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Autore: Elsira    23/01/2016    4 recensioni
STORIA PROSSIMA A NUOVA STESURA
Ciao a tutto il popolo di EFP! È un piacere essere tornata, quanto tempo eh? Ma non indugiamo oltre e partiamo con questa nuova storia di Kin!
Trascorso qualche anno dalla sfida contro Vegeta, la vita della nostra sayan trascorre tranquilla: allenamenti con il padre, lavoretti di casa e commissioni con la madre, tempo ricavato da passare con Trunks. Finché una notizia dalla nipotina Pan farà scattare a Gohan quella che all'inizio pare a tutti quanti un’ottima idea, ma che presto si rivelerà più complicata del previsto e creerà tempesta tra le due giovani sayan, le quali dovranno mettere da parte risentimenti e conflitti per affrontare una nuova, incombente, minaccia.
Per scoprire questo e altro, non vi resta che entrare e leggere!
P. S. : Nel primo capitolo si trova un mini-riassunto di ciò che è accaduto nelle long precedenti, che, giunti alla terza parte della storia, è indispensabile per fare un poco il punto della situazione, rinfrescando le idee a chi mi ha sempre seguita e ‘istruendo’ chi invece sarà incuriosito e inizierà a leggere da adesso.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Goten, Nuovo personaggio, Pan, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Fine estate, Anno 793

«Quanto manca?» Chiese Pan dopo più di mezz'ora di volo. Le sembrava di non arrivare più.

La turchina osservò il radar al proprio polso. «Siamo quasi arrivate. Dovrebbero mancare pochi...»

«Aspetta!» La interruppe l'altra, fermandosi improvvisamente e trascinandola in basso con sé, prendendola per un braccio.

Bra guardò interrogativa la compagna, allorché questa indicò con la mano un albero appena caduto non distante da loro e disse: «È zia Kin!»

Le due si diressero velocemente dalla sayan, ma vennero fermate da Kihan, che si parò tra loro e la figlia di Goku con un ghigno divertito in volto e le braccia incrociate al petto. «Ma bene, bene, bene... Guarda un po' chi abbiamo qui... La figlia del principe Vegeta e l'indifesa Pan...» Inclinò leggermente la testa di lato e aggiunse: «Dove volevate andare?»

 

«Come... Come fate ad avere i Potara?» Chiese Gohan, incredulo a ciò che i suoi stessi occhi gli avevano appena mostrato e ancor di più dal livello combattivo che aveva acquisito il risultato della fusione.

Quest'ultimo si grattò un orecchio e disse: «Non saprei, dovresti chiedere al capo, è lei che li ha sempre avuti con sé. Sinceramente né Sakiara e né tanto meno Araik sapevano che sarebbero stati utilizzati in questo modo, pensavano servissero a far fondere con l'inganno il principe Vegeta e Kakaroth non appena si fossero uniti a noi... Ma poco importa.» Si schioccò le dita delle mani e il collo, per aggiungere poi in un ghigno: «Cominciamo?»

Goten e Trunks si scambiarono uno sguardo d'intesa e iniziarono a fare la fusione, ma non riuscirono a completarla perché entrambi si ritrovarono d'improvviso con una gamba rotta. Gohan fece appena in tempo a voltarsi per vedere alle proprie spalle il nemico, che sorrideva loro.

«Ma... Ma come diamine...» Sussurrò Trunks, cercando di soffocare i lamenti che gli uscivano spontanei dalle labbra per il dolore acuto al ginocchio.

«Voi... Non sapete nulla di ciò che Sakiara era in grado di fare... E soprattutto di quante cose conoscesse. Non vi siete chiesti come mai non si sia sorpresa nel vedere tutti questi super sayan? È perché lei sapeva tutto di voi. Per questo, io adesso so...» Disse rivolto ai giovani, i quali si tenevano ognuno il proprio ginocchio ferito. «Che se voi vi unite sareste un serio pericolo.»

«Ragazzi...» Sussurrò Gohan ai due, arretrando verso di loro e mettendosi in posizione d'attacco. «Scendete e prendete dei senzu, dopodiché unitevi e lasciate sfogare Gotenks. Fate in fretta, non so quanto riuscirò a tenerlo occupato.»

I due scesero di quota, ubbidienti.

«Oh no, non mi sfuggirete.» Sogghignò l'avversario, ma ben presto si ritrovò ad alzare una mano all'altezza del petto per parare la gomitata di Gohan, che gli disse minaccioso: «Sono io quello contro cui devi combattere, bestione.»

«Io non mi chiamo "bestione", mi chiamo Irakusa*. Ma se proprio ci tieni a essere il primo a lasciarci la pelle ti accontento subito moscerino.» Rispose l'altro, iniziando il combattimento corpo a corpo contro l'uomo.

Restando entrambi a pochi centimetri da terra per evitare di poggiare le gambe fratturate, Trunks si rivolse all'amico: «Allora, dove hai messo i senzu?»

Due occhi neri confusi e spalancati si intersecarono coi suoi, allorché un terribile dubbio si insinuò nella mente del più grande, che sussurrò: «Ti prego... Non dirmelo...»

«Dovevi prenderli tu!» Gli gridò contro Goten. Trunks portò il proprio volto furioso a pochi centimetri da quello del compagno e gli disse, irato: «Io dovevo prendere le sfere, sei tu che dovevi prendere i senzu, maledetto idiota! Come dovremmo fare ora con la fusione, eh? E a far riprendere Kin?»

Appena pronunciò il nome dell'amata, la voce di Pan riecheggiò attraverso la vegetazione, facendo spostare gli sguardi dei due giovani verso l'azione a terra, i quali divennero presto da irati a spalancati dalla sorpresa nel vedere Bra e Pan.

 

«Zia!» Gridò la più giovane, mentre l'avversaria aveva un braccio teso verso la sayan, la quale stava guardando verso la loro direzione con il petto che si alzava e abbassava in modo irregolare alla disperata ricerca di ossigeno con cui riempire i polmoni.

Kin, ancora sdraiata a pancia in su sul tronco, aveva appena lanciato una sfera d'energia rossa contro la nemica, sussurrando: «Lascia in pace... Mia nipote e... La mia migliore amica...»

Kihan sogghignò e, con ancora la sfera rossa che le sfiorava appena il palmo, disse: «Sei seria? Che cosa pensi di fare nelle tue condizioni? Non riesci nemmeno a reggerti in piedi e se questa è tutta l'energia che ti rimane...» S'interruppe, perché vide sogghignare Kin. La giovane infatti, chiuse il pugno e il corpo della rivale venne avvolto da una leggera aura rossa proveniente dalla sfera. Dopo pochi istanti, anche Kin venne avvolta dalla medesima aura e l'avversaria iniziò a sentirsi privare delle proprie energie.

Senza battere ciglio, colpì la più giovane con un raggio d'energia, ma questo attraversò l'albero senza sfiorarla, perché si era teletrasportata di fronte alle due compagne. Prima che Kihan potesse voltarsi, prese entrambe per le mani e le teletrasportò con sé dove erano Goten e Trunks.

Riapparsa davanti ai due, fu costretta in ginocchio, esaurite le poche energie che era riuscita a rubare a Kihan. Ciò nonostante, trovò la forza di alzare il volto e rivolgersi alle due, tutto d'un fiato e accigliata: «Si può sapere che cosa ci fate voi qui?»

«Noi...» Iniziò Pan, subito interrotta da Bra: «Non ho più intenzione di stare nelle retrovie! Qui non si sta parlando sol...» S'interruppe, perché suo fratello le aveva assestato un colpo al collo che la fece svenire. Pan la prese tra le braccia prima che potesse cadere a terra, dopodiché si voltò verso i due sayan, nel tentativo di dire qualcosa, ma la voce di Trunks la fece rabbrividire: «Maledizione, questo non è un gioco, lo volete capire sì o no?»

«Sì... Però...» La ragazza posò il corpo della compagna a terra, dopodiché inserì la mano del colletto della sua tuta e ne estrasse qualcosa, per poi porgerlo alla zia. «Abbiamo portato dei senzu.»

Kin osservò il palmo della nipote, contenente un fagiolo magico e dopo qualche secondo tirò un sorriso, guardando la ragazza negli occhi scuri. Prese il senzu e lo ingoiò, sentendo la medicina magica scorrerle benefica nel corpo, raggiungendo in breve il più piccolo capillare. Si alzò in piedi e disse alla nipote, con un sorriso sicuro di sé: «È ora di far sfogare un po' Pain.»

La ragazza sorrise raggiante e annuì con gli occhi lucidi per la gioia. Si alzò a sua volta e si avvicinò alla zia, quando Goten gli batté con un indice alla spalla, chiedendole umile: «Non è che avanzano dei fagioli per noi due? Così possiamo unirci anche noi?»

Pan si tirò fuori dal colletto un altro senzu e lo mostrò ai due, dicendo dispiaciuta: «Ne ho solo uno… Credevamo che voi avreste preso la scorta che c’era nella Gravity Room e...»

«Non importa, lo dividiamo.» La interruppe velocemente Trunks, prendendo il fagiolo di Balzar e spaccandolo in due, per mangiarne subito una parte e porgere l'altra al compagno. Questi stava per prenderla, quando il fratello lo costrinse a terra, cadendogli sulla schiena.

Irakusa atterrò a qualche passo da loro e Kihan apparve al suo fianco.

Tutti si voltarono verso i due, mentre Gohan si alzava malconcio da sopra il fratello.

«Gohan... Potresti spostarti? Sai, non sei proprio una piuma...» Sussurrò strozzato il ragazzo. L’uomo si alzò e si fiondò subito in un attacco contro Irakusa, ma venne ben presto rinchiuso nella prigione d'aura.

Il sayan avversario chiuse il pugno e la sfera si ristrinse velocemente, ma Kin riuscì a teletrasportarvisi all'interno e di nuovo fuori senza problemi.

La ragazza sorrise al fratello, che la guardò sereno seppur da un occhio solo, dato che l'altro non riusciva ad aprirlo per le botte subite. «Stai bene...»

«Già, merito dei senzu, nonché di Pan e Bra che li hanno portati.» Gli sorrise lei, sostenendolo da sotto un braccio. Lo sguardo di Gohan si fece interrogativo, finché non notò la presenza della figlia sul campo di battaglia ma prima che potesse dire o fare qualsiasi cosa, si ritrovò all'interno della G. R.

Sua sorella lo appoggiò alla parete e corse a prendere dei senzu, dopodiché gliene porse uno e, tutto d'un fiato, gli disse: «Non posso spigarti ora, prendi questo, rimettiti e poi tieni d'occhio Bra, che è svenuta per un colpo ben riuscito di Trunks. Torniamo presto, lascia fare a Pain e Gotenks, ora devo andare, ciao!» Dopodiché, svanì nuovamente nel nulla, portandosi dietro un fagiolo magico e lasciandolo confuso all'interno della Gravity Room, assieme a una Bra senza sensi di fianco a lui.

Gohan sbatté le palpebre per qualche secondo, non sapendo bene cosa provare. Un sorriso inaspettato gli illuminò il viso, si alzò, prese in braccio la figlia del principe e la portò in casa. Incontrò Bulma che camminava nervosa per l’abitazione e, dopo averla tranquillizzata dato che la donna si era spaventata nel vedere la figlia priva di conoscenza, le disse di iniziare a preparare un abbondante colazione, perché i quattro sarebbero stati sicuramente molto affamati quando sarebbero tornati. La scienziata annuì semplicemente, sorridendo.

 

Kin riapparve e la prima cosa che vide fu Goten che cercava la sua metà di senzu per terra. Dietro di lui, Trunks e Pan cercavano di guadagnare tempo lanciando sfere d'energia contro i due avversari.

«Muoviti Goten!» Gli gridò Trunks.

«Avanti... Dove ti sei cacciato?» Sussurrò impaziente il moro, raspando a terra. Stava per iniziare a scavare con le unghie, quando la mano della sorella contente un senzu gli si parò di fronte agli occhi, i quali gli si illuminarono all'istante. Non perse tempo e lo buttò subito giù, mentre Kin si diresse dietro Trunks e Pan, scambiandosi uno sguardo d'intesa con la nipote. In pochi secondi, eseguirono una fusione perfetta.

«Unisciti a Goten e raggiungeteci, ora si inizia a fare sul serio.» Disse con un mezzo sorriso Pain a Trunks, il quale le consegnò la fascia arancione che aveva alla vita per coprirsi, un istante prima di svanire e riapparire all'interno della polvere ormai quasi completamente dissoltasi dovuta alle sfere d’energia.

«Allora... Abbiamo un conto in sospeso con entrambi...» Sogghignò Pain, schioccandosi le dita delle mani a pugno, per poi aggiungere in un sorriso furbo: «Chi di voi vuole morire per primo?»

«Io non sarei così sicuro di vincere. La fusione dura solo mezz'ora, dico bene? Dopodiché tornerete due semplici ragazzine. E oltretutto, anche così non siete abbastanza forti nemmeno per confrontarvi con me, figuriamoci con il capo.» Sogghignò Irakusa.

«Non so... Sono abbastanza per essere usate per sgranchirci un po', prima di passare agli altri due.» Rispose altrettanto divertita Kihan.

«Fossi in voi, non avrei così tanta fiducia.» La voce maschile entrata in campo era quella di Gotenks, apparso in quel momento al fianco di Pain. Il sayan sorrise saccente e mostrò loro il pollice verso, sicuro di sé: «Mezz'ora è più che sufficiente per farvi fuori.»

Gli occhi scuri degli avversari si strinsero e Gotenks si rivolse in un sussurro alla compagna: «Allora, chi si prende chi? Se non vi spiace, noi vorremmo far fuori quello con gli orecchini... Abbiamo due ginocchi rotti in credito nei suoi confronti.»

«Nessun problema, anche perché noi volevamo combattere contro nostra zia.» Sorrise Pain. Gotenks la guardò strabuzzando gli occhi. «Zia?»

«Già, quella è la sorella di Goku. Buffo il destino, eh? Ma se non vi spiace, vi spiegheremo i dettagli davanti a una bella colazione, appena finito qui.» Rispose in modo tranquillo Pain, per poi sparire e attaccare con un calcio rotante l'avversaria prescelta, la quale parò il colpo con l'avambraccio e un sorriso. «Piacere di essere la vostra scelta, nipotine.»

Gotenks alzò un pugno e gridò alla compagna: «Non vale, dovevamo iniziare insieme!» Le braccia andarono l'istante dopo a croce davanti al proprio volto, per parare i pugni di Irakusa.

A ogni colpo, Gotenks veniva fatto arretrare di tre passi, tant'è che al quarto si piegò all'indietro, poggiando le mani a terra sopra la propria testa e portando i piedi sull'addome dell'avversario. Gli mostrò un sorriso a trentadue denti, gli diede una serie di potenti e velocissimi calci, dopodiché lo spinse verso l'alto.

Irakusa si arrestò in cielo. Si guardò attorno, mentre con una mano si teneva l'addome dolorante e con il dorso dell'altra si puliva le traccie di sangue uscite dalla bocca. «Maledizione, dove siete finiti?» Gridò al vento, continuando a guardarsi attorno.

«Siamo qui.» Una gomitata al collo per farlo girare in orizzontale e una ginocchiata al fianco per farlo salire ancora più in alto. Stavolta fu Gotenks a fermare l’ascesa, apparendo sopra di lui e colpendolo con un calcio rotante al fianco, che però venne con sua sorpresa fermato.

Con la caviglia del giovane stretta nella propria mano, Irakusa disse irato: «Ora... Basta... Giochini...»

Il sorriso strafottente della fusione gli fece perdere la calma e gridare con gli occhi di fuori, mentre le guance di Gotenks si gonfiavano: «Mi avete stancato!»

Una sfera d'energia che si era appena formata sul palmo libero del sayan fu liberata di fronte alla faccia strafottente del più giovane. Un sorriso soddisfatto fece appena in tempo a dipingersi sul volto di Irakusa, che si tramutò ben presto in una smorfia di rabbia nel vedere, appena il fumo si fu diradato, che gli unici danni che aveva fatto erano qualche graffio qua e là sul volto dell'avversario.

Gotenks soffiò fuori dalla bocca dieci indistinte forme bianche, che ben presto presero l'aspetto di un Goten fantasma e andarono a chiudere un cerchio intorno a loro. Non appena liberato l'ultimo, la fusione dei due giovani si tirò su, piegandosi sugli addominali e diede un colpo al polso dell'avversario, spezzandogli la mano e liberando la propria caviglia.

Irakusa si ritrovò così circondato dai dieci fantasmini mentre si teneva la mano dolorante e Gotenks se ne stava tranquillamente con le braccia incrociate al petto, fuori dal cerchio formato dalle sue creature.

«Ci siamo stancati di giocare con te... Sei noioso! Non abbiamo nemmeno avuto bisogno di trasformarci in super sayan, ti rendi conto? Beh, è giunta l'ora di finirla, scommettiamo che basteranno tre fantastmi kamikaze?» Inclinò la testa di lato e sorrise sornione, stendendo il braccio in avanti e mostrando il numero appena citato con le dita, di fronte allo sguardo di odio che gli veniva lanciato dall'avversario. Chiuse il palmo e roteò il pugno, dopodiché mostrò il pollice verso e proclamò: «Due, quattro e sette, fatelo fuori.»

I tre fantasmi si andarono ad attaccare al corpo dell'avversario e non appena lo sfiorarono, esplosero come da copione.

Gotenks si stirò all'indietro e tirò uno sbadiglio, con tanto di lacrimuccia all'angolo dell'occhio. «Che noia... Beh, d'altra parte se si è deboli c'è poco da fare...» Fece per voltarsi in basso e dirigersi a dare una mano alla compagna, in modo da finire in fretta quella storia e andare a dormire un po', ma non fece in tempo a scendere che venne avvolto dalla prigione d'aura. Si voltò, serio, verso la nuvola di fumo che ancora non si era completamente diradata e dal quale in breve sbucò Irakusa, malconcio ma ancora vivo.

«Ora... Voglio vedere... Come ve la caverete... Sbruffoni...» Disse la fusione dei sayan nemici.

Un sorriso sicuro si dipinse sul volto del giovane, che schioccò le dita sicuro di sé e sussurrò: «Fantasmi kamikaze.... Via!»

Tutte e sette le creature rimaste si diressero verso la prigione d'aura, sotto gli occhi increduli di Irakusa. Quando i fumi delle esplosioni si diradarono, Gotenks vide con stupore che la combinazione di esplosioni non erano bastate a liberarlo.

A quel punto, Irakusa gli si rivolse e chiese confuso: «Perché diamine non li hai lanciati contro di me?»

Gotenks sbatté un paio di volte le palpebre, dopodiché batté il pugno sul palmo della mano e disse: «Ma certo!»

L'avversario lo guardò incredulo, allorché il giovane rise e si portò una mano dietro la testa, aggiungendo divertito: «In verità, non ci avevamo proprio pensato, eheh… Credevamo che avrebbero distrutto la prigione tramite l’esplosione, non avevamo preso in considerazione l’idea di far attaccare direttamente te.»

Irakusa gli gridò in faccia, sentendosi preso in giro: «Pensate che questo sia uno scherzo? Piantatela di giocare e vedete di fare sul serio!»

«Su su, quante storie... Rilassati amico...» Disse il giovane, con aria sufficiente che fece infuriare l'altro ancora di più. Si portò le mani ai fianchi e sorrise saccente, guardandolo con un sopracciglio alzato: «Ti rendi conto che ci stai sgridando perché non ti abbiamo ucciso? Certo che sei davvero strano, tu.»

«Basta... Ne ho abbastanza delle vostre cretinate...» Sussurrò tra i denti il sayan nemico, incassando la testa tra le spalle. Spalancò lo sguardo e urlò: «Non vi sopporto più!»

Al grido, centinaia di schegge luminose dello spessore di aghi partirono dalla parete interna della bolla e colpirono Gotenks, perforandogli la pelle e attraversando il suo corpo. Il sayan non riuscì a schivarle, perché non aveva gioco di movimento in quella sfera e venne perciò immancabilmente centrato. Il suo corpo si colorò presto di rosso e si accasciò all’interno della prigione, dato che l’attacco gli aveva gravemente danneggiato gli organi interni.

 

A terra, lo scontro che si stava svolgendo tra le due sayan era decisamente a sfavore della fusione. Il corpo a corpo contro Kihan era ben presto divenuto uno scontro a senso unico, dove tutto ciò che Pain riusciva a fare era schivare i potenti colpi della sayan.

La fusione riuscì all'ultimo a schivare un pugno dell'avversaria, utilizzando il teletrasporto e andandosi a nascondere dietro a un albero lì vicino, nel tentativo di prendere fiato ed escogitare un modo per togliersi da quella spiacevole situazione.

«Venite dalla zia, avanti. Ho un meraviglioso regalo per voi... Un bel viaggio di sola andata per l'Aldilà.» Sogghignò Kihan guardandosi intorno alla ricerca della propria preda.

Il petto di Pain si alzava ed abbassava in fretta, nel tentativo disperato di trovare ossigeno. La fusione chiuse gli occhi e provò a concentrarsi più che poté, nel tentativo di riuscire a pensare a un modo per sconfiggere la sayan, ma tutto ciò di cui si rese conto fu che nonostante non ci fossero rancori di alcun genere tra Pan e Kin, l'unione delle menti ancora non era avvenuta completamente e in modo omogeneo.

«Trovate.» Sussurrò malefica Kihan. Pain fece appena in tempo ad aprire gli occhi che un pugno la colpì in pieno viso, facendola volare verso il precipizio, nel quale sarebbe caduta se la sayan non l'avesse presa per il gilet, fermandola, quand'era appena giunta sull'orlo.

Kihan alzò un braccio verso il cielo e una sfera d'energia nera e viola, circondata da scosse elettriche andò a crescere sul suo palmo.

«Sapete, mi avete davvero delusa. Pensavo che foste più capaci di così, ma evidentemente il sangue terrestre che vi scorre nelle vene vi ha impedito di diventare delle vere guerriere.» Disse un poco rammaricata.

Pain non riuscì a dire nulla, né tantomeno a muoversi per difendersi. Con il sangue che le usciva dalle labbra, dal naso e dalla fronte, l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di aprire appena gli occhi e vedere Gotenks che si accasciava all'interno della prigione d'energia di Irakusa, la quale stava velocemente rimpicciolendosi, andando ben presto a ridurre in poltiglia il corpo del guerriero.

Pain riuscì a mala pena a muovere le labbra in un sussurro tremante e appena udibile: «Ka… Io...»

La sfera oscura raggiunse la dimensione che alla sayan parve bastare per farla finita, così un sorriso sadico le si dipinse in volto e, prima di colpire l'avversaria, sogghignò: «Beh, quanto meno è stato uno scontro rilassante. Addio nipotine.»

 

APPUNTAMENTO A DOMANI MATTINA CON L'ULTIMO
(cavolo, lo spero davvero....)
CAPITOLO DELLA LONG

 
 

* Irakusa = In giapponese significa “ortica” ed è l’unico nome che ho trovato che si avvicinasse un minimo a un’unione di Sakiara e Araik… Lavorate di fantasia a riguardo e fatevelo garbare… u.u (Ovviamente scherzo :P)

 


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 
   
 
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