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Autore: Thiliol    22/01/2016    2 recensioni
< Ssshh, piccolo mio, > sussurro, chinandomi su di lui per prenderlo in braccio, < perdonaci se ti abbiamo svegliato. >
Lo appoggio contro una spalla e gli accarezzo la testa, calmandolo. Ѐ talmente piccolo e delicate che a volte ho paura di fargli male.
Silevril si adagia su di me, sussultando appena con piccoli singhiozzi che vanno spegnendosi. Poso un bacio sulla sua testolina bruna e la voce mi esce in un sussurro:
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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Questa storia è un missing moment, ambientato dopo la long fiction dal titolo Silevril e circa trecento anni prima di Il Tesoro di Ulmo. Questa storia è inoltre un gioco in cui io e Hareth ci siamo sfidate, ovvero quello di scrivere una song fiction con protagonisti i personaggi originali delle nostre saghe, che trattasse un rapporto tra due personaggi ma che non fosse a sfondo romantico. Su suo consiglio (diciamo più richiesta), la mia scelta è ricaduta su un classico padre/figlio, ovvero Aeglos e suo figlio Silevril, per l’occasione meno figo del solito a più puccioso.

La canzone che dà il titolo e accompagna la storia è “I lived” degli One Republic, che io, come molti di voi, conoscevo come la canzone della pubblicità, ma che a lettura e ascolto più attenti nasconde delle bellissime parole.

Buona lettura e se vi va lasciate una recensione sia a me che alla cara Hary!

 

I lived

 

 

Il rumore della porta sbattuta con violenza risuona ancora tra le pareti vuote. Il pianto del bambino, invece, arriva attutito, tanto che riesco quasi a escluderlo completamente, semplicemente senza pensarci. La tentazione di distruggere uno degli oggetti di casa è forte almeno quanto quello di correrle dietro, per fare cosa poi non saprei dirlo… baciarla… o picchiarla… spesso la differenza tra quei due desideri diviene evanescente.

Con un sospiro entro nella nostra camera da letto e mi avvicino alla culla di legno intagliato in cui Silevril urla e scalcia, infastidito dalle voci e dai rumori. Ha i capelli neri, già folti, tutti scompigliati, la faccia paonazza, gli occhi azzurri e brillanti.

< Ssshh, piccolo mio, > sussurro, chinandomi su di lui per prenderlo in braccio, < perdonaci se ti abbiamo svegliato. >

Lo appoggio contro una spalla e gli accarezzo la testa, calmandolo. Ѐ talmente piccolo e delicate che a volte ho paura di fargli male.

Silevril si adagia su di me, sussultando appena con piccoli singhiozzi che vanno spegnendosi. Poso un bacio sulla sua testolina bruna e la voce mi esce in un sussurro:

 

Hope when you take that jump         

You don’t feel the fall

Hope when the water rises     

You built a wall    

Hope when the crowd screams     

They’re screaming your name    

Hope if everybody runs      

You choose to stay      

 

Ho così tante speranze per te, piccolo Silevril, e so che la tua vita è già stata dura.

Riesco già a percepire la tua forza, anche se sei così piccolo, anche se ci conosciamo da così poco…

 

Hope that you fall in love

And it hurts so bad           

The only way you can know     

You gave it all you had               

And I hope that you don’t suffer

But take the pain        

 

So che avrai la forza di soffrire, perché l’amore sa essere doloroso, e chi meglio di me può dirlo? Eppure dona così tanta gioia che se ne può essere sopraffatti.

Immagino già come sarai quando accadrà. Immagino il tuo sorriso, immagino gli occhi di tua madre e le sue parole… immagino quanto sarà gelosa e quanto io sarò orgoglioso… immagino quanto soffrirò, quando ti porterà via da noi.

E sarà così doloroso e così bello che anche adesso posso sentire il mio cuore fermarsi.

             

Hope when the moment comes,     

You’ll say

I, I, I

I did it all 

I, I, I

I did it all 

I owned every second that this world could give              

I saw so many places, the things that I did    

Yeah with every broken bone

I swear I lived    

 

Mi guardo indietro ed è come se la mia intera esistenza mi abbia condotto a questo unico momento in cui ho tra le braccia mio figlio e lui è abbandonato contro di me, ed è sereno.

In momenti come questi allora so che ne è valsa la pena.

 

Hope that you spend your days      

And they all add up      

And when that sun goes down

Hope you raise your cup   

Oh, oh oh

I wish that I could witness

All your joy        

And all your pain  

 

Non lo senti il richiamo del mare, Silevril? Ogni giorno mi sussurra parole di miele all’orecchio, mi cattura con il grido dei gabbiani e mi tiene avvinto con la spuma dell’onda. Ma il mare per me è perduto ormai, ed io non lo attraverserò mai più.

Eppure quello stesso mare ti parla già, anche se non riesci a capirlo. Un giorno lo attraverserai e la consapevolezza di perderti è puro dolore, mi porta a stringerti di più, provocando la tua risposta sommessa, un leggero gorgoglio di fastidio.

Quanti anni passeranno? A volte mi chiedo se siamo destinati, tua madre ed io, a perire insieme per questo.

Vorrei poterti trattenere, ma so che sarebbe ingiusto, e l’unica cosa che posso sperare e che prima di quel momento, io e te, avremo vissuto.

   

But until my moment comes        

I’ll say

I, I, I

I did it all 

I, I, I

I did it all 

I owned every second that this world could give              

I saw so many places, the things that I did    

Yeah with every broken bone

I swear I lived    

With every broken bone

I swear I lived    

 

Il canto finisce sfumando nel respiro regolare di Silevril, addormentato contro la mia spalla. Un leggero fruscio dietro di me mi avverte della presenza di Alatariel nella stanza, probabilmente sulla porta.

Non parla, ma mi osserva mentre, con delicatezza, poggio mio figlio nella culla e lo saluto con un bacio sulla fronte.

Mi volto e lei è lì, con le lacrime che le rigano le guance e un sorriso che non le avevo mai visto prima.

< Perdonami, > inizio, ma lei mi blocca con un cenno della mano.

< No, Aeglos, non c’è nulla da perdonare. >

Mi viene accanto e si sofferma a guardare il piccolo addormentato con espressione persa e triste. Ricordo ancora quanto era disperata e fragile, aggrappata a quel suo figlio per non morire. Non riesce a trattenere la sofferenza quando lo guarda… e l’amore.

< Dicevi davvero, Aeglos? > chiede, girandosi a guardarmi, < Nel tuo canto, intendo, dicevi davvero? >

< Sì, ma non essere triste, mia amata. Tutti i genitori, a un certo punto, devono lasciare andare i figli, fa parte della vita. >

< Lo so, ma mi spaventa. > Si asciuga le lacrime con il dorso della mano e mi sorride, < Vederti con lui, vedere il modo in cui lo guardi… non credo di averti mai amato così tanto come pochi istanti fa, mentre cantavi per lui e lo cullavi. >

Se ne va, lasciandomi solo nella stanza con Silevril addormentato, il silenzio rotto unicamente dal su respiro. L’amore per mia moglie e mio figlio mi riempie, sovrastandomi improvvisamente, minacciando quasi di farmi piangere.

Silevril si gira su un lato e inizia a succhiarsi il pollice nel sonno.

Qualsiasi cosa accada, mi dico, non importa.

Ho vissuto.

   
 
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