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Autore: EvelynJaneWolfman    18/01/2016    4 recensioni
Una missione sotto copertura, un incarico che si rivelerà più audace e piccante di quanto Diana avrebbe mai potuto immaginare.
* * *
《 Non sopportavo l'idea che lui dovesse toccarti, Dì.》Ammise, facendole fermare il battito cardiaco per l'emozione e la sorpresa. 《 No.》Continuò lui, come se non fosse più in sé, come se un incantesimo lo costringesse a non tenersi quelle parole dentro.《Nessuno può toccare questa pelle d'alabastro.》Accompagnò la frase con una lenta carezza sulla spalla.《Nessuno può avvicinarsi abbastanza a te da sentire il tuo irresistibile profumo di pesca. Nessuno, tranne me.》
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diana Lombard, Martin Mystère
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La musica lenta e sensuale del pianoforte si diffondeva nell'aria, unendosi al chiacchiericcio sommesso delle persone in sala e creando un'atmosfera che avrebbe dovuto essere intima e rilassante ma che invece la mise piuttosto a disagio.
Diana strinse convulsamente il bicchiere di champagne, che un cameriere le aveva porso precedentemente, nella mano, non era abituata a tutto quel lusso e mai l'avrebbe fatto. Diede un lento e serio sguardo alla sala dell'hotel più rinomato di Parigi, dove lei e Martin si trovavano in missione, l'ambiente era satura di conversazioni inutili sulla finanza e sulle donne, almeno da ciò che riusciva a comprendere grazie alla A+ che aveva in francese.

Si morse il labbro inferiore, spostando il peso da un piede all'altro e reprimendo un gemito di dolore causato dagli infernali trampoli che aveva ai piedi, ecco perché non indossava mai i tacchi più alti di cinque centimetri. Si sedette su uno degli sgabelli del bar e maledì il suo compagno e partner di lavoro che ancora si faceva attendere, e meno male che la donna era lei…

Quando quella mattina M.O.M aveva affidato loro quell'incarico, sapeva che avrebbe portato solo guai e per nulla al mondo lo avrebbe accettato, ma Martin era stato, ovviamente, di tutt'altro avviso. La missione consisteva nel recuperare un'antica runa celtica, portatrice di caos, che era stata rubata un mese prima in un museo da un famoso milionario francese. Ovviamente, il magnate aveva assoldato un altro per compiere quel furto, evitando così di sporcarsi le mani e di finire in galera, ma gli agenti del centro non erano così sprovveduti e dopo una serie di indagini ed intercettazioni, erano arrivati al vero colpevole.

Ed era allora che entravano in gioco loro, lei e Martin avrebbero dovuto fingersi una coppia ricca e in cerca di divertimento, avvicinarsi al milionario, un certo LeRoche, scoprire in quale suite alloggiava e perquisirla mentre l'altro lo distraeva. Inutile dire che era lei a dover compiere quell'ultima parte del piano, a quanto pare il ricco uomo era attratto dalle giovani donne brune, dagli occhi verdi e con un bel corpo e lei rientrava in tutte le categorie preferite da quel viscido. Purtroppo.

Il solo pensiero di doversi far sfiorare anche solo con un dito da quel verme, era orribile e le causava i conati di vomito, ma non poteva mandare all'aria il piano per quel futile motivo. Lei poteva anche resistere ad un paio di carezze, il mondo invece sarebbe sprofondato nel caos se quell'antica runa veniva usata.

Sospirò rassegnata, bevendo l'ultimo sorso di champagne che aveva nel flûte e posando il bicchiere sul bancone. Come se non bastasse, le occhiate lascive che molti uomini in sala le lanciavano le facevano accapponare la pelle. Eppure, con quel succinto ed appariscente vestito rosso era ovvio che attirasse certi sguardi su di sé. C'era voluta un'ora buona prima che si decidesse di uscire dalla camera conciata in quel modo, aveva sperato nella confortante presenza di Martin, ma l'amico non si era più visto dal loro arrivo in hotel.

Aveva appena appoggiato la valigia sul letto, quando il biondo le aveva riferito di doversi occupare di una questione urgente. Non aveva posto domande, anche se la cosa le era parsa strana, ed aveva annuito.

E non lo aveva più visto da allora ed erano passate già tre ore, iniziava a preoccuparsi…

Si sentì fissare intensamente ed alzò lo sguardo per cercare la fonte di quel disagio, deglutì terrorizzata quando si rese conto che era proprio LeRoche a fissarla. L'uomo panzuto e calvo le fece un cenno di saluto con il suo bicchiere e lei ricambiò con il miglior sorriso finto di tutta la sua vita.

Martin, dove sei?!, si chiese sempre più intimorita mentre si torturava le mani in grembo.

Quel comportamento non si addiceva alla donna ricca e sicura di sé che doveva impersonare e se non si rilassava rischiava di farsi scoprire.

Si voltò verso il barista, che stava asciugando i bicchieri e le fissava senza vergogna la sua scollatura. 《Excusez-moi ... 》Richiamò l'attenzione dell'uomo verso il suo viso e tentò di sorridere senza lasciar trapelare il disgusto.《Pourrais-je avoir une autre, s'il vous plaît? 》Chiese, puntando il bicchiere vuoto che aveva poggiato precedentemente sul bancone e che il barista non aveva ancora lavato. Il ragazzo annuì sorridendole e si affrettò a riempirle di nuovo il flûte.

Non doveva bere così tanto, visto la sua scarsa capacità nel tollerare l'alcol, lo sapeva, ma era l'unico modo per rilassarsi. Si portò il bicchiere alle labbra, bagnandole solo un po' di quel liquido dorato e leggermente frizzantino che le scaldava le membra, trovando subito sollievo.

《 È da molto che aspetti?》Sobbalzò alla familiare voce alle sue spalle e si voltò per incotrare lo sguardo di Martin e fulminarlo con un'occhiataccia, ma appena i suoi occhi si posarono sulla figura dell'amico, ogni rimprovero o sguardo assassino venne sostituito all'instante con uno stupito.

Martin indossava un completo elegante che gli fasciava alla perfezione il corpo allenato, la giacca nera valorizzava le sue spalle larghe, non aveva indossato la cravatta e la camicia bianca era sbottonata di tre bottoni, lasciando intravedere il petto ben sviluppato.

Era semplicemente magnifico e dovette aumentare la prese al bicchiere per evitare che le scivolasse di mano.

Deglutì un paio di volte, per ridare sollievo alla gola che si era improvissamente seccata, prima di parlare.《 Io… sì, è da un po' che aspetto.》Rispose, riprendendo il controllo di sé e raggelandolo con un'occhiataccia irritata.

《 Scusami, ma quella piccola faccenda si è protratta più del dovuto.》Il biondo le sorrise dolcemente, spiazzandola ancora una volta nell'arco di cinque minuti, e prendendole il bicchiere di champagne dalle mani per abbandonarlo sul bancone.《 Mi concede questo ballo, signora Mystére?》Le chiese, porgendole la mano ed inchinandosi leggermente mentre il suo cuore iniziava a pompare con una velocità preoccupante.

L'aveva appena chiamata "signora Mystére?", era vero che dovevano fingersi una coppia, ma quello era veramente eccessivo per il suo povero cuore. Da quando si era resa conto di non provare più solo della semplice amicizia per Martin, qualunque cosa lui facesse o dicesse la mandava in paradiso o all'inferno.

Ovviamente, lui non poteva sapere quale tempesta emotiva avesse appena scatenato dentro di lei. E tentando di soffocare il grido di gioia che le era nato dal petto, coprì la mano di lui con la sua, venendo investita da un intenso brivido appena la sua pelle morbida venne a contatto con quella calda e ruvida di lui.

Si lasciò guidare in mezzo alla sala, mentre tutti gli altri ospiti facevano loro spazio e il musicista attaccava con un lento. Portò la mano libera sulla spalla di Martin, mentre lui le copriva il fianco con la sua e faceva aderire i loro corpi. In quel preciso istante un incendio divampò nel suo basso ventre, mentre si lasciava guidare da lui nella danza.

Martin la teneva incatenata con lo sguardo al suo, mentre la sala, le persone che li fissavano o la missione sparivano e rimanevano solo loro due, il calore dei loro corpi e i loro profumi che si mescolavano. Pesca e muschio. Un combinazione strana, ma paradisiaca per lei, che ne venne asuefatta subito.

Troppo impegnata a godersi quelle sensazioni, e a cercare di non spostare lo sguardo dagli occhi cioccolato del ragazzo, non si accorse della lenta risalita che la mano di lui percorse dal fianco alla schiena, fino a quando non si sentì spinta maggiormente contro di lui. Sussultò, presa alla sprovvista, sentendo il corpo caldo e duro di lui contro il proprio e sciolse l'intreccio delle loro mani per circondare il collo di lui con le braccia.

《 Sei bellissima, stasera.》Mormorò il biondo, con la voce improvvisamente più bassa e roca.
Diana fremette deliziata, mentre si prendeva tutto il tempo per assaporare quelle parole che lui non le aveva mai rivolto, prima di rispondergli.

《 Anche tu sei meraviglioso, stasera.》Rispose sincera, lo vide sorridere compiaciuto a quella frase e chinare il capo sul suo collo, accarezzandolo con la punta del naso mentre sentiva che la pelle veniva scossa da piccole scariche elettriche che alimentarono l'incendio che sentiva più giù.

《 Dove sei stato per tutto questo tempo?》Chiese in un sussurro forzato, doveva distrarsi o si sarebbe tradita commettendo qualcosa di irreparabile.

《 Nella suite di LeRoche, sono riuscito a prendere la runa senza dover per forza intraprendere un rapporto di qualsiasi genere con lui.》

Quella frase bastò a farla uscire dalla bolla di eccitazione e calore in cui si era trovata solo un secondo prima.《Che cosa? Perché non me lo hai detto? Ti ha visto qualcuno?》Chiese sorpresa e sconvolta, sapeva di assomigliare ad un'isterica in quel momento, ma l'idea che Martin avesse corso il rischio di farsi scoprire e, nel caso peggiore, uccidere era qualcosa di veramente insopportabile per lei.

《 No, tranquilla, non mi ha visto nessuno. Anche se sono dovuto rimanere chiuso nel suo armadio per un bel po'.》Sghignazzò, prima di ritornare più serio di quanto non lo era stato pochi minuti prima.《 Non sopportavo l'idea che lui dovesse toccarti, Dì.》Ammise, facendole fermare il battito cardiaco per l'emozione e la sorpresa. 《 No.》Continuò lui, come se non fosse più in sé, come se un incantesimo lo costringesse a non tenersi quelle parole dentro.《Nessuno può toccare questa pelle d'alabastro.》Accompagnò la frase con una lenta carezza sulla spalla.《Nessuno può avvicinarsi abbastanza a te da sentire il tuo irresistibile profumo di pesca. Nessuno, tranne me.》

Confusa, Diana riuscì solo ad emettere un verso strozzato, mentre cercava di non annegare nelle deliziose sensazioni che lui le stava procurando con le sue carezze ed i suoi sospiri rochi soffiati contro l'orecchio. Dov'era finito il suo amico chiassoso e fastidioso? Chi era quell'uomo che la stava facendo fremere come un'adolescente in preda agli ormoni, tra le sue mani?

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma non riuscì ad articolare nulla. Avrebbe dovuto allontanarlo e rammentargli che dovevano andarsene se davvero la missione si era conclusa, perché c'era il rischio che il viscido magnate scoprisse la sparizione della runa prima che loro fossero abbastanza lontani da non permettergli di riprendersela, ma non voleva mettere fine a tutto quello. Non trovava la forza per farlo.

Sapeva bene, che probabilmente Martin stava solo recitando, e lo faceva piuttosto bene, ma per qualche strana ragione non riusciva ad allontanarsi da lui, dal suo tocco, dal suo calore e dal suo profumo. L'aveva in qualche modo incantata.

All'improvviso, lui la spinse gentilmente lontano dal suo corpo, strappandola dai suoi pensieri, e le fece fare un giro completo su se stessa, prima di ritornare ad unire con forza i loro corpo. Gli applausi che seguirono la riportarono alla realtà, notando solo allora che la musica si era fermata ed il ballo concluso, le persone che li circondavano li fissavano ammirati e molte donne stavano mangiando il biondo con gli occhi, causandole un'improvvisa e feroce gelosia.

Calmati, Diana, lui non è tuo e per di più siete in missione, le ricordò la coscienza.

Martin salutò alcune signore presenti in sala con un gesto del capo ed un sorrisino seducente, mentre le posava una mano sulla schiena e la sospingeva delicatamente verso gli ascensori.

Una volta lontana da tutte quelle persone boriose e piene di sé, si lasciò scappare un sospiro sollevato, mentre lanciava uno sguardo al ragazzo accanto a lei intendo a pigiare il pulsante per chiamare l'ascensore.

《 Complimenti, Martin, sei stato molto convincente prima. Anche se non c'era più bisogno di fare quella sceneggiata, visto che hai recuperato la runa.》Quella frase fu veramente dura da pronunciare, ma era la pura e semplice verità e non doveva illudersi.

Martin si voltò verso di lei con uno sguardo serio e leggermente risentito.《 Non era una sceneggiata.》Non ebbe il tempo di elaborare quella frase, perché venne spinta con forza dentro l'ascensore appena arrivato al loro piano.《 Nessuno deve azzardarsi nemmeno a guardarti, stasera in molti lo hanno fanno e mi sono trattenuto a stento da spaccare qualche naso.》

Ringraziò di avere la schiena premuta contro le pareti dorate dell'ascensore e di essere sorretta dal braccio di Martin che le avvolgeva la vita, perché altrimenti le ginocchia non l'avrebbero retta.

Lo vide allungare un braccio verso la tastiera e selezionare il piano dove pernottavano, senza però spostare lo sguardo dal suo viso. Si sentiva sconbussolata ed accaldata, probabilmente stava anche sudando, ma in quel momento non le importava poi molto. Stava ancora cercando di elaborare le frasi di Martin.

《 È normale che gli altri mi guardino, mi sono vestita in questo modo proprio per attirare l'attenzione, ricordi?》Cercò di riportare la conversione sulla missione, ricordando a lei quanto a lui che una volta usciti da quell'hotel, nulla sarebbe cambiato tra loro.

《 Sì, e ci sei riuscita piuttosto bene. Non hai notato come ogni uomo si soffermasse sulle tue curve?》La sua voce aveva un tono leggermente canzonatorio, come se desse a lei la colpa di quegli sguardi. Indignata, aprì la bocca per ricordargli che non era stata lei ad accettare la missione, ma venne zittita dal suo indice che iniziò ad accarezzarle il suo labbro inferiore.

《 O come guardassero queste labbra piene e sensuali, che portano ogni uomo a peccare con la mente?》Continuò lui, mandandola completamente in tilt.《 Loro potranno solo sognare, però, io invece non mi accontento di un'effimera fantasia.》

Martin coprì in un secondo la sua bocca con la propria, trovando le labbra già pronte e dischiuse, mentre la propria lingua cercava la gemella ed iniziava una lenta e dolce danza provocatoria, che ben presto diventò più spinta e passionale.

Diana infilò una mano tra i capelli di Martin, spingendolo di più contro di sé nello stesso istante in cui lui faceva scorrere la mano dal suo fianco fino alla coscia, che alzò e si portò alla vita, avvicinandosi così ancora di più a lei.

Diana sentì la sua intimità iniziare a formicolare, in cerca di attezioni particolari, ed arrossì furiosamente quando si rese conto che era la prima volta che il suo corpo veniva scosso da quelle sensazioni. Non aveva mai provato un'eccitazione simile ed avrebbe dovuto allontanarsi dal biondo, ma non ci riusciva, tutte quelle nuove sensazioni le sembravano troppo giuste per opporvisi. Forse perché era lui a causargliele.

Spinse il proprio bacino contro quello del ragazzo, sentendo subito la patta rigonfia dei suoi pantaloni sfregare contro le sue mutandine, proprio dove ne aveva più bisogno.

Sentì Martin gemere nella sua bocca, senza però mettere fine a quel bacio che stava consumando loro le labbra e distruggendo il rapporto di amicizia che li aveva legati da sempre per crearne un altro più intenso e profondo.

Lui strinse di più la mano intorno alla coscia che si era portato in vita e fece scivolare l'altra verso la scollatura e sul suo seno generoso, che strinse delicatamente. Questa volta fu il suo turno di gemere, setendo un intenso brivido percorrerle la spina dorsale, e si separò dalle sue labbra solo per mordicchiargliele e ricongiungerle con più frenesia il secondo dopo, sapendo che ormai il buon senso era andato.

L'ascensore si fermò, ma nessuno dei due se ne rese conto, troppo occupati a divorarsi e scoprirsi in modi che non avevano mai fatto. Il campanellio delle porte che si aprivano, s'insinuò nella bolla di eccitazione e possesso in cui si trovavano, facendoli sussultare e ritornare alla realtà.

Diana si allontanò di scatto dal corpo di Martin, cercando di aggiustarsi il vestito che le si era alzato sui glutei a causa di lui e che lasciava intravedere il bordo di pizzo delle sue mutandine rosa. Arrossì quando si rese conto che anche Martin le aveva viste.

Si voltò verso le porte aperte dell'ascensore e solo allora notò i due anziani che li fissavano divertiti. In quel preciso istante, la voglia di sotterrarsi dalla vergogna superò qualsiasi altra e si ripromise di vendicarsi su Martin per quell'imbarazzante situazione.

《 Andiamo, tesoro, siamo arrivati al nostro piano.》La voce del suddetto colpevole spezzò quell'atmosfera imbarazzante e gli permise di afferrarle delicatamente il braccio per scortarla fuori dall'ascensore, notando che erano davvero arrivati al loro piano.

《 Allora, mi permetterai di vedere meglio quelle mutandine così carine?》Le sussurrò, Martin, facendola avvampare di nuovo al ricordo di ciò che avevano fatto poco prima.

Avrebbe voluto inveirgli contro, ma stranamente si ritrovò a sorridere divertita, mentre l'imbarazzo volava via e veniva sostituito da qualcos'altro.

Gli sorrise maliziosa, avvicinandosi a lui e mordicchiandogli il mento.《 Non lo so, se riuscirai a sfilarmele forse potrei farci un pensierino.》S'incamminò verso la stanza che era stata loro assegnata, non era mai stata così audace e mai aveva detto una cosa simile, ma non riuscì a trovare un solo motivo per pentirsene. E poi, aveva appena trovato il modo di vendicarsi di Martin, perché non gli avrebbe permesso così facilmente di sfilarle le mutandine, lo avrebbe fatto penare un po'.

-ANGOLINO DI EVELYN-

Cosa? Due shot in meno di una settimana?!

Allora, lo so che probabilmente è una vera schifezza, ma avevo questa storia in mente da un bel po'. Avevo intenzione di scrivere una long rossa su quest'argomento, ma visto che non il tempo per impegnarmi in una nuova storia a più capitoli, ho cercato di striminzire il tutto in una shot. Ovviamente non è rossa e sinceramente per il momento non me la sento di scrivere qualcosa di più spinto su di loro, ho iniziato da poco a scrivere qualcosa che andasse avvertito come "lime". Per questo, vi chiedo scusa per lo schifo della scena, ma sono ancora alle prime armi.

Spero, tuttavia, che vi sia piaciuta. Inoltre, volevo avvisarvi che è da un po' che pensavo di proporre una Diana&Martin's Week (qualcuno mi aiuti a trovare un diminutivo a questa coppia!), chiunque bazzichi su altri fandom, sa esattamente cos'è. Se qualcuno è interessato, me lo faccia sapere così inizieremo a scegliere dei prompt. Sarebbe un bel modo per alimentare ancora di più questo fandom, inoltre daremo il via a qualcosa che potrebbe ripetersi ogni anno. Mi basta anche solo un'altra persona, perché da sola proprio non me la sento di iniziare questa cosa, almeno per ora.

Con questo, vi saluto e spero di non farvi attendere troppo per una prossima shot. Stavo pensando di scrivere qualcosa su un ipotetico futuro da genitori della nostra amata coppia u.u

Ora vado, ciau! ♡

  
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