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Autore: Ciuffettina    19/01/2016    3 recensioni
C’era una volta un povero taglialegna che decise di abbandonare i suoi figli nel bosco... La solita storia? Non proprio.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abaddon, Castiel, Famiglia Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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C’era una volta un povero taglialegna che abitava appena fuori del bosco. Riusciva a malapena a provvedere a sé, a sua moglie e ai suoi due bambini: Gabriel di 10 anni e Castiel di 5.
Una sera d’autunno, il piccolo Castiel, andando in cucina a bere dell’acqua e passando davanti alla camera dei genitori, sentì la matrigna dire: «Domattina all’alba prendiamo i bambini, li conduciamo in mezzo al bosco, nel punto dov’è più fitto; accendiamo loro un fuoco, poi andiamo via e li lasciamo laggiù.»
«No moglie mia» replicò il padre, «non ho cuore di abbandonare i miei cari bambini nel bosco, le bestie feroci li sbranerebbero subito!»
«Devi farlo!» disse la donna. «Altrimenti moriremo di fame tutti e quattro; tanto vale che cominci a piallare le assi per le bare.»
«Sì, forse hai ragione» sospirò.
Spaventato corse a svegliare Gabriel che stava dormendo nel proprio lettino, scuotendolo per una spalla.
«Che c’è, Cassy? Hai avuto un incubo?» biascicò Gabriel, aprendo solo un occhio.
«La nostra matrigna ha detto a nostro padre di portarci nel bosco e di lasciarci lì» piagnucolò il fratellino.
«Ma per favore!» replicò, sedendosi, sbadigliando e stiracchiandosi. «Avrai capito male, anche se non è la nostra vera mamma ci vuole bene, figurati se direbbe una cosa del genere.»
«Eppure ha detto proprio così e papà ha risposto che lo farà!» insistette il minore, fissandolo con i suoi occhioni blu, colmi di lacrime.
A Gabriel sembrava talmente impossibile che i loro genitori volessero fare una cosa del genere che stava già per rinfilarsi sotto le coperte per tornare a dormire quando ci ripensò: Castiel era piccolo e spesso non capiva quello che dicevano i grandi, specialmente i modi di dire ma se, per una volta, avesse capito bene? Volevano davvero farli perdere? E loro avrebbero ritrovato la strada di casa!
«Smettila di frignare, Cassy, ci penso io» gli disse Gabriel, arruffandogli i capelli, si alzò, si mise la giacchetta, aprì l’uscio e sgattaiolò all’aperto. “Fortuna che c’è la luna piena” pensò, vedendo tanti sassolini bianchi e ficcandone nelle tasche più che poté poi se ne tornò in casa.
«Ecco fatto!» disse soddisfatto al minore. «Se davvero dovessero abbandonarci nel bosco, ritroveremo la via di casa e ora dormi, pulcino.» Si rimise a letto.
«Non capisco perché mi chiami pulcino, non ho il becco» borbottò Castiel, infilandosi sotto le coperte.

All’alba, la matrigna li svegliò: «Alzatevi, poltroni, andiamo nel bosco. Qui c’è un pezzetto di pane per ciascuno di voi, da mangiare a mezzogiorno.»
Castiel mise entrambi i pezzi nelle sue tasche perché‚ quelle di Gabriel eran piene, poi s’incamminarono verso il bosco.
Gabriel restava indietro per buttare i sassi senza che i genitori se ne accorgessero.
«Gabriel, perché ti fermi? Muoviti!» esclamava ogni tanto il padre, tornando indietro e mollandogli uno scappellotto, ma il bambino persisteva nel restare indietro.
Quando giunsero in mezzo al bosco, il padre disse: «Ora raccogliete la legna, voglio accendere un fuoco per non farvi gelare.»
Gabriel e Castiel raccolsero rami secchi e ne fecero un mucchietto. Poi accesero il fuoco e quando la fiamma si levò alta, la matrigna disse: «State qui accanto al fuoco, noi andiamo a spaccare legna nel bosco; poi torniamo a prendervi.»
«Potevano anche lasciarci a casa, invece di farci star qui ad annoiare» brontolò Gabriel, appena i genitori si furono allontanati.
«Te l’ho detto che ci vogliono abbandonare!» replicò Castiel mogio.
«Beh fra qualche ora vedremo chi di noi due ha ragione, comunque se anche fosse, son riuscito a lasciare una pista. Accidenti quante sberle ho beccato!» Si strofinò la nuca.
Gabriel e Castiel rimasero accanto al fuoco fino a mezzogiorno, poi ciascuno mangiò il proprio pezzetto di pane. Il fuoco pian, piano si spense ma continuarono ad aspettare. Nessuno tornò a prenderli.
Quando calò la notte, Castiel incominciò a piangere: «Te l’avevo detto! È buio, ed io ho paura del buio!»
«Sei il solito fifone» replicò Gabriel. «Non preoccuparti, pulcino, appena sarà giorno, torneremo a casa e scommetto che saranno già pentiti di averci abbandonati, vedrai se non è così!» Lo strinse tra le braccia, baciandolo in fronte finché il minore non si fu addormentato.

Al sorgere del sole, Gabriel svegliò Castiel, lo prese per mano e seguì i sassi che aveva disseminato il giorno prima. Camminarono tutta la mattina e quando fu pomeriggio, giunsero a casa.
«Grazie!» esclamò Castiel, abbracciandolo.
«Sta’ zitto!» rispose Gabriel, abbracciandolo a sua volta. «E ora vediamo come reagiscono nel vederci.»
Quando li vide, il padre li abbracciò, mentre la matrigna disse: «Cattivi, perché avete dormito nel bosco? Credevamo che non voleste più tornare.»
«Veramente…» cominciò a dire Castiel.
«Veramente ci siamo persi» lo stoppò Gabriel, adesso che erano tornati, era meglio fingere che tutto andasse bene.
«Visto?» sussurrò più tardi Gabriel a Castiel. «Si sono pentiti di averci abbandonato e non lo faranno mai più.»

*****

Il mese scorso mi è ricapitato in mano il libro delle fiabe dei fratelli Grimm che mi leggevano da piccola e da lì l'idea di fare questo cross over. Spero che vi piaccia!
   
 
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