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Autore: Il_Genio_del_Male    17/01/2016    6 recensioni
Tra gli EXO circola uno strano virus; e se non si trattasse di una semplice influenza? Nel dubbio, tanto vale ingozzarsi, prendere a schiaffi gli imbecilli e tenere Yixing ben lontano dai microfoni. Oppure seguire l'esempio del manager e sbattersene altamente.
[Sequel -più o meno- di 'We shall never talk about such things, such things'.]
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Mpreg
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Aspettavo di scrivere questa fanfiction da un po’. Due anni fa ho abbozzato la trama e l’ho messa da parte, incapace di svilupparla. Credevo sarebbe rimasta nel dimenticatoio; a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Meglio tardi che mai, no? Devo ringraziare Egi e Bec perché, senza il loro incoraggiamento, non avrei scritto alcunché. Anzi, Bec si merita un ringraziamento doppio e leggendo ne capirà il motivo.

Non sono sicura che questa fyccina si possa definire esattamente come il seguito di una mia vecchia mini-long (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1650290&i=1), ma idealmente la considero tale. Le coppie protagoniste, se non altro, sono le stesse. Kyungsoo invece no. In più c’è un pairing extra -e ninja- tanto carino che merita un sacco di amore.

Buona lettura (si spera)!

 

 

 

 

 

E’ comunemente risaputo che gli uomini non sono biologicamente attrezzati per concepire, né tantomeno portare avanti una gravidanza. E’ una legge della natura antica quanto il pianeta Terra. L’unica eccezione, nel mondo animale, è rappresentata dal cavalluccio marino e -va da sé- conferma la regola. (Dio solo sa cosa sia andato storto nel processo evolutivo dei cavallucci marini. Ma questa è un’altra storia.)

La domanda da un milione di won, dunque, era: perché?

 

 

In un primo momento nessuno di loro aveva dato troppa importanza ai sintomi.

Quando Joonmyun aveva cominciato ad accusare un forte senso di nausea ogni qual volta gli capitava di inalare una zaffata di menta piperita, aveva immediatamente attribuito la causa del curioso fenomeno ad un insufficiente apporto vitaminico o, tutt’al più, all’insorgenza di una qualche intolleranza alimentare. Aveva pertanto deciso di sottoporsi a dei test allergologici e, in attesa di conoscerne l’esito, aveva sostituito il dentifricio con uno aromatizzato alla banana (guadagnandosi un malizioso, nonché allusivo: “Perché non alla carota o al cetriolo, visto che siamo in tema?” da parte di Kyungsoo).

Poi era toccato a Jongin. Il poveretto aveva trascorso una settimana intera a rimettere pure l’anima, con Sehun che premurosamente gli reggeva la fronte e gli massaggiava la schiena durante le crisi di vomito. Recatosi dal medico curante, si era visto diagnosticare una forma particolarmente virulenta di influenza intestinale e, per sicurezza, prescrivere una sfilza di esami clinici. Jongin aveva reagito male alla notizia e, ignorandone il motivo, aveva sfogato la propria rabbia su Sehun. Alcuni giorni dopo, Yifan e Chanyeol si erano precipitati in bagno appena svegli e lo avevano occupato fino a sera, entrambi abbracciati al water come se ne andasse delle loro vite e in preda a conati sconquassanti.

Il misterioso morbo non aveva risparmiato nemmeno Jongdae, il quale inoltre aveva sviluppato una passione malsana nonché improvvisa per i ghiaccioli confezionati. Un pomeriggio era tornato dal supermercato con due buste colme all’inverosimile, il cui contenuto aveva rovesciato nel congelatore intimando ai presenti di non provare nemmeno a toccarli. Nel giro di ventiquattro ore i preziosi ghiaccioli erano stati spolverati da Zitao, vittima di un raptus famelico che neppure lui, singhiozzante e oltremodo mortificato, aveva saputo giustificare.

A quel punto il manager degli EXO aveva preso in mano la situazione, dato che quei ragazzini sprovveduti su cui era stato incaricato di vegliare sembravano incapaci di trovarsi il culo con due mani –detestava essere volgare, ma a mali estremi era logico ricorrere ad estremi rimedi. Lui, che era uomo di mondo e aveva visto un ragionevole numero di sitcom e telenovelas brasiliane, pensava di sapere quale strano virus stesse affliggendo i suoi protetti. Una volta eliminato l’impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità; così sosteneva quel drittone di Sherlock Holmes, mica uno qualsiasi.

Sicché un bel dì si era diretto a passo di carica verso la farmacia più vicina e aveva acquistato uno stock di test di gravidanza, incurante dello sguardo basito e sottilmente derisorio rivoltogli dalla commessa. Rientrato in dormitorio, aveva consegnato una scatola a ciascun ragazzo con l’ingiunzione, non negoziabile né discutibile, di sottoporsi immediatamente al test. Lu Han aveva rifiutato categoricamente, giacché “sono un vero maschio alfa, io, il mio sedere non lo tocca nessuno!”. Il manager si era convinto solo dopo aver ricevuto la conferma da Minseok e lo aveva esentato.

 

 

Estrassero a sorte i nomi per decidere chi sarebbero stati i primi a tentare il test.

“Niente” scosse la testa Baekhyun, uscito dal bagno. “Prevedibile, del resto. I maschi non sono provvisti di utero”.

“Peccato, però” Yixing si fissò le punte delle scarpe. Pareva dispiaciuto.

Minseok osservò con sollievo entrambi gli stick contenuti nella scatola restare immutati. “A dimostrazione che sono troppo intelligente per lasciarmi ingravidare da un cerbiatto mannaro” borbottò tra sé e sé.

Le dolenti note arrivarono con Jongin.

“MA CHE CAZZO” lo si sentì urlare fino a Shangai. Raggiunse a grandi passi l’area relax, dove lo attendevano gli altri, e si piazzò a gambe larghe di fronte a Sehun. “BRUTTO DEFICIENTE” lo agguantò per il colletto e gli assestò un ceffone da manuale. “DISGRAZIATO FIGLIO DI MADRE IGNOTA, TI DOVEVO CASTRARE QUANDO NE AVEVO L’OCCASIONE!” e giù un pugno sul naso.

“Ma è una notizia meravigliosa, amore” protestò lui, le narici sanguinanti. “Diventeremo genitori, non sei contento?”

“E COME NO, TI STO MALMENANDO PER MANIFESTARE TUTTO IL MIO GAUDIO!” seguitò ad urlare, temibile come una Gorgone.

Il manager, comodamente sprofondato sul pouf, terminò di limarsi le unghie appena in tempo per salvare il giovane Oh da morte certa, o almeno da un serio trauma cranico.

Joonmyun, sebbene in cuor suo sospettasse quale sarebbe stato il risultato del proprio test, lo comunicò al resto del gruppo con l’espressione di chi ha ricevuto una bastonata in testa. “Positivo” disse, laconico. A manifestare una certa, evidente gioia fu -incredibilmente- Kyungsoo. Lo videro tutti aprirsi in un sorriso grande quanto i suoi bulbi oculari e sfregarsi le mani con evidente compiacimento. Un erede per la progenie demoniaca, gongolò SatanSoo.

Jongdae e Zitao si sottoposero al test insieme, mano nella mano persino durante la procedura. Tornarono dal bagno sventolando in aria i rispettivi stick: presentavano la doppia linea azzurra che non lasciava adito a dubbi. Incinti. Zitao si sentiva le ginocchia molli, Jongdae sembrava sul punto di perdere i sensi.

Infine toccò all’ultima coppia.

“Speriamo di non avere entrambi gemelli” esalò Chanyeol, le tempie sudate.

“Ho sempre desiderato una figlia femmina” a Yifan tremò il labbro inferiore.

Si abbracciarono e, davanti agli altri, scoppiarono in un pianto dirotto. Il manager, impegnato a soffiare sulle unghie affinché si asciugasse lo smalto (trasparente, rinforzante e con vitamina E), sospirò.

 

 

Venne indetta una conferenza stampa di emergenza, fissata per l’indomani. I giornalisti affollarono la stanza, insieme ai cameramen delle più importanti emittenti televisive del Paese e ad alcuni noti blogger-influencer.

Joonmyun, avvicinatosi al microfono posizionato di fronte a lui, ruppe gli indugi. “Buongiorno a tutti voi e grazie per essere accorsi così numerosi. A nome della SM Entertainment e della band di cui sono leader insieme a Kris”, toccò il gomito di Yifan che gli sedeva accanto, “desidero annunciare l’imminente ritiro dalle scene degli EXO”.

Nella sala calò il gelo.

“Quello che Suho intendeva dire”, si precipitò a precisare Yifan, “è che si tratterà di un ritiro temporaneo, che peraltro coinvolgerà soltanto la metà di noi. Siamo lieti di comunicarvi, infatti, che proprio in questi giorni Baekhyun, D.O, Sehun, Lay, Lu Han e Xiumin si accingono a lavorare su un nuovo disco, e che porteranno avanti i loro progetti individuali” concluse con un sorriso tutto gengive.

“Già, sarà meglio che Sehun mi stia ben lontano per i prossimi sei mesi” sibilò Jongin, dolce come fiele.

Le antenne dei cronisti, allenate a riconoscere e cogliere al volo qualsiasi accenno di gossip succulento, si drizzarono bruscamente nel rilevare il tasso di veleno contenuto nella voce di Kai, golden boy della SM e idol conosciuto per la naturale ritrosia e l’indole pacifica. La sua frecciatina diede quindi il via ad una raffica di domande concitate, microfoni puntati verso i cantanti e macchine fotografiche in piena azione. Esigevano risposte, sangue fresco con cui soddisfare la voracità del pubblico.

Joonmyun guardò di sottecchi Sehun, rosso come chili maturo. “Kai si è espresso male” finse serenità. “Alcuni di noi hanno espresso il desiderio di prendersi una pausa. Una vacanza, ecco”.

“Una specie di aspettativa?” domandò un reporter.

“No, non-”

“Chiamiamolo congedo speciale” interloquì Lu Han.

“Spero non si tratti di problemi di salute” fu il commento venato d’ansia di una telecronista matura.

“Niente di grave” negò Yifan, le lunghe dita che tamburellavano sulla superficie del tavolo. Si stava spazientendo.

“Impegnativo, semmai” Baekhyun sollevò un sopracciglio, sornione. Kyungsoo, seduto al suo fianco, gli tirò un calcio sugli stinchi che non sfuggì all’attenzione della stampa.

“Potete essere un poco più espliciti?” chiese un giovanotto rampante, dal look aggressivo.

“Spiacenti, è una faccenda privata” il diniego di Joonmyun fu cortese ma risoluto.

“Scusate ragazzi, perché non ammettere la verità?” saltò su Yixing, fino ad allora immerso in fantasticherie che lo vedevano impegnato a scopare con Baekhyun in un bosco rigoglioso e abitato da creature magiche. “Lo scoprirebbero comunque”.

“Dicci tutto, Lay!” lo incalzarono i giornalisti come un sol uomo.

“Yixing no” lo redarguì Yifan.

“Yixing ti prego” supplicò Joonmyun.

“Yixing stoppati, in nome di D.O!” gridò Jongdae.

“Io sono un unicorno fatato, faccio quel cacchio che mi pare” schivò agilmente Chanyeol che tentava di sottrargli il microfono da sotto il naso e balzò in piedi, gli occhi brillanti e febbrili. “Signore e signori, è un onore per me annunciarvi una assai lieta novella: presto diventerò zio”.

 

 

La notizia girò il mondo (emisfero boreale ed australe, continenti ed oceani inclusi) in breve tempo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, interpellata al riguardo, non seppe fornire una risposta adeguata. La comunità scientifica definì il fenomeno impossibile. In un secondo momento, trovandosi in forte imbarazzo, ipotizzò un coinvolgimento alieno. I complottisti andarono sul sicuro e gridarono al complotto. Il Vaticano replicò con un prudente “No comment”. Il manager degli EXO meditò di licenziarsi. Rinunciò all’idea perché provava pena per i futuri figli di quella manica di sprovveduti.

 

 

Passata che fu la (prima fase della) tempesta mediatica, i ragazzi ebbero modo di concentrarsi sulle questioni veramente importanti: ad esempio, trovare un ginecologo disposto a visitarli. La ricerca fu lunga e sofferta. Alla fine la scelta ricadde su un medico molto gentile e disponibile che accettò di riceverli con pochissime ore di preavviso.

Fu così che i sei gestanti, più Kyungsoo e Sehun, si recarono dal dottor Lee trascinandosi dietro il codazzo di paparazzi che ormai stazionavano in pianta stabile presso gli uffici della SM Entertainment e tempestavano di domande riguardo allo scottante affaire qualsiasi idol o impiegato che fosse tanto sprovveduto da allontanarsi dall’edificio durante la pausa pranzo. Il manager li accompagnò, si presentò al medico (“Chiamatemi Jinki” disse quegli affabile) e si rifugiò in sala d’aspetto a sfogliare riviste patinate.

Benché lo studio non fosse stato progettato per ospitare agevolmente nove persone, il buon Jinki permise loro di restare e, addirittura, spedì la segretaria a cercare altre sedie per far accomodare i pazienti. “Immagino vogliate farvi coraggio l’un l’altro” sorrise paterno. “Chi incomincia?”

Yifan colse i suoi amici di sorpresa alzandosi per primo. “Sono il più vecchio, in fin dei conti” spiegò mentre si stendeva sul lettino. Chanyeol gli fu subito accanto, una mano intrecciata alla sua. Il nervosismo era palpabile.

“Molto bene” il ginecologo azionò l’ecografo. “Vediamo come sta il feto”.

Joonmyun prese a tormentarsi una pellicina. Kyungsoo se ne accorse e lo strinse a sé, come era abituato a fare quando il compagno mostrava segni di tensione o stress. Zitao rivolse uno sguardo carico di preoccupazione a Jongdae, che annuì e gli accarezzò una guancia, lentamente. Jongin dimenticò di odiare Sehun e lasciò che questi gli circondasse la vita con un braccio e massaggiasse la piccola sporgenza del suo ventre.

“Sentite? E’ il cuore” Jinki smise di muovere il cursore e alzò il volume dell’audio. 

Trattennero tutti il fiato, l’emozione alle stelle.

“Il nostro fagiolino” sussurrò Chanyeol con gli occhi lucidi. “Sta bene, vero?”

“Ottimamente, signor Park. Guardate come nuota felice” indicò il monitor. “A giudicare dalle dimensioni e lo stadio di sviluppo fetale, signor Wu, lei ha da poco superato la sedicesima settimana di gestazione ed è entrato nel secondo trimestre”.

Jongin, a cui quei discorsi erano familiari dal momento che, giusto l’anno precedente, sua sorella aveva dato alla luce la sua primogenita, si corrucciò. “Mi perdoni se sbaglio, dottore, ma al quarto mese la pancia non dovrebbe essere più grossa di così?”

L’uomo studiò il lieve gonfiore di Yifan. “In circostanze normali le darei ragione, signor Kim. Tuttavia le vostre sono gravidanze anomale, extrauterine. Biologicamente parlando, solo i maschi degli ippocampi -o cavallucci marini che dir si voglia- sono in grado di venire fecondati dalle femmine perché, appunto, dotati di una speciale sacca incubatrice”.

“Mi piacciono i cavallucci marini” bisbigliò Jongdae. Zitao lo baciò.

“Il vostro è un caso senza precedenti” riprese il medico. “Non abbiamo parametri fisici o dati statistici concernenti la gravidanza maschile. In futuro, potendo contare sui progressi della scienza, chissà… Quanto a voi, siete giovani uomini in perfetta forma, allenati e con addominali scolpiti” gli sfuggì una risatina. “Questo lo so perché sono un vostro fan sfegatato”.

La sua ilarità contagiò i presenti. “Dicevo”, si ricompose, “che le vostre condizioni fisiche e la diversa conformazione anatomica contrastano, al contrario di quanto avviene nel corpo femminile, l’accumulo di adipe e liquidi nelle zone critiche –vale a dire cosce, glutei, fianchi e ventre”.

“Ah, quindi non diventeremo dei balenotteri come accade in The Sims 4?” domandò Chanyeol, confortato.

Yifan, rimasto in rapito silenzio sin ad ora, batté le palpebre incredulo. “Yeol, ti prego, dimmi che non hai di nuovo scaricato la mod Same Sex Pregnancy [1]”.

“Ehm. Potrei averlo fatto?” piegò la testa di lato in segno di scusa.

“Bando alle ciance” il saggio Jinki ritenne opportuno cambiare argomento. “Volete conoscere il sesso del nascituro?”

 

 

Yifan scoprì di aspettare la femminuccia che tanto desiderava e, nonostante si ostinasse a ripetere che piangere non fosse nel suo stile, fu impossibile non scorgerne le lacrime che scendevano copiose dagli occhi.

Venne fuori che anche gli altri cinque mammi erano entrati di diritto nel secondo trimestre (“I concepimenti devono essersi verificati pressoché simultaneamente. Strepitoso!” commentò l’esperto in materia). La notizia che anche Joonmyun e Zitao erano in  attesa di due belle bambine e che invece Chanyeol, Jongin e Jongdae avrebbero partorito un maschietto ciascuno venne accolta con gridolini eccitati e abbracci collettivi.

“Sei la MILF della mia vita” Kyungsoo mormorò all’orecchio di Joonmyun.

“Deficiente” avvampò lui.

 

 

Nei mesi seguenti gli EXO furono assurti a beniamini (inter)nazionali. La loro curiosa maternità era monitorata con scrupolosa attenzione, venata di affetto e simpatia, dai media. Non trascorreva settimana senza che un paio di giornali e altrettanti notiziari informassero la popolazione sudcoreana dell’andamento delle “gravidanze del secolo”, come vennero definite su Twitter. Internet impazzì. Siti e blog gestiti da fan di tutto il mondo pubblicavano quotidianamente foto corredate di cuoricini e stelline dei futuri genitori a passeggio per la capitale, in coppia o in gruppo. La nonna di Baekhyun, che Yixing insisteva a voler conoscere, spedì agli amici del nipote un rimedio naturale casalingo contro le nausee gravidiche.

Il cordiale dottor Lee, nel corso della terza ecografia, rassicurò i ragazzi riguardo alla salute dei piccoli e alla modalità secondo cui si sarebbe svolto il parto.

“Anestesia e taglio cesareo. Sarà una procedura talmente breve e indolore che non servirà nemmeno l’epidurale” asserì.

Usciti dall’ambulatorio, Jongin pretese della marmellata di ciliegie.

“Adesso, amore? E’ ora di pranzo, i negozi sono chiusi. Se riuscissi a pazientare un poco-”

“No”.

“All’angolo della strada c’è un chiosco di pollo fritto, non lo preferisci?” Sehun cercò un compromesso.

“Ugh” arricciò il naso. “L’odore mi disgusta. Voglio la marmellata. Con i pezzettoni” si ostinò.

“Jongin, dai…”

“Porto in grembo tuo figlio, Sehun. E tuo figlio desidera ardentemente assaggiare la confettura di ciliegie. Vuoi forse negargli questa gioia?” sfarfallò le ciglia.

Sehun abbassò lo sguardo, sconfitto. Non sapeva resistere alle moine del suo ragazzo, specie quando si atteggiava a cucciolo coccoloso; a maggior ragione dopo mesi e mesi di risposte col dente avvelenato e sguardi truci. Sehun era in astinenza, per Shisus, e se assecondare i capricci dell’altro significava ritrovare il calore e la dolcezza del Jongin di sempre, tanto meglio. Al diavolo l’amor proprio, la dignità.

“E marmellata sia”.

 

 

Lu Han si sentiva trascurato e lo confidò a Minseok.

“Non mi garba essere relegato al ruolo di personaggio secondario” borbottò scontento. “Quante volte sono comparso in questa fanfiction, quante battute mi ha affidato l’autrice? Una miseria, te lo dico io! Che scandalo. Scriverò un reclamo al Comitato dei P.I.R.L.A. (Personaggi Indispensabili della Real Life Associati)” minacciò.

“E’ colpa tua, sai” fece spallucce. “Non hai mai voluto lasciarti trapanare dal sottoscritto perché sei un vero uomo e cazzate varie: questo è il risultato. Nessuno di noi due è incinto. Siamo semplici comparse, negletti e dimenticati perché le comparse sono buone solo a tappare i buchi”.

“Ah, quindi sarebbe colpa mia?” strepitò colmo di sacrosanta indignazione.

“Non costringermi a ripeterlo” Minseok gli rivolse un’occhiata indecifrabile e se ne andò a letto.

 

 

Nel bel mezzo della notte Chanyeol si svegliò di soprassalto, in preda all’affanno. Strattonò rudemente Yifan, attento però a non disturbare la piccola che riposava nella pancia del fidanzato.

“Kristobal, pelandrone mio, ho bisogno di te”.

“Che c’è?” sbadigliò il malcapitato. “Non possiamo fare sesso nelle nostre condizioni, lo sai”.

“Questo è ancora tutto da dimostrare” gli strizzò l’occhio. L’imitazione del classico maniaco sessuale da impermeabile gli riusciva alla perfezione. “Quella Anarissa- Anal- insomma, Anastasia, in Cinquanta sfumature di rosso, viene bombata da Grey all’ottavo mese di gravidanza. Il problema è un altro, Kristian” si rabbuiò.

“La smetti di affibbiarmi nomignoli ridicoli e di citare quell’obbrobrio letterario, grazie tante?” sbuffò tirandosi a sedere.

“Ma tu sei ridicolo, oh mio principe sul pisello” Chanyeol ne imitò le movenze. “Comunque, veniamo al sodo: quale cognome avranno i nostri figli? Quale nazionalità?”

“Krisus dammi la forza” Yifan levò lo sguardo al soffitto soprastante. “Ti sembra il momento giusto per discuterne? Stavo dormendo così bene. Ne riparliamo quando il sole sarà sorto, ok?” si girò sul fianco, pronto a tornare tra le braccia di Morfeo.

“Eh no, bello. E’ mio diritto sapere cosa ne sarà del sangue del mio sangue”.

“Perché devi buttarla sul drammatico?” Kristobal Yifan roteò gli occhi.

“Sono esageratamente gravido e ho un’ansia addosso che non mi dà tregua, ti basta come risposta? Dobbiamo decidere, Fan. Cognome mio o tuo?”

“Doppio”.

“E cioè? Park Wu? Park Li? Park Wu Li? Quale è la combinazione esatta, Kris Wu Yifan Kevin Li Jiaheng? E quanti diavolo di passaporti possiedi, eh? I nostri figli non potranno essere contemporaneamente cittadini sudcoreani, cinesi e canadesi! O sì?”

“Ci informeremo, te lo prometto. Adesso quietati e dormi, se ci tieni alla vita”.

 

 

“Stavo pensando ai nomi” Jongdae introdusse il discorso durante le abluzioni mattutine.

Zitao uscì dalla doccia e si avvolse nell’accappatoio. “Nomi per i piccoli?”

Annuì. “Credo sia utile portarci avanti adesso che ne abbiamo l’occasione, dopo saremo troppo impegnati ad allevarli, questi demonietti” il maschietto dentro di lui scalciò, quasi a rafforzare il concetto. “Voglio scegliere dei bei nomi per loro”.

“Oh, Chenzi” Zitao gli tolse lo spazzolino e lo abbracciò, i loro pancioni che si toccavano. “Sarai un padre bravissimo”.

“Mai quanto te, Taozi” gli scostò la frangia bagnata dalla fronte. Lo baciò. “Mai quanto te”.

 

 

Joonmyun e Kyungsoo si trovavano in cucina quando Baekhyun e Yixing tesero loro un agguato in piena regola.

“Fuori il nome!” strillò Baekhyun.

Joonmyun sobbalzò e salvò per un pelo il bicchiere che teneva in mano da una fine triste e indecorosa. “SHISUS RISPARMIA LA MIA VITA, SONO INCINTO- Baekhyun? Ma che modi sono?!”

Se gli sguardi potessero uccidere, la vita del giovane Byun sarebbe stata portata a termine dall’espressione omicida dipintasi sul volto di Kyungsoo.

“Scusalo, lidah” Yixing gli diede pacche amichevoli sulle spalle. “Il nostro desiderio di sapere in anteprima assoluta come chiamerete la bambina ha avuto la meglio sulle buone maniere”.

“Non ci abbiamo ancora pensato”.

“Io ho una lista di nomi stupendi!” Baekhyun saltellò come un cagnolino iperattivo. “Posso essere io il suo padrino? Eh? Eh?”

Kyungsoo posò una mano sul ventre del compagno. “Stai lontano da mia figlia, microbo” lo fulminò.

 

 

Era un soleggiato pomeriggio di marzo quando l’inevitabile accadde: si ruppero le acque. (Alleluia, penseranno i lettori.)

Il manager accorse appena Sehun gli telefonò nel panico più totale e lo supplicò di sbrigarsi ad organizzare il trasporto in ospedale e a contattare una tintoria a secco che cercasse di salvare i rivestimenti dei divani, altrimenti da buttare. C’era liquido amniotico sparso un po’ ovunque. L’uomo udì urla straziate e un sonoro “VAFFANCULO, CHE CAZZO, STO MORENDO!” pronunciato dall’innocente boccuccia di Jongin.

Il manager non ne rimase impressionato, ma siccome era una persona efficiente gli bastò comporre un numero sul cellulare perché una voce computerizzata confermasse l’arrivo di una limousine extra lusso di lì a breve. Sospirò. Si preannunciava una giornata campale e lui non aveva ancora bevuto il suo caffè.

 

 

“Salve a tutti” il dottor Lee li accolse in corsia, gioviale e rilassato come al solito.

“Ehilà” salutò Yixing.

“Lieto di conoscerla, sono-” tentò di presentarsi Minseok.

“So benissimo chi è lei, signor Kim, evitiamo i convenevoli” gli strinse energicamente la mano. “Come stanno i miei cari pazienti, piuttosto?” indirizzò il sorrisetto tipico di chi la sapeva lunga ai partorienti di fronte a lui.

“MUORO” Jongin era piegato in due dal male e non cercava di simularlo in alcuna maniera. Sehun, sbattuto come un cencio centrifugato in lavatrice, non sembrava passarsela granché meglio.

“Una bellezza” rispose Zitao, il cui savoir-faire venne purtroppo incrinato da una scarica di dolore che gli deformò i lineamenti. Jongdae rimase zitto, sbuffando come un mantice.

Chanyeol stava per metà accasciato addosso al muro e per metà aggrappato a Yifan, il quale replicò con un quieto ma stentato: “Ho avuto giorni migliori”.

“Io sto malissimo” esalò Joonmyun. “Ho i pantaloni e le mutande zuppi. E’ una sensazione sgradevolissima, dottore” piagnucolò.

“Non temete, tra poco potrete conoscere i vostri frugoletti” affermò Jinki. Rivolse un sorriso da pubblicità ad un medico bello e prestante che si piazzò al suo fianco, in attesa di ordini. “Minho, loro sono i futuri genitori. Signori, lui è Choi Minho, validissimo ostetrico nonché mio assistente personale” Minho arrossì. “Insieme ci prenderemo cura di voi. Prego, seguiteci”.

 

 

Un paio di ore dopo l’affascinante Minho comparve in corridoio. Lu Han, Baekhyun, Yixing e Minseok si alzarono e gli andarono incontro. Il manager rimase con il culo ben incollato alla sedia, sorseggiando un caffè comprato al distributore automatico.

“Allora?”

“Sono nati?”

“Non sono sorte complicazioni, vero?”

“Li possiamo vedere?”

L’ostetrico scoppiò a ridere. “Calmi, calmi. Sia i bambini che i genitori stanno bene, scoppiano di salute. E’ andato tutto a meraviglia. Presto potrete conoscere i nuovi arrivati”.

Sehun e Kyungsoo uscirono da due stanze diverse, stravolti e sudati. Le loro espressioni, tuttavia, erano estatiche, gli occhi brillanti e meravigliati di chi ha ricevuto l’illuminazione divina. Subito gli amici corsero ad abbracciarli e a congratularsi.

“Come vi sentite?” chiese Lu Han.

“Non credo di saperlo” farfugliò Sehun. “Sono sotto shock. Assistere alla nascita di un figlio è… è…”

“Sconvolgente” completò la frase l’altro neopadre. “In sintesi: wow”.

“Che nomi gli avete dato?”

“Jonghun” fu la risposta di Sehun.

“Myungsoo” sorrise SatanSoo, talmente euforico e fuori di sé da abbracciare Baekhyun di sua spontanea volontà.

 

 

Ci volle ancora un poco perché i mammi fossero nelle condizioni fisiche (e igieniche) di rimettersi in piedi. Erano riusciti a tenere tra le braccia i neonati urlanti e sporchi di placenta, avvolti in teli verdi, ad ammirarne la congestionata bellezza. Poi, complici la stanchezza e gli effetti collaterali dell’anestesia, i ragazzi erano scivolati in un sonno profondo. Il dottor Lee e il suo collega avevano ritenuto opportuno lasciarli riposare, giacché il parto cesareo era pur sempre un intervento chirurgico con tutte le sue conseguenze.

Una volta svegliati, però, non vollero restare a letto un minuto di più. Insistettero per vedere i figlioletti nella nursery e ricongiungersi agli amici. Jinki, da buon fan, non seppe negare loro quella gioia e acconsentì.

 

 

“Davvero li abbiamo messi al mondo noi?” Jongdae, in vestaglia di raso e pantofole di spugna, a dispetto del look da dongiovanni di serie C era il ritratto della felicità.

Accanto a lui Zitao, abbigliato in modo pressoché uguale, non riusciva a staccare gli occhi di dosso da due creature addormentate e piene di capelli. La targhetta appesa alla culla azzurra recitava Jongao, quella alla culla rosa Zidae. I loro tesori.

“Pare di sì” sospirò. “Spero abbiano ereditato i tuoi zigomi, il naso e la bocca”.

“E i tuoi occhi. E l’altezza” Jongdae appoggiò la testa alla sua spalla.

“Anche la piccola?”

“Perché no? Sono abituato ad essere il nanerottolo della situazione”. Ridacchiarono insieme.

Sehun era perso nella contemplazione di Jonghun: poteva giurarci, quel bambino era identico a Jongin. Aveva persino, lui così minuto, la stessa bocca carnosa. Di suo invece aveva la carnagione chiara e la forma delle mani, in quel momento chiuse a pugno e fluttuanti nell’aria. Che stesse sognando di prendere a botte qualcuno?

“Un soldino per i tuoi pensieri” Jongin si voltò verso di lui, ogni traccia di rancore scomparsa. Era di nuovo se stesso.

“E’ il tuo ritratto” sorrise, lo sguardo fisso sul pupo. “Nostro figlio un giorno sarà un figo da paura”.

“Sempre che non venga su scemo come te” scherzò.

“No, da babbo Sehun erediterà due cose fondamentali: il culo e la Sehonda. Dammi retta” asserì, serissimo. Jongin gli chiuse la bocca con un lungo bacio per assicurarsi che non dicesse altre fesserie.

Nel mentre, i piccoli Park Wu Li ronfavano nella grossa. Kristen e Canlie [2]  promettevano di diventare due spilungoni: misuravano entrambi cinquantacinque centimetri, ben oltre la media. Sarebbero diventati modelli di fama mondiale, pensò tra sé Yifan, oppure uno dei due avrebbe realizzato il suo sogno dedicandosi al basket. Sognare non costa nulla. L’importante era che crescessero sani e felici.

“Che giganti, eh?” la voce fonda di Chanyeol lo distolse da quei pensieri. “Se è vero che i figli tendono a superare in altezza i genitori, perderemo il titolo di Twin Towers”.

“Staremo a vedere” Yifan gli cinse le spalle.

Kyungsoo comprese di trovarsi in guai seri. Conosceva la figlia da una manciata di ore e ne era già innamorato perso. Myungsoo era, semplicemente, la neonata più delicata e radiosa che avesse visto la luce negli ultimi millenni. La versione femminile di Joonmyun ma con le sue labbra: un angelo del Paradiso. (Del resto anche Satana, quando ancora si chiamava Lucifero, lo era stato.)

“Ti prego di non offenderti, Soo” Joonmyun lo prese per mano, raggiante nonostante la vestaglia da pensionato. “Credo di amare la nostra bambina più di ogni altra cosa al mondo”.

“Benvenuto nel club, tesoro”.

“Sembra di essere ad Hello Baby, non trovi?” sussurrò Yixing, in reverente adorazione. “Sono così carini. Guarda che manine, che occhietti” si sdilinquì.

Baekhyun lo guardò di sottecchi. “Si direbbe che non vedi l’ora di diventare padre” lo prese in giro. Ignorava di stare giocando col fuoco.

Osservando Lu Han sorridere intenerito a Canlie, che sbadigliava sonoramente, a Minseok venne in mente un’idea. E sogghignò.

 

 

Il giorno dopo, verso le sette, le infermiere di turno si recarono nella nursery a preparare i piccoli ospiti per la poppata del mattino. Si muovevano leggere, comunicando a gesti, onde evitare un brusco risveglio ai bebè. La più giovane premette l’interruttore della luce; la vista che si presentò dinnanzi ai loro occhi sgranati le lasciò senza parole, incapaci persino di gridare.

Ai sei nuovi arrivati, i figli degli idol, era capitato qualcosa di orribile e inspiegabile. Erano scomparsi, e le culle erano occupate da cuccioli di animali. Un barbocino toy color nocciola uggiolava tra le coperte di Oh Kim Jonghun, un anatroccolo emetteva dei sommessi “quack quack” acciambellato sul cuscino di Huang Kim Zidae. Al posto del suo fratellino, Jongao, troneggiava un già grosso esemplare di panda cinese. Kim Do Myungsoo era stata sostituita da una civetta implume sui toni del grigio. Quanto ai Park Wu Li… Le donne non svennero solo per pura forza di volontà, poiché si accorsero con orrore che sopra le culle di Kristen e Canlie svolazzavano, rispettivamente, una fenice infuocata e un drago dal manto a scaglie blu-rosse in miniatura [3].

“Corri ad avvertire i dottori” balbettò la capoinfermiera alla collega più vicina. “Subito, per l’amor di Dio”.

 

 

Spiegare la faccenda ai genitori fu un altro paio di maniche. Non ci volevano credere, pensarono ad uno scherzo di pessimo gusto. Furono costretti a cambiare idea.

Il dottor Choi li invitò ad entrare nella nursery, a verificare di persona. Yifan, stupefatto, offrì la propria spalla al draghetto. Kyungsoo e Chanyeol permisero ai due volatili di appollaiarsi su di loro copiando i gesti dell’antica arte della falconeria. Il fuoco della fenice, curiosamente, non bruciò la pelle del padre. Jongin si precipitò a coccolare il cagnolino (“Che coincidenza, è un barboncino” commentò Sehun). Il panda venne preso in braccio da Jongdae, mentre della paperella si occupò Zitao.

“Come è possibile, dottore?” Joonmyun, intento ad accarezzare il soffice piumaggio della civetta, si rivolse al ginecologo con aria di supplica. “Torneranno mai normali?”

“Ne sono certo, signor Kim. I vostri bambini sono nati con sembianze umane e la riacquisteranno. Sarebbe prematuro formulare una diagnosi così presto, ma suppongo che si possa parlare di mutaforma; Animagus di natura, sa, come in Harry Potter” Jinki non aveva perso il sorriso né l’ottimismo.

“Ma noi non siamo maghi!”

“Chissà” si concesse un risolino. “Per quanto ne so io potreste essere sul serio degli alieni provenienti dall’EXO Planet”.

L’angoscia tuttavia non durò a lungo, perché le previsioni del medico si rivelarono esatte e i bebè tornarono ad essere tali nel giro di alcune ore.

I mammi vennero dimessi dall’ospedale il giorno seguente, con tanti auguri da parte dello staff e la promessa di sottoporre i piccoli, una volta cresciuti, ad accurati test genetici. Come li videro uscire dall’edificio, i flash dei paparazzi impazzirono. I bambini vennero ripresi e fotografati sin dai loro primissimi giorni di vita, incantando più di una nazione.

 

 

Trascorso un mese dal lieto evento, Yixing rincasò dalla sua passeggiata mattutina stringendo un pacchetto avvolto da carta bianca con stampato sopra il logo di una farmacia. Gli trotterellarono incontro un cagnolino ed un panda, compresa una svolazzante fenice.

“Jonghun, attento a dove vai!” Sehun si affrettò a raccogliere il figlio.

“Kristen, torna qui” chiamò Chanyeol, imitato da Yifan che reggeva Canlie nella sua forma umana.

“Vieni da papà, cicciobomba” Jongdae si accovacciò per consentire a Jongao di saltargli in braccio. “E’ l’ora del bagnetto”.

Yixing sorrise teneramente a quelli che considerava, a tutti gli effetti, i suoi nipotini.

“Bentornato, cocco” venne a salutarlo Baekhyun. “Ti senti poco bene?” domandò dopo aver notato l’acquisto del ragazzo. Gli tastò la fronte: freddo come un cadavere. Non era febbre.

“Proprio così” lo contraddisse. “A colazione avevo la nausea e ho quasi vomitato annusando la tua tazza di tè. Sospetto di essere incinto, perciò ho comprato il test! Mi aiuti a leggere le istruzioni?”

Baekhyun cacciò un urlo degno di Maria Callas e si afflosciò al suolo come un sacco di patate. Ma se anche ciò non fosse successo, il bagno non sarebbe stato comunque agibile. Lu Han, infatti, stava chino sulla tazza del water, con le budella attorcigliate, a rimettere in modo molto virile il cibo ingerito nelle precedenti dodici ore.

“TU” additò Minseok, appoggiato al lavandino. “Hobbit intrigante che non sei altro, scommetto che mi hai ingravidato apposta affinché qualche fanwriter senza un cazzo da fare scrivesse una fanfiction su di noi” ringhiò sputando bile.

“Elementare, Watson” ammise quegli senza battere ciglio.

“Che Confucio mi protegga” rabbrividì. “Kim Minseok, sei- sei un uomo malvagio” lo accusò.

“Mai detto il contrario, baby”.

 

 

Quando venne informato delle nuove gravidanze, il manager andò ad ubriacarsi.

 

 

 

 

[1] Dovete sapere che in The Sims 4, infatti, grazie ad una mod (trucco) ideata dal grandissimo Aren, le coppie dello stesso sesso possono avere figli senza ricorrere all’adozione o all’opzione di combinazione genetica tra due personaggi in ‘Crea un Sim’. Lunga vita ai pancioni omosex!

[2] Se (come forse avrete notato) i nomi degli altri bambini derivano dalla crasi dei nomi dei loro genitori, per i figli delle due pertiche gemelle ho preferito una cosa ancora più trash. Kristen è, palesemente, il femminile di Kris; Canlie è l’equivalente in cinese mandarino di Chayeol.

[3] Le trasformazioni dei bambini in determinati animali non è casuale. Jongin, che ha il fetish dei barboncini, non poteva che avere un figlio-cane. Kyungsoo è spesso paragonato ad una civetta per via degli occhi e Zitao è sempre stato il panda del gruppo. L’animale totem di Jongdae, da quando nel lontano 2012 lo vidi fotografato con una marea di paperelle di plastica, è… beh, la papera. Nella MAMA!era, poi, Chanyeol interpretava una fenice mistica (?) e Yifan era un possente drago.

 

Complimenti (e molte grazie) a chi è arrivato fin qui. Non so se avrei avuto il vostro stesso coraggio. Correggerò quanto prima gli errori di battitura –che temo saranno parecchi, è da stamattina che scrivo…

In ogni caso, se vi andasse di seguire i miei scleri e non perdervi nemmeno una delle bellissime gif che posto quotidianamente, questo è il link della mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.

 

   
 
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