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Autore: Neverland98    11/01/2016    3 recensioni
"Forse, dopotutto, esiste davvero un lieto fine."
Questa storia partecipa al contest "If today was your last day... and Tomorrow was too late" indetto da Giacopinzia17 sul Forum di Efp.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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HOW TO SAVE A LIFE
 
Lost and insecure, you found me.
- The Fray
 
 
 
Sto bene.
Ormai è il suo mantra. Emma se lo ripete spesso. A volte mentalmente, a volte anche ad alta voce.
Sto bene.
Sì, perchè lei sta bene. Sta bene così. E' sola, certo, ma lo è sempre stata. Non ha bisogno di nessuno. E' forte e indipendente.
Non le risulta che sia negativo.
Sa badare a se stessa, ha un lavoro in cui è brava (ammesso che si possa definire un vero e proprio "lavoro") e che la gratifica e che, soprattutto, le permette di pagare l'affitto.
Quindi sì, sta bene.
Certo, le piacerebbe frequentare ogni tanto qualcuno di diverso da un truffatore barra ladro barra traditore fedifrago barra completo idiota.
E poi deve ammettere che sarebbe bello tornare a casa, la sera, e trovare qualcuno ad aspettarla al posto del solito disordine.
E' vero, poi, che ogni tanto avrebbe voglia di parlare con qualcuno, anche solo per chiedere un consiglio.
E, sì, d'accordo, anche passare il compleanno con qualcuno non sarebbe male. Magari con una vera torta al posto dell'abituale cupcake solitaria.
E pensare che quest'anno sembrava stesse andando diversamente...
D'accordo, adesso basta.
Emma non sta bene.
Non sta bene perchè in tutto il mondo non c'è nessuno a cui importi davvero di lei e perchè anche dopo ventotto anni, anche dopo cinquanta, non ti abitui a stare da sola. Inutile prendersi in giro.
Fa male sempre allo stesso modo, solo che impari ad aspettarti quel dolore. Alla fine, lo accogli anche come un vecchio amico.
E così Emma immerge la candelina nella panna, la accende e la fissa.
Sorride sorniona, quasi con aria di sfida. E così tu puoi realizzare qualunque desiderio, pensa. Beh, vediamo se riesci a realizzare questo.
"A un anno pieno di successi."
E mentre lo dice si rende conto di quanto siano insensate quelle parole. Che stupidaggine. Un anno pieno di successi. Lei? La candelina dovrà davvero faticare.
Soffia.
 E allora suonano alla porta.
Guarda la candelina, sinceramente supita.
.Magari alla porta c'è la sua fata madrina con la bacchetta magica pronta a cambiare la sua vita.
Alla buon'ora.
O magari, più probabilmente, è il vicino che ha finito il sale. O lo zucchero.
Apre la porta, curiosa.
E, toh, non è nessuno dei due.
Non è quell'imbecille della sua fata madrina nè il vicino scroccone.
E' un bambino.
"Ehm... Ti sei perso?"
Lo scruta dall'alto in basso. Non sapeva che vivessero dei bambini in quel condominio. Se è così, allora è il momento di traslocare.
Emma non ne vuole sentire nemmeno parlare. Non più.
"Sei tu Emma Swan?"  domanda il bambino.
Dipende da chi lo chiede.
"Sì. E tu chi sei?"
"Io mi chiamo Henry, e sono tuo figlio."
Complimenti, candelina. Davvero.
Emma ammutolisce. Scruta il ragazzino, cerca qualcosa - qualunque cosa - nel suo aspetto che possa dimostrarle che non è così. Dopotutto, non le assomiglia per niente.
No, a lei no. Ma...
I capelli castani, il taglio degli occhi...
Neil.
Emma sa cosa vuol dire. Non è stupida, e ,anche se non lo vuole ammettere, sa che in quell'istante la sua vita è cambiata.
Non si toglierà di torno il bambino tanto facilmente. E, in effetti, lo capisce.
Anche lei ha passato tutta la sua vita desiderano di scoprire chi fossero i suoi veri genitori. Suo figlio, che evidentemente è testardo quanto lei, ci è riuscito. Non se la lascerà scappare.
Lo sa perchè è quello che farebbe lei.
Perchè se lei avesse la possibilità di poter parlare con sua madre anche solo per un minuto, lo troverebbe sufficiente per urlarle addosso una quantità di epiteti affatto gentili.
E, implicitamente, teme che anche suo figlio sia lì per quello.
Come biasimarlo, dopotutto?
Ma Henry non è lì per quello.
Henry è lì perchè ha una storia da raccontarle. Anzi, tante storie. Tutte assolutamente improbabili, s'intende, ma sono storie.
Emma guarda la candelina spenta immersa nella panna. La cera che inizia a gocciolare.
Però.
E' bastata una frazione di secondo e la sua vita è cambiata. Emma lo sa, se lo sente, che i suoi giorni a Boston sono finiti, e, in qualche modo, sa anche che la sua solitudine è finita.
Dopo ventotto anni, la sua vita ha preso una piega totalmente inaspettata.
Forse, dopotutto, esiste davvero un lieto fine.


 
 
Angolo autrice:
Salve a tutti, questa è la mia prima storia nel fandom di OUAT, e l'ho scritta, come ho scritto, per il contest "If today was your last day... and tomorrow was too late".
E niente, fatemi sapere che ve ne pare :)
   
 
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