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Autore: Magnusisonfire    20/01/2016    1 recensioni
Baekhyun non poteva resistergli, nonostante sapesse che stargli vicino equivaleva ad autodistruggersi. Infatuazione? Baekhyun non aveva avuto modo di avvalersi di una semplice infatuazione, perché quello che provava era molto di più.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Baekhyun ci mise qualche secondo per elaborare, pur non riuscendoci appieno. La prima cosa che gli venne in mente di fare era gridare, e così fece.

Non aveva la più pallida idea di dove potesse trovarsi e, nonostante si stesse guardando intorno freneticamente, non riusciva a ragionarci su. L’eco della voce di sua sorella ancora gli echeggiava nel cranio, minacciando di farlo impazzire. Aveva paura, eccome se ne aveva.

“Hey, non urlare, mi farai finire nei guai” lo rimproverò la voce. Baekhyun provò a seguire il suo consiglio, perché ormai doveva sapere che agitarsi non sarebbe servito a niente se non a perdere tempo, o così testimoniavano i numerosi romanzi gialli che aveva letto. Eppure non ne poteva fare a meno di gridare. Il ragazzo dalla voce sconosciuta si avvicinò a lui e gli premette il dito indice sulle labbra. “Taci, non ti farò niente.”

Baekhyun annuì piano e finalmente riuscì a tranquillizzarsi. Il ragazzo tolse il dito.

“Ti sarei profondamente grato se evitassi di opporti” disse ancora egli, quando Baekhyun provò a dire qualcosa
“Basta che tu faccia quello che ti dico e non accadrà nulla né a te né a tua sorella.”

Osservandolo bene, il ragazzo non aveva l’aria da criminale, anzi, in un altro contesto sarebbe sembrato un normale studente coreano nei periodi degli esami. I capelli erano del classico nero, ma la lunghezza lasciava intuire che l’ultima cosa di cui gli importasse era la cura dell’aspetto fisico. La sua altezza lo intimidiva molto e il rivolo di sangue che partiva dal labbro inferiore ancora di più. Baekhyun rabbrividì e si scostò.

L’altro ragazzo accennò un sorriso e si allontanò, pulendosi il mento con il dorso della mano. “Hai paura di me?”

Baekhyun era semplicemente pietrificato.

“Smettila di guardarmi come se avessi visto un fantasma, mi ferisci” disse tranquillamente il ragazzo.

“Quell’uomo di prima… ti ha..-“ iniziò col dire Baekhyun, ma quando notò l’altro serrare la mascella chiuse la bocca, per poi deglutire.

“Sono nella merda tanto quanto te.”

“Posso chiederti quanti anni hai?” chiese allora. Il ragazzo dai capelli corvini annuì piano, cercando di capire dove volesse andare a parare. “Diciotto” rispose.

Baekhyun parve sorpreso, e le sue labbra presto assunsero la forma di una ‘o’. Subito gli venne in mente il suo migliore amico, Kyungsoo, che raramente lo chiamava per nome, limitandosi  ad un semplice ‘hyung’. Si chiese se avesse provato a mandargli dei messaggi o a chiamarlo, ed istintivamente portò la mano alla tasca posteriore dei jeans. “Dove hai messo il mio cellulare?!”

“Okay che non voglio farti del male, ma non pensare che ti ridia il cellulare” fece l’altro con nonchalance. “A proposito, chi è “’Soo”? Non ha fatto altro che chiamarti. Ho dovuto spegnere quell’aggeggio pur di non dare di matto.”

Baekhyun scosse la testa e sospirò. Non sarebbe mai dovuto venire a conoscenza dell’esistenza di Kyungsoo. Non osò immaginare cosa sarebbe successo se fosse accaduto il contrario.

Aveva bisogno di risposte, ed al più presto. Stava quasi per decidere di aprire bocca quando il ragazzo uscì dalla camera, senza proferire parola. Baekhyun ebbe tempo per guardarsi intorno ancora una volta e rendersi conto di trovarsi in un piccolo e disordinato monolocale. Non era sicuro che si trovasse ancora a Seoul, e di sicuro non era pronto per muoversi da seduta stante. Piegati sul letto c’erano dei jeans blu palesemente logorati dal tempo e, sparpagliati sulla trapunta celeste, dei romanzi dalle pagine tutte spiegazzate.

Provò orrore nel sentire così vicino a sé un criminale. Se non fosse stato per l’assenza di una costosa fotocamera, quella sarebbe stata identica alla sua stanza. Quindi tutti i romanzi che aveva letto gli avevano mentito. I criminali non sono tutti dei pazzi maniaci del controllo a corto di soldi e buonsenso. Un diciottenne poteva essere definito un criminale? Ci vuole meno di un bravo manipolatore a spingere un ragazzo verso la strada errata.
L’incoscienza infantile è facile da manovrare.

Baekhyun si chiese se avesse dei genitori o una famiglia, ma date le circostanze riuscì ad intuire che non ci fosse nessuno a prendersi cura di lui. Chissà dove si trovasse Jihyun in quel momento.

La porta della camera si spalancò di scatto, provocando un mancamento al povero moro, che si schiacciò contro la parete.

“In ogni caso, io mi chiamo Chanyeol” disse il ragazzo, per poi sorridere in maniera apprensiva. Baekhyun pensò che quel sorriso non si riferisse a lui, ma al ragazzo stesso. Ancor prima che potesse formulare una risposta, la porta si richiuse, e Baekhyun si ritrovò a guardare un punto indefinito avanti a sé.

Al  pronunciare del suo nome, il moro si rese conto che nella sua mente si era insinuata l’idea che quel ragazzo non potesse essere umano, ma se possedeva ancora un’identità, cosa poteva essere se non umano
?
   
 
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