Amaya Saki si passò una mano sul volto stanco.

Il suo diciottesimo compleanno sembrava non finire mai e avrebbe voluto fosse così, avrebbe voluto passare il proprio compleanno, un giorno importante per la vita di tutti, con la persona a cui più teneva, non osservargli semplicemente il viso pallido, incapace di far nulla.

Era quasi un mese che Haruka si trovava in coma.

I ricordi del suo precedente compleanno prevalevano nella sua mente, mentre la malinconia cresceva.

Era stata una giornata semplice, lui l'aveva portata in un boschetto dove si trovava un piccolo lago leggermente ghiacciato, avevano fatto un picnick sulla candida neve.

Poi le aveva regalato una catenina, con uno splendido ciondolo a forma di goccia, che risplendeva sotto i pigri raggi di Gennaio. Haru non aveva aggiunto nulla, nessuna parola smielata, che nessuno dei due amava, era solamento tornato ad osservare la superfice cristallina del laghetto.

Portò una mano al regalo che albergava al suo collo da ormai un anno, lasciandosi sfuggire un singhiozzo, poi strinse la mano del ragazzo.

-Non mi interessano tutti i regali che ho ricevuto... Gli spartiti, la sacca nuova per il costume... Sono inutili... Io voglio solo che tu torni da me, Haru.- Le lacrime le bagnarono il volto, strinse più forte la mano di lui.

Proprio in quel momento gli occhi blu come il mare di Haruka, si aprirono.