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Autore: CosmopolitanGirl    21/01/2016    1 recensioni
Un amore intenso, tenuto nascosto per timore. Un dolore che dura da anni e di cui non si parla per non farsi vedere fragili, tenuto nascosto come un segreto, ma scoperto dagli occhi dell'amore. Lui visto da lei, scrutato nelle sue profondità.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il Mare

La sento.
Ticchetta sul tetto scendendo, poi, veloce lungo la grondaia, un tuono sordo in lontananza.
Mi giro lentamente nel letto.
Le gambe nude percepiscono il fresco del lenzuolo di cotone. L’ho sempre trovata una sensazione piacevole, stare a letto sotto le coperte, mentre fuori piove. Mi crogiolo in questo dormiveglia imprevisto aspettando di riaddormentarmi e il pensiero corre a lui. Da qualche tempo, ormai, passeggia tra i miei pensieri, da prima solo qualche volta,  poi le sue passeggiate sono diventate sempre più frequenti e lunghe, fino a stare con me gran parte del mio tempo.
C’è ovunque io sia.
Non vuole gli stia vicina, mi tiene a debita distanza. Non vuole che io lo conosca, che possa perdermi nelle sue profondità.
E’ tutto inutile lo sento, lo sento comunque.
Percepisco quella sete che lo arde dentro, quel bisogno di afferrare la vita con entrambe le mani, cercando di essere più veloce dello scorrere del tempo. Vuole essere libero, sconfinato e profondo come il mare. Ed è nel mare che lo identifico, con i suoi giorni di calma assolata, le tempeste furiose,  quell’andare e venire delle maree così simili ai suoi umori, e l’abisso imperscrutabile. Quell’abisso, nascosto sotto  bassi fondali, apparentemente, ricchi e colorati, che nasconde il suo dolore, di cui non parla.
Una mancanza che non condivide con nessuno, tanto meno con me, ma io conosco il suo segreto.
Lo capii subito quando, quella prima sera, indicai il suo tatuaggio e lui nascose il braccio con un riflesso incondizionato, come quasi per proteggersi. Unito al fatto che di lei non parla mai, è stato facile arrivarci, capire che la figura più importante nella vita di una persona non c’era più.
Non fisicamente almeno, perché lei è lì,  in quell’assenza che brucia e a cui malgrado gli anni trascorsi, non ci si abitua mai.  Credo che lui sappia che ne sono a conoscenza ma non lo dice, non accenna ed io, per non urtarlo, mi muovo come se camminassi su un lago ghiacciato, conscia che la lastra che mi separa dall’acqua gelata è sottile, troppo sottile. Quando penso al buco nero che si porta dentro mi rattristo e mi commuovo. Lo immagino ricordare le gioie e le sofferenze che ha condiviso nel breve pezzo di vita che li ha voluti vicini, e la tenerezza, le lacrime, quando l’ha vista spegnersi lentamente, accompagnando una fine troppo precoce, a cui non si è mai preparati. Chissà se è andata proprio così. Vorrei che me ne parlasse, che condividesse con me quel dolore che si porta dentro da così tanto tempo. Vorrei poterlo accogliere tra le mie braccia e stringerlo forte per colmare, almeno in parte, quella pena.  Invece no. Ho l’impressione che in quei rari momenti in cui le alte mura,  dove si trincera dal mondo,  iniziano a mostrare qualche piccola crepa,  si allontana.
Mi allontana.
Mantenendo un rapporto sulla mera conoscenza, almeno è quello che pensa lui, ciò di cui lui si convince. Vorrei che sapesse che non tutte le persone che ama e che lo amano andranno via da lui, che può darsi una chance di essere felice. Vorrei dirgli che la libertà che tanto cerca e vuole è più simile alla solitudine, che il cambiamento non gli deve far paura, perché è vero quello che si dice, le paure sono più grandi nelle nostra testa e che affrontarle è molto più semplice di quanto si creda, che lasciarsi andare non significa farsi male e che emozionarsi è aria pura da respirare a pieni polmoni.
Da quando lo conosco sono diventa donna. Ho scoperto lati di me che non credevo di avere. Come stregata da un' incantesimo,  mi sono lasciata andare come con nessuno mai. Tempi, convinzioni, preconcetti sono evaporati lasciando spazio all' imprevisto, al non calcolato. Con lui ho stanato i miei limiti, e li ho superati, o almeno ci ho provato. Ho combattuto le mie paure. L’ha fatto senza volerlo, senza nemmeno rendersene conto. E’ con lui che ho affrontato la mia tendenza al controllo, perché il mare non lo puoi controllare.  L’avere tutto sotto il proprio dominio non è vita, ma perderlo, il controllo,  quello si che lo è.
Lui tutto questo non lo sa, non sa che quando lo guardo vedo l’immensità del mare. Se lo sapesse fuggirebbe lontano, incapace di gestire tutto ciò, credendo, forse in cuor suo, di non meritarselo.
Se solo lui volesse…
La pioggia non ha cessato il suo ritmico ticchettio. Il sonno mi lambisce ed io mi lascio cullare da questa dolce sensazione, pensando a lui e a tutto quello che non potrò mai dirgli.

   
 
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