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Autore: Jim2233    15/01/2016    1 recensioni
Sull'Invisible Hand, la nave ammiraglia dei Separatisti, si combatte un tremendo scontro: Anakin Skywalker affronta in un duello mortale il Conte Dooku, che ha preso come ostaggio il Cancelliere Palpatine.
Palpatine assiste impotente allo scontro, ma quali sono i suoi veri pensieri?
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Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin, Skywalker/Darth, Vader, Conte, Dokuu, Palpatine/Darth, Sidious
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cancelliere Palpatine osservava morbosamente il mortale combattimento che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi: Anakin Skywalker fronteggiava il conte Dooku, le spade laser che si scontravano in un turbine rosso e blu.

Palpatine stentava a nascondere un sorriso sadico nel vedere l’atteggiamento dello Jedi. Anakin attaccava con audacia ed arroganza, cercando di spezzare la difesa del Conte con affondi rabbiosi. Il cancelliere sapeva che la sua rabbia era dovuta alla voglia di vendetta. Lo Jedi stava ormai dando libero sfogo a tutte le sue emozioni nel combattimento. Palpatine provava un piacere perverso nel vederlo inesorabilmente trascinato verso il Lato Oscuro. Kenobi, messo fuori combattimento, non avrebbe interferito; non ci sarebbe stato nessuno a farlo rinsavire.

Il cancelliere era sempre stato capace di riconoscere un individuo fragile. Adorava la sensazione che provava nel corrompere persone all’apparenza oneste: l’intero Ordine dei Jedi ancora non riusciva a capacitarsi del tradimento di un Maestro come Dooku, ora diventato un Signore dei Sith.

Ma in fondo Palpatine sapeva che non sarebbe durato ancora a lungo. Dooku era vecchio e debole, una pedina ormai inutile per lui. Da tempo il cancelliere aveva puntato i suoi occhi sull’eroe delle guerre dei cloni, il prescelto dalla Forza: Anakin Skywalker.

Lo aveva preso sotto la sua ala protettiva ed era ben presto diventato il suo confidente, sussurrandogli consigli in tono mellifluo e lasciando sedimentare nella sua giovane mente dubbi sull’etica degli Jedi. Skywalker poteva diventare il suo miglior apprendista: avrebbe conosciuto ogni sfumatura della Forza, ne aveva le potenzialità, ma Palpatine non avrebbe mai permesso che fosse più dell’ennesima pedina nel suo sadico ed ingannevole gioco. Lo avrebbe sottomesso, reso completamente succube della sua influenza, finché non avrebbe fatto altro che eseguire i suoi ordini. Insieme avrebbero finalmente sterminato tutti gli Jedi, cancellandoli dalla storia. Il Lato Oscuro avrebbe dominato la Forza e Palpatine avrebbe governato l’intera galassia con il terrore.

Raggiri e tradimenti… Il cancelliere non si faceva scrupoli ad utilizzare qualsiasi mezzo per raggiungere i suoi fini perversi. Dopotutto, ricordava ancora con estremo piacere la notte in cui aveva assassinato il suo leggendario maestro Sith, Darth Plagueis, colui che aveva scoperto come creare la vita attraverso la Forza. Colui che forse avrebbe sostituito Palpatine con un apprendista creato da lui stesso. E il cancelliere, nella migliore tradizione dei Sith, lo aveva ucciso nel sonno, con la freddezza di un serpente.

Il Signore Oscuro tornò al presente: lo scontro era giunto al termine. Anakin aveva appena mozzato entrambe le mani a Dooku, il quale, ormai sconfitto, era caduto ai piedi dello Jedi.

“Uccidilo, Anakin” lo esortò Palpatine “Uccidilo ora.”

Il Conte lo guardò, gli occhi sbarrati per la consapevolezza del tradimento del maestro.

Ma Palpatine rise di quello sguardo, e godette dello sgomento di Dooku.

“Non dovrei” esitò Anakin, che stringeva sia la sua spada blu che quella rossa del nemico, come a dover scegliere tra le due.

Il cancelliere sapeva di doverlo guidare. Prima o poi avrebbe eliminato tutti quegli insulsi principi da Jedi.

Uccidilo!” sibilò con ferocia Sidious, un lampo giallo che gli balenò negli occhi, e Anakin, seppur riluttante, decapitò Dooku.

Complimenti, Skywalker, pensò il Sith, celando un ghigno, benvenuto nel Lato Oscuro.

 

   
 
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