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Autore: Zoey Charlotte Baston    23/01/2016    3 recensioni
Leonardo strinse la presa sulle due katane che lo avevano accompagnato in ogni combattimento, il suo corpo ancora inumidito dalla pioggia. Un rivolo di sangue scivolava piano sulla guancia del mutante, ma non ci fece molto caso, doveva raggiungere il suo obbiettivo.
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Un piccolo regalo per Helen, che oggi compie gli anni, anche quest'anno con la canzone "Guerriero" di Marco Mengoni.
E' una songfic ma purtroppo per motivi di HTML non ho potuto inserire il testo della canzone, quindi consiglio di leggerla ascoltandola o con il testo vicino, dovreste riuscire a riconoscere i pezzi della canzone.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leonardo strinse la presa sulle due katane che lo avevano accompagnato in ogni combattimento, il suo corpo ancora inumidito dalla pioggia. Un rivolo di sangue scivolava piano sulla guancia del mutante, ma non ci fece molto caso, doveva raggiungere il suo obbiettivo.

Quando Helen era stata catturata il cuore del blu aveva mancato un battito, o forse anche di più.

Aveva i nervi a fior di pelle, era dolorante e stanco, però tutto quello non importava, un paio di ninja, un corridoio, una porta, quelle cose non l'avrebbero tenuto lontano dalla ragazza che amava, della sua felicità, tanto facilmente.

L'avrebbe salvata, anche a costo di morire.

Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro, per poi imboccare il corridoio a tutta velocità, con un movimento deciso delle katane distrusse i due footbots a guardia della cella, dove una ragazza dai capelli biondi era rannicchiata in un angolo, l'aprì con le chiavi che era riuscito a prendere poco prima.

Sentendo il cigolio della porta Helen sobalzò, puntando poi gli occhi color cioccolato velati di lacrime in quelli color del mare di Leonardo che le corse incontro, la strinse tra le braccia.

Lei si lasciò sfuggire un singhiozzo, mentre una goccia salata le bagnava il volto, odiava mostrarsi debole ma l'unica cosa che voleva in quel momento era lasciarsi andare tra le braccia del mutante in blu, che le asciugò la lacrima con un dito, sorridendole dolcemente.

Si guardò alle spalle per vedere se stava arrivando qualche footbots, poi tranciò la catena legata alla caviglia di Helen e la prese tra le braccia, uscendo dalla cella.

Sussultò quando vide quei maledetti ammassi di circuiti avvicinarsi, si guardò velocemente intorno alla ricerca di una via d'uscita.

Certamente non poteva usare le katane, riposte nei foderi, con la ragazza in braccio ma non essendoci finestre doveva per forza affrontarli; quindi titubante posò Helen a terra e mentre lei cercava d'indietreggiare sguainò le due armi, pronto a distruggerli.

Fece uno scatto in avanti e nonostante i suoi muscoli implorassero pietà riuscì ad elliminare la magior parte dei footbots, cercando in tutti i modi di far da scudo alla bionda, non dovevano raggiungerla.

Si sentì mancare l'aria quando una lama gli penetrò con forza e velocità il fianco e con altrettanta fulmineità veniva estratta.

Crollò in ginocchio mentre la vista si offuscava, strinse gli occhi e i denti per non urlare, si portò una mano al fianco mentre con l'altra si appoggiava a terra.

Sentì un urlo, qualcuno lo stava chiamando. Helen.

Riaprì gli occhi di scatto e, sebene con molta fatica, si rialzò appogiandosi alla katana che non aveva lasciato cadere.

Distrusse anche gli ultimi ninja.

Si girò verso la ragazza, porgendole la mano. Sperò davvero che riuscisse a camminare, in quelle condizioni non avrebbe potuto traspostarla, solo sostenerla.

Fortunatamente nonostante fosse traballante si alzò, dopo aver sfiorato la mano fredda di Helen, Leonardo le cinse la vita con un braccio, lasciando che si appoggiasse a lui.

Attraversarono il più velocemente possibile il corridoio, il blu condusse l'amata in un altro corridoio, deserto. Finalmente la fortuna era dalla loro parte.
Il mutante però sapeva che quella fortuna non sarebbe durata per sempre, quindi spalancò una delle finestre, che si affacciava su un vicolo.

Gemette leggermente quando notò che non era presente nessuna scala antincendio ma non poteva farsi sfuggire quell'opportunità, salvare Helen era la sua priorità e quella poteva essere l'unica possibilità di uscire vivi dall'edificio.

Si sfilò i foderi, permettendo alla bionda di salirgli sul guscio, barcollò per il peso maggiore e non poté trattenere un altro gemito quando la gamba di lei urtò il fianco ferito.

Una volta riacquistata la stabilità salì sul cornicione della finestra, si lasciò cadere nel vuoto mentre Helen lo strinse più forte.

Con grande difficolta Leonardo riuscì ad atterrare in piedi evitanto ulteriori danni a entrambi, si lasciò cadere sul suolo bagnato. Per ora erano al sicuro.

L'abbracciò ancora, baciandole la guancia, poi le labbra, concedendosi finalmente di piangere anche lui, la strinse più forte.

In quel momento sarebbe potuto passare chiunque e avrebbe visto due figure che si stringevano l'un l'altra, illuminate leggermente dalla luce di un lampione, avrebbe capito cos'era il vero amore.
   
 
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