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Autore: IntoxicaVampire    11/01/2016    0 recensioni
«Ma... come fai?» gli chiesi, annebbiata da quel tepore. «Non fa male». Fissai il fuoco, che era basso e di un colore rosso intenso.
«Non ti farei mai del male, Rosalie».
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Alla Sky High, scuola per giovani aspiranti supereroi, Rosalie Frozehart, "Freeze Girl" con il potere del ghiaccio, è da sempre innamorata di Warren Peace, il ragazzo con il potere del fuoco. Ma Ghiaccio e Fuoco sono due Elementi opposti per natura, possono essi convivere senza distruggersi l'un l'altro? Il loro amore così contrastato potrà realizzarsi? Entrambi soffrono eppure è così difficile resistere a un amore reciproco così intenso...
Genere: Science-fiction, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Warren Peace
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. Attacchi d'arte (e di stile)


«Che bello! Ma è fantastico sì, Scarlett! Sono davvero contenta che fra voi sia tutto così meraviglioso! E quand'è che vi siete baciati?»

«Eh eh eh, dopo!» ridacchiò la mia amica, furbetta. «Dopo aver mangiato siamo andati a casa sua e abbiamo guardato un film, di cui sinceramente non ricordo un fotogramma ma comunque... eravamo tutti accoccolati sul suo mega divano, e sai, una cosa tira l'altra... Mi ha attirata a sé e mi ha baciata, come se fosse un gesto del tutto spontaneo. Non mi ero neanche accorta che lo stava pensando!»

«Wow wow wow! Iiiihhh che cariiiiii!» squittii, tutta felice per lei.

«Guarda che la prossima in lista per il "cariiiii" sei tu con Warren, eh!»

«Eh beh ovvio! Ahahah!»

Mi venne in mente una cosa. «Che bello così dopo potremo fare finalmente un Di-A-Di-Emme-A-Ci-Emme-A! Un doppio appuntamento di migliori amiche con migliori amici! È sempre stato il mio sogno!» annunciai, raggiante, saltellando sul posto.

«A dire il vero ti sei impuntata con questa storia da quando hai guardato Diario di una nerd superstar quest'estate!» rise Scarlett, prendendomi in giro perché mi ossessionavo sempre su tutto. Avevo guardato tutte le stagioni in cosa, due settimane?

«Non importa, è comunque una cosa che voglio fare e sarà una figata!» Stavo già pregustando il momento.

In quel momento sentimmo una puzza improvvisa aleggiare nell'aria: guardammo in basso e vedemmo Pixel che era venuto là da noi e si stava strusciando sulle nostre gambe.

«Bleah che schifo ha scoreggiato ahahaha!!!» dissi io tappandomi il naso. Pixel mollava le puzze quando era contento, ma erano potentissime!

«Ahahah scappiamo!» gridò Scarlett ridendo a crepapelle, e ci demmo entrambe alla fuga.

Ancora ridacchianti, ci rifugiammo in corridoio.

«Ah, cos'è che volevi farmi vedere?» chiese Ska, prendendo boccate d'aria non contaminata.

«Ah sì» rimembrai, facendomi aria con la mano.

Aprii la porta della mia camera. Quando entrai, mi girai e vidi Scarlett pietrificata sulla soglia. Stava scrutando la stanza con orrore, o almeno così sembrava.

«Oddio Rose, ma che hai combinato?!» mi chiese sbigottita, incredula della visione a lei presentatasi. In effetti ormai Ska era abituata a vedere il mio habitat naturale simile ad una giungla. Anch'io sarei rimasta paralizzata se l'avessi vista perfettamente in ordine da un giorno all'altro.

«Eh eh, domenica ho fatto un repulisti generale della camera! Guarda? È irriconoscibile!»

«Vedo!» rise, ancora attonita. «Era questa la sorpresa?»

«Anche! Ma la migliore deve ancora venire». Mi avvicinai al computer. «L'ho fatto ieri, avevo l'ispirazione. Dimmi se ti piace.» Dalla scrivania presi il cartoncino formato A3 che avevo usato per farci il disegno. Come lo videro, gli occhi di Ska si illuminarono e la sua bocca si aprì in un gran sorriso.

«Noooooo!» esclamò entusiasta. «Hai disegnato me, te e Ash in versione Tokidoki?! Ma sono bellissimi!»

«Sì, mi sono divertita tanto a farli! Ho usato i pastelli a olio, come su quell'altro del Tokidoki cactus, però prima ovviamente ho fatto gli schizzi a matita! Sai che io non riesco a fare un disegno se prima non ci faccio un milione di righe per riferimento.»

«Sì ma questo è fantastico! Che bello! Ti prego me ne fai uno uguale per la mia camera?» mi supplicò.

«Ma non serve neanche che me lo chiedi! Guarda? L'ho già abbozzato!» Le mostrai l'altro cartoncino, ghignante.

Disegnare era la grande mia passione, assieme alla scrittura: non appena ne avevo l'occasione, prendevo in mano un pezzo di carta e una qualsiasi cosa che scrivesse e facevo degli schizzi, solo per il gusto di farlo, e per non sprecare l'ispirazione che ogni volta mi veniva improvvisamente. Come quando scrivevo: alcune volte mi svegliavo nel bel mezzo della notte per buttare giù un appunto, perché se rimandavo con la classica scusa ''tanto me lo ricordo'', erano idee perse per sempre. Dopo che mi era capitato innumerevoli volte, ora raccoglievo tutta la mia buona volontà e scrivevo l'appunto anche se mancava poco che mi addormentassi. Uhm... forse era per questo che avevo sempre sonno. Eh eh, ops. Ma era meglio così, piuttosto di dover dire ''sì, ciao'' alle mie idee notturne.

Afferrai il mio blocco da disegno con gli ultimi schizzi. «Questi sono Joe e Warren. Opera in cantiere, di prossima realizzazione» dichiarai con un sorriso.

«Mmm...» rimuginò lei. Stava per cominciare con i suoi consigli. «I capelli di Warren hanno qualcosa di strano.»

«Eh, lo so!» sospirai. «Infatti devo cambiarli... perché non sono piatti, ma sono più voluminosi... e poi ce li ha tipo scalati sotto... Insomma, ha i capelli indisegnabili! Ahahaha» risi per la disperazione. Joe invece ce li aveva un po' lunghi, castani, con la cresta in mezzo e la frangia davanti, come erano andati di moda quell'estate. «Ah a proposito, non gliel'ho ancora detto ma Joe è fighissimo con quel nuovo taglio di capelli!»

«Riferirò il messaggio» mi rassicurò Scarlett facendomi l'occhiolino. «Comunque sì, lo penso anch'io» sorrise. Poi sospirò. «E anche lui.»

«Ovvio, me lo aspettavo da lui» dissi divertita.

«Gasato». Lo disse come fosse una causa persa.

«Sì beh» asserii. Intanto rimisi il disegno sulla scrivania. «Oh è fatto così, che ci vuoi fare»

Ska mi guardò con un sorriso e un sopracciglio alzato e mi chiese: «Non eri tu quella a cui piacevano i gasati?»

Risi. Era assolutamente vero. «Sai com'è, andando con lo zoppo s'impara a zoppicare».

La mia amica rise, poi si avvicinò al muro. «Hai tolto i poster?!» mi chiese incredula. Faceva bene ad esserlo: di solito avevo ogni singolo centimetro quadrato di parete o di armadio rivestita con foto o locandine dei miei film e cantanti preferiti.

«Sì, mi ero rotta. Li ho rimpiazzati con i miei disegni.»

«Sì, meritano.» Annuì. «Beh, l'ho sempre detto».

«Grazie! Comunque non li ho tolti tutti, ho lasciato quello bello di Katy Perry e di Lady Gaga, quella foto fantastica di Alex Evans e le foto mie con mio fratello. Ho tolto anche il poster a grandezza naturale di Taylor Lautner con la camicia aperta e il petto nudo, tanto ormai ho Warren e quello non mi serve più...» ridacchiai.

Ska prima guardò il poster con Taylor Lautner che era piegato sopra la scrivania e mormorò qualcosa del tipo «Aspetta solo che lo veda Ashley...», poi si avvicinò agli ultimi due ritratti che avevo nominato e li confrontò. «Certo che Alex Evans e tuo fratello sono proprio uguali...»

Risi. «Ahahah vero? Ah ma non dirglielo che sennò sai che ti rincorre con un forcone! Ahahah»

Ska rise e poi cominciò: «A proposito di foto...»

Alzai lo sguardo su di lei, sospettosa.

«Devo fartene vedere alcune che ho fatto la scorsa settimana». Tirò fuori il cellulare e io mi avvicinai a lei. «Ecco, questa te l'abbiamo fatta io e Ashley sabato alla sesta ora, dopo pranzo, nell'ora di Inglese senza Perkins».

Guardai lo schermo. La foto ritraeva me stessa mentre scrivevo tutta intenta sul diario. Sconcertata dissi: «Ah ma quindi non le stavate guardando, le foto! Le stavate facendo!!»

Ska rise della mia ignoranza. «Ahah, sì! Guarda questa qui, è fantastica: c'è Warren appoggiato al muro e ci sei tu che lo stai guardando con la bava alla bocca a mo' di Homer Simpson quando sente la parola "ciambelle"!»

La sua interpretazione era molto fedele all'immagine. «Ecco chi era la fotografa!» risi.

Ska era appassionata di fotografia: si portava la sua fedelissima Reflex dovunque, ma non era come quei finti fotografi che si definivano tali solo perché possedevano un buon apparecchio: lei era brava davvero, trovava sempre l'inquadratura perfetta. I suoi soggetti preferiti erano le persone, e spesso gli studenti della nostra scuola le chiedevano di farsi immortalare. Era anche l'addetta ufficiale alle foto per l'annuario.

«Dimmi un po', mi hai letto nel pensiero, vero?» chiesi, divertita. «No perché avevo quasi intenzione di fare una foto a Warren quando era lì così, ma poi mi ha vista e ho preferito lasciar perdere... sennò pensava che fossi una maniaca! Ahaha».

«Ma tu sei una maniaca!» Scarlett rise e mi fece l'occhiolino. «E poi lo sai, le amiche servono a questo».

Le sorrisi in risposta. «Ne hai altre?»

«Certo! Questa è bellissima: tu tutta su per Warren e lui che ti abbraccia. Sai, quando ti eri addormentata su di lui. Siete carinissimi insieme, lo ha detto anche Ashley!»

Osservai lo schermo del suo cellulare. «Che bella» non potei fare a meno di commentare. Ritraeva me che lo abbracciavo con un sorriso felicissimo, con gli occhi chiusi, e lui con le sue braccia intorno a me, che mi guardava. Anche lui era molto felice. La fiamma sulla sua mano si era spenta, credo per la sorpresa, nel momento in cui mi ero appoggiata a lui.

«Poi ho questa. Ehm, credo che ti piacerà. Ok, però dopo ridammelo!». Mi sgridò perché appena mi aveva mostrato l'immagine le avevo strappato con foga il cellulare dalle mani. Il display ora mostrava Warren e me mentre ridevamo. Quando l'aveva fatta?

«Sempre sabato in classe» mi spiegò Ska in risposta. Wow, erano successe tutte queste cose in quelle due ore del sabato? Mi ero persa qualcosa?

«Era quando stavate parlando dei vostri genitori. O forse dopo. Boh, non mi ricordo.»

Io non la stavo più ascoltando. I miei occhi non riuscivano a staccarsi dall'immagine di Warren che rideva. Mamma mia, era da togliere il respiro.

«Sì, è vero, ha un sorriso fantastico. Lo pensano tutte le ragazze. Appunto, tientelo stretto Rose».

«Lo so... oh passami le foto».

«Aspetta che accendo il Bluetooth».

Mi inviò tutte le immagini e subito misi come sfondo quella di me e Warren abbracciati. Ora sì che si ragiona..., pensai vittoriosa, come se avessi conquistato un trofeo.

«Come mai non le hai fatte con la reflex?» le chiesi. «Cioè, sono venute benissimo lo stesso, ma di solito non le fai mai col cellulare.»

«Perché non avrei fatto in tempo; ce l'avevo in zaino, ma dovevo beccarvi esattamente in quell'istante, altrimenti sarebbero stati attimi persi per sempre. Dovevo immortalarli subito. Però quella dove vi abbracciate l'ho fatta con la reflex! E poi me la sono passata nel cellulare per poterla inviare a te.»

La guardai confusa. «Ma la scorsa settimana avevi la reflex a scuola?!»

«Certo!!!» rise. «Ho fatto un sacco di foto! Non potevo mica farmi scappare il primo giorno di scuola?! Solo che tu eri talmente presa da Warren che non te ne sei minimamente resa conto!» E scoppiò a ridere di nuovo.

Le dissi che doveva assolutamente passarmele tutte e le diedi già una chiavetta USB. Non vedevo l'ora di vederle!

«Adesso cosa vuoi che facciamo?» le chiesi, chiudendo il cassetto da dove avevo preso la chiavetta.

«Beh, compiti non ne abbiamo -e non avrei comunque voglia di farli- quindi potremmo...mah...» rimuginò.

«Andiamo di sopra a divertirci?»

Ska mi guardò diffidente ma divertita. «...devo pensare male?»

Scoppiai a ridere. «Ahaha dai scema! Intendevo: andiamo su in mansarda a giocare con la Wii?»

«Sì l'avevo capito!» e ridemmo di nuovo.

Mentre salivamo le scale che portavano al piano superiore mi venne in mente una cosa che avevo pensato domenica: «Mi è venuta in mente una roba che fa stra ridere: hai presente sabato in palestra quando Lash ha chiamato Warren come se gli stesse dichiarando guerra eterna e lui si è alzato? Ahah me lo sono immaginato che si alzava e poi si metteva a fare il ballo dei giocatori di rugby degli All Blacks!» e scoppiammo a ridere tutte e due immaginandoci la scena.

Dopo altre risate arrivammo in mansarda e accesi la console, con dentro il videogioco di Super Mario Bros. Ero totalmente impedita a giocarci. Scarlett invece era una pro. Avete presente il Mondo 7, quello difficilissimo con le nuvole? Lei lo completava tutto saltando da piattaforma a piattaforma come se niente fosse. Io cadevo nel vuoto già al primo cubo rotante, e lei non la smetteva mai di prendermi in giro per quanto scarsa ero. Comunque fosse ci divertivamo un sacco ogni volta, anche se perdevamo sempre per colpa mia. Cominciammo un nuovo file di gioco e, dopo vari tentativi, riuscimmo a completare il Mondo 1. Nel 2 ci bloccammo al primo livello e non riuscivamo più ad andare avanti, perciò dopo quattro tentativi falliti ci rinunciammo e cambiammo gioco. Infilai il cd di Just Dance nella console e ci sfidammo a una gara di ballo all'ultimo sangue. Sia io che Scarlett facevamo Hip Hop, quindi eravamo entrambe brave a ballare. Ci inventavamo sempre nuove coreografie da provare, ma questa volta avevo proprio voglia di una bella sfida (che tra l'altro vinsi) e riuscii anche a battere il mio record personale. Dopotutto, mica si può essere scarsi in tutti i videogiochi, no?

 

La mattina dopo mi venne voglia di provare uno stile nuovo. Indossai una maglia bianca a maniche lunghe, dei jeans rosa tempestati di strass, con la cintura azzurra e gli orecchini grandi dello stesso colore, e gli stivaletti leggeri bianchi col tacco. Sugli occhi misi l'ombretto rosa glitterato. Mancava ancora qualche accessorio, perciò mi riempii il braccio di braccialetti Shokky Bandz. Anche se nella pubblicità dicevano "Non chiamateli braccialetti!", non sapevo come altro chiamarli. Ovviamente avevo al polso anche la catenella con le stelle di Warren: era fantastica, stava bene con qualsiasi cosa indossassi. Non me la toglievo e non me la sarei tolta mai.

Mi guardai allo specchio: con tutti quei colori sgargianti e glitter vari, pensai che avevo fatto davvero un buon lavoro. Forse detta così sembrava più che altro la presentazione per una sfilata di moda, ma in una scuola dove uno è più strampalato dell'altro nessuno bada a come ti vesti. Beh, ok, io ero un caso a parte, ma ero famosa per i miei abbinamenti di capi di vestiario e per inventare nuovi stili. Il mio punto forte erano gli accessori, che adoravo. Forse qualche volta esageravo, ma nell'insieme la composizione veniva molto bella.

Quando arrivai a scuola, non appena mi vide, Scarlett commentò: «Si ritorna al vecchio stile Scene Queen?»

«Beh, più o meno! No ma così è più easy. La prossima volta opterò per lo stile Scene, promesso». Le feci l'occhiolino. «Mi servirà una bomboletta di lacca per capelli!»

«A parte che oggi ti sei vestita come se dovessi andare in discoteca...»

Ridacchiai. «Ehi, la mia vita è, una pista da ballo!»

«Mi scusi, Miss Discoball!» disse, e ridemmo entrambe.

Arrivarono anche gli altri miei amici. Ash mi guardò divertita e commentò: «Questa settimana non sei più in coma?». Joe e Ska risero.

Non potei rispondere perché dietro di me arrivò anche Warren che subito mi chiese, diffidente, osservando il mio abbigliamento del giorno: «...mi sono perso qualcosa?»

«Mah, mi sa di sì» disse Ashley ridacchiando. Poi, rivolta a me esclamò: «Cavolo, quanti Shokky Bandz! Me ne regali uno?»

Allungai le braccia nella sua direzione. «Certo! Quale vuoi?»

«Mmm, mi piace questo qui a forma di nota musicale. Posso?»

«Certo! A casa ne ho altri, ma non mi stavano tutti»

Ashley prese il braccialetto, che era fatto di una strisciolina di silicone colorato. «E poi mi regali anche questo qui, visto che ce l'hai doppio. E anche questo perché tanto ne hai altri dello stesso colore». Ecco, era proprio tipico da Ashley.

In quel momento arrivò Britney, che vedendo il polso ora colorato di Ash esclamò: «Belli! Anche tu con gli Shokky Bandz, adesso? Certo che vanno proprio di moda...». Poi vide il mio braccio e sgranò gli occhi. «Guarda questa!!» esclamò incredula.

«Oh, avete visto su Facebook?» rise Ash, rivolta sia a me che a Britney «"Non chiamateli BRACIALETTI! E allora come li devo chiamare?! Termosifoni? Ciabatta? Antonio?" Ahahah!» rise, facendomi la citazione del post.

«Ahahah, sì l'ho visto!» risi assieme a lei.

Al pomeriggio, dopo la scuola, Ska mi propose di andare al bar.

«Chi viene?» mi informai.

Scarlett contò le persone sulla punta delle dita. «Allora... ci siamo io, te se vieni, Joe, Gwen, Penny, Speed e Lash».

Ebbi un piccolo sussulto sentendo i nomi dei miei amici. Pensandoci bene, dopo i primi giorni non ero mai stata tanto insieme a loro. Soprattutto, dovevo aver deluso Lash. Gli piacevo molto, e io gli volevo davvero bene, ma lui e Speed avevano sempre avuto astio nei confronti di Warren. Chissà come la pensava ora Lash che mi vedeva sempre con lui.

Scarlett dovette intuire le mie preoccupazioni, ma svelta la deviai chiedendole: «E Ashley e Chris non vengono? Hai già chiesto a Warren?»

«Ash e Chris non possono, devono fare le prove con la band. Hanno detto che gli dispiaceva. A Warren invece non ho ancora chiesto».

«E allora cosa aspetti?».

Mi guardò male, alzando un sopracciglio. Io risi, perché era ovvio che era un compito destinato a me. «Ok, lo farò io appena esce dalla classe. Comunque vengo.» Poi mi venne in mente la "minaccia" della professoressa Delacroix. «Aspetta... quand'è la verifica di Francese?»

«Giovedì...»

«Ah, ok allora» sorrisi. Non potevo arrivare impreparata per quel compito. E Francese era sempre stata una nota dolente, per me. Sembrava proprio che il destino avesse deciso che più di un sei e mezzo non riuscivo a prendere...

«No, prendi anche sette e sette e mezzo. E qualche volta anche un otto»

«Sì, verso Natale, quando nevica» dissi sarcastica con una smorfia. Lei non rispose ma rise e si sedette sui gradini delle scale.

Poco dopo Warren scese la scalinata e io gli andai incontro. «Passato bene il pomeriggio?»

«Sarebbe andato meglio se fossi stato con te» rispose. Sentii il sangue salirmi al viso.

Lui se ne accorse, mi accarezzò una guancia e disse: «Certo che arrossisci con niente».

Rimasi a fissarlo, inorridita da quanto aveva capito di me. Ero davvero così facile da decifrare? Dentro di me ridacchiai perché mi sentivo come una codice a barre.

Contemplai gli occhi di Warren e lo vidi spostare velocemente lo sguardo dietro le mie spalle e anch'io mi girai. Scorsi Joe fissare il suo migliore amico per un attimo e poi andarsene alla corriera. Tornai da Warren, che ancora lo squadrava. Non capivo. Alla fine fu lui a parlare. «Comunque, dovevi chiedermi qualcosa?»

Accidenti, ma sapeva tutto. Sul serio sembrava in grado di penetrare i miei pensieri. Poi pensai che Ska mi aveva rassicurata che ne era capace solo lei, e la sentii ridacchiare dal corrimano delle scale.

«Cosa c'è? Ho detto qualcosa di divertente?». Warren era confuso, spostava lo sguardo da me alla mia amica che rideva.

«No, scusa, è che sembra che tu sappia leggermi nel pensiero». Sorrisi.

«Ah ah, no, mi dispiace ma non rientra fra le mie abilità. Solo che è così facile capire le tue intenzioni...»

«Davvero?». Oddio. Era una cosa preoccupante? Misi da parte quegli interrogativi; potevano aspettare. Avevo una questione più urgente. «Comunque volevo chiederti: ti va di venire al bar, adesso? Andiamo al Chocodream, il mio posto preferito, in quanto accanita fan del cioccolato in tutte le sue forme». Ridacchiai.

Warren volse di nuovo lo sguardo verso la porta della corriera, dove il mio e suo migliore amico stava chiacchierando con Lash. «C'è anche Joe?» chiese.

Balbettai un «S-sì...». Lui cercò di nascondere una smorfia. «Comunque non posso. Ho le prove con la band; ormai ne sono ufficialmente entrato a far parte» dichiarò infine, con quella che doveva essere l'ombra di un sorriso.

Mi illuminai. «Ma è magnifico! Beh, me lo aspettavo, visto che il chitarrista dell'anno scorso, Sam, ha finito la scuola.» rimuginai. «Ma davvero non puoi venire?». Rimasi delusa, non mi aspettavo un suo rifiuto, anzi mi ero preparata a passare delle piacevoli ore in sua compagnia.

«Sì, mi dispiace Rosalie, ma non posso proprio. Comunque credo che anche tu faccia parte della band, ora. Ma se Chris non ti ancora chiesto niente, credo pensi che tu lo dia per scontato. Lo avviserò che oggi non ci sei alle prove.»

Non ci capivo più niente. Azzardai un: «Ma non c'era già...?», ricevendo questa risposta: «Sì, ma gli UnderLegs Tea Party si sono ritirati. Non suonano più quest'anno; lasciano spazio a noi. C'è già Scarlett alle tastiere!»

Ero ancora confusa. Lo vidi di fretta, quindi, imbarazzata per la mia ignoranza, bisbigliai un «Allora vengo volentieri...» ma lui mi parlò sopra.

«Ok, bene. Ci vediamo». Si congedò, dando un ultimo sguardo accigliato alla corriera, poi si voltò e cominciò a risalire le scale, per poi scendere in quelle interne che portavano all'aula di musica sotto.

Sentii Scarlett dietro di me. «Cos'è successo? Come mai si è comportato così?»

Scossi il capo. «Non lo so. Però, forse... credo ce l'abbia con Joe. Ho visto che lo guardava male. E appena gli ho detto che dopo c'era anche lui, mi ha subito tirato fuori una scusa per non venire.»

Lo sguardo della mia amica divenne assente per qualche secondo, mentre la sua mente vagava attraverso le aule per leggere i pensieri di Warren. Attesi in silenzio.

«Sì», disse infine «hai ragione. È ancora a causa del loro litigio; Joe non si è scusato del tutto.»

Sospirai: era tipico di Joe. Era molto fiero, non era mai il primo a chiedere scusa. Attendeva che fossero gli altri a fare il primo passo.

«Ma, sai, Warren mi aveva detto che ultimamente aveva molti sbalzi d'umore» rammentai.

«Sì, e ha aggiunto "che ultimamente sono così frequenti, se devo dirla tutta"» completò, frugando nella mia memoria. Doveva aver imparato a leggere anche i ricordi. Rimasi sbalordita di quanto abile era la mia amica. «Sai cosa voleva dire? Che il suo umore cambia bruscamente quando sta con te. "Ultimamente" perché in questi ultimi tempi siete stati un sacco assieme. E questo è quanto. Muoviamoci, o il bus parte senza di noi. Come dice sempre Ron, "l'autobus non aspetta nessuno"! Anche se con noi cause perse ha fatto più volte un'eccezione» sorrise.

Durante il tragitto, cercando di ignorare le brusche virate di Ron l'autista che facevano somigliare così tanto il viaggio di ritorno a una corsa sulle montagne russe, domandai a Scarlett: «...davvero sono così facile da leggere?»

Ska mi guardò, si mise le mani sui fianchi e rifletté: «Sinceramente non c'ho mai fatto caso. Ho sempre letto i tuoi pensieri, non so dirti se...» Mi fissò di sottecchi, studiandomi.

«Manco fossi una copia del New York Times!» esclamai indignata.

Ma ormai lei non mi ascoltava più. «Rose, c'è... un cambiamento di programma».

Rimasi confusa. «Non si va più?»

«No no, andiamo, però... viene anche...»

«Ashley?» chiesi speranzosa.

«No. Viene anche Amber.»

«AMBER?!?» urlai.

Ska mi zittì subito. «Ssshh!!». Mi indicò col pollice gli ultimi posti in fondo, dove Amber, Gwen e Penny stavano chiacchierando concitate. «Sì beh, sai... lei e Gwen sono amiche...»

Sospirai. «Ah. Giusto.» Non è che Amber mi stesse sulle palle, ma non sopportavo quei suoi modi di fare superiori.

In quel momento vidi proprio lei arrivare trottando vicino al sedile mio e di Ska. Io ero vicino al finestrino.

«Cambio di programma, Rose» annunciò, mentre Ska cercava di abbassarsi per non ingoiare i suoi capelli, che le dondolavano sopra la testa.

«Un altro?!»

«Sì, non si va più al Chocodream»

Rimasi spiazzata. Come? Niente frappè alla cioccolata?

«Ah e come m...-»

Mi interruppe, ovviamente (sgrunt). «È chiuso, non lo sapevate?»

Ska disse fra i denti: «Eh... no... altrimenti non decidevamo di andare là...»

Amber la guardò un attimo, poi decise di ignorarla. «Beh, abbiamo pensato di andare al Napoleon. Se volete venire, bene, sennò affari vostri». E con una sventolata ai capelli girò i tacchi e tornò al suo posto.

«Ma dai, è una deficiente totale», commentò Ska.

Scossi la testa. «Perché cavolo si comporta in questo modo?! Lei non è così!»

«Oh beh, dobbiamo sopportarla solo oggi, poi chi si è visto si è visto e tanti saluti».

  
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