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Autore: Widov    11/01/2016    0 recensioni
Ispirata dall'omonima canzone di Jason Walker, prima OneShot di un progetto che spero ti piacerà.
❝Un profondo sospiro, i polmoni si caricarono del puzzo di sangue e sudore, il tipico odore dei suoi pomeriggi invernali.
Ancora disteso sulla neve che, senza pietà, gli bagnava i pantaloni, i calzini ed il giubbotto che suo fratello gli aveva comprato ieri.
-Alzati, Choi.-
Qui c'è solo il mio eco.❞
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Daehyun, Zelo
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Echo L'ultimo ricordo






C'è nessuno qui?

Hey.

C'è così tanto silenzio.



Un profondo sospiro, i polmoni si caricarono del puzzo di sangue e sudore, il tipico odore dei suoi pomeriggi invernali.

Ancora disteso sulla neve che, senza pietà, gli bagnava i pantaloni, i calzini ed il giubbotto che suo fratello gli aveva comprato ieri.

 

-Alzati, Choi.-

 

Qui c'è solo il mio eco.

 

-Choi..?-

 

La voce spezzata sembrava non raggiungerlo, e se il petto glabro non avesse continuato ad alzarsi ed abbassarsi aritmicamente, probabilmente sarebbe sembrato morto a tutti gli effetti.

Ora sulle labbra esili affiorava un debole e pallido sorriso.

Gli sarebbe piaciuto.

Le palpebre si schiusero e puntarono sul cielo plumbeo delle otto e quindici minuti del mattino.

 

-Ah, allora sei cosciente. Alzati, ti porto in ospedale.-

 

Il vento gelido gli fece accapponare la pelle diafana, scostando le ciocche corvine dalla fronte sporca di sangue incrostato e sudore.

Qualcuno si inginocchiò al proprio fianco e tirò su col naso, occupando in meno di pochi secondi l'intera visuale: Jung DaeHyun lo aveva trovato, di nuovo.

Storse le labbra in una smorfia simile ad un sorriso e gli diede un leggero schiaffo sulla guancia morbida.

 

-Ti hanno ridotto bene, stronzetto.-

 

JunHong non disse nulla.

Come sempre.

Con lui non c'era bisogno, gli bastava parlare con gli occhi.

 

DaeHyun, io sono solo.

Non so davvero dove sia il mondo, e mi manca così tanto. Mi manca esattamente come mi manchi tu.

Sono al limite e sto urlando il mio nome a squarciagola, come uno stupido, non ho più fiato.



Sospirò al tocco gentile che andò a posarsi sul collo, concentrandosi sulle scapole mentre tutto attorno a loro cambiava, veloce e silenzioso, eppure esasperatamente continuativo e senza tregua.

Gli ricordava qualcosa di spiacevole che gravava sulla bocca dello stomaco in parallelo ai pugni che aveva ricevuto dall'uomo che, ora, lo sovrastava interamente.

Il cielo era scomparso per lasciar spazio al biancume sporco di muffa dalla propria stanza -quella muffa a cui non aveva più fatto caso da quando aveva iniziato a perdersi in quegli occhi nocciola.

Non percepiva nemmeno più il freddo.

 

-Vuoi davvero partire per la leva militare? Sono due anni, JunHong. Non so se riesco a stare così tanto senza vederti.-

 

I loro corpi privi di indumenti erano piacevolmente intricati tra le coperte ed immersi nel silenzio dei loro sospiri, interrotto solo da poche parole e lo schiocco di quei baci asciutti.

 

Da quando te ne sei andato chiudo gli occhi e fingo di stare bene, ma non è mai abbastanza. 

Perché il mio eco è l'unico suono che ritorna.

E la mia ombra è l'unica che sembra poterlo comprendere.



Era ancora dentro di lui.

JunHong poteva percepirlo ad ogni minimo movimento, volontario o meno, dovuto alle carezze che lo veneravano dal volto alle gambe o dalla necessità che aveva di spingerselo addosso per rubargli tutto il calore.

Erano passati otto mesi dall'ultima volta che qualcun altro glielo aveva portato via senza nemmeno il tempo di un addio.

 

Addio.

 

Quella singola parola gli fece contorcere le viscere e tornare il freddo.

Lo sguardo umido scattò a cercare quello dell'altro all'anelante bisogno di risposte.

Gli occhi di DaeHyun si riempirono di lacrime che caddero sul volto dell'altro, magra pioggia colma di rimpianti, baci non dati, tocchi persi, ultime occasioni buttate all'aria.

Stava tutto giungendo al termine ancora una volta e l'uno non poteva sapere quanto fosse straziante per l'altro.

 

Mi accontenterei di un tuo sussurro, se è tutto quel che puoi darmi.

 

Le loro labbra si incontrarono per un altro saluto, forse l'ultimo, od uno dei tanti, e DaeHyun lo strinse tanto forte da mozzargli il respiro, ma andava bene.

Perché era lui.

JunHong fece lo stesso mentre, in lontananza, giungeva l'eco di un "bip" regolare ed ovattato, sovrastando un'accozzaglia di voci confuse e di cui non gli importava.

Gli conficcò le unghie nella schiena e fissò il soffitto che mutava di secondo in secondo, mostrandone una versione pulita ed accecante.

 

Non voglio più stare giù, vorrei solo sentirmi vivo e riuscire a vedere il tuo viso di nuovo, ancora una volta.

Ma qui..



-Mi dispiace.-

 

-Non lasciarmi.-

 

La sua presenza venne lentamente a mancare.

Il calore di DaeHyun perse di spessore tra le sue braccia e le lacrime sfumarono mentre tutto, attorno a loro, si mostrava per quel che realmente era: nulla.

JunHong serrò le palpebre e pregò per un altro istante come quello, e lo fece tanto intensamente da pugnalare quell'orgoglio che lo aveva sempre caratterizzato, tanto forte da sentire la testa pulsare perché il bisogno che aveva di lui era peggiore di ogni droga.

Era il suo bisogno primario.

DaeHyun era il motivo per cui respirava ed utilizzava le corde vocali -di rado, per sospirati "ti amo".

 

Quandò li riaprì c'era il mare.

Una distesa d'acqua salata che si infrangeva contro i propri piedi, creando una soffice spuma che pareva accarezzarlo e pulirlo da ogni dolore e mancanza.

Ma non poteva.

 

-DaeHyun?-

 

Nessuno rispose a quel richiamo.

Allora prese a guardarsi intorno, ma era solo.

 

-DaeHyun!-

 

Ancora più forte.

Ancora una volta.

Lo chiamava, urlava il suo nome fino a sentire la gola secca grattare e bruciare.

 

...C'è solo il mio eco.

 

 

⊱ ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ ⊰



-Bentornato, JunHong.-


HimChan passò distrattamente le dita tra i capelli prima di corcondare il busto magro con le braccia, strongendolo in un abbraccio aspro.

Alle sue spalle, YongGuk si massaggiava la nuca ed il suo volto abbozzava sorrisi barcollanti.


-Otto mesi.-


Aggiunse poco dopo, inspirando l'odore della sua pelle.

JunHong chiuse gli occhi e finse per cinque secondi di stare bene, autoconvincendosi che, a breve, DaeHyun sarebbe sbucato dalla cucina con la solita aria di chi non ammette quanto avesse atteso quel ritorno.

Ma non accadde.

Allora finse che fosse accaduto.

 

-Scusa se ci ho messo tanto.-

 

Si umettò le labbra e guardò i suoi vecchi amici, lo sguardo vacuo e perso nel vuoto.

Non era ancora pronto per essere felice senza di lui.

Ricambiò l'abbraccio e si diresse verso la propria stanza trascinando il piccolo zaino che erano riusciti a recuperare dai resti dell'auto distrutta.

Sulla scrivania c'era ancora il portatile, la pila di libri da studiare ed una maglietta di DaeHyun ancora stropicciata. Non perse molto tempo prima di afferrarla e poggiarsela sul volto ancora tumefatto.

Era rimasto il suo odore appiccicato nel tessuto, incastrato tra i filamenti compatti.

 

DaeHyun, posso sentire solo il mio eco, non importa quante volte gridi il tuo nome o quanto forte lo faccia.

Non ricevo alcuna risposta.

   
 
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