Brucia,
Cosmo!
***
Anche
se è in ginocchio, la voce di Saga si leva sicura nella sala delle udienze.
-Io
non riprenderò la Cloth di Gemini-
Non
si azzarda a sollevare lo sguardo per scrutare la reazione di Mu dell’Ariete,
adesso Grande Sacerdote della dea Athena.
-Devi
farlo. Devi rispettare i tuoi doveri. Questo è un ordine, Saga-
Se
lo aspettava, ma…
-Non
c’è ordine che potrà farmi fare qualcosa di cui non sono capace-
-Perché
mai non dovresti essere capace?-
In
un lampo Saga non può fare a meno di fare un rapido confronto tra
l’atteggiamento di Mu e l’atteggiamento che lui aveva tenuto quando vestiva i
panni del Pontefice, confronto che, con sommo orrore, si risolve a suo favore: tsk! lui non si
sarebbe mai lasciato sfuggire quella sfumatura di umana curiosità nella voce.
Immediatamente
si costringe a testa bassa più del necessario, e prova una fitta di sollievo
quando da la sua risposta.
-Il
Cosmo si è spento in me-
-Ma
la Cloth dei Gemelli?-
-Non
risponde più a me-
-Ed
i colpi di Gemini? Il Galaxian Explosion
e l’Another Dimension?-
È umiliante.
-Non
posso più lanciarli. Io non sono più capace di bruciare il mio Cosmo-
Santo
cielo, è così umiliante ammetterlo a voce alta!
Dietro la maschera.
Saga
ha la netta impressione di sentire il sollievo dietro la maschera che copre il
viso di Mu.
Davvero sono così felici di liberarsi
di me?
Deve
ricacciare in fretta un moto di delusione in fondo allo stomaco.
Mu è il Gran Sacerdote di Athena
adesso, non sta a me contestare le sue decisioni. No, non lo farò mai più.
Eppure
il tono di voce di Mu lo fa sentire come se gli avesse appena strappato
qualcosa dal torace.
È
chiaro che l’ex Saint dell’Ariete sa perfettamente come si sente perso un Saint
che per qualche motivo non può più bruciare il suo Cosmo; il Cosmo è una parte
di loro: è il settimo senso, il più importante di tutti, ed esserne privi è
doloroso e destabilizzante come una vera e propria mutilazione.
Ma
è altrettanto chiaro per Saga, che ha avuto anni di pratica per decifrare i
pensieri delle persone dal minimo gesto, che Mu è sollevato dalla sua
situazione più che impietosito.
E
d’altra parte…
In
un attimo di vertigine vede se stesso come appare agli occhi dell’attuale
Sacerdote: una bomba che ha appena fatto a tutti loro il grazioso favore di
disinnescarsi da sola.
Perché,
sì, il pentimento, il perdono e la promessa di non farlo più sono belle cose,
ma ancora più bella è la certezza materiale che certi problemi non si
presenteranno più.
-Capisco,
Saga- Riprende il Sacerdote –Ma deve esserci un Saint a custodire la Cloth di
Gemini. Tuo fratello Kanon…-
-Suo
fratello Kanon si farà strappare il fegato, piuttosto-
Kanon
esce dall’ombra dietro una colonna.
Per
un attimo Saga pensa che sia stato Mu ad ordinargli di non farsi vedere, magari
per sottoporre lui ad una specie di test, ma la voce di Mu dietro la maschera
del Pontefice è assolutamente scioccata.
-Kanon!
Perché sei qui?-
Saga
si sente impallidire e desidera ardentemente scomparire sotto metri e metri di
solida roccia al di sotto della sala delle udienze.
Suo
fratello è riuscito in pochi secondi a devastare secoli di tradizione: è
entrato nella sala delle udienze di nascosto e senza permesso, è rimasto ad
origliare una conversazione privata tra il pontefice ed un Gold Saint ed ha
troncato il Sacerdote nel mezzo di una frase. Con un linguaggio non appropriato
per giunta!
Lui
è a testa bassa perché è così che bisognava stare davanti al Pontefice, ma
nonostante tutto si sforza per indirizzare a Kanon uno sguardo omicida.
Che stai facendo, razza di idiota? Non
ti sembra che io abbia già abbastanza problemi per conto mio?
Kanon
ignora il suo disappunto ed ignora anche la domanda del sacerdote.
Un’altra
cosa da aggiungere all’elenco delle infrazioni.
Marcia
sul tappeto porpora con la schiena dritta e lo sguardo fisso su Mu.
-Kanon…?-
Il
cosmo dell’Ariete Celeste si accende. Come per difendersi.
Ed
in effetti l’atteggiamento di Kanon, così determinato, può anche generare
qualche inquietudine circa cosa fosse
determinato a fare.
Quando
arriva accanto a Saga, Kanon ha i pugni serrati, mentre sembra che Mu debba
scattare da un momento all’altro in piedi in posizione di difesa con il suo
Crystal Wall.
Non
accade niente di tutto questo.
Kanon
posa un ginocchio a terra ed una mano sulla spalla di Saga.
-Grande
Sacerdote, io vi chiedo il permesso di provare a risolvere questa cosa-
La
mano di Kanon è una morsa d’acciaio che gli affonda nei muscoli della spalla.
-Credi
di poter riuscire?-
Domanda
il Sacerdote, una nota di preoccupazione nella voce.
-Voglio
provare. Datemi un paio di ore, fino al tramonto di oggi o al massimo fino
all’alba di domani-
Saga
si chiede perché.
Cosa
spinge Kanon ad abbassarsi in ginocchio a dare del voi ad una persona più
giovane di lui per una questione che in fondo non lo riguarda?
Mu
sembra valutare l’ipotesi.
Ad
un'altra persona sarebbe sembrato che il Sacerdote fosse una figura ieratica
immersa in profonde meditazioni che trascendevano i misteri più antichi
dell’universo, Saga invece, che quella maschera l’ha portata molto più a lungo
e ci ha nascosto sotto cose più importanti (e l’ha anche fatto meglio), sa benissimo
quali somme sta tirando Mu.
Se non accetto che Kanon ci provi,
tanto vale che ammetta che non voglio che Saga riacquisti il suo Cosmo. Ma vorrebbe
dire ammettere che non sono in grado di controllarlo, e ammettere anche che il
Santuario di Athena non è un luogo di pace e giustizia come si dice.
Se non accetto sono nei casini.
Se invece accetto e Kanon ci riesce, e
se prima o poi Saga dovesse tornare malvagio ed armato del suo Cosmo, allora
tutti noi saremo nei casini.
Nell’attesa
la stretta di Kanon è diventata così forte da fargli scricchiolare
l’articolazione.
-Accordato,
Kanon. Potete andare-
Dice
il Sacerdote.
Alla fine ha scelto la via
politicamente corretta.
Kanon
scatta immediatamente in piedi.
Certo, tu non saresti rimasto in
ginocchio un secondo più del necessario.
Tutti
e due si inchinano nello stesso momento per salutare, anche se più che un inchino
quello di Kanon è un secco cenno di assenso.
Escono
dalla sala insieme, e sempre insieme percorrono in discesa la scalinata delle
dodici Case.
Non
si scambiano né una parola né uno sguardo mentre i loro passi scandiscono la
discesa sui gradini di marmo, come se ognuno dei due fosse solo.
Certo,
la tentazione di dare una sbirciata di lato è forte, ma ognuno dei due sa che
il momento scelto per voltarsi sarebbe quello scelto anche dall’altro, e per il
momento, finché non saranno in privato, è meglio evitare qualsiasi contatto.
Solo
quando rientrano nella zona privata alla Terza Casa la facciata di compostezza
crolla di schianto.
-Tu!-
Sbotta
Saga contro il fratello.
-Io-
Ripete
Kanon calmo.
-Non
fare finta di niente! Cosa stai cercando di fare, Kanon?-
-Perché
non mi dici piuttosto cosa stai cercando di fare tu-
Per
un attimo la rabbia viene cancellata dalla sorpresa.
-Non
capisco cosa…-
Kanon
lo stronca subito.
Lui
è sempre stato così: quando ne vale la pena sa aspettare, in caso contrario non
è disposto a perdere tempo.
-Allora
te lo spiego io. Perché non vuoi riprendere il tuo posto?-
Saga
si trattiene a stento dal pestare un piede a terra come un bambino che fa i
capricci.
-Non
è che non voglio, perché non lo capite? È il mio Cosmo che…-
Kanon
lo blocca di nuovo, stavolta con una smorfia che ha il sapore del disprezzo e
della pietà assieme.
-Il
tuo Cosmo, certo. Da solo? Vai a raccontarla a qualcun altro, Saga, non a me.
Il Cosmo non si spegne così, da un momento all’altro. Fa comodo crederlo, ma
non è così-
Saga
comincia a sentirsi inquieto: Kanon ha sempre avuto la dannata capacità di
arrivare dritto al cuore delle cose, come un coltello a cui non importa quanti
veli ci siano, li squarcia tutti e arriva inesorabile a conficcarsi nella
verità.
-Non. Intrometterti-
Sibila
Saga a denti stretti.
-Altrimenti?
Mi rinchiudi di nuovo? E dove stavolta?-
-Ti
avverto, Kanon, falla finita!-
Non
gli piace alzare la voce o perdere il controllo in qualunque altra maniera, ed
è per questo che Saga teme Kanon: lui è l’unico essere al mondo in grado di
farlo uscire dai gangheri in meno di dieci minuti.
Ed
è anche l’unica persona al mondo in grado di affrontare la possibilità di fare
arrabbiare lui, Saga dei Gemelli, senza esserne spaventato, anzi divertendosi.
Ed
infatti Kanon butta indietro la testa e ride.
Un
suono volutamente sguaiato, fatto apposta per irritarlo, e Saga deve stringere
le nocche fino a farle sbiancare per controllarsi.
No,
non permetterà più a Kanon di portarlo alla reazione che vuole lui!
-Perché
ridi?-
Mentalmente
ci aggiunge un paio di insulti, tipo imbecille e cretino.
-Per
te, Saga! Rido di te e di come fai di tutto per mantenere l’apparenza. Andiamo,
sono tuo fratello, con me potresti anche lasciarti un po’ andare! Non hai
bisogno di fare il santo come fai davanti agli altri. Dai, a me puoi dirlo cosa
stai facendo-
-Io
non sto facendo proprio…-
-Niente?
Allora non è vero che sei tu stesso a bloccare il tuo Cosmo-
Saga
boccheggia stordito.
-Io
non… questo non…-
E
Kanon non gli da tregua, con il suo scetticismo ed un sogghigno di scherno.
-Non
è cosa? Non è vero? Avanti, non dirmi
che ancora non hai imparato a non mentire a te stesso! Tu lo sai che è così, oppure
vuoi che ti faccia io il favore di dirti esattamente come stanno le cose?-
Fermalo! Non lasciarglielo dire, non
lasciargli neanche aprire bocca o…
Troppo
tardi: le parole di Kanon lo colpiscono con stoccate rapide e precise e dolorose.
-Tu
sei patetico, Saga. Stai cercando disperatamente di dimostrare che sei
diventato un bravo ragazzo, e per farlo sei anche disposto a castrarti da solo-
Saga
boccheggia, sconvolto da quanto è brutale e volgare e vera quella frase.
-Adesso
basta, Kanon! Lasciami in pace!-
Ecco,
ci è riuscito! Kanon è riuscito a farlo gridare alla fine.
-Ah,
bene, allora hai ancora qualche reazione umana! Sai, vorrei che mi urlassi
addosso più spesso: saresti meno noioso-
Saga
ispira a fondo. Molto a fondo.
Non tirare un pugno a quell’odioso
sorrisetto saccente.
Espira
lentamente.
Calma… calma… ignora il fatto che ti
abbia detto che sei noioso perché non dai di matto come vorrebbe lui.
-Senti,
questa discussione sta portando solo fastidio a tutti e due, quindi chiudiamola
qui, d’accordo?-
Prima che a me venga un gran mal di
testa.
Invece
Kanon non è per niente disposto a mollare l’osso.
-Ma
come devo fare con te?! Persino quando è palese che vorresti mandarmi al
diavolo cerchi di essere diplomatico! Hai ancora così tanta paura di me, Saga?
Perché io vedo quello che riesci a nascondere a tutti gli altri e anche a te
stesso?-
No,
non va per niente bene. Quello in cui sta entrando Kanon è un terreno
pericolosissimo.
-Vorrei
che tu mi stessi lontano. La tua vicinanza non mi ha mai portato altro che
guai-
Ma
Kanon non accenna ad allontanarsi, anzi
continua più spietato che mai, preciso e crudele come solo la verità sa essere.
-La
mia vicinanza? O piuttosto la tua stessa debolezza? La tentazione ha bisogno di
terreno fertile per crescere, e se la tua anima fosse stata davvero casta e
pura come volevi far credere né io né nessun altro sarebbe riuscito a
corromperti. Lo sai, non è vero, Saga? Lo sai che alla fine la colpa è stata
tua-
-Basta,
Kanon! Sparisci dalla mia vista!-
Qualcosa
si contorce dentro di lui, Saga lo sente distintamente.
Non
è il demone che lo relegava in un angolo della sua stessa mente per muovere il
suo corpo a proprio piacimento; Saga sente che tutta quella rabbia è
genuinamente sua, tutta, fino all’ultima, infuocata stilla.
-Io
posso anche andarmene, ma questo non cambierà le cose. Tu sei e resterai sempre
il fallimento più clamoroso del Santuario. Ritirati pure a fare l’eremita dove
vuoi, a me non interessa. Ci sono altri Saint, e tutti più degni di te. Persino
i santi di bronzo sono più capaci di affrontare le difficoltà di quanto lo sia
tu. A pensarci bene è meglio che tu abbia spento il tuo cosmo, perché un
ipocrita, inetto e complessato come te sarebbe solo d’intralcio per questo
posto!-
-ADESSO
BASTAAA!!!-
Ed
il Cosmo di Gemini esplode in tutta la sua potenza, brillante e terribile come
una supernova.
È
il Cosmo che sbriciola le galassie con una forza pari a quella del big bang
originario.
-Non
osare rivolgerti mai più me in quel
modo, è chiaro?! Io non sono perfetto, ho sbagliato quando mi illudevo di
esserlo ed ho pagato cara la mia presunzione-
Kanon
riesce per poco a resistere alla potenza dell’onda d’urto, ma neanche lui può
contenere l’esplosione delle galassie.
Finisce
sbalzato contro il muro, ad incrinare le pietre con l’impatto del proprio
corpo.
-Non
so quanta forza c’è dentro di me, ma nessuno deve mettere in dubbio che la
userò per la dea Athena!-
Il
Cosmo di Gemini torna calmo dopo quell’esplosione, e anche se non è più un
Cosmo aggressivo, esiste.
Saga
lo sente di nuovo palpitare dentro di se, il settimo senso che credeva di aver
perduto, ed è un sollievo nonostante tutto.
La
Terza Casa è semidistrutta e probabilmente l’esplosione si è sentita fino al
Tredicesimo Tempio ed ancora più lontano, ed il giorno dopo i giornali
riporteranno di un’attività sismica anomala tra la placca Egea e quella
Eurasiatica per giustificare quella scossa.
Non
gli importa. Per il momento è solo troppo felice di sentirsi di nuovo
pienamente se stesso.
-Ah,
bene! Alla fine ti sei deciso!-
Ridacchia
Kanon.
Quando
Saga lo guarda Kanon gli sorride soddisfatto.
-Bè?
Neanche un grazie? O ti devo presentare ufficialmente la mia parcella da psicoterapeuta?-
-Ma
che vai dicendo?-
-Ti
ho fatto superare il tuo blocco emotivo o sbaglio? Ammettilo che sono troppo
bravo-
-Quindi…
lo hai fatto apposta? Razza di idiota, tu lo hai fatto apposta! Hai rischiato
di farti ammazzare, lo sai?-
-Figurati!
Una volta più una volta meno…-
Saga
scuote la testa esasperato.
-Tu
sei completamente pazzo-
Però
gli da la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
I
gemelli si trovano fianco a fianco con una complicità che non conoscevano da
anni.
-E
adesso come spieghiamo tutto questo al Sacerdote?-
Chiede
Saga accennando alla devastazione che li circonda.
Ci
fosse una, almeno una colonna rimasta in piedi! Ed un ameno angolo di cielo fa
sfoggio del suo azzurro attraverso il tetto sfondato.
-Non
preoccuparti, Saga, sono sicuro che ti inventerai qualcosa-
__________________________________________________________________________________________________________________
Cantuccio
dell’Autore
Ben
ritrovati! Io mi sono distratta un attimo dalla stesura di “SAINT – The Hades Chapters” per seguire questa ispirazione momentanea.
Fortuna che la Cloth di Gemini mi ispira anche qualcosa di serio e non solo
“Macchie”.
Un
paio di chiarimenti alla fine, vi va di leggerli?
1-
Nel mio ipotetico what
if? Il nuovo Sacerdote è Mu dell’Ariete. Sion e Doko,
che hanno dato entrambi pure troppo alla causa del Santuario, non sono stati
resuscitati ma le loro anime sono rimaste nell’Elisio.
2-
Mu non è cinico di natura, è che, dopo un
numero non ben specificato di tradimenti, anche l’essere più pacioccoso
dell’universo comincia a farsi furbo.
3-
Saga ha un blocco di natura psicosomatica.
4-
Kanon si spaccia per psicoterapeuta ed i
suoi metodi sono assolutamente non ortodossi.
5-
I motivi per cui Kanon rifiuta che Saga venga
messo da parte sono molti, tra cui il non voler su di sé la responsabilità
permanente della Cloth di Gemini ed il fatto che Kanon sa benissimo che per
Saga sarebbe devastante essere escluso dal Santuario.
Grazie
per aver letto
Makoto