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Autore: Hoi    24/01/2016    1 recensioni
In questa storia troverete un Killian Jones che è appena diventato capitano, anche se non come avrebbe voluto. Vedrete un ragazzo ferito dalla perdita di suo fratello, insicuro della fedeltà dei suoi uomini, in bilico tra la giusta maniera e la vita del pirata, che comunque mantiene il suo carisma. Il tutto sarà condito dall'incontro con una fiaba classica in pieno stile OUAT.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza per strada


Rideva Juliet, rideva tanto forte da riempire il silenzio della notte. Nella città buia i sui ricci biondi sembravano essere l’unico colore esistente e lei che di certo lo sapeva, volteggiava su sé stessa ad ogni torcia affissa per la strada, permettendo alla luce di scivolarle addosso e di mostrarla in tutto il suo splendore. Era sensuale Juliet, aveva una bellezza frivola che metteva allegria, tutto il suo fascino iniziava in quel sorriso e finiva nella scollatura quadrata messa in mostra da un corpetto troppo stretto che le teneva su il seno. Di quel seno forse l’indomani si sarebbe ricordato, certamente avrebbe dimenticato ogni sua parola. Non era il tipo di donna di cui ti vuoi ricordare Juliet ed era esattamente il tipo di donna che Killian voleva. Aveva bevuto tanto quella sera, molto più di lei, ma ancora non bastava a zittire i ricordi che gli tormentavano la mente. All’ennesima giravolta Killian l’afferrò stringendola a sé con forza, facendola ridere ancora di più. La baciò con forza tappandole la bocca con la sua, come per zittirla. Senza attendere un istante Juliet dischiuse le labbra approfondendo il bacio e riempiendogli la bocca col sapore di un pessimo vino.
Fino a qualche mese prima Killian non l’avrebbe mai fatto, non avrebbe mai baciato una ragazza in quel modo volgare in mezzo ad una strada dove chiunque potesse vederli. Mentre l’afferrava e la spingeva contro la parete di una casa sconosciuta, facendo scivolare le mani sui fianchi e afferrando la sua gonna che centimetro dopo centimetro le saliva dalle caviglie sempre più su tirata dalle sue dita, Killian non poteva fare a meno di pensare che quella non era la giusta maniera di trattare una donna. Come a contraddirlo Juliet gemette quando sentì il freddo della notte afferrarle le cosce. Alzò la testa e guardò in alto quella donnetta ingenua, come se timidamente volesse sottrarsi ai suoi baci, in realtà stava soltanto mettendo in mostra il collo, indicandogli dove continuare a torturarla. Killian non esitò e prese a baciarla e morderla piano su quel candido collo che presto sarebbe stato costellato da piccoli lividi. Lei come a premiarlo, subito scese con le dita sui lacci dei suoi pantaloni e lì si fermò senza fare nulla. Tra un gemito e l’altro Juliet iniziò a chiamare il suoi nome. Il suo nome soltanto, senza titolo o nomina, come avrebbe potuto fare un amico stretto che conosceva da una vita, come aveva fatto Liam. Chissà cosa avrebbe pensato suo fratello nel vederlo con una donna come quella, in un momento così… poco dignitoso. Killian la baciò più forte cercando di affogare in quel collo candido i suoi pensieri.
“Killian” gemette lei con voce piena di disappunto. Forse stava esagerando, forse nemmeno una donna simile accettava d’essere morsa come un animale. Ignorando quei pensieri che appartenevano più al primo ufficiale della marina di sua Maestà che ad un capitano pirata, Killian la morse ancora e affondò le mani nella gonna.
“KILLIAN!” lei lo colpì al petto con un pugno, c’era del panico nella sua voce adesso. Forse stava davvero esagerando. Prima che il pirata l’ignorasse, l’uomo che era stato si scostò e la lasciò andare. La gonna le ricadde addosso, ricoprendola, eppure quando alzò il viso, il volto della ragazza era ancora distorto dal panico.
Con il viso bianco illuminato dal bagliore di una torcia, Juliet mosse le labbra per parlare, ma l’unico rumore che si sentì fu il lento procedere di due pesanti stivali.
Il primo pensiero di Killian furono le guardie. Per quanto lo fosse da solo pochi mesi, Killian era un Pirata e questo significava che in qualunque reame fosse, l’avrebbero catturato e impiccato se lui l’avesse permesso. In una sola mossa si voltò verso la strada e sfoderò la spada. Sarebbe morto su una lama piuttosto che pendere da una forca e dare pubblico spettacolo. Tutti gli uomini in età di combattere sarebbero dovuti essere al fronte, impegnati in una disperata guerra contro gli orchi, d'altronde quella era una piccola città di porto e gli orchi non navigavano.
Killian aguzzò la vista cercando di scorgere nell’oscurità il numero degli assalitori, ma l’unica cosa che vide fu la minuta figura di una ragazza che strisciando i piedi a terra procedeva lentamente. Più si avvicinava a loro, più ne diveniva chiara la tragica immagine. Sopra a degli stivali pesanti, troppo grandi per lei, indossava una veste consunta e strappata, tanto lorda di fango e sangue da renderla poco più che uno straccio.
“Mia signora state bene?”
Una domanda stupida da fare ad una donna che zoppicando procede come in trance coperta da ferite, ma cosa poteva fare lui che non era altro che un traditore, per una ragazza in pericolo? Killian fece qualche passo verso di lei, intercettandone la strada, ma la ragazza non alzò il viso cadaverico per guardarlo, fissava il nulla davanti a sé e procedeva silenziosa. Killian la afferrò per le spalle e la fermò prima che lei gli andasse addosso, solo allora la ragazza parve notarlo. Tra un groviglio di capelli scuri lui riuscì ad intravedere due grandi occhi verdi, arrossati come se avessero pianto fino a non avere più lacrime. La ragazza socchiuse le labbra e dopo un interminabile silenzio riuscì ad articolare un’unica parola: “orchi”
  
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