We'll carry on...
La mia primissima Frerard che mi è venuta in mente vedendo il video in cui Gerard e Frank sembrano decisi a pestarsi a sangue.
http://www.youtube.com/watch?v=1VcRjE5Snfk <===== questo è il link del video anche se do per scontato che l'abbiate già visto.Ho provato ad immaginarmi il DOPO. Le reazioni dei due ragazzi e i motivi di Gerard. Enjoy it! =D
PS: non credo ci siano fanfiction simili ma se così fosse conto sul fatto che me lo farete sapere e vedrò di provvedere.
I My Chemical Romance non mi appartengono e questa storia non è scritta a scopo di lucro.
Gerard entrò nel camerino richiudendosi violentemente la porta alle spalle.
Era frustrato, incazzato, nervoso e, dulcis in fundo, deluso. Deluso principalmente da se stesso ma anche da lui. Lui che sembrava non voler capire. Lui che sembrava aver deciso di ignorare qualsiasi cosa gli dicesse. Lui che sembrava così fottutamente deciso a distruggere ogni suo tentativo di porre fine a quella follia.
Erano sposati. Avevano due mogli fantastiche che li aspettavano a casa. Avevano promesso di amarle e rispettarle finchè la morte non li avrebbe separati da loro. Avevano promesso di esser loro fedeli sempre.
All’inizio sembrava possibile anche riuscire ad amarsi nonostante quel legame indissolubile e sacro che li divideva legandoli invece a qualcun altro, all’inizio sembrava ad entrambi che ce l’avrebbero fatta, che il loro amore sarebbe sopravvissuto. Ma niente di tutto questo era possibile adesso. E questa consapevolezza infilzava i loro cuori come un pugnale.
Si rivide su quel palco, pochi minuti prima. Si rivide spingere via Frank, buttarlo a terra e colpirlo. Rivide il suo volto sorpreso, poi deluso ed infine ferito.
Una lacrima solcò quel volto bianco trascinando con sè un po’ della matita nera che delineava i contorni di quei profondi occhi verdi e sofferenti.
Come aveva potuto farlo?
Era stata una reazione istintiva.
Aveva sentito le sue labbra troppo vicine. Aveva capito che non sarebbe riuscito a controllarsi. Aveva pensato a Lyn-z seduta davanti a quella fottuta televisione a guardare quel concerto e l’aveva colpito.
Ma adesso il pensiero di aver fatto del male alla persona che amava, di averlo colpito e di averlo ferito dentro, lo distruggeva dilaniandogli il cuore, stretto in una insistente e impossibile morsa di dolore.
Un’altra lacrima gli rigò il volto e corse fuori dal camerino, corse verso quella porta, quella porta su cui era affisso il cartello con inscritto il suo nome, e la aprì senza nemmeno chiedere il permesso di entrare.
-Frank…
Lui era accasciato per terra, con la schiena poggiata contro il muro e le gambe contro il petto.
Gli occhi vitrei fissavano il soffitto bianco e sembrò non essersi accorto dell’irruzione di Gerard.
Richiuse la porta e anche lui si accasciò, buttandosi sulle ginocchia e abbandonandosi ai singhiozzi.
Gattonò verso il ragazzo che continuava a far finta di niente e posò la fronte sulla sua spalla lasciando che le lacrime scorressero senza freni. Non si vergognava dei suoi sentimenti.
-Frank…Frank io…non possiamo! Lo capisci che non possiamo!?- disse scuotendolo prima piano e poi sempre più forte mentre l’altro manteneva sempre la stessa espressione.
-Non possiamo…- ripetè scosso dai singhiozzi.- Non è un gioco Frank! Siamo sposati cazzo! Non possiamo continuare a fingere che vada tutto bene! Non possiamo più neanche sfiorarci su quel palco! Perché se lì torniamo indietro nel tempo, se lì riusciamo ad amarci, una volta scesi da quel fottuto palco cosa ci rimane? Solo del Fan Service sul quale dobbiamo ridere! Sul quale dobbiamo giocare….ma l’amore Frank? Se ci lasciamo andare…quello rimane…non abbiamo un interruttore per spegnerlo quando ci viene scomodo…
E ricordò il momento in cui aveva capito di amarlo. Il momento in cui il suo mondo, che fin ad allora era sempre stato tinto di bianco e nero, aveva preso colore e forma, era diventato improvvisamente più ospitale e benigno.
Gerard
sistemò il microfono sulla sua base e si voltò verso gli
altri.
Mikey stava
posando contro il muro accanto alla chitarra di Ray il suo
basso e Matt stava riemergendo dalla sua batteria.
-Ho bisogno
di un caffè…o forse meglio 2…- decretò
Mikey abbassandosi
per uscire dal garage.
-Ti
seguo…- convenne Ray congiungendo le mani alla nuca e seguendo
l’amico fuori dal garage.
Matt
sospirò.
-Avete idea
di che ore sono?Io non ce la faccio più a provare fino a
quest’ora!
E la cosa che mi fa più rabbia è che non riusciamo a
suonare da nessuna parte
ancora!
Era vero.
Erano le 10 di sera e
ancora provavano. Per cosa poi? Nessuno li conosceva e nei locali
facevano
fatica a dare fiducia a dei ragazzi ancora
così poco esperti.
-Sei sempre
libero di mollare se la cosa ti disturba tanto…- sbottò
acido il cantante appoggiandosi al muro e accendendosi una sigaretta.
-E mi sa
proprio che è questo che farò!
Uscì
dal garage dando un pugno alla serranda metallica.
Gerard
continuava a fumare tranquillo.
-Gerard
ma…se…se n’è andato- disse esterrefatto
Frank fissando l’amico.
-Ma tu
dici?- chiese quello tirando una boccata di fumo e scrollando
per terra la cenere.
-Stai
tranquillo Frankie, tornerà…torna sempre.
Frank era
entrato da poco nella band e non conosceva ancora bene
l’indole lunatica del batterista.
Posò
Pansy per terra e si appoggiò scompostamente contro il muro
accanto a Gerard.
Anche lui
era dannatamente stanco.
-Sai
Frank…ho un problema…- disse Gerard con un sorrisino
malizioso
voltandosi verso l’amico.
Quello
alzò un sopracciglio, sorpreso.
-Mh? Ovvero?
Gerard rise
in un misto di eccitazione e nervosismo chinando il capo.
-Temo di
essermi “infatuato” del nuovo chitarrista della mia band e
di
aver mandato così a puttane 25 anni di
eterosessualità…- comunicò sempre
sorridendo e fissando Frank.
Il
più piccolo strabuzzò gli occhi rimanendo immobile senza
nemmeno
respirare.
A dire il
vero aveva sperato che Gerard dicesse quelle parole dal primo
momento in cui quegli occhi verdi si erano posati nei suoi ma adesso
che tutto
si concretizzava l’impatto era davvero strano.
-Se ora
provassi a baciarti mi prenderesti a pugni e mi elimineresti
fisicamente?- chiese Gerard con la
solita espressione sorniona avvicinandosi sempre di più.
Scosse
piano la testa e nel giro di pochi secondi le labbra di Gerard
sfiorarono quelle di Frank che colto da una improvvisa frenesia
approfondì quel
contatto così magico e, forse, così sbagliato.
-Sarà
difficile…- mormorò sorridendo radioso nonostante la
serietà di
quelle parole.
-Ma ce la
faremo honey…nulla si metterà mai tra di noi…
E adesso? Ora che tutto era andato inesorabilmente a puttane? Ora che credendo di poter sopportare tra di loro una semplice amicizia avevano sposato Lyn-z e Jamia? Ora che il mondo era tornato ad assumere le sue tinte nere e bianche?
Cosa restava di quei giorni? Di quei baci? Di tutto quell’amore?
Erano sul
palco, il concerto stava per finire.
Gerard si
voltò verso Frank che saltellava dimenandosi sul palco.
Gli fece
l’occhiolino ricevendo in risposta un sorriso di
impareggiabile dolcezza.
Lo vide
avvicinarsi e continuò a cantare anche quando sentì il
volto di
Frank strusciarsi contro la sua spalla.
Cantò
l’ultima parola del ritornello e si voltò verso il
chitarrista
baciandolo con irruenza ed urgenza.
Dalla folla
si alzò un grido di giubilio.
I fan
adoravano quelle cose ed il Fan-Service era un ottimo modo per
sfiorarsi, baciarsi, toccarsi senza destare sospetti concreti.
Dopotutto
per i produttori era un altro espediente per sfruttarli come
macchine per far soldi.
Gerard si
staccò accarezzando ancora i capelli di Frank e spingendolo
via, quasi a voler allontanare quella tentazione.
Il concerto
finì e gli artisti scesero dal palco rifugiandosi ognuno
nel proprio camerino. Più o meno.
Gerard
spinse Frank dentro il suo camerino e con lo intrappolò tra
sé e
il muro.
-Tu metti a
dura prova il mio autocontrollo Iero…- biascicò
baciandogli
il mento.
Sentì
il busto del più piccolo alzarsi e abbassarsi scosso da una
leggera e roca risata.
-Ho mai
detto di volere che tu ti controlli?
E senza saperlo entrambi stavano formulando gli stessi pensieri, rievocando gli stessi ricordi che come spine infilzavano i loro cuori.
-Gerard ho
bisogno di sapere una cosa…- decretò Frank Anthony Iero
stringendosi al petto del maggiore, nel letto dell’ennesimo
albergo.
-Cioè?
Fece un
profondo respiro incamerando quanta più aria possibile. Da
quella risposta sarebbe dipeso tutto.
-Mi ami
Gerard?
Quello
sorrise prendendo a carezzargli i capelli neri e rossi.
-Tu che
dici?
-Ho bisogno
di saperlo…voglio sentirtelo dire…non posso solo supporre una cosa così
importante…non è
sottinteso…
-Ti amo
Frank…certo che ti amo…più di quanto tu possa
immaginare…
-Anche
io…
-E sei io
avessi risposto di no? Tu mi avresti continuato ad amare
ugualmente?
-Si…
ti amerei anche se mi disprezzassi, anche se i miei sentimenti
fossero palesemente non corrisposti…anche se dovessi sacrificare
ogni mia
certezza per dirlo…
-Frank…io non devo amarti…
A quel punto il chitarrista si riscosse e puntò i suoi occhi dorati in quelli del cantante. Il suo sguardo era deciso, risoluto, certo.
-E infatti non lo fai Gerard…
-Non lo faccio perché non posso! Tu sai quanto io tenga a noi! Sai quanto ti ho amato e quanto mio malgrado ti ami! Ma c’è di mezzo la felicità di altre due persone Frank! Non posso ancora una volta essere egoista!
-E alla mia felicità non ci pensi? Sono così poco importante?
-Ma cazzo non ci pensi per niente a tua moglie? A quanto starebbe male se solo sapesse cosa facciamo in quelle dannate stanze d’albergo al posto di scrivere testi? Se sapesse che quando vai a trovare il tuo migliore amico quello si trasforma in amante?
Gli occhi di Frank si rassegnarono finalmente alle lacrime.
-Sono disposto a sacrificare tutto per te lo capisci?! La felicità di chiunque per potere avere te! Se questo è peccare di egoismo, di adulterio o qualsiasi altra cosa sono disposto ad andare all’inferno!
Gerard sospirò sedendosi contro il muro, accanto all’altro.
-Perché ci stiamo distruggendo Frank? Perché è tutto così sbagliato?
-Perché siamo stati così stupidi da credere di poter vivere lontani…
-E adesso cosa pensi di fare?
-Non lo so…we’ll carry on.