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Autore: 144kagome_alice144    14/01/2016    0 recensioni
Vivere è una parola difficile e sembra che al mondo nessuno ti possa insegnare questo mestiere; eppure ci sono delle persone che, nonostante le sofferenze, nonostante il dolore, nonostante le costanti ferite che il cuore deve sopportare, hanno imparato a vivere, volando.
Questa storia partecipa al Contest " La Musa Ispiratrice II° Edizione " [ Multifandom Naruto & Dragon Ball ] indetto da Nede
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku, Goten | Coppie: Chichi/Goku
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                      NELLA VITA BISOGNA IMPARARE A VOLARE  
 



                                              


 
Nick EFP/Forum: ( EFP ) – ( Forum ): 144kagome_alice144  
Titolo: [ tratto dal pacchetto ] Nella vita bisogna imparare a volare 

Citazione: [ non tratto dal pacchetto ] “ Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore “ ( Italo Calvino )                                  
Personaggi: Chichi, Gohan, Goten, Goku                                        
Pacchetto scelto: Vita                                                                         
Raiting: [ tratto dal pacchetto ] Giallo                                               
Genere: [ tratto dal pacchetto ] Malinconico ­– Romantico    
Note: One-shot
 
  Questa storia partecipa al Contest “ La Musa Ispiratrice II° Edizione " [ Multifandom Naruto & Dragon Ball ] indetto da Nede                                   
 
 
“ Vedi Gohan, nella vita ci sono delle responsabilità più o meno grandi. Per adesso noi dobbiamo allenarci e riuscire a diventare più forti per sconfiggere Cell, ma non devi mai dimenticarti una cosa: ricordati,  figlio mio, che nella vita bisogna imparare a volare. Devi imparare a sorridere, sempre. Non farti prendere dal dolore ma vivi libero e felice; soltanto così potrai dire di essere veramente cresciuto. “
 
 

Era una bellissima giornata primaverile. Il sole, sorto ormai da qualche ora, illuminava la bellezza della natura che sovrastava i monti Paoz. In mezzo ad essi giaceva una casa apparentemente tranquilla..
 
< Gohan!! Svegliati o farai tardi a scuola!! > Il ragazzo si rigirò nel letto, volendo prolungare il suo sonno. Chichi, intenta a preparare la colazione, controllò di nuovo l’ora poi, sbuffando, si diresse nella camera del primogenito.

< Allora Gohan!? > lo richiamò, aprendo la finestra, facendo entrare il sole nella camera del ragazzo. Quest’ultimo mugugnò qualcosa di incomprensibile, aprendo stancamente gli occhi. < Buon giorno mamma.. > disse sbadigliando.

Chichi osservò suo figlio, notando quanto era cresciuto; erano già passati quasi otto anni da quando suo figlio aveva salvato la terra, eliminando per sempre quel mostro di Cell. Ormai Gohan era diventato un uomo e lei ne era felice.

< Forza Gohan, alzati. La colazione è pronta > asserì con voce più calma, prima di lasciare la stanza. Il giovane sorrise, alzandosi. Gohan non fece in tempo a sedersi a tavola che dal corridoio spuntò un bambino, esattamente uguale a suo padre < Gohan!! Dai fratellone, quando ci alleniamo?! > esclamò il piccolo Goten, fiondandosi a tavola.

Il maggiore sorrise, vedendo il fratellino mangiare esattamente come suo padre. < Non oggi Goten – lo riprese la madre – Gohan deve andare a scuola.. > Gohan sorrise alla faccia rattristita del piccolo, pensando che era un vero miracolo che sua madre gli lasciasse allenare il fratello.

Da quando suo padre era morto Chichi era molto cambiata anche se faceva di tutto per non darlo a vedere, anche se a Gohan non era di certo sfuggito. Forse era per il fatto che anche lui provava lo stesso dolore; in fondo si sentiva responsabile della scomparsa del padre. Se avesse ucciso prima quel mostro, forse suo padre sarebbe stato lì con loro e, quasi di sicuro, avrebbe allenato lui stesso il piccolo Goten.

< Non ti preoccupare – disse il maggiore alzandosi – Quando torno ci alleneremo insieme! - promise. Il fratellino sorrise, riprendendo a mangiare – Mamma, io vado! > esclamò poi uscendo fuori casa e spiccando il volo.

< Fa attenzione, Gohan! > gridò la madre. Anche Goku, quella volta, l’aveva salutata così, prima di combattere nel Cell Games, soltanto che lui non era più tornato. Sorrise nostalgica, tornando in casa.

< Goten, tu vola a fare i compiti, mentre io penso a sistemare casa > ordinò al figlio, il quale ubbidì non prima di aver sospirato.




 Chichi stava stendendo i panni puliti nel campo davanti casa, lavoro casalingo che la donna amava. Il profumo dei panni appena lavati, la brezza del vento che le scompigliava i capelli e il sole che illuminava il suo volto la rilassavano, facendola sentire libera e felice.

Quando ebbe finito non resisti alla tentazione di alzare gli occhi in cielo. Le sue due pozze d’onice rimasero a lungo a contemplare la bellezza di quell’azzurro così puro, così libero, come il carattere di quell’uomo che amava. Il suo pensiero, il suo cuore, non potè evitare di pensare a quell’uomo, padre dei suoi figli, che adesso non c’era più.

Lei lo odiava, perché sembrava che l’uomo non tenesse alla famiglia, non tenesse a lei; eppure non poteva fare a meno di amarlo. Amava tutto di lui: la sua bontà, la sua ingenuità, i suoi capelli sbarazzini, i suoi occhi, la sua forza. Chichi amava tutto di Goku; per questo, lei lo avrebbe aspettato, sempre e per sempre.

< Goku.. > un sussurrò fuoriuscì dalle sue labbra, mentre una lacrima solitaria le solcava il volto e si perdeva nel verde dell’erba. La donna chiuse gli occhi, cercando, invano, di scacciare tutta la malinconia dai suoi occhi; poi rientrò in casa.

Guardò l’orologio e notò che, per Goten, era arrivata l’ora dell’adorata “ pausa merenda “. Sorridendo preparò lo spuntino al suo secondogenito e, dopo, si diresse nella sua camera.

Trovò la porta accostata e, spiando dalla piccola apertura, vide il piccolo osservare attentamente una fotografia. Si avvicinò senza far rumore e notò che le piccole ma potenti manine di Goten, stringevano una foto che raffigurava Goku e Gohan, trasformati in super Saiyan mentre erano intenti a mangiare del ramen.

Chichi ricordava bene quel giorno, prima del Cell Games: lei aveva deciso di festeggiare il compleanno di Gohan dato che quest’ultimo, insieme al padre, aveva passato un anno ad allenarsi nella stanza dello spirito e del tempo. Sorrise al ricordo di quel giorno, rimpiangendo il passato pieno di quella gioia e allegria che solo Goku riusciva a portare in quella casa.

< Goten.. > lo richiamò. Il bambino, come svegliato da un sogno, rimise immediatamente la foto al suo posto, tornando piegato sui libri. La donna si avvicinò in silenzio, posando sulla scrivania la merenda. Il piccolo Goten osservò attentamente ogni gesto della madre poi, incapace di trattenersi, domandò < Mamma.. Com’era papà? >

Chichi si bloccò, guardando attentamente suo figlio. Quest’ultimo, con occhi lucidi, continuava a fissarla. Infondo Goten non aveva mai incontrato suo padre e lei sapeva che, un giorno o l’altro, avrebbe dovuto affrontare l’argomento. Sospirò, tornando a fissare la foto; poi ebbe un lampo di genio. Si avvicinò alla scrivania e chiuse i libri.

< Vieni con me, Goten > ordinò al figlio, dirigendosi verso la porta di casa. Il bimbo, curioso, la seguì, non capendo il comportamento della donna. Chichi lo portò a qualche metro di distanza della casa, sotto uno dei grandi alberi che popolavano quel luogo.

La donna, senza dire una parola, si mise in posizione da combattimento, piegando i ginocchi e chiudendo le mani a pugno. Il figlio la guardò, senza capire. < Forza Goten, fammi vedere come ti ha allenato tuo fratello > lo sfidò.

< Ma mamma.. > controbatte il moro, sapendo che la madre era contraria alle arti marziali. < Forza Goten! > gli ordinò la madre. Il bimbo annuì, mettendosi in posizione. Fissò la madre, cercando di trovare qualche ripensamento in quegli occhi uguali a quello del fratellone: non ne trovò, così si decise ad attaccare.

Corse veloce, cercando di sferrare un pugno all’altezza del petto della madre, ma il colpo fu evitato dalla donna che lo evitò. Velocemente Chichi partì alla carica, sferrando un calcio al figlio che riuscì ad evitarlo saltando. La donna allora cercò di sferrargli un pugno mentre Goten era ancora in aria, però il bimbo riuscì a pararsi con le mani, riatterrando subito dopo.

La donna sorrise, tornando in posizione; mentre il piccolo Goten la guardava sbalordito. Non sapeva che la mamma era brava nelle arti marziali e non immaginava che avesse tutta quella forza. Il bimbo sorrise, tornando all’attacco.

Continuarono a lottare, presso che alla pari, fin quando Chichi non lo bloccò con le spalle alla corteccia dell’albero, sferrandogli un pugno, prontamente parato e subito un calcio che prese il piccolo nello stomaco, facendolo ruzzolare per terra. Goten si rialzò, guardando la figura sorridente di sua madre, sbalordito < Però, mamma, sei forte! > esclamò.

< Mh, Goten non sono io ad essere forte, ma tu troppo debole – a quella constatazione il piccolo storse il naso – Tuo padre, alla tua età era molto più forte, sapeva addirittura fare l’onda energetica e al 23° torneo mondiale riuscì a sconfiggermi con una semplice mossa! >

Il bimbo la guardò sorpreso ed incuriosito. < Il papà era davvero forte! > esclamò gioioso. < No Goten – lo riprese la donna, volgendo lo sguardo al cielo – Tuo padre è forte; sono sicura che anche adesso si stia allenando - Il bimbo, sorridendo, guardò a sua volta il cielo, immaginandosi il suo papà. – Bene, adesso è l’ora di tornare a casa. Per oggi l’allenamento con me è finito, riprenderemo domani. > annunciò la donna dirigendosi verso casa.

Goten annuì contento, seguendo la donna.



Qualche ora dopo tornò Gohan che portò il fratellino ad allenarsi sulle montagne. Durante tutto l’allenamento il piccolo Goten si impegnò al massimo, volendo diventare più forte e far vedere alla mamma che lui non era debole, ma forte come il suo papà.

Gohan, trasformato in super Saiyan, non smetteva un attimo di attaccarlo e il bambino, ogni volta che cadeva a terra, si rialzava, pronto per battersi ancora. Il maggiore, vedendo tutto quell’impegno, aumentò la potenza, scagliando sul fratellino una potentissima onda energetica.

Goten cercò di respingerla, utilizzando tutta la potenza, riuscendo soltanto a deviarla di qualche centimetro; però ormai era talmente esausto che, dopo quel colpo, crollò stanco sul prato. Il maggiore, sorridendo e rimanendo trasformato in super Saiyan, si sdraiò accanto a lui, concedendogli una pausa.

< Hey, fratellone..? – chiamò Goten, dopo aver ripreso a respirare regolarmente. Il ragazzo lo guardò, aspettando che il bimbo parlasse. Quest’ultimo si alzò a sedere – Oggi la mamma ha combattuto contro di me.. >

< Che cosa!? > esclamò il fratellone, mettendosi a sua volta a sedere, chiedendo spiegazioni al fratellino. Quest’ultimo raccontò al fratello della domanda che aveva fatto alla madre e del modo in cui lei aveva risposto. Gohan ascoltò tutto attentamente e, alla fine, sorrise:

< La mamma aveva bisogno di sfogarsi un po’.. > asserì, alzando gli occhi al cielo. Il bimbo lo guardò, non capendo che cosa volesse dire. Il maggiore si alzò, aiutando Goten a rialzarsi poi, prima di riprendere gli allenamenti, gli spiegò:

< Goten, devi capire che la mamma non è quella che sembra; non è vero che non le piacciono le arti marziali. Lei ha semplicemente paura di perderti, proprio come è successo a papà; però credo proprio che oggi, la mamma abbia imparato a volare.. >

Il fratellino lo guardò, non riuscendo ancora a comprendere appieno il discorso di Gohan. Quest’ultimo sorrise, volgendo di nuovo lo sguardo azzurro al cielo “ Nella vita bisogna imparare a volare, vero papà? “

< Forza Gohan, andiamo! > lo richiamò il più piccolo, già pronto per un altro scontro. < Arrivo! > esclamò l’altro; così i due fratelli ripresero ad allenarsi, sotto lo sguardo del cielo che, come per magia,mischiava perfettamente il blu della sera all’arancione del tramonto, ricordando alla Terra che c’era sempre qualcuno che la vegliava dall’alto, un qualcuno che sapeva perfettamente che cosa voleva dire volare: quel qualcuno era Goku.






Spazio Autrice:

Salve!! Questa è la mia prima volta che scrivo su questo fandom perciò vi prego di essere clementi!
Comunque era da moltissimo tempo che desideravo scrivere su Dragon Ball ma non riuscivo mai a trovare un punto da cui partire. Sono riuscita a scrivere soltanto grazie a Nede e al suo bellissimo Contest. Bhe, ringrazio chiunque leggerà la storia e chi vorrà recensirla, inoltre un grazie speciale a Nede : Grazie mille, per merito tuo sono riuscita a trovare l'ispirazione giusta per scrivere altre storie su questo fandom.
Come avrete capito, presto posterò un'altra storia..


Alla prossima!!                                                                                144kagome_alice144



                                                                                                                                        
 
 
 
 
  
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