivamente. Era raro vederla in quel modo.
"Io-"
"Ho bisogno d'aria." E senza guardare negli occhi di nessuno, uscì a passi svelti di casa, chiudendo la porta dietro di se.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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In my daughter's eyes







"Voglio andare a salvarlo."

Emma guardava i suoi genitori, la risoluzione nel viso e negli occhi verdi, specchio del dolore che aveva appena finito di provare, delle lacrime che le avevano bagnato le guance per tutta la notte. Hook era morto davanti ai suoi occhi, per mano sua, e mentre aveva visto scivolare la vita via da lui dopo averlo baciato per l'ultima volta, e avergli detto di amarlo, per essere sicura che non lo avesse mai dimenticato, nonostante tutto, l'unica cosa che riusciva a ricordare erano le braccia di sua madre che la reggevano, mentre piangeva tutta la sua disperazione sulla sua spalla e Mary Margaret le sussurrava che le dispiaceva, che avrebbe continuato a reggerla. Poi più nulla.
Ora la fase del pianto era passata, lasciando il posto ad una fase di negazione, che l'aveva portata a parlare di fronte ai suoi genitori, dopo aver passato giorni stesa sul divano di casa sua, quella casa che lui aveva comprato per entrambi.
In piedi davanti a loro, con un'espressione indecifrabile sul suo viso, ma che lasciava trasparire tutto quello che aveva provato in quei giorni, annunciava il suo grande piano portarlo di nuovo da lei.
E sua madre, che l'aveva retta tra le braccia fino ad allora, la fissava attonita dall'altro lato della stanza.

"Vuoi scendere nell'Inferno?!"
Emma voltò lo sguardo verso di lei, quasi intimorita da quello che stava per dire, e "Nell'Oltremondo." la corresse.
"Si tratta praticamente della stessa cosa." Aggiunse risoluto suo padre.
"Voglio riportarlo indietro." Rispose Emma, "quello che gli è successo non è giusto. Si è sacrificato per salvare tutti noi dopo che era diventato quello che non voleva per colpa mia. Quindi adesso è compito mio salvarlo."
"Ma Emma, ci sono delle regole e tu questo lo sai " riprese a parlare David, "Una vita per un'altra vita, se Hook ritorna un altro deve morire."
"E non posso permettere che tu lo faccia, non puoi ricadere nell'oscurità" aggiunse Biancaneve.
"E non lo farò. Cadrò nell'amore."

Tutti nella stanza chinarono il capo, compresi Regina e Robin, che fino a quel momento non avevano detto una parola.
"Voi potete capirmi più di tutti." continuò Emma risoluta guardando i suoi genitori, "Avete affrontato tanto insieme e siete arrivati a condividere un cuore. E così faremo anche noi."
Entrambi guardarono la figlia stupiti. Ed entrambi volevano davvero farle capire quanto tutto quello fosse sbagliato, soprattutto Biancaneve, quanto rischioso fosse quello che aveva in mente, ma non potevano farlo. Sapevano che la loro bambina aveva ragione. Stava soltanto prendendo l'esempio da loro.
Alla fine, sembrò esserci accordo generale con il piano adottato dalla Salvatrice. David annuì in silenzio, arrendendosi al volere della figlia. Biancaneve si ammutolì.

"Penso che ci sia qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo."
Si maledì nell'esatto momento in cui quelle parole uscirono fuori dalla sua bocca, ma non riuscì proprio a rimanere zitta di fronte a quello che stava per succedere.
Emma si voltò incredula verso di lei.
"... è l'unico modo che ho per salvarlo, mamma."
"No! Deve essercene un  altro."
"Cos'altro dovrei fare? Tu con papà hai fatto la stessa cosa, eri nel mio stesso stato quando hai preso quella decisione e sapevi benissimo a cosa andavi incontro, ma-"
" è proprio per questo che parlo in questo modo." sussurrò.

"... Non voglio vivere senza di lui."
"E IO NON VOGLIO PERDERE DI NUOVO MIA FIGLIA!"
L'urlo di Mary Margaret squarciò l'aria nella piccola stanza. David la fissava in silenzio, Emma fece un passo indietro istintivamente. Era raro vederla in quel modo.
"Io-"
"Ho bisogno d'aria." E senza guardare negli occhi di nessuno, uscì a passi svelti di casa, chiudendo la porta dietro di se.

Non passò molto dopo che Biancaneve ebbe lasciato l'edificio, ma ad Emma sembrò di vagare per ore.
Continuava a chiedersi cosa fosse appena successo, ma soprattutto cosa avrebbe dovuto fare per incontrare l'appoggio di sua madre. Non voleva altro se non l'amore della sua famiglia, per poter riuscire in quella folle impresa. Non era più la stessa da quando l'oscurità aveva preso possesso di lei e l'aveva insidiata dall'interno, e questo era chiaro praticamente a chiunque, anche se nessuno voleva dirlo. Lei stessa sapeva di non essere più la Salvatrice che anni prima aveva spezzato Storybrooke dalla prima maledizione. Aveva bisogno di lei più che mai.
David, dal canto suo, sedeva sulle scale in metallo a braccia incrociate. Pensava, ma non diceva niente. Nè un ammonimento, ne un tentativo di correre dietro sua moglie.
Emma si avvicinò, e senza parlare si sedette accanto a lui, sperando di essere accolta nel suo silenzio.

"Hey." sussurrò verso di lei, sorridendo piano.
"Hey." rispose Emma, facendo incerta quel mezzo sorriso che tanto somigliava al suo.
"Sai, nei tuoi occhi vedo quelli di tua madre." continuò David, tranquillo, "Siete molto simili."
Emma abbassò lo sguardo
"Due grandi teste dure."
Ridacchiò, rossa in viso.
"Non fraintendermi, ma è proprio per questo che non l'ho seguita. So riconoscere una battaglia persa."
"E forse in parte sei d'accordo con lei..." Emma non era arrabbiata con lui, la sua era paura. Paura di non avere il loro appoggio.
"Non devi prendertela. Lei non fa altro che preoccuparsi per te"
"Sono ancora viva dopo essere stata il Signore Oscuro, posso affrontare anche un viaggio nell'Oltremondo, per quanto rischioso, io-"
"Emma." sospirò, frustrato "Non voglio dire che tu non debba farlo, non sono la persona più indicata per dirtelo, visti i precedenti. E non starò qui a farti un discorso sul vero amore, ma... sei una madre anche tu. Pensa se fossi stata al suo posto. E se al posto tuo... ci fosse stato Henry."
Non rispose.
"Bisogna soltanto capire che, qualunque cosa succeda, cerca di mettere i tuoi bisogni davanti ai suoi. Come faccio io."
"Non voglio che stiate male per colpa mia." Rispose Emma in un sussurro. "Tra noi... il nostro rapporto, non è mai stato esattamente convenzionale, e... mi sembra sempre di fare qualcosa di sbagliato."
"Non devi sentirti così. Penso sia normale anche nelle famiglie più tradizionali, piccola. E sono sicuro che tua madre non voglia che tu rinunci a Killian, solo... ti ha già perso una volta. E anche se non lo dice spesso... vive costantemente nel rimorso per averlo permesso. E nemmeno io voglio perderti di nuovo. Sarai sempre la nostra bambina, anche se ci siamo privati del tempo per potertelo dimostrare."
Emma alzò lo sguardo verso di lui, con gli occhi velati.
"Mi dispiace."
"Non dirlo."
Emma sospirò, si asciugò il viso con una manica e sorrise.
"Sai" sussurrò "non te l'ho mai detto, ma amo le nostre chiacchierate"
David rise, mettendole un braccio attorno al collo, "potrai averne una tutte le volte che vuoi, lo sai."
"Si, lo so. Grazie."
Si alzò, sistemandosi il giubbotto.
"Dove vai?" gli chiese.
"Vado da lei."
David annuì. Emma gli si avvicinò, posandogli un bacio sulla guancia, poi camminò silenziosa verso la porta.


Storybrooke fortunatamente era una città piccola. Trovare Mary Margaret non fu troppo difficile. Dopotutto, prima di sapere che fosse sua madre, erano amiche. E aveva imparato a conoscerla.

Era seduta in riva al lago. Non c'era nessuno a parte loro due, era buio e si vedeva a malapena.
Mary Margaret si era accorta subito dei passi di sua figlia dietro di lei. Tuttavia non  si mosse. Sedeva in silenzio sul terreno umido, celando invano i singhiozzi. Aveva cominciato a piangere da quando era uscita dalla porta, e quello, al momento, le sembrava il posto migliore dove rimanere da sola.
Emma le si sedette vicino, sentendo una stretta al petto al suono dei suoi singhiozzi. Si sentiva in colpa. Biancaneve prese un respiro profondo, cercando di calmarsi e non farsi sentire da lei.
"Ti ricordi della principessa Leia?"

Biancaneve non rispose.
"Quando tornasti alle tue sembianze, nella foresta, ti abbracciò, insomma, ti abbracciai, in lacrime. Tu giustamente mi guardasti stupita, d'altronde ero ... una sconosciuta."
Il respiro di Mary Margaret cambiò. Alzò lo sguardo su di lei, cercando di capire dove volesse arrivare.
"Una volta tornata qui, sono corsa ad abbracciarvi. A dirvi che mi eravate mancati. Per voi ero stata via una trentina di minuti, ma per me, erano passati almeno tre giorni."
"Tu..."
"Sai come cambiai idea riguardo a New York? Grazie a te."
Un'altra pausa. "Ti avevo vista morire. Avevo sentito il mondo cadermi addosso, e in una frazione di secondo, mi resi conto di sentirmi persa e terrorizzata all'idea di perdere mia madre. Quel che è peggio, per colpa mia. Perchè avevo cambiato il corso degli eventi e rischiato di mandare a monte il vostro primo incontro."
"Emma, se stai cercando di farmi sentire in colpa per quello che ho detto, troppo tardi, mi sento già uno schifo."
"Ed è qui che ti sbagli." Esclamò Emma. "Sbagli perchè continui a darti la colpa di tutto. Quel che è stato, è stato, e non si può far niente per cambiarlo. Per averci provato una volta, ho rischiato di scomparire. E no, non sto cercando di farti sentire in colpa, ma di dimostrarti che le stesse paure che provi tu, come madre, le provo io come figlia. Non è facile accettare di essere figlia di due coeateni, ne tantomeno di due personaggi delle favole, ma realizzare tutto d'un tratto di amare quelle stesse persone proprio quando si è lontani da loro, è anche peggio. Ed è orribile realizzare di avere costantemente paura di perderli. Okay, non mi hai insegnato a camminare e non mi hai accompagnata al mio primo giorno di scuola, ne al mio primo ballo, e allora? Non possiamo tornare indietro per rimendiare. Io non sono più quella bambina, e tu non sei più la stessa di prima. Ma rimani la mia mamma. E ci sei, per me. Una volta mi hai promesso che il tuo compito era quello di non farmi sentire più un'orfana. Beh, ci sei riuscita. Mi sento tua figlia."
Mary Margaret aveva ricominciato a piangere accanto a lei. Emma rimase congelata, non sapeva cos'altro dire, e se avesse soltanto peggiorato le cose?

"Mamma ..."
"Mi dispiace, tesoro. Io... non hai idea di come mi senta ogni singolo momento della giornata. Sapere di aver perso così tanto, e di rischiare di perdere ancora, di perdere te di nuovo mi fa sentire male. E fino ad ora non ho mai detto niente, ti sono stata a guardare mentre rischiavi di farti consumare da tutto quel buio da cui ho cercato di tenerti lontana ancora prima che tu venissi al mondo. Saperti nell'Oltremondo per una missione, per quanto nobile, che potrebbe ... finire male, mi fa temere per la tua incolumità e mi fa sentire impotente. E si, mi fa arrabbiare. Come una belva. Ma non posso smettere di essere in ansia per te. Di essere tua madre."
"Io non voglio che tu smetta di farlo. Solo, parlami. Quello di cui ho più paura, in questo momento, è di perdere la tua fiducia. So di aver combinato anche troppo in così poco tempo, ho sbagliato dal principio, ma... mi sentirei ancora peggio se sapessi di aver perso il vostro appoggio. Anche in una missione che potrebbe essere suicida."
"Non potrei mai," rispose con fermezza, prendendole il viso tra le mani, "MAI, perdere la fiducia in te, Emma. Non osare mai pensarlo."
Emma annuì, gli occhi lucidi e la voce spezzata: "Va bene."
La bionda si sporse e strinse la madre in un abbraccio. "Ti voglio bene"
"Anch'io Emma."
"Sai, è stato papà a convincermi a parlarti. Ha detto che siamo molto simili."
Biancaneve rise, "Beh, tuo padre è sempre stato un ottimo oratore."
"Ha detto anche che siamo entrambe molto testarde"
"E non posso biasimarlo... " sorrise, si alzò, e tese ad Emma la mano, "Torniamo a casa? Abbiamo una missione da compiere."
"... Si, andiamo."
"Insieme."
"Insieme."


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Salve.
In piena crisi da hiatus, e dopo aver passato tre giorni pieni su youtube a disperarmi come una matta su ogni video fanmade esistente nel cosmo, ho deciso di focalizzarmi su una missing moment, ovvero sul rapporto madre-figlia. Penso che per quanto ouat continui a piacermi, in questa 5A abbiano un po' tralasciato il ruolo di Mary Margaret nella vita di Emma, e niente, l'ho immaginata in una piena crisi di nervi da "si, ti ho vista diventare il signore oscuro, ma diamine nell'Inferno no."
E niente, è uscito questo.
Non so come è venuto, non so se vi è piaciuto, spero di si, e se vi va lasciatemi una piccola recensione per farmi sapere il vostro parere, che per me, è indispensabile. Sicura del fatto che:
1) Non smetterò di piangere per Killian
2) Emma resta uno dei miei personaggi preferiti
3) Madre e figlia sono due cuppycake
4) Daddy!Charming è sempre la cosa più precious perchè si
Vi auguro una bella giornata. Alla prossima!
xx
Haley.   


 
  
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