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Autore: Relou    11/01/2016    3 recensioni
Molly Hooper amava Sherlock Holmes, non l'uomo che avrebbe potuto essere o il compagno che sognava con quel viso, lei amava quella persona così com'era.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Molly Hooper, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONSIGLIO: Ho scritto questa One – shot ascoltando Say something cantata da Christina Aguilera e vi consiglio sinceramente di leggerla con questo sottofondo in modo da trasmettervi un po’ di più ciò che ho provato io mentre scrivevo.








Sherlock Holmes aveva intrappolato i suoi occhi, Molly manteneva lo sguardo sbattendo le palpebre il meno possibile per non perdersi nessun istante. Mai i loro sentimenti erano stati più chiari e lucidi, mai Sherlock Holmes si era permesso di provare tanto in un solo istante. Parlava lui, soltanto lui ma le risposte di Molly erano ben leggibili attraverso i suoi occhi lucidi. Erano tanto vicini da avvertire il calore dei reciproci corpi ma non si toccavano, rimaneva comunque una certa distanza di sicurezza.
Quella conversazione era iniziata quasi in maniera divertente, Sherlock sembrava volesse stuzzicarla come al solito. Le aveva chiesto di Tom, nonostante Molly avesse chiuso quella storia da tempo. Le aveva chiesto cosa avesse trovato in quella brutta copia di Anderson, riferimento chiaro alla vicenda del matrimonio Watson, in cui Tom aveva illustrato la sua teoria sul pugnale di carne..
Molly, piuttosto che infastidirsi, si lasciò andare in una breve risata divertita ma con ancora un punta di imbarazzo.
  • Tu meriti di più, Molly Hooper. – Molly fu sorpresa da quelle parole. – Sei una donna intelligente, non dovresti accontentarti del primo che capita. -  Sherlock  sapeva il motivo principale dell’attrazione di Molly verso Tom, ovvero l’apparente somiglianza estetica che li accumunava, che aveva colpito e fatto sorridere tutti al primo incontro ma Molly non poteva soffermarsi su un dettaglio così banale per scegliere il proprio compagno. Molte volte si era segretamente chiesto come e con quali parole avesse interrotto il fidanzamento. Avrebbe potuto chiederlo, anche quel momento ma Sherlock aveva altro da dire. Si liberò quel tanto che bastava dalla catene che gli impedivano di dimostrare l’amore che provava per le sue persone care. Molly era lì di fronte a lui che attendeva, senza parlare.
  • Io, potrei anche amarti. Potrei amarti se fossi un uomo normale ma sono io, Sherlock Holmes. Io non amo.. – a questo inizio di discorso Molly senti emozioni contrastanti. In parte era commossa e sentiva che avrebbe potuto esplodere dalla felicità per l’aver sentito anche solo la possibilità che Sherlock Holmes potesse amarla. Poi, subito dopo, senza neanche il tempo di realizzare fino infondo quelle emozioni positive, venne pervasa dalla consapevolezza che il discorso non era concluso, che c’era molto di più e non portava nulla di buono.
  • Io non mi affeziono alle persone tanto da renderle il mio punto debole, una possibile arma. Non sempre, ma spesso ho a che  fare con potenti criminali e io non posso evitarlo, meglio, non voglio. Fa parte di me. – Sherlock proseguì un po’ più rapidamente stavolta ma Molly trovò il tempo di rispondere. – John.. – disse in un sussurro quasi impercettibile. È vero, John Watson era una delle persone più importanti della vita di Sherlock Holmes e questo era noto a tutti e proprio per questo era stato vittima di questi potenti criminali che fin troppo facilmente erano riusciti a mettere in serio percolo la vita del dottore. Ed era proprio per questo che Sherlock non avrebbe permesso che nessun’altro si avvicinasse a lui a quel modo. Molly non lo accettava, non le bastava come spiegazione. Lei era forte, sapeva difendersi. Molte volte grazie a lei, Sherlock Holmes era riuscito a tirare fuori dai guai se stesso e gli altri.
  • Molly, io non potrei darti la vita che desideri. Io non potrei darti la normalità. –
  • Ma io amo.. Sherlock Holmes. -  Molly l’aveva detto e l’aveva detto ad alta voce. Amava Sherlock Holmes. Non aveva mai osato, neanche nei suoi pensieri, lasciare libera tale frase ma in quel momento non poté non dirlo, lo fece senza neanche rendersene conto, infatti entrambi ebbero un piccolo sussulto nel sentire tali parole.
Quante volte, quante volte Molly aveva conosciuto degli uomini, aveva perfino iniziato un fidanzamento con Tom, si sarebbero dovuti sposare ma poi alla fine non poteva negare che tutto ciò fosse ingiusto, una farsa addirittura. Non aveva mai amato nessun’altro. Tutti erano sempre stati dei ripieghi perché sapeva che l’unico uomo che contava non avrebbe mai potuto raggiungerlo. Lei non avrebbe potuto aspettare per sempre, non era giusto.  Molly si era sentita dire da lui quanto fosse importante, che contava ma aveva sempre pensato che fosse ai fini dei suoi piani complessi. Adesso vedeva la possibilità di farsi strada in quel cuore gelido solo per finta.
In qualunque modo si sarebbe conclusa quella discussione, Molly ci sarebbe sempre stata per Sherlock, come era così già da anni. Gli avrebbe dato aiuto anche quando lui non lo avrebbe chiesto. Gli avrebbe portato il caffè. Non sarebbe cambiato nulla se non la consapevolezza di contare davvero qualcosa per quell’uomo.
Sherlock non avrebbe potuto rispondere con le parole giuste alla dichiarazione improvvisa di Molly, perciò rimase in silenzio. I due continuarono a guardarsi, Molly trattene le lacrime ma sui suoi occhi si formò una patina che la tradì. Sherlock rimase rigido al suo posto. La sua espressione però cambio, si fece un po’ più severa. Forse verso Molly o forse verso se stesso, chi può dirlo. Decise che era ora di andare. Molly non era sicura che la conversazione fosse davvero finita. Decise di considerare l’accaduto una piccola parentesi, al di fuori di tutto.
Sherlock la salutò con un cenno del capo e mormorando il suo nome e con pochi rapidi passi, abbandonò la stanza. 
   
 
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