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Autore: unannosenzapioggia    20/01/2016    2 recensioni
Let down my guard and give you my scars
Open up my heart, wecouldbestars
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dylan O'Brien
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Costellazioni
 

Credi che ci sia qualcosa che non va, quando entri in casa: le luci sono tutte spente e c’è silenzio. Poi senti lo scrosciare incessante dell’acqua della doccia e allora sai: c’è qualcosa che non va.
Appoggi le chiavi sul mobiletto all’ingresso, vai dritta salendo le scale e sfili il giaccone – lo lanci malamente sul divano, togli le scarpe nel bel mezzo della stanza, ché tanto c’è casino e non te ne frega nulla.
Entri in camera e trovi i suoi jeans neri a terra, la maglietta stropicciata sul letto e le scarpe in angolo – puoi sentire la sua tensione sin da lì, ma non sai come comportarti, non lo sai mai.
Esci dalla stanza, vai in bagno: calore e vapore ti colpiscono come un pugno in faccia, sei sicura che ti abbia sentito, ma continua a rimanere immobile sotto l’acqua bollente a pensare. Pensa troppo: pensa di avere la sfortuna dalla sua parte, di non essere abbastanza per te, di aver buttato via la sua vita per uno stupido corso di recitazione, ché lui poi odia quel mondo.
“Ehi” dici soltanto, ti dondoli sulle gambe senza sapere che fare “tutto bene?”
“Sì, tranquilla”
“Hai bisogno di qualcosa?”
“No, sto bene”
Non si muove dalla sua posizione: ti da le spalle, ha un braccio appoggiato alle mattonelle azzurre e la testa rivolta verso il basso, mentre il getto d’acqua colpisce violentemente il suo collo.
Non sei mai stata brava a capirlo fino in fondo ed è per questo forse che hai sempre paura: non gli chiedi mai di sfogarsi, di dirti se effettivamente c’è qualche problema, se il lavoro – la vita – che fa gli piace.
Non l’hai mai fatto e te ne penti sempre perché lui ne avrebbe bisogno, ma tu hai paura.
Paura che ti dica che non sei ciò che vuole.
Ti sciogli i capelli e ti sbarazzi degli abiti prima di entrare nella doccia.
Si volta lentamente come colto di sorpresa ma ti rivolge uno sguardo veloce – quasi indifferente – e poi torna a fissare i suoi piedi, ricaccia indietro quelle lacrime fantasma che non vedi mai.
Ti tremano le mani: così abbracci il suo busto, appoggiando le labbra sulla sua schiena e lasciandogli un bacio leggero.
Non è così difficile, devi prendere coraggio e parlare: lascia che abbassi la guardia e ti dia le sue ferite.
“È di nuovo il lavoro?”
Annuisce ancora ma non si volta.
Non gli piace apparire così vulnerabile ai tuoi occhi, la vuole mantenere quella sua facciata da duro.
“Vuoi parlarne?”
“No, davvero, è stata solo una giornata di merda”
Si volta: non regge più ‘sta situazione.
Non vuole che ti preoccupi per lui, che ti chiuda in un angolino della doccia e pensi troppo a cosa possa essere successo.
Sei tutto quello che vuole, sei l’unica cosa bella che ha e non vuole rovinarti.
Le sue mani scorrono sulla tua schiena, poi ti avvicina a sé, stringendoti fino a toglierti il fiato ma va bene così.
Senti il suo cuore battere più forte del normale, le labbra che sfiorano la sua pelle proprio sotto al collo e tutto il suo corpo che trema leggermente perché vorrebbe urlare, rompere un vaso contro il muro – tanta è la frustrazione, piangere, riprendere a respirare.
Odia quella vita, ma a te non rinuncia.
Non ci pensa proprio.
Alzi gli occhi verso di lui e sorridi: “Vuoi che ti faccia un massaggio?”
Le sue labbra si increspano in un sorriso timido e ti bacia la fronte: “Sarebbe fantastico”
 
Le dita si muovono lentamente sul suo addome, mentre è disteso sul letto con un braccio che ti stringe, unendo la miriade di nei che ha come se formassero una costellazione.
Ha gli occhi chiusi, ma non dorme.
È stanco morto ma l’amore con te l’ha fatto lo stesso, perché sarebbe pronto a rinunciare a tutto, non a quello: non a sentirti così vicina a lui, così fragile eppure al sicuro, così sua.
Ha sempre un disperato bisogno di sentire la sua pelle contro la tua, le tue labbra che mordono dolcemente le sue, quando ormai è troppo da sopportare.
Lo sa che hai paura, ma non può farne a meno: quando è con te si sente a casa.
È riuscito a scavare un piccolo spazio nel suo cuore per te, ad aprire le braccia e dirti: “Amore, vieni qui ci sono io.”
Continua a seguirti, a volerti ogni volta che lo guardi dalla parte opposta della stanza perché sei incazzata a morte con lui, a condividere le sue paure e le sue sconfitte.
Però che ti ama non te lo dice mai, anzi non te l’ha mai detto: e se ti arrabbi? Se scappi? Se non gli dici che anche tu lo ami, lui come fa? Ché di perderti non ci pensa proprio.
Le sue dita cercano le tue e le trovano - come sempre – le stringe leggermente per poi appoggiare le labbra sulle tue e ti bacia: pensa che tu sia più bella con i capelli sparpagliati sul cuscino e gli occhi stanchi.
Ti guarda finchè non ti addormenti, poi porta lo sguardo al soffitto e sospira: “Promettimi di amarmi”





 
 

salve!
non mi esprimo su queste poche righe - scritte di sera, in mezz'ora e di getto, mentre ascoltavo Stars di Alessia Cara - e la mia cotta imbarazzante e maniaco-ossessiva per Dylan O'Brien: questo è quello che ne è uscito e spero che almeno qualche parola vi piaccia.
ringrazio queste 5 ragazze, che si sono offerte come beta e hanno letto e corretto questa mini schifezza per me: Andrea Romeo, Chiara Miele, Scarlet Capuleti, Delilah Underdogs Efp e Amerisia Herondale - grazie mille davvero!
un bacio,
Giulia

 
  
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