15 gennaio 2016

 

È arrivata con un mese d’anticipo, quest’inverno, la neve.
Osservo il mio giardino ricoperto dal soffice manto bianco e non resisto alla tentazione di toccarlo. Scorro la portafinestra ed allungo il braccio quando dal cielo scivolano - lenti e delicati - nuovi, piccoli fiocchi candidi alla maniera dei gelsomini.
Già, i gelsomini… sono sempre stati i miei fori preferiti, i gelsomini, proprio come i tuoi… peccato che qui, nel Nord Europa, non se ne vedano tanti, nemmeno in estate.
È forse un caso che proprio oggi abbia deciso di nevicare?
È come se ogni batuffolo di ghiaccio si posasse nel mio cuore e non sull’erba… è come se nelle ultime ventiquattro ore tutto si fosse fermato, disorientandomi completamente…
Eppure è trascorso solo un anno… un anno esatto da quando ho imparato a conoscerti, da quando un giorno come tanti, ho deciso di guardare l’ultimo episodio della celebre saga che – strano ma vero – non avevo ancora visto per via del mio trasferimento all’estero.
Così munita di portatile e plaid, ho dato inconsapevolmente il via a quella che sarebbe diventata una piccola grande passione.
Pian piano ho cominciato ad innamorarmi del modo in cui interpretavi magnificamente il ruolo di quell’antieroe che ti ha donato l’immortalità, e pian piano mi sei entrato dentro, nell’anima, inconsapevolmente, facendo sorgere in me un gran desiderio di scoprirti...
Mi ritagliavo momenti tutti per me – tutti per noi – almeno una volta alla settimana, per vederti calare in altri personaggi e situazioni. Tuttavia era tramite le interviste e i video amatoriali sparsi per il web che ho imparato a riconoscere l’uomo dietro le maschere che indossavi.
Quante volte ti ho ascoltato recitare sonetti con quel tuo tono basso e vellutato… e quante volte ho fantasticato che tu leggessi dal vivo per me, solo per me…
Troppe volte ho immaginato di poter chiacchierare a lungo di arte e di letteratura con te…
Troppe volte mi sono incantata davanti al tuo carisma e ai tuoi modi eleganti e gentili che mostravi con tutti…
Sai, credo proprio che mi sarebbe piaciuto diventare tua amica, avremmo parlato di tante cose perché sento che di cose in comune ne avremmo avute molte…
Forse a volte ho fatto correre la mia velleità un po’ troppo velocemente, e non nego di aver sognato più di una “avventura” con te benché ci separino trentotto anni di differenza…
Tu non hai colmato solo le mie giornate solitarie… eri presente ovunque andassi.
Ricordi lo scorso maggio? Ricordi Parigi? Tutta la Ville Lumière era tappezzata di locandine del tuo ultimo film: era piacevole passeggiare per gli Champs-Elysées e vederti in ogni dove (nessuno meglio di te poteva reincarnare la solennità e la sontuosità del Re Sole).
E che mi dici della Scozia? Visitare dal vivo quei luoghi dove ti hanno visto protagonista per ben dieci anni di seguito. È stato allora che ho deciso di leggere finalmente i libri della Rowling.
È strano come tutto sia accaduto così velocemente e il mio cuore cominci a pulsare più forte al pensiero che tu abbia avuto il tempo di venirmi a trovare, la scorsa notte, quasi come fossi stata la prescelta tra le centinaia di migliaia di persone che, in questo momento, stanno provando le mie stesse emozioni.
Ricordo il tuo abbraccio e il tuo bacio delicato, e poi quelle semplici parole, pronunciate in un soffio, prima di congedarti:
«Ci vediamo presto»
Hai detto bene Alan, ci vediamo presto… per questo non ti dirò mai “addio” e tantomeno “ciao” che, a mio avviso, trovo che sia ancora più triste, bensì lascerò semplicemente aperta una piccola porta nel mio cuore, cosicché tu possa venire a trovarmi tutte le volte che vorrai, e questa è una promessa che intendo mantenere per sempre…