Questa storia è un missing moment, ambientato dopo la long fiction dal titolo Silevril e circa trecento anni prima di Il Tesoro di Ulmo. Questa storia è inoltre un gioco in cui io e Hareth
ci siamo sfidate, ovvero quello di scrivere una song
fiction con protagonisti i personaggi originali delle nostre saghe, che
trattasse un rapporto tra due personaggi ma che non fosse a sfondo romantico.
Su suo consiglio (diciamo più richiesta), la mia scelta è ricaduta su un
classico padre/figlio, ovvero Aeglos e suo figlio Silevril, per l’occasione meno figo
del solito a più puccioso.
La canzone che dà il titolo e accompagna
la storia è “I lived” degli One
Republic, che io, come molti di voi, conoscevo come la canzone della
pubblicità, ma che a lettura e ascolto più attenti nasconde delle bellissime
parole.
Buona lettura e se vi va lasciate una
recensione sia a me che alla cara Hary!
I lived
Il rumore
della porta sbattuta con violenza risuona ancora tra le pareti vuote. Il pianto
del bambino, invece, arriva attutito, tanto che riesco quasi a escluderlo
completamente, semplicemente senza pensarci. La tentazione di distruggere uno
degli oggetti di casa è forte almeno quanto quello di correrle dietro, per fare
cosa poi non saprei dirlo… baciarla…
o picchiarla… spesso la differenza tra quei due
desideri diviene evanescente.
Con un
sospiro entro nella nostra camera da letto e mi avvicino alla culla di legno
intagliato in cui Silevril urla e scalcia,
infastidito dalle voci e dai rumori. Ha i capelli neri, già folti, tutti
scompigliati, la faccia paonazza, gli occhi azzurri e brillanti.
< Ssshh, piccolo mio, > sussurro, chinandomi su di lui per
prenderlo in braccio, < perdonaci se ti abbiamo svegliato. >
Lo appoggio
contro una spalla e gli accarezzo la testa, calmandolo. Ѐ talmente piccolo e delicate che a volte ho paura di fargli
male.
Silevril si
adagia su di me, sussultando appena con piccoli singhiozzi che vanno
spegnendosi. Poso un bacio sulla sua testolina bruna e la voce mi esce in un
sussurro:
Hope when you
take that jump
You don’t
feel the fall
Hope when the
water rises
You built a
wall
Hope when the
crowd screams
They’re
screaming your name
Hope if
everybody runs
You choose to stay
Ho così
tante speranze per te, piccolo Silevril, e so che la
tua vita è già stata dura.
Riesco già a
percepire la tua forza, anche se sei così piccolo, anche se ci conosciamo da
così poco…
Hope that you
fall in love
And it hurts
so bad
The only way
you can know
You gave it
all you had
And I hope
that you don’t suffer
But take the pain
So che avrai
la forza di soffrire, perché l’amore sa essere doloroso, e chi meglio di me può
dirlo? Eppure dona così tanta gioia che se ne può essere sopraffatti.
Immagino già
come sarai quando accadrà. Immagino il tuo sorriso, immagino gli occhi di tua
madre e le sue parole… immagino quanto sarà gelosa e
quanto io sarò orgoglioso… immagino quanto soffrirò,
quando ti porterà via da noi.
E sarà così
doloroso e così bello che anche adesso posso sentire il mio cuore fermarsi.
Hope when the
moment comes,
You’ll say
I, I, I
I did it
all
I, I, I
I did it
all
I owned every
second that this world could give
I saw so many
places, the things that I did
Yeah with
every broken bone
I swear I
lived
Mi guardo
indietro ed è come se la mia intera esistenza mi abbia condotto a questo unico
momento in cui ho tra le braccia mio figlio e lui è abbandonato contro di me,
ed è sereno.
In momenti
come questi allora so che ne è valsa la pena.
Hope that you
spend your days
And they all
add up
And when that
sun goes down
Hope you
raise your cup
Oh, oh oh
I wish that I
could witness
All your
joy
And all your
pain
Non lo senti
il richiamo del mare, Silevril? Ogni giorno mi
sussurra parole di miele all’orecchio, mi cattura con il grido dei gabbiani e
mi tiene avvinto con la spuma dell’onda. Ma il mare per me è perduto ormai, ed
io non lo attraverserò mai più.
Eppure
quello stesso mare ti parla già, anche se non riesci a capirlo. Un giorno lo
attraverserai e la consapevolezza di perderti è puro dolore, mi porta a
stringerti di più, provocando la tua risposta sommessa, un leggero gorgoglio di
fastidio.
Quanti anni
passeranno? A volte mi chiedo se siamo destinati, tua madre ed io, a perire
insieme per questo.
Vorrei
poterti trattenere, ma so che sarebbe ingiusto, e l’unica cosa che posso
sperare e che prima di quel momento, io e te, avremo vissuto.
But until my
moment comes
I’ll say
I, I, I
I did it
all
I, I, I
I did it
all
I owned every
second that this world could give
I saw so many
places, the things that I did
Yeah with
every broken bone
I swear I
lived
With every
broken bone
I swear I
lived
Il canto
finisce sfumando nel respiro regolare di Silevril,
addormentato contro la mia spalla. Un
leggero fruscio dietro di me mi avverte della presenza di Alatariel
nella stanza, probabilmente sulla porta.
Non parla,
ma mi osserva mentre, con delicatezza, poggio mio figlio nella culla e lo
saluto con un bacio sulla fronte.
Mi volto e
lei è lì, con le lacrime che le rigano le guance e un sorriso che non le avevo
mai visto prima.
<
Perdonami, > inizio, ma lei mi blocca con un cenno della mano.
< No, Aeglos, non c’è nulla da perdonare. >
Mi viene
accanto e si sofferma a guardare il piccolo addormentato con espressione persa
e triste. Ricordo ancora quanto era disperata e fragile, aggrappata a quel suo
figlio per non morire. Non riesce a trattenere la sofferenza quando lo guarda… e l’amore.
< Dicevi
davvero, Aeglos? > chiede, girandosi a guardarmi,
< Nel tuo canto, intendo, dicevi davvero? >
< Sì, ma
non essere triste, mia amata. Tutti i genitori, a un certo punto, devono
lasciare andare i figli, fa parte della vita. >
< Lo so,
ma mi spaventa. > Si asciuga le lacrime con il dorso della mano e mi
sorride, < Vederti con lui, vedere il modo in cui lo guardi…
non credo di averti mai amato così tanto come pochi istanti fa, mentre cantavi
per lui e lo cullavi. >
Se ne va,
lasciandomi solo nella stanza con Silevril
addormentato, il silenzio rotto unicamente dal su respiro. L’amore per mia
moglie e mio figlio mi riempie, sovrastandomi improvvisamente, minacciando
quasi di farmi piangere.
Silevril si
gira su un lato e inizia a succhiarsi il pollice nel sonno.
Qualsiasi
cosa accada, mi dico, non importa.
Ho vissuto.