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Autore: zavarix    19/01/2016    2 recensioni
Ciao Gibbs,
se stai leggendo queste parole vuol dire che hai trovato il mio diario, che, come avrai notato, non ho nascosto.
Forse perché speravo tu lo leggessi?
Anche se, a dir la verità, penso che tu non lo troverai mai; perché è nascosto nell'unico posto in cui ti sia difficile trovarlo: in bella vista.
Ok, se proprio voglio essere sincera mi sento un filo emozionata al pensiero che tu leggerai i miei pensieri di anni...
Spero solo di non dover stare di fronte a te mentre lo farai...
O forse lo spero? Non ne sono sicura.
In ogni caso...
Buona lettura!
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kelly Gibbs, Leroy Jethro Gibbs, Shannon Gibbs
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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24 giugno1976

 

Caro diario,
Finalmente mi sono decisa a comprarti nuovo, non ne potevo più di scriverti su fogli voltanti da dover attaccare malamente a quel quaderno ormai troppo pieno!
Regola numero 20: sempre annotarsi le cose che bisogna comprare, in modo che poi non le si dimentichi!

Gibbs sogghignò, quella regola l'aveva sentita un bel po' di volte.

Sono contenta di averti acquistato proprio oggi, perché mi è successa una cosa speciale. Stavo lavorando tranquilla alla vetrina del negozio quando è passato un giovanotto molto carino.

Gibbs si fece più attento, non sarà mica... Per esserne sicuro continuò la lettura:

***

Shannon, hai finito di mettere a posto?”. La ragazza sbirciò un attimo dietro le tende che nascondevano il resto del negozio dalla vetrina.
“Solo un secondo e arrivo!”, urlò di rimando per poi ritornare a sistemare l'ultimo manichino. Proprio mentre stava per rimettersi a lavorare, però, sentì un rumore in strada e con la coda dell'occhio vide un giovanotto, più o meno della sua età, che usciva dall'emporio sbattendo la porta. Aveva il volto corrucciato come se avesse appena litigato con qualcuno, ma Shannon notò subito che era un bel ragazzo. In pochi passi fu davanti alla vetrina e girandosi incrociarono lo sguardo. La ragazza sorrise vedendo i suoi lineamenti distendersi mentre la guardava perso. Superandola si era voltato per continuare a guardarla, ma così facendo rischiò di finire contro un'auto parcheggiata e Shannon, con un ultimo sorriso si ritirò dentro il negozio.
Deve essere il figlio di Jack Gibbs, dell'emporio... Com'è che si chiama? Si rese conto di non saperlo: era di qualche anno più grande di lei; due per la precisione, si corresse ricordando solo in quel momento di averlo visto alla consegna dei diplomi quell'anno. Chissà come ho fatto a non notarlo prima. Alzò le spalle dicendosi che non era importante, riguardo al nome glielo avrebbe chiesto, decise, ma a lui direttamente, non alle sue amiche chiacchierone.

 

 

“E te Shannon? Da chi vorresti essere invitata al ballo il prossimo anno? Non ancora da Micheal, vero?”, commentò Tiffany mentre con Shannon e Mary passeggiavano nel parco verso casa di quest'ultima.
“Già, non capisco perché tu abbia accettato di andare con lui quest'anno”, aggiunse lei ridendo. “Fosse almeno carino!”. Anche Shannon rise scuotendo la testa.
“È simpatico”, disse alzando le spalle. “Anche se un po' timido, ammetto che mi è dispiaciuto non essere riuscita a convincerlo a ballare”, ammise sconsolata.
Le chiacchiere si interruppero bruscamente. Superata la collinetta su cui si distendeva il parco le amiche si fermarono alla vista di tre ragazzi si stavano picchiando. Per dir la verità erano due contro uno. Shannon spalancò gli occhi quando notò che quest'ultimo era proprio il ragazzo che aveva notato qualche giorno prima. Prima che potessero intervenire o dire qualsiasi cosa un botto le fece sobbalzare. Non lontano da loro un uomo, che Shannon riconobbe come Jack Gibbs, aveva sparato in aria con il suo fucile. Subito la lite si fermò e i due bulli se ne andarono mentre il giovane urlava loro dietro, con sorpresa Shannon notò che nemmeno lui sembrava essere contento del fatto che suo padre lo avesse salvato, infatti se ne andarono insieme senza che nessuno dei due commentasse niente.
“Bah, maschi”, fu l'unico commento di Tiffany, mentre Mary annuiva concordando con l'amica. “Forza che dobbiamo studiare o mia mamma non mi permetterà di uscire domani sera!”, aggiunse prendendo sotto braccio Shannon per trascinarla via.


***

Come ti ho detto l'altro giorno oggi sarei partita per andare per qualche settimana da Giusy, mia cugina. Non vedevo l'ora!! Così, dopo il pomeriggio di studio, sono passata da casa a prendere la valigia e mi sono fiondata alla stazione, ma non indovinerai mai chi ho incontrato mentre stavo aspettando il treno. Proprio lui! Il ragazzo misterioso. Ora ovviamente so il suo nome, ma secondo me meglio raccontarti esattamente come è andata.
Dunque, eravamo lì seduti sulle due panchine con gli schienali appoggiati uno all'altro (hai presente?) e continuavamo a lanciarci delle occhiate senza dire niente. In quel momento mi stavo chiedendo se fosse un caso che da quando l'avevo notato fuori dal negozio dello zio continuassimo ad incontrarci, o magari senza accorgermi lo stavo seguendo ovunque! Oppure era lui a “stalkerizzarmi”.

 

Gibbs era il primo a non credere nelle coincidenze, ma leggendo sorrise. Forse in quel caso era veramente una coincidenza... Una bellissima coincidenza.


Immagino non lo saprò mai... In ogni caso ad un certo punto ho finalmente finito con quest pensieri inutili e mi sono voltata ad “affrontarlo”, convinta che lui non avrebbe mai preso parola per primo.

 

Ma guarda te, a quanto pare Shan all'inizio lo credeva un timido! Questo non se lo sarebbe mai aspettato. Continuò la lettura ben sapendo che l'idea della ragazza sarebbe cambiata presto.

 

Per attaccare discorso gli ho chiesto perché stesse litigando prima, non era la scelta migliore immagino, ma in quel momento non mi veniva in mente niente. Non mi ha risposto, però sembrava d'accordo col fatto che non dovesse farlo più.
Poi sorpresa! Ha attaccato lui il discorso, immagino non sia timido come mi aspettavo. Mi ha chiesto se aspettavo il treno anche io... Va bene che anche la mia domanda era stupida, ma questa la batteva! E che ci stavo a fare lì?

 

In effetti... Ma sul momento davvero non gli era venuto in mente nient'altro! Shann dovrà averlo creduto davvero un cretino. Pensò Gibbs ridacchiando.

 

Ma sorvoliamo, immagino che avesse lo stesso scopo della mia, per cui mi va benissimo così. E poi la domanda importante è venuta subito dopo: mi ha chiesto se potevamo sederci vicini! Non ci potevo credere! Ovviamente non gli ho detto subito di sì, se no che divertimento c'è?

 

Gibbs non aveva mai pensato a sua moglie come una piccola sadica... Beh, doveva ricredersi a quanto pare, oppure era semplicemente una donna?

 

Anche perché non avevo ancora appurato un cosa importantissima. Quando gli ho chiesto se fosse un taglialegna mi ha guardato un po' strano, ma almeno mi ha tolto il pensiero: non lo è! Comunque non potevo permettere che pensasse male di me, così gli ho spiegato le mie regole. Di solito i ragazzi mi guardano ancora più male, ma lui sembrava quasi interessato, che dolce!
Poi mi sono detta che avevamo chiacchierato abbastanza da poter fare le presentazioni e gli ho chiesto il nome... Il suo è lunghissimo! Leroy Jethro Gibbs. Però mi piace! In particolare il cognome, credo proprio che lo chiamerò per sempre solo con quello, e lui mi sembrava d'accordo. Mi piacerebbe raccontarti anche il viaggio, ma se non dormo un po' rischio di non svegliarmi proprio domani, e Giusy ha riempito la nostra giornata di cose da fare! A domani!


***


Shannon non aveva mai passato delle vacanze così belle. Sua cugina viveva proprio non lontano da Camp Lejeune dove Gibbs si stava addestrando per diventare un marine. Così loro due sgattaiolavano via dal controllo della zia e passeggiavano casualmente vicino al campo d'addestramento. Fu il terzo giorno che avvenne ciò che sperava Shannon: tra uno degli ennesimi gruppi di ragazzi che passavano correndo a ritmo di quelle loro “canzoni” c'era Gibbs che riconoscendola sgranò gli occhi e sorrise facendo un piccolo gesto per dirle di aspettarlo.
“Allora è lui?!”, chiese Giusy, sua cugina strattonandola impaziente. “È quel tuo Gibbs che continui a nominare?”
“Esatto”, confermò Shannon facendo un gran sorriso. “Ha iniziato l'addestramento proprio il giorno in cui sono venuta qui”.
“Sì, questo me lo hai già detto... Almeno dieci volte”, rise l'amica. “Però secondo me hai sbagliato... Hai notato il suo vicino?”, commentò per stuzzicarla. Come si aspettava Shannon le lanciò un'occhiataccia.
“Secondo me sei tu che hai i gusti strani”, rispose lei. Poi parve pensarci un attimo. “Ma mi sta bene così... Almeno non litigheremo”. Al che scoppiarono entrambe a ridere di cuore. “Magari ti presenterà il suo amico”, aggiunse tra una risata e l'altra.
“Guarda che adesso ci conto”, le rispose Giusy facendole un occhiolino. “Ora però è meglio tornare a casa se vogliamo riuscire a venire qui anche stasera a incontrare il tuo beneamato...”. Al che la prese per mano e sempre ridendo incominciò a correre verso casa attraversando i campi gialli.


“Forza Giusy!”, sussurrò Shannon alla cugina che stava scavalcando con difficoltà.
“Scusami se non sono agile quanto te”, commentò sbuffando lei quando le fu finalmente al fianco. Shannon rise cominciando ad incamminarsi. In poco tempo furono davanti al cancello del campo e da esso uscirono due ragazzi. Con sorpresa delle due cugine l'altro era proprio l'amico di Gibbs che Giusy aveva notato.
“Vi abbiamo aspettato tutto il giorno, dove eravate finite?”, chiese quest'ultimo. Le ragazze si lanciarono un'occhiata confusa.
“Non ci è mica proibito incontrare amici fuori dal campo nelle pause”, spiegò Gibbs capendo da quella occhiata ciò che passava per la testa delle due.
“Anche se ora invece ci avete messo in un bel guaio, siamo già fuori dal coprifuoco”, aggiunse l'amico. Ops pensò Shannon tra sé, avevano combinato un bel guaio. Eppure nella penombra poté vedere il sorriso dei due e si tranquillizzò.
“Facciamo così allora, per non sbagliarci... A che ora avete la libera uscita domani?”, chiese Giusy.
“Alle quattro del pomeriggio”, rispose prontamente Gibbs. “A proposito, lui è Mark”. In effetti sia lui che Giusy non si erano ancora presentati.
“E io Giusy”. Ci fu uno scambio di strette di mano e poi un attimo di silenzio. I due ragazzi avrebbero dovuto salutare e ritornare prima di finire in guai peggiori di quanto non fossero già, ma nessuno sembrava intenzionato a dire per primo buonanotte.
“Allora ci vediamo domani”, disse alla fine Gibbs prendendo un braccio dell'amico e facendo un passo verso il cancello.
“Va bene, buona notte!”, disse Shannon incominciando ad andare anche lei, tutti sorrisero un'ultima volta e poi se ne andarono definitivamente.


***


Mamma mia che figuraccia che abbiamo fatto! Spero che Gibbs e il suo amico non abbiano passato troppi guai per colpa nostra.

 

In effetti quella sera di guai ne abbiamo passati parecchi, pensò Gibbs. Il sergente ci ha fatto correre come non mi era mai capitato di fare, ma non mi pento di aver saltato il coprifuoco.

 

Però per fortuna non credo mi sia rovinata totalmente... In fondo mi ha detto di vederci domani! Non vedo l'ora!! Tanto che non riesco a chiudere occhio... Giusy sta già dormendo e non voglio svegliarla... Vabbé, ti saluto, magari se provo a chiudere gli occhi riuscirò a dormire un po'.
A domani!


Gibbs chiuse l'agenda che stava ancora sorridendo... A domani, tesoro sussurrò. Poi si preparò per andare dormire, la mezzanotte era passata da un bel po' e, anche se per lui era normale non dormire tanto, qualche ora doveva dedicarla al sonno.

  
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