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Autore: Atena_Laufeyson    11/01/2016    4 recensioni
Mancava ormai solo una settimana al matrimonio di John e Mary, e quella sera a una settimana dal grande giorno John sarebbe uscito con Sherlock per festeggiare il suo addio al celibato...
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mancava ormai solo una settimana al matrimonio di John e Mary, e quella sera a una settimana dal grande giorno John sarebbe uscito con Sherlock per festeggiare il suo addio al celibato.

Aveva deciso da tempo che sarebbe uscito solo con il suo migliore amico a festeggiare, e quando glielo propose, dopo almeno 10 minuti di silenzio tombale dove Sherlock era rimasto in uno stato di shock, alla fine accettò.

La sera presero quindi il taxi che li avrebbe portati in centro a Londra, dove avrebbero bevuto qualcosa in qualche pub.
Mentre erano in viaggio Sherlock estrasse il suo smartphone dalla tasca e aprì un’applicazione che poi mostrò a John.
“Ho calcolato il tasso massimo di alcool che possiamo assumere per rimanere sobri durante tutta la sera” Esclamò orgoglioso porgendo il telefono a un perplesso John.
“Ogni volta che berremo registrerò la gradazione alcolica qui, e quando arriveremo al massimo torneremo a casa” Aggiunse poi, fiero della sua invenzione. John però non sembrava affatto entusiasta, anzi, la cosa lo irritava leggermente; ma non disse nulla per non far partire Sherlock in lunghe ed esasperanti spiegazioni sul perché rimanere sobri era la miglior cosa.

Arrivarono quindi nel primo bar e ordinarono due birre, che subito Sherlock registrò sul suo telefono e così fece anche quando andarono nel secondo pub... E nel terzo... E nel quarto... All’arrivo delle altre due birre al quinto pub però Sherlock si assentò un attimo, lasciando il telefono sul tavolo. John allora, agile come un felino prese l’applicazione e la modificò in modo che il tasso di alcool assunto aumentasse a velocità estremamente ridotta.
Quando Sherlock tornò non si accorse di nulla, e bevve la sua birra come se niente fosse. Al sesto pub si concesse un bicchierino di Rum, al settimo del rum e anche una birra e nell’ottavo cominciò a camminare sbilanciato e biascicando di tanto in tanto le parole. Nonostante ciò però decise di rimanere fedele nella sua app, e bevve di nuovo due rum e un cocktail che John gli aveva consigliato.
A fine bevuta quasi strisciava per terra invece di camminare e fu allora che John, anche lui non molto stabile, ebbe comunque più lucidità e decise di tornare a casa.

Salire le scale fu una faticaccia; Sherlock cadde subito a inizio rampa e si ritrovò sdraiato con la faccia schiacciata contro uno scalino. John nel tentativo di rialzarlo cadde anche lui come un sasso. Dopo innumerevoli tentativi di rialzarsi e grazie anche all’aiuto della signora Hudson alla fine riuscirono a strisciare fino all’appartamento.

Decisero poi di giocare a ‘indovina il personaggio’, un gioco in cui entrambi avevano un bigliettino appiccicato sulla testa e ognuno dei due doveva far indovinare all’altro il personaggio che aveva scritto.

La cosa non fu facile.

John e Sherlock a ogni tentativo di leggere il bigliettino si ritrovavano a doversi avvicinare sempre più uno all’altro per leggere senza che le lettere si muovessero vorticosamente nelle loro teste.

Si avvicinarono ancora

Ancora

E ancora

Fino a quando non si trovarono a pochi centimetri di distanza.
“Perché mi stai fissando John?” Biascicò Sherlock guardando l’amico che non gli staccava gli occhi di dosso. Poi la sua mano si appoggiò sul suo ginocchio, non si sa se per tenersi dritto senza crollare o per altro. Però erano lì, quasi appiccicati, che si fissavano.

“John...” Riprovò Sherlock, che però venne fermato dall’ex soldato che gli poggiò l’indice sulle labbra.
“Shhh, sta zitto per favore” Sussurrò per poi far scorrere l’indice dalle labbra al collo.
Sherlock rimase pietrificato da quel gesto, non capiva cosa stesse succedendo e tutto l’alcool che aveva bevuto di certo non aiutava.

John intanto continuava ad accarezzargli il collo senza dire niente, limitandosi solo a fissarlo; fino a quando non si spostò con la mano fino a dietro la testa, fu a quel punto che spinse Sherlock verso di lui e lo baciò. Non aspettandosi quella spinta improvvisa Sherlock cadde a peso morto e si ritrovò letteralmente in braccio a John che continuava a baciarlo fino a quando dalle labbra poi scese a baciargli il collo iniziando intanto a sbottonargli la camicia.
“John.. tu ti devi sposare con Mary tra una settimana” Biascicò Sherlock cercando di mantenere il controllo. Era da quando aveva visto l’ex militare per la prima volta che aveva iniziato a provare qualcosa di più di una semplice amicizia, ma John non aveva mai dato segni di provare altrettanto per lui. Perché ora? Perché proprio prima di sposarsi?
'Sarà l’alcool?' Si ritrovò a pensare intanto che John continuava a baciargli il collo passando le sue mani sulla sua schiena e tra i capelli.

“Ti potrei dire che è per l’Alcool, ma sarebbe solo una scusa. E’ da anni che sognavo questo momento” Sussurrò l’ex soldato col viso appoggiato nell’incavo della spalla di Sherlock “Lasciati andare... fallo per me” aggiunse poi.

Il detective però non voleva cedere, per quanto la sua mente frastornata dall’alcool lo invitava a farlo. Cercò in tutti i modi di mantenere il controllo fino a quando non si ritrovò buttato a terra, con John sopra e la camicia completamente sbottonata.
Non sapeva se era stata la botta che aveva preso in testa, ma a quel punto la ragione perse contro i sentimenti e si ritrovò a ricambiare ogni bacio e a togliere il maglione e la camicia a John...

******************

La mattina si risvegliarono sul pavimento dell’appartamento con un mal di testa atroce e... Non molto vestiti.
“Oh cazzo...” Sussurrò John guardando Sherlock, che lo fissava con aria altrettanto terrorizzata.
“Tu... tu ricordi?” Chiese il detective ancora seduto a terra, incapace di muoversi, sperando in una risposta negativa.
Per lui era stata una delle serate migliori della sua vita... Era una cosa terribilmente sbagliata, lo sapeva, ma pensava che John non ricordasse nulla per via dell'alcool e che quindi avrebbe potuto inventare qualcosa su quel risveglio sul pavimento mezzi nudi.

John però annuì, senza dire una parola.

Anche Sherlock rimase zittito e abbassò lo sguardo, incapace di nascondere l’imbarazzo.
L’ex soldato poi cerco di rompere il silenzio: “Senti... Mi dispiace. Io... io ho cominciato e ti ho trascinato in...”
“Io però ci sono stato, John” lo interruppe Sherlock gelido, per poi afferrare i suoi vestiti, andando a chiudersi in camera.
John si rivestì anche lui e poi si sedette sulla sua poltrona con la testa tra le mani; cosa aveva fatto? Tra una settimana si doveva sposare con Mary, la donna che amava... o credeva di amare.... Possibile che Sherlock riuscisse sempre a stravolgergli la vita?

Dopo aver passato due anni di solitudine senza di lui aveva trovato Mary, sembrava andare tutto bene... Sembrava che quegli strani sentimenti che provava fossero scomparsi; e invece eccoli lì, più forti di prima. Cosa avrebbe fatto ora?

Si ritrovava combattuto, seguire la via più ovvia o la più rischiosa? Mary, la donna che aveva saputo tirarlo fuori dalla sua solitudine oppure Sherlock, che non aveva bisogno di descrizioni?

Già... Lui non aveva bisogno di racconti per descrivere quanto fosse importante per lui, non aveva bisogno di paroloni. Era semplicemente Sherlock... Il suo Sherlock.
Si guardò intorno, scandagliando ogni angolo dell’appartamento, come a cercare un indizio o un aiuto. Alla fine poi si alzò e corse fuori dalla casa.

Sherlock uscì dalla sua stanza dopo ben un’ora e non trovo John.
‘Se ne è andato’ disse con voce derisoria lo Sherlock che albergava nel suo palazzo mentale ‘Sarai felice ora che lo hai perso per sempre. Complimenti Detective!’ Continuò lei.E continuò a deriderlo... e a rimproverarlo... e poi a deriderlo ancora fino all’arrivo della sera.

Aveva trascorso tutto il giorno seduto sulla sua poltrona, incapace di muoversi. Nell’appartamento regnava un silenzio inquietante, fino a quando non si sentirono passi che correvano veloci su per la scala che si avvicinavano sempre più. All’ingresso dell’appartamento pochi secondi dopo c’era John.
“Pensavo non saresti tornato” Disse Sherlock evitando gli occhi dell’ex soldato
“Ti sbagliavi”
“Dovresti tornare dalla tua futura moglie a organizzare il matrimonio” ribatté freddo
“No, perché non ci sarà alcun matrimonio. Non con lei almeno”
Fu a quel punto che Sherlock scattò in piedi come un gatto spaventato e guardo John con gli occhi sgranati
“Hai... Hai lasciato Mary... Per me?” Chiese e lui annuì
“John lo sai che è sbagliato” Disse Sherlock cercando di non far trapelare la sua gioia nel sentire quella notizia
“Allora è lo sbaglio migliore che io possa commettere” Ribatté l’ex soldato avvicinandosi al detective “Uno sbaglio che dovremmo fare insieme però, e potremmo iniziare a sbagliare da ora” Aggiunse poi sorridendo e prendendo la mano di Sherlock e aspettando una sua risposta.
Fu a quel punto che il detective alzò lo sguardo, sorridendo sornione “D’accordo signor Watson, il gioco è cominciato”
E lo tirò a se per baciarlo, dando inizio al loro sbaglio insieme...



angolo dell'autrice: Salve miei piccoli ricci! Eccomi tornata con una nuova ff sui miei amati Johnlock *^* ormai stanno diventando un ossessione :3 Questa volta ho cercato di mischiare un po' di angst con del fluff e spero davvero che vi piaccia ^-^
Buona lettura!
   
 
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