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Autore: Atena_Laufeyson    17/01/2016    2 recensioni
Nessuno a Londra sa dell'esistenza dei vampiri. Si muovono nell'ombra e coprono poi le loro tracce. Così è la vita di Sherlock, che vive nella sua noiosa routine, riuscendo a svagarsi solo con qualche vittima in più di cui nutrirsi. Tutto era così fino a quando incontrò John...
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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“Esci di nuovo Sherlock?”
Chiese Mycroft al suo ormai incontrollabile fratello, vedendolo mettersi cappotto a giacca
“Ho sete, l’ultimo sangue che ho bevuto era di un uomo ubriaco. Sai che odio quel sapore”  Rispose Sherlock con indifferenza avviandosi verso la porta
“Lo sai che non devi uccidere troppe persone in una zona ristretta” Lo rimproverò il maggiore con sguardo severo
“Sennò che succede? I mortali sono stupidi. Talmente presi dalle loro noiose vite che non si accorgono di quello che accade intorno a loro. E poi stai tranquillo fratello, non sono uno sciocco. Farò in modo che questo sembri morto a causa di un incidente” Disse Sherlock sorridendo per poi uscire di casa e sparire nella notte.

**********

John stava tornando a casa dopo una dura giornata di lavoro, casa sua distava circa 15 minuti a piedi dall’ambulatorio dove lavorava. Stava passeggiando tranquillo al  buio, illuminato soltanto da qualche tenue lampione  fino a quando non si sentì qualcuno alle spalle.
Si voltò di scatto, ma nulla. Tutto taceva. ‘Magari è solo stanchezza’ pensò per poi tornare a camminare.
Ma dopo solo cinque minuti ecco riemergere quella sensazione. Cercò di ignorarla. Non aveva nessuno alle spalle, doveva ficcarselo in testa. Stava per riuscirci fino a quando non vide un ombra avvicinarsi sempre più.

John andava sempre in giro con una pistola, considerava sempre ogni evenienza. E da un ex militare cosa ci si doveva aspettare? Che andasse in giro completamente disarmato?

Estrasse quindi la pistola e con velocità fulminea si voltò verso l’estraneo: era un uomo alto, più alto di lui, con capelli ricci e neri e occhi così chiari che quasi brillavano nell’oscurità.

L’estraneo rise a quella reazione, quasi per schernirlo e questa cosa fece venire ancor più voglia a John di premere il grilletto.

“Io non lo farei se fossi in te” Disse lo sconosciuto sorridendo

“Altrimenti?” Minacciò John rabbioso

“Altrimenti nulla, ma non servirebbe a niente spararmi”

Fu a quel punto che agile come un felino l’uomo balzò verso John, strappandogli la pistola di mano. La prese e iniziò a giocarci, divertito dalla banalità di quell’arma.

“Che cosa vuoi da me? Soldi? Prendili, ma lasciami in pace per favore. E metti giù quella pistola” Intimò John, lanciando il portafogli per terra e indietreggiando leggermente.

Sherlock lo sentiva, l’odore della paura di quell’uomo.
Quanto gli piaceva
Se c’era una cosa che amava più del sangue era terrorizzare le sue vittime prima di ucciderle. Era una cosa tremendamente eccitante.

“Non voglio soldi, biondino, ti è andata male. E smettila di fissare terrorizzato questa stupida arma, non ho intenzione di spararti. Anche se sarebbe talmente semplice puntartela qui...” E si portò lentamente la pistola al petto “E... bum...” Sussurrò per poi premere il grilletto e spararsi un colpo dritto al cuore, sotto gli occhi di un terrorizzato John.

“Oh mio Dio!” Urlò lui guardando l’uomo cadere in ginocchio e andando verso di lui per soccorrerlo. Aveva capito che si trattava di un pazzo. Non c’erano altre spiegazioni.

Ma non appena fece per avvicinarsi ecco che vide il moro non cadere a terra, ma rialzarsi in piedi divertito. John vedeva il foro causato dalla pistola, ma poco dopo si richiuse, lasciando solo un buco nella camicia. Sherlock sorrise perverso guardando l’espressione di John, un mix tra terrorizzato e scioccato, la sua combinazione preferita.

“Non è possibile... Non puoi sopravvivere a un colpo di pistola al cuore!” Disse il dottore indietreggiando spaventato.
Si ricordò troppo tardi del terreno scostante alle sue spalle. Se ne rese conto solo quando ormai stava cadendo. Tese le braccia per attutire la caduta, ma subito dopo sentì un dolore alla mano. La guardò: Un vetro proveniente da una bottiglia rotta gli aveva causato un profondo taglio alla mano.

Sherlock, che era ancora fermo, in piedi dov’era prima, a quel puntò inspirò, assaporando l’odore di quel sangue. La gola iniziò a bruciargli, smaniosa di quel sangue.
Si leccò le labbra, mettendo poi in mostra i canini

“Ok, basta giocare” Disse scattando a veloce verso l’uomo.

Successe tutto ad una velocità inumana: John si ritrovò dall’essere seduto a terra ad essere contro ad un muro, tenuto per il volto e con l’uomo ancora a lui conosciuto a poi centimetri di distanza. Quest’ultimo si chinò verso di lui fino ad appoggiargli le fredde labbra al collo.

“Sento il tuo cuore, battere all’impazzata. Mi piace” Sussurrò sempre tenendo le labbra premute sul collo di John.
Con la mano libera che non teneva la sua vittima per il volto gli afferrò la mano ferita, girandola in modo che il palmo sanguinante fosse rivolto verso di lui. La avvicinò alle labbra, e lentamente leccò il sangue che usciva senza sosta dal taglio, assaporandone la dolcezza. Non aveva mai bevuto sangue più buono di quello.
Si pulì con la lingua le labbra dal sangue di cui si erano macchiate e poi tornò a guardare John, ormai bianco dal terrore.

“Cosa diavolo sei tu?! I vampiri non esistono!” Riuscì ad urlare prima che il moro gli tappasse la bocca

“Shhh, non c’è bisogno di fare così” Gli sussurrò all’orecchio ridendo.

John rabbrividì al suono di quella seducente voce così vicino a lui. Erano talmente vicini che quasi riusciva a sentire il freddo proveniente dalla sua pelle.

“Il mio nome è Sherlock Holmes, l’indirizzo è 221B di Baker Street” Sussurrò mellifluo Sherlock per poi affondare i denti nel collo di John. Gli tenne una mano sulla bocca per evitare che gridasse.

Il suo sangue era così buono, era come una droga di cui non poteva farne a meno. Continuò a bere sempre più smanioso di volere sangue, intanto John si indeboliva sempre più. Continuò a nutrirsi, a bere quel sangue così delizioso fino a quando non sentì sulla sua mano il respiro di John fermarsi. Si staccò da lui e si allontanò facendo cadere il corpo dell’ex soldato a terra.

Sherlock si chinò accanto a lui e lo girò supino “Un vero peccato, così carino e delizioso” Disse sorridendo e  accarezzandogli la guancia con un dito.

Il suo sangue era così buono, gli aveva dato così tanto piacere che per una volta il vampiro non volle far morire la sua vittima.
Bastava solo un ultimo morso, il suo veleno nelle vene di  John lo avrebbero fatto vivere di nuovo. Mycroft non avrebbe voluto. Ma da quando gli importava del volere del fratello? Anzi, provava piacere nel vederlo furibondo.

Guardò di nuovo il corpo quasi senza vita di John e allora si decise. Era il suo ringraziamento per avergli dato la miglior “cena” della sua vita.
Fece allora ciò che doveva fare e poi si sedette accanto a lui in attesa che il veleno facesse effetto.

**********

John si risvegliò dopo quattro ore che aveva passato agonizzante. Si alzò a sedere di scatto e si portò una mano alla gola che gli bruciava terribilmente.

“Nutriti e ti passerà” Disse Sherlock alle sue spalle facendolo sobbalzare

“Tu... Cosa mi hai fatto?!” Urlò John scattando in piedi. Venne subito bloccato dal vampiro, che gli teneva le mani in modo che non potesse attaccarlo.

“Calma novellino, è stato un piacere per me. Ma ora tocca a te andare avanti” Sussurrò stampandogli un bacio e mordicchiando quelle labbra in cui solo poche ore prima scorreva sangue caldo.

Si allontanò girandosi dall’altra parte e incamminandosi nell’ombra, lasciando John paralizzato dall’accaduto. Si era fatto baciare dal suo assassino che poi lo aveva trasformato, ma gli era piaciuto. Non sa perché ma gli era piaciuto tanto. Non sapeva spiegarsi il motivo. Quello Sherlock lo aveva ucciso senza pensarci due volte, ma lo aveva riportato in vita. Poteva dire che lo aveva salvato?

“Aspetta! Che farò ora?!” Urlò correndo verso Sherlock

“Uccidi, nutriti e sta lontano dal sole” Rispose il vampiro continuando a camminare

“Non posso farlo da solo” Disse guardando Sherlock, che sorrise sornione

“Posso insegnarti se ti va” Disse avvicinandosi e alzando il viso a John in modo che potesse guardarlo negli occhi.

“Dobbiamo iniziare gli insegnamenti proprio ora?” Chiese poi John ricambiando il sorriso

“Non avevi sete?” Disse Sherlock ridendo

“Posso aspettare” Replicò John afferrando il vampiro per la sciarpa e baciandolo.

Passò le mani tra i suoi capelli ricci, sulla sua schiena... Quanto era bello?
Non capiva perché lo stava facendo... Non lo conosceva nemmeno. Stava seguendo solo il suo istinto, le sue emozioni, che da vampiro erano ancora più amplificate.

“E quindi è questa la vita di un vampiro?” Chiese poi a Sherlock, ridendo, in un momento che si staccarono per permettere a John di riprendere fiato. Non si era reso ancora conto che essendo già morto non ne aveva bisogno.

“E’ anche meglio” Rispose Sherlock accarezzando lentamente la schiena del nuovo vampiro

“E quando inizieremo a farla andare ancora meglio?” Chiese di nuovo John afferrandolo per la sciarpa

“Anche subito se vuoi” Rispose Sherlock ridendo alla vista della passione del suo nuovo vampiro

“I giochi sono iniziati” Sussurrò John per poi baciarlo di nuovo, mordendogli le labbra e il collo e poi baciandolo ancora.

Iniziarono così la loro eternità....
 
   
 
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