Aspettavo di
scrivere questa fanfiction da un po’. Due anni fa ho
abbozzato la trama e l’ho
messa da parte, incapace di svilupparla. Credevo sarebbe rimasta nel
dimenticatoio; a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Meglio tardi che
mai, no?
Devo ringraziare Egi e Bec perché, senza il loro
incoraggiamento, non avrei
scritto alcunché. Anzi, Bec si merita un ringraziamento
doppio e leggendo ne
capirà il motivo.
Non sono
sicura che questa fyccina si possa definire esattamente come il seguito
di una
mia vecchia mini-long (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1650290&i=1),
ma idealmente la considero tale. Le coppie protagoniste, se non altro,
sono le
stesse. Kyungsoo invece no. In più c’è
un pairing extra -e ninja- tanto carino
che merita un sacco di amore.
Buona
lettura (si spera)!
E’
comunemente risaputo che gli uomini non sono biologicamente attrezzati
per
concepire, né tantomeno portare avanti una gravidanza.
E’ una legge della natura
antica quanto il pianeta Terra. L’unica eccezione, nel mondo
animale, è
rappresentata dal cavalluccio marino e -va da sé- conferma
la regola. (Dio solo
sa cosa sia andato storto nel processo evolutivo dei cavallucci marini.
Ma
questa è un’altra storia.)
La domanda
da un milione di won, dunque, era: perché?
In un primo
momento nessuno di loro aveva dato troppa importanza ai sintomi.
Quando
Joonmyun aveva cominciato ad accusare un forte senso di nausea ogni
qual volta
gli capitava di inalare una zaffata di menta piperita, aveva
immediatamente
attribuito la causa del curioso fenomeno ad un insufficiente apporto
vitaminico
o, tutt’al più, all’insorgenza di una
qualche intolleranza alimentare. Aveva
pertanto deciso di sottoporsi a dei test allergologici e, in attesa di
conoscerne l’esito, aveva sostituito il dentifricio con uno
aromatizzato alla
banana (guadagnandosi un malizioso, nonché allusivo:
“Perché non alla carota o
al cetriolo, visto che siamo in tema?” da parte di Kyungsoo).
Poi era
toccato a Jongin. Il poveretto aveva trascorso una settimana intera a
rimettere
pure l’anima, con Sehun che premurosamente gli reggeva la
fronte e gli
massaggiava la schiena durante le crisi di vomito. Recatosi dal medico
curante,
si era visto diagnosticare una forma particolarmente virulenta di
influenza
intestinale e, per sicurezza, prescrivere una sfilza di esami clinici.
Jongin
aveva reagito male alla notizia e, ignorandone il motivo, aveva sfogato
la
propria rabbia su Sehun. Alcuni giorni dopo, Yifan e Chanyeol si erano
precipitati in bagno appena svegli e lo avevano occupato fino a sera,
entrambi
abbracciati al water come se ne andasse delle loro vite e in preda a
conati
sconquassanti.
Il
misterioso morbo non aveva risparmiato nemmeno Jongdae, il quale
inoltre aveva
sviluppato una passione malsana nonché improvvisa per i
ghiaccioli
confezionati. Un pomeriggio era tornato dal supermercato con due buste
colme
all’inverosimile, il cui contenuto aveva rovesciato nel
congelatore intimando
ai presenti di non provare nemmeno a toccarli. Nel giro di ventiquattro
ore i
preziosi ghiaccioli erano stati spolverati da Zitao, vittima di un
raptus
famelico che neppure lui, singhiozzante e oltremodo mortificato, aveva
saputo
giustificare.
A quel punto
il manager degli EXO aveva preso in mano la situazione, dato che quei
ragazzini
sprovveduti su cui era stato incaricato di vegliare sembravano incapaci
di
trovarsi il culo con due mani –detestava essere volgare, ma a
mali estremi era
logico ricorrere ad estremi rimedi. Lui, che era uomo di mondo e aveva
visto un
ragionevole numero di sitcom e telenovelas brasiliane, pensava di
sapere quale
strano virus stesse affliggendo i suoi protetti. Una volta eliminato
l’impossibile ciò che rimane, per quanto
improbabile, deve essere la verità; così
sosteneva quel drittone di Sherlock Holmes, mica uno qualsiasi.
Sicché
un
bel dì si era diretto a passo di carica verso la farmacia
più vicina e aveva
acquistato uno stock di test di gravidanza, incurante dello sguardo
basito e
sottilmente derisorio rivoltogli dalla commessa. Rientrato in
dormitorio, aveva
consegnato una scatola a ciascun ragazzo con l’ingiunzione,
non negoziabile né
discutibile, di sottoporsi immediatamente
al test. Lu Han aveva rifiutato categoricamente,
giacché “sono un vero
maschio alfa, io, il mio sedere non lo tocca nessuno!”. Il
manager si era
convinto solo dopo aver ricevuto la conferma da Minseok e lo aveva
esentato.
Estrassero a
sorte i nomi per decidere chi sarebbero stati i primi a tentare il
test.
“Niente”
scosse la testa Baekhyun, uscito dal bagno. “Prevedibile, del
resto. I maschi non
sono provvisti di utero”.
“Peccato,
però” Yixing si fissò le punte delle
scarpe. Pareva dispiaciuto.
Minseok
osservò con sollievo entrambi gli stick contenuti nella
scatola restare immutati.
“A dimostrazione che sono troppo intelligente per lasciarmi
ingravidare da un
cerbiatto mannaro” borbottò tra sé e
sé.
Le dolenti
note arrivarono con Jongin.
“MA
CHE
CAZZO” lo si sentì urlare fino a Shangai.
Raggiunse a grandi passi l’area
relax, dove lo attendevano gli altri, e si piazzò a gambe
larghe di fronte a
Sehun. “BRUTTO DEFICIENTE” lo agguantò
per il colletto e gli assestò un ceffone
da manuale. “DISGRAZIATO FIGLIO DI MADRE IGNOTA, TI DOVEVO
CASTRARE QUANDO NE
AVEVO L’OCCASIONE!” e giù un pugno sul
naso.
“Ma
è una
notizia meravigliosa, amore” protestò lui, le
narici sanguinanti. “Diventeremo
genitori, non sei contento?”
“E
COME NO,
TI STO MALMENANDO PER MANIFESTARE TUTTO IL MIO GAUDIO!”
seguitò ad urlare,
temibile come una Gorgone.
Il manager,
comodamente sprofondato sul pouf, terminò di limarsi le
unghie appena in tempo
per salvare il giovane Oh da morte certa, o almeno da un serio trauma
cranico.
Joonmyun,
sebbene in cuor suo sospettasse quale sarebbe stato il risultato del
proprio
test, lo comunicò al resto del gruppo con
l’espressione di chi ha ricevuto una
bastonata in testa. “Positivo” disse, laconico. A
manifestare una certa,
evidente gioia fu -incredibilmente- Kyungsoo. Lo videro tutti aprirsi
in un
sorriso grande quanto i suoi bulbi oculari e sfregarsi le mani con
evidente
compiacimento. Un erede per la progenie
demoniaca, gongolò SatanSoo.
Jongdae e
Zitao si sottoposero al test insieme, mano nella mano persino durante
la
procedura. Tornarono dal bagno sventolando in aria i rispettivi stick:
presentavano la doppia linea azzurra che non lasciava adito a dubbi.
Incinti.
Zitao si sentiva le ginocchia molli, Jongdae sembrava sul punto di
perdere i
sensi.
Infine
toccò
all’ultima coppia.
“Speriamo
di
non avere entrambi gemelli” esalò Chanyeol, le
tempie sudate.
“Ho
sempre
desiderato una figlia femmina” a Yifan tremò il
labbro inferiore.
Si
abbracciarono e, davanti agli altri, scoppiarono in un pianto dirotto.
Il
manager, impegnato a soffiare sulle unghie affinché si
asciugasse lo smalto
(trasparente, rinforzante e con vitamina E), sospirò.
Venne indetta
una conferenza stampa di emergenza, fissata per l’indomani. I
giornalisti
affollarono la stanza, insieme ai cameramen delle più
importanti emittenti
televisive del Paese e ad alcuni noti blogger-influencer.
Joonmyun,
avvicinatosi al microfono posizionato di fronte a lui, ruppe gli
indugi.
“Buongiorno a tutti voi e grazie per essere accorsi
così numerosi. A nome della
SM Entertainment e della band di cui sono leader insieme a
Kris”, toccò il
gomito di Yifan che gli sedeva accanto, “desidero annunciare
l’imminente ritiro
dalle scene degli EXO”.
Nella sala
calò il gelo.
“Quello
che
Suho intendeva dire”, si precipitò a precisare
Yifan, “è che si tratterà di un
ritiro temporaneo, che peraltro coinvolgerà soltanto la
metà di noi. Siamo
lieti di comunicarvi, infatti, che proprio in questi giorni Baekhyun,
D.O,
Sehun, Lay, Lu Han e Xiumin si accingono a lavorare su un nuovo disco,
e che porteranno
avanti i loro progetti individuali” concluse con un sorriso
tutto gengive.
“Già,
sarà
meglio che Sehun mi stia ben lontano per i prossimi sei mesi”
sibilò Jongin,
dolce come fiele.
Le antenne
dei cronisti, allenate a riconoscere e cogliere al volo qualsiasi
accenno di
gossip succulento, si drizzarono bruscamente nel rilevare il tasso di
veleno
contenuto nella voce di Kai, golden boy della SM e idol conosciuto per
la
naturale ritrosia e l’indole pacifica. La sua frecciatina
diede quindi il via
ad una raffica di domande concitate, microfoni puntati verso i cantanti
e
macchine fotografiche in piena azione. Esigevano risposte, sangue
fresco con
cui soddisfare la voracità del pubblico.
Joonmyun
guardò di sottecchi Sehun, rosso come chili maturo.
“Kai si è espresso male”
finse serenità. “Alcuni di noi hanno espresso il
desiderio di prendersi una
pausa. Una vacanza, ecco”.
“Una
specie
di aspettativa?” domandò un reporter.
“No,
non-”
“Chiamiamolo
congedo speciale” interloquì Lu Han.
“Spero
non
si tratti di problemi di salute” fu il commento venato
d’ansia di una
telecronista matura.
“Niente
di
grave” negò Yifan, le lunghe dita che
tamburellavano sulla superficie del
tavolo. Si stava spazientendo.
“Impegnativo,
semmai” Baekhyun sollevò un sopracciglio,
sornione. Kyungsoo, seduto al suo
fianco, gli tirò un calcio sugli stinchi che non
sfuggì all’attenzione della
stampa.
“Potete
essere un poco più espliciti?” chiese un
giovanotto rampante, dal look
aggressivo.
“Spiacenti,
è una faccenda privata” il diniego di Joonmyun fu
cortese ma risoluto.
“Scusate
ragazzi, perché non ammettere la
verità?” saltò su Yixing, fino ad
allora
immerso in fantasticherie che lo vedevano impegnato a scopare con
Baekhyun in
un bosco rigoglioso e abitato da creature magiche. “Lo
scoprirebbero comunque”.
“Dicci
tutto, Lay!” lo incalzarono i giornalisti come un sol uomo.
“Yixing
no”
lo redarguì Yifan.
“Yixing
ti
prego” supplicò Joonmyun.
“Yixing
stoppati, in nome di D.O!” gridò Jongdae.
“Io
sono un
unicorno fatato, faccio quel cacchio che mi pare”
schivò agilmente Chanyeol che
tentava di sottrargli il microfono da sotto il naso e balzò
in piedi, gli occhi
brillanti e febbrili. “Signore e signori, è un
onore per me annunciarvi una
assai lieta novella: presto diventerò zio”.
La notizia
girò il mondo (emisfero boreale ed australe, continenti ed
oceani inclusi) in
breve tempo. L’Organizzazione Mondiale della
Sanità, interpellata al riguardo,
non seppe fornire una risposta adeguata. La comunità
scientifica definì il
fenomeno impossibile. In un secondo momento, trovandosi in forte
imbarazzo,
ipotizzò un coinvolgimento alieno. I complottisti andarono
sul sicuro e
gridarono al complotto. Il Vaticano replicò con un prudente
“No comment”. Il
manager degli EXO meditò di licenziarsi. Rinunciò
all’idea perché provava pena
per i futuri figli di quella manica di sprovveduti.
Passata che
fu la (prima fase della) tempesta mediatica, i ragazzi ebbero modo di
concentrarsi sulle questioni veramente importanti: ad esempio, trovare
un
ginecologo disposto a visitarli. La ricerca fu lunga e sofferta. Alla
fine la
scelta ricadde su un medico molto gentile e disponibile che
accettò di
riceverli con pochissime ore di preavviso.
Fu
così che
i sei gestanti, più Kyungsoo e Sehun, si recarono dal dottor
Lee trascinandosi
dietro il codazzo di paparazzi che ormai stazionavano in pianta stabile
presso
gli uffici della SM Entertainment e tempestavano di domande riguardo
allo
scottante affaire qualsiasi idol o
impiegato che fosse tanto sprovveduto da allontanarsi
dall’edificio durante la
pausa pranzo. Il manager li accompagnò, si
presentò al medico (“Chiamatemi
Jinki” disse quegli affabile) e si rifugiò in sala
d’aspetto a sfogliare
riviste patinate.
Benché
lo
studio non fosse stato progettato per ospitare agevolmente nove
persone, il
buon Jinki permise loro di restare e, addirittura, spedì la
segretaria a
cercare altre sedie per far accomodare i pazienti. “Immagino
vogliate farvi
coraggio l’un l’altro” sorrise paterno.
“Chi incomincia?”
Yifan colse
i suoi amici di sorpresa alzandosi per primo. “Sono il
più vecchio, in fin dei
conti” spiegò mentre si stendeva sul lettino.
Chanyeol gli fu subito accanto,
una mano intrecciata alla sua. Il nervosismo era palpabile.
“Molto
bene”
il ginecologo azionò l’ecografo.
“Vediamo come sta il feto”.
Joonmyun
prese a tormentarsi una pellicina. Kyungsoo se ne accorse e lo strinse
a sé,
come era abituato a fare quando il compagno mostrava segni di tensione
o
stress. Zitao rivolse uno sguardo carico di preoccupazione a Jongdae,
che annuì
e gli accarezzò una guancia, lentamente. Jongin
dimenticò di odiare Sehun e
lasciò che questi gli circondasse la vita con un braccio e
massaggiasse la
piccola sporgenza del suo ventre.
“Sentite?
E’
il cuore” Jinki smise di muovere il cursore e alzò
il volume dell’audio.
Trattennero
tutti il fiato, l’emozione alle stelle.
“Il
nostro
fagiolino” sussurrò Chanyeol con gli occhi lucidi.
“Sta bene, vero?”
“Ottimamente,
signor Park. Guardate come nuota felice” indicò il
monitor. “A giudicare dalle
dimensioni e lo stadio di sviluppo fetale, signor Wu, lei ha da poco
superato
la sedicesima settimana di gestazione ed è entrato nel
secondo trimestre”.
Jongin, a
cui quei discorsi erano familiari dal momento che, giusto
l’anno precedente,
sua sorella aveva dato alla luce la sua primogenita, si
corrucciò. “Mi perdoni
se sbaglio, dottore, ma al quarto mese la pancia non dovrebbe essere
più grossa
di così?”
L’uomo
studiò il lieve gonfiore di Yifan. “In circostanze
normali le darei ragione,
signor Kim. Tuttavia le vostre sono gravidanze anomale, extrauterine.
Biologicamente
parlando, solo i maschi degli ippocampi -o cavallucci marini che dir si
voglia-
sono in grado di venire fecondati dalle femmine perché,
appunto, dotati di una
speciale sacca incubatrice”.
“Mi
piacciono i cavallucci marini” bisbigliò Jongdae.
Zitao lo baciò.
“Il
vostro è
un caso senza precedenti” riprese il medico. “Non
abbiamo parametri fisici o dati
statistici concernenti la gravidanza maschile. In futuro, potendo
contare sui
progressi della scienza, chissà… Quanto a voi,
siete giovani uomini in perfetta
forma, allenati e con addominali scolpiti” gli
sfuggì una risatina. “Questo lo
so perché sono un vostro fan sfegatato”.
La sua
ilarità contagiò i presenti.
“Dicevo”, si ricompose, “che le vostre
condizioni
fisiche e la diversa conformazione anatomica contrastano, al contrario
di quanto
avviene nel corpo femminile, l’accumulo di adipe e liquidi
nelle zone critiche
–vale a dire cosce, glutei, fianchi e ventre”.
“Ah,
quindi
non diventeremo dei balenotteri come accade in
The Sims 4?” domandò Chanyeol,
confortato.
Yifan,
rimasto in rapito silenzio sin ad ora, batté le palpebre
incredulo. “Yeol, ti
prego, dimmi che non hai di nuovo scaricato la mod Same Sex Pregnancy [1]”.
“Ehm.
Potrei
averlo fatto?” piegò la testa di lato in segno di
scusa.
“Bando
alle
ciance” il saggio Jinki ritenne opportuno cambiare argomento.
“Volete conoscere
il sesso del nascituro?”
Yifan
scoprì
di aspettare la femminuccia che tanto desiderava e, nonostante si
ostinasse a
ripetere che piangere non fosse nel suo stile, fu impossibile non
scorgerne le
lacrime che scendevano copiose dagli occhi.
Venne fuori
che anche gli altri cinque mammi erano entrati di diritto nel secondo
trimestre
(“I concepimenti devono essersi verificati
pressoché simultaneamente.
Strepitoso!” commentò l’esperto in
materia). La notizia che anche Joonmyun e
Zitao erano in attesa
di due belle
bambine e che invece Chanyeol, Jongin e Jongdae avrebbero partorito un
maschietto ciascuno venne accolta con gridolini eccitati e abbracci
collettivi.
“Sei
la MILF
della mia vita” Kyungsoo mormorò
all’orecchio di Joonmyun.
“Deficiente”
avvampò lui.
Nei mesi
seguenti gli EXO furono assurti a beniamini (inter)nazionali. La loro
curiosa
maternità era monitorata con scrupolosa attenzione, venata
di affetto e
simpatia, dai media. Non trascorreva settimana senza che un paio di
giornali e
altrettanti notiziari informassero la popolazione sudcoreana
dell’andamento
delle “gravidanze del secolo”, come vennero
definite su Twitter. Internet
impazzì. Siti e blog gestiti da fan di tutto il mondo
pubblicavano
quotidianamente foto corredate di cuoricini e stelline dei futuri
genitori a
passeggio per la capitale, in coppia o in gruppo. La nonna di Baekhyun,
che
Yixing insisteva a voler conoscere, spedì agli amici del
nipote un rimedio naturale
casalingo contro le nausee gravidiche.
Il cordiale
dottor Lee, nel corso della terza ecografia, rassicurò i
ragazzi riguardo alla
salute dei piccoli e alla modalità secondo cui si sarebbe
svolto il parto.
“Anestesia
e
taglio cesareo. Sarà una procedura talmente breve e indolore
che non servirà
nemmeno l’epidurale” asserì.
Usciti
dall’ambulatorio, Jongin pretese della marmellata di
ciliegie.
“Adesso,
amore? E’ ora di pranzo, i negozi sono chiusi. Se riuscissi a
pazientare un
poco-”
“No”.
“All’angolo
della strada c’è un chiosco di pollo fritto, non
lo preferisci?” Sehun cercò un
compromesso.
“Ugh”
arricciò il naso. “L’odore mi disgusta.
Voglio la marmellata. Con i pezzettoni”
si ostinò.
“Jongin,
dai…”
“Porto
in
grembo tuo figlio, Sehun. E tuo figlio
desidera ardentemente assaggiare la confettura di ciliegie.
Vuoi forse
negargli questa gioia?” sfarfallò le ciglia.
Sehun
abbassò lo sguardo, sconfitto. Non sapeva resistere alle
moine del suo ragazzo,
specie quando si atteggiava a cucciolo coccoloso; a maggior ragione
dopo mesi e
mesi di risposte col dente avvelenato e sguardi truci. Sehun era in
astinenza,
per Shisus, e se assecondare i capricci dell’altro
significava ritrovare il
calore e la dolcezza del Jongin di sempre, tanto meglio. Al diavolo
l’amor
proprio, la dignità.
“E
marmellata sia”.
Lu Han si
sentiva trascurato e lo confidò a Minseok.
“Non
mi
garba essere relegato al ruolo di personaggio secondario”
borbottò scontento.
“Quante volte sono comparso in questa fanfiction, quante
battute mi ha affidato
l’autrice? Una miseria, te lo dico io! Che scandalo.
Scriverò un reclamo al
Comitato dei P.I.R.L.A. (Personaggi Indispensabili della Real Life
Associati)”
minacciò.
“E’
colpa
tua, sai” fece spallucce. “Non hai mai voluto
lasciarti trapanare dal
sottoscritto perché sei un vero uomo e cazzate varie: questo
è il risultato.
Nessuno di noi due è incinto. Siamo semplici comparse,
negletti e dimenticati
perché le comparse sono buone solo a tappare i
buchi”.
“Ah,
quindi
sarebbe colpa mia?” strepitò colmo di sacrosanta
indignazione.
“Non
costringermi a ripeterlo” Minseok gli rivolse
un’occhiata indecifrabile e se ne
andò a letto.
Nel bel
mezzo della notte Chanyeol si svegliò di soprassalto, in
preda all’affanno.
Strattonò rudemente Yifan, attento però a non
disturbare la piccola che
riposava nella pancia del fidanzato.
“Kristobal,
pelandrone mio, ho bisogno di te”.
“Che
c’è?”
sbadigliò il malcapitato. “Non possiamo fare sesso
nelle nostre condizioni, lo
sai”.
“Questo
è
ancora tutto da dimostrare” gli strizzò
l’occhio. L’imitazione del classico
maniaco sessuale da impermeabile gli riusciva alla perfezione.
“Quella Anarissa-
Anal- insomma, Anastasia, in Cinquanta
sfumature di rosso, viene bombata da Grey
all’ottavo mese di gravidanza. Il
problema è un altro, Kristian” si
rabbuiò.
“La
smetti
di affibbiarmi nomignoli ridicoli e di citare quell’obbrobrio
letterario,
grazie tante?” sbuffò tirandosi a sedere.
“Ma tu
sei
ridicolo, oh mio principe sul pisello” Chanyeol ne
imitò le movenze. “Comunque,
veniamo al sodo: quale cognome avranno i nostri figli? Quale
nazionalità?”
“Krisus
dammi la forza” Yifan levò lo sguardo al soffitto
soprastante. “Ti sembra il
momento giusto per discuterne? Stavo dormendo così bene. Ne
riparliamo quando
il sole sarà sorto, ok?” si girò sul
fianco, pronto a tornare tra le braccia di
Morfeo.
“Eh
no,
bello. E’ mio diritto sapere cosa ne sarà del
sangue del mio sangue”.
“Perché
devi
buttarla sul drammatico?” Kristobal Yifan
roteò gli occhi.
“Sono
esageratamente gravido e ho un’ansia addosso che non mi
dà tregua, ti basta
come risposta? Dobbiamo decidere, Fan. Cognome mio o tuo?”
“Doppio”.
“E
cioè?
Park Wu? Park Li? Park Wu Li? Quale è la combinazione
esatta, Kris Wu Yifan
Kevin Li Jiaheng? E quanti diavolo di passaporti possiedi, eh? I nostri
figli
non potranno essere contemporaneamente cittadini sudcoreani, cinesi e
canadesi!
O sì?”
“Ci
informeremo,
te lo prometto. Adesso quietati e dormi, se ci tieni alla
vita”.
“Stavo
pensando ai nomi” Jongdae introdusse il discorso durante le
abluzioni
mattutine.
Zitao
uscì
dalla doccia e si avvolse nell’accappatoio. “Nomi
per i piccoli?”
Annuì.
“Credo sia utile portarci avanti adesso che ne abbiamo
l’occasione, dopo saremo
troppo impegnati ad allevarli, questi demonietti” il
maschietto dentro di lui
scalciò, quasi a rafforzare il concetto. “Voglio
scegliere dei bei nomi per
loro”.
“Oh,
Chenzi”
Zitao gli tolse lo spazzolino e lo abbracciò, i loro
pancioni che si toccavano.
“Sarai un padre bravissimo”.
“Mai
quanto
te, Taozi” gli scostò la frangia bagnata dalla
fronte. Lo baciò. “Mai quanto
te”.
Joonmyun e
Kyungsoo si trovavano in cucina quando Baekhyun e Yixing tesero loro un
agguato
in piena regola.
“Fuori
il
nome!” strillò Baekhyun.
Joonmyun
sobbalzò e salvò per un pelo il bicchiere che
teneva in mano da una fine triste
e indecorosa. “SHISUS RISPARMIA LA MIA VITA, SONO INCINTO-
Baekhyun? Ma che
modi sono?!”
Se gli
sguardi potessero uccidere, la vita del giovane Byun sarebbe stata
portata a
termine dall’espressione omicida dipintasi sul volto di
Kyungsoo.
“Scusalo,
lidah” Yixing gli diede pacche amichevoli sulle spalle.
“Il nostro desiderio di
sapere in anteprima assoluta come chiamerete la bambina ha avuto la
meglio
sulle buone maniere”.
“Non
ci
abbiamo ancora pensato”.
“Io ho
una
lista di nomi stupendi!” Baekhyun saltellò come un
cagnolino iperattivo. “Posso
essere io il suo padrino? Eh? Eh?”
Kyungsoo
posò una mano sul ventre del compagno. “Stai
lontano da mia figlia, microbo” lo
fulminò.
Era un
soleggiato pomeriggio di marzo quando l’inevitabile accadde:
si ruppero le
acque. (Alleluia, penseranno i lettori.)
Il manager
accorse appena Sehun gli telefonò nel panico più
totale e lo supplicò di
sbrigarsi ad organizzare il trasporto in ospedale e a contattare una
tintoria a
secco che cercasse di salvare i rivestimenti dei divani, altrimenti da
buttare.
C’era liquido amniotico sparso un po’ ovunque.
L’uomo udì urla straziate e un
sonoro “VAFFANCULO, CHE CAZZO, STO MORENDO!”
pronunciato dall’innocente
boccuccia di Jongin.
Il manager
non ne rimase impressionato, ma siccome era una persona efficiente gli
bastò
comporre un numero sul cellulare perché una voce
computerizzata confermasse
l’arrivo di una limousine extra lusso di lì a
breve. Sospirò. Si preannunciava
una giornata campale e lui non aveva ancora bevuto il suo
caffè.
“Salve
a
tutti” il dottor Lee li accolse in corsia, gioviale e
rilassato come al solito.
“Ehilà”
salutò Yixing.
“Lieto
di
conoscerla, sono-” tentò di presentarsi Minseok.
“So
benissimo chi è lei, signor Kim, evitiamo i
convenevoli” gli strinse
energicamente la mano. “Come stanno i miei cari pazienti,
piuttosto?” indirizzò
il sorrisetto tipico di chi la sapeva lunga ai partorienti di fronte a
lui.
“MUORO”
Jongin era piegato in due dal male e non cercava di simularlo in alcuna
maniera. Sehun, sbattuto come un cencio centrifugato in lavatrice, non
sembrava
passarsela granché meglio.
“Una
bellezza” rispose Zitao, il cui savoir-faire
venne purtroppo incrinato da una scarica di dolore che gli
deformò i lineamenti.
Jongdae rimase zitto, sbuffando come un mantice.
Chanyeol
stava per metà accasciato addosso al muro e per
metà aggrappato a Yifan, il
quale replicò con un quieto ma stentato: “Ho avuto
giorni migliori”.
“Io
sto
malissimo” esalò Joonmyun. “Ho i
pantaloni e le mutande zuppi. E’ una
sensazione sgradevolissima, dottore” piagnucolò.
“Non
temete,
tra poco potrete conoscere i vostri frugoletti”
affermò Jinki. Rivolse un
sorriso da pubblicità ad un medico bello e prestante che si
piazzò al suo
fianco, in attesa di ordini. “Minho, loro sono i futuri
genitori. Signori, lui
è Choi Minho, validissimo ostetrico nonché mio
assistente personale” Minho
arrossì. “Insieme ci prenderemo cura di voi.
Prego, seguiteci”.
Un paio di
ore dopo l’affascinante Minho comparve in corridoio. Lu Han,
Baekhyun, Yixing e
Minseok si alzarono e gli andarono incontro. Il manager rimase con il
culo ben
incollato alla sedia, sorseggiando un caffè comprato al
distributore
automatico.
“Allora?”
“Sono
nati?”
“Non
sono
sorte complicazioni, vero?”
“Li
possiamo
vedere?”
L’ostetrico
scoppiò a ridere. “Calmi, calmi. Sia i bambini che
i genitori stanno bene,
scoppiano di salute. E’ andato tutto a meraviglia. Presto
potrete conoscere i
nuovi arrivati”.
Sehun e
Kyungsoo uscirono da due stanze diverse, stravolti e sudati. Le loro
espressioni,
tuttavia, erano estatiche, gli occhi brillanti e meravigliati di chi ha
ricevuto l’illuminazione divina. Subito gli amici corsero ad
abbracciarli e a
congratularsi.
“Come
vi
sentite?” chiese Lu Han.
“Non
credo di
saperlo” farfugliò Sehun. “Sono sotto
shock. Assistere alla nascita di un
figlio è… è…”
“Sconvolgente”
completò la frase l’altro neopadre. “In
sintesi: wow”.
“Che
nomi
gli avete dato?”
“Jonghun”
fu
la risposta di Sehun.
“Myungsoo”
sorrise SatanSoo, talmente euforico e fuori di sé da
abbracciare Baekhyun di
sua spontanea volontà.
Ci volle
ancora un poco perché i mammi fossero nelle condizioni
fisiche (e igieniche) di
rimettersi in piedi. Erano riusciti a tenere tra le braccia i neonati
urlanti e
sporchi di placenta, avvolti in teli verdi, ad ammirarne la
congestionata
bellezza. Poi, complici la stanchezza e gli effetti collaterali
dell’anestesia,
i ragazzi erano scivolati in un sonno profondo. Il dottor Lee e il suo
collega
avevano ritenuto opportuno lasciarli riposare, giacché il
parto cesareo era pur
sempre un intervento chirurgico con tutte le sue conseguenze.
Una volta
svegliati, però, non vollero restare a letto un minuto di
più. Insistettero per
vedere i figlioletti nella nursery e ricongiungersi agli amici. Jinki,
da buon
fan, non seppe negare loro quella gioia e acconsentì.
“Davvero
li
abbiamo messi al mondo noi?” Jongdae, in vestaglia di
raso e pantofole
di spugna, a dispetto del look da dongiovanni di serie C era il
ritratto della
felicità.
Accanto a
lui Zitao, abbigliato in modo pressoché uguale, non riusciva
a staccare gli
occhi di dosso da due creature addormentate e piene di capelli. La
targhetta
appesa alla culla azzurra recitava Jongao, quella alla culla rosa
Zidae. I loro
tesori.
“Pare
di sì”
sospirò. “Spero abbiano ereditato i tuoi zigomi,
il naso e la bocca”.
“E i
tuoi
occhi. E l’altezza” Jongdae appoggiò la
testa alla sua spalla.
“Anche
la
piccola?”
“Perché
no?
Sono abituato ad essere il nanerottolo della situazione”.
Ridacchiarono
insieme.
Sehun era
perso nella contemplazione di Jonghun: poteva giurarci, quel bambino
era
identico a Jongin. Aveva persino, lui così minuto, la stessa
bocca carnosa. Di
suo invece aveva la carnagione chiara e la forma delle mani, in quel
momento
chiuse a pugno e fluttuanti nell’aria. Che stesse sognando di
prendere a botte
qualcuno?
“Un
soldino
per i tuoi pensieri” Jongin si voltò verso di lui,
ogni traccia di rancore
scomparsa. Era di nuovo se stesso.
“E’
il tuo
ritratto” sorrise, lo sguardo fisso sul pupo.
“Nostro figlio un giorno sarà un
figo da paura”.
“Sempre
che
non venga su scemo come te” scherzò.
“No,
da
babbo Sehun erediterà due cose fondamentali: il culo e la
Sehonda. Dammi retta”
asserì, serissimo. Jongin gli chiuse la bocca con un lungo
bacio per
assicurarsi che non dicesse altre fesserie.
Nel mentre,
i piccoli Park Wu Li ronfavano nella grossa. Kristen e Canlie [2] promettevano di
diventare due
spilungoni: misuravano entrambi cinquantacinque centimetri, ben oltre
la media.
Sarebbero diventati modelli di fama mondiale, pensò tra
sé Yifan, oppure uno
dei due avrebbe realizzato il suo sogno dedicandosi al basket. Sognare
non
costa nulla. L’importante era che crescessero sani e felici.
“Che
giganti, eh?” la voce fonda di Chanyeol lo distolse da quei
pensieri. “Se è
vero che i figli tendono a superare in altezza i genitori, perderemo il
titolo
di Twin Towers”.
“Staremo
a
vedere” Yifan gli cinse le spalle.
Kyungsoo
comprese di trovarsi in guai seri. Conosceva la figlia da una manciata
di ore e
ne era già innamorato perso. Myungsoo era, semplicemente, la
neonata più
delicata e radiosa che avesse visto la luce negli ultimi millenni. La
versione
femminile di Joonmyun ma con le sue labbra: un angelo del Paradiso.
(Del resto
anche Satana, quando ancora si chiamava Lucifero, lo era stato.)
“Ti
prego di
non offenderti, Soo” Joonmyun lo prese per mano, raggiante
nonostante la
vestaglia da pensionato. “Credo di amare la nostra bambina
più di ogni altra
cosa al mondo”.
“Benvenuto
nel club, tesoro”.
“Sembra
di
essere ad Hello Baby, non
trovi?”
sussurrò Yixing, in reverente adorazione. “Sono
così carini. Guarda che manine,
che occhietti” si sdilinquì.
Baekhyun lo
guardò di sottecchi. “Si direbbe che non vedi
l’ora di diventare padre” lo
prese in giro. Ignorava di stare giocando col fuoco.
Osservando
Lu Han sorridere intenerito a Canlie, che sbadigliava sonoramente, a
Minseok
venne in mente un’idea. E sogghignò.
Il giorno
dopo, verso le sette, le infermiere di turno si recarono nella nursery
a
preparare i piccoli ospiti per la poppata del mattino. Si muovevano
leggere,
comunicando a gesti, onde evitare un brusco risveglio ai
bebè. La più giovane
premette l’interruttore della luce; la vista che si
presentò dinnanzi ai loro
occhi sgranati le lasciò senza parole, incapaci persino di
gridare.
Ai sei nuovi
arrivati, i figli degli idol, era capitato qualcosa di orribile e
inspiegabile.
Erano scomparsi, e le culle erano occupate da cuccioli di animali. Un
barbocino
toy color nocciola uggiolava tra le coperte di Oh Kim Jonghun, un
anatroccolo
emetteva dei sommessi “quack quack” acciambellato
sul cuscino di Huang Kim
Zidae. Al posto del suo fratellino, Jongao, troneggiava un
già grosso esemplare
di panda cinese. Kim Do Myungsoo era stata sostituita da una civetta
implume
sui toni del grigio. Quanto ai Park Wu Li… Le donne non
svennero solo per pura
forza di volontà, poiché si accorsero con orrore
che sopra le culle di Kristen
e Canlie svolazzavano, rispettivamente, una fenice infuocata e un drago
dal
manto a scaglie blu-rosse in miniatura [3].
“Corri
ad
avvertire i dottori” balbettò la capoinfermiera
alla collega più vicina.
“Subito, per l’amor di Dio”.
Spiegare la
faccenda ai genitori fu un altro paio di maniche. Non ci volevano
credere,
pensarono ad uno scherzo di pessimo gusto. Furono costretti a cambiare
idea.
Il dottor
Choi li invitò ad entrare nella nursery, a verificare di
persona. Yifan,
stupefatto, offrì la propria spalla al draghetto. Kyungsoo e
Chanyeol permisero
ai due volatili di appollaiarsi su di loro copiando i gesti
dell’antica arte
della falconeria. Il fuoco della fenice, curiosamente, non
bruciò la pelle del
padre. Jongin si precipitò a coccolare il cagnolino
(“Che coincidenza, è un
barboncino” commentò Sehun). Il panda venne preso
in braccio da Jongdae, mentre
della paperella si occupò Zitao.
“Come
è
possibile, dottore?” Joonmyun, intento ad accarezzare il
soffice piumaggio
della civetta, si rivolse al ginecologo con aria di supplica.
“Torneranno mai
normali?”
“Ne
sono
certo, signor Kim. I vostri bambini sono nati con sembianze umane e la
riacquisteranno. Sarebbe prematuro formulare una diagnosi
così presto, ma
suppongo che si possa parlare di mutaforma; Animagus di natura, sa,
come in Harry Potter”
Jinki non aveva perso il
sorriso né l’ottimismo.
“Ma
noi non
siamo maghi!”
“Chissà”
si
concesse un risolino. “Per quanto ne so io potreste essere
sul serio degli
alieni provenienti dall’EXO Planet”.
L’angoscia
tuttavia non durò a lungo, perché le previsioni
del medico si rivelarono esatte
e i bebè tornarono ad essere tali nel giro di alcune ore.
I mammi
vennero dimessi dall’ospedale il giorno seguente, con tanti
auguri da parte
dello staff e la promessa di sottoporre i piccoli, una volta cresciuti,
ad
accurati test genetici. Come li videro uscire dall’edificio,
i flash dei paparazzi
impazzirono. I bambini vennero ripresi e fotografati sin dai loro
primissimi
giorni di vita, incantando più di una nazione.
Trascorso un
mese dal lieto evento, Yixing rincasò dalla sua passeggiata
mattutina
stringendo un pacchetto avvolto da carta bianca con stampato sopra il
logo di
una farmacia. Gli trotterellarono incontro un cagnolino ed un panda,
compresa
una svolazzante fenice.
“Jonghun,
attento a dove vai!” Sehun si affrettò a
raccogliere il figlio.
“Kristen,
torna qui” chiamò Chanyeol, imitato da Yifan che
reggeva Canlie nella sua forma
umana.
“Vieni
da
papà, cicciobomba” Jongdae si accovacciò per consentire a Jongao di saltargli in braccio.
“E’ l’ora del
bagnetto”.
Yixing
sorrise teneramente a quelli che considerava, a tutti gli effetti, i
suoi
nipotini.
“Bentornato,
cocco” venne a salutarlo Baekhyun. “Ti senti poco
bene?” domandò dopo aver
notato l’acquisto del ragazzo. Gli tastò la
fronte: freddo come un cadavere.
Non era febbre.
“Proprio
così” lo contraddisse. “A colazione
avevo la nausea e ho quasi vomitato
annusando la tua tazza di tè. Sospetto di essere incinto,
perciò ho comprato il
test! Mi aiuti a leggere le istruzioni?”
Baekhyun
cacciò un urlo degno di Maria Callas e si
afflosciò al suolo come un sacco di
patate. Ma se anche ciò non fosse successo, il bagno non
sarebbe stato comunque
agibile. Lu Han, infatti, stava chino sulla tazza del water, con le
budella
attorcigliate, a rimettere in modo molto virile il cibo ingerito nelle
precedenti dodici ore.
“TU”
additò
Minseok, appoggiato al lavandino. “Hobbit intrigante che non
sei altro,
scommetto che mi hai ingravidato apposta affinché qualche
fanwriter senza un
cazzo da fare scrivesse una fanfiction su di noi”
ringhiò sputando bile.
“Elementare,
Watson” ammise quegli senza battere ciglio.
“Che
Confucio mi protegga” rabbrividì. “Kim
Minseok, sei- sei un uomo malvagio” lo
accusò.
“Mai
detto
il contrario, baby”.
Quando venne
informato delle nuove gravidanze, il manager andò ad
ubriacarsi.
[1] Dovete sapere
che in The Sims 4, infatti,
grazie ad una mod (trucco) ideata dal grandissimo Aren, le coppie dello
stesso
sesso possono avere figli senza ricorrere all’adozione o
all’opzione di
combinazione genetica tra due personaggi in ‘Crea un
Sim’. Lunga vita ai
pancioni omosex!
[2] Se (come forse
avrete notato) i nomi
degli altri bambini derivano dalla crasi dei nomi dei loro genitori,
per i
figli delle due pertiche gemelle ho preferito una cosa ancora
più trash.
Kristen è, palesemente, il femminile di Kris; Canlie
è l’equivalente in cinese
mandarino di Chayeol.
[3] Le
trasformazioni dei bambini in
determinati animali non è casuale. Jongin, che ha il fetish
dei barboncini, non
poteva che avere un figlio-cane. Kyungsoo è spesso
paragonato ad una civetta
per via degli occhi e Zitao è sempre stato il panda del
gruppo. L’animale totem
di Jongdae, da quando nel lontano 2012 lo vidi fotografato con una
marea di
paperelle di plastica, è… beh, la papera. Nella
MAMA!era, poi, Chanyeol
interpretava una fenice mistica (?) e Yifan era un possente drago.
Complimenti
(e molte grazie) a chi è arrivato fin qui. Non so se avrei
avuto il vostro
stesso coraggio. Correggerò quanto prima gli errori di
battitura –che temo
saranno parecchi, è da stamattina che scrivo…
In ogni
caso, se vi andasse di seguire i miei scleri e non perdervi nemmeno una
delle
bellissime gif che posto quotidianamente, questo è il link
della mia pagina
Facebook: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.