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Autore: Ziseos    24/01/2016    3 recensioni
Lei era la luce, la speranza, la rinascita.
Lui era l'oscurità, l'ambizione, il potere.
La osservava con attenzione mentre la teneva ferma, tentava di poter trovare in lei quello che stava cercando..ma era davvero così?
Forse cercava solo di riscattarsi, o forse di scappare..qualunque cosa fosse, in quel giorno qualcosa cambiò il destino dell'Universo, e lui lo percepiva più di chiunque altro.
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kylo Ren, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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8-Untold
 
L’improvviso silenzio che era calato, risultava a dir poco soffocante.
Continuava a fissare Luke con insistenza, come se cercasse di carpirgli le informazioni che desiderava, dato che l’uomo non azzardava una risposta alla domanda della giovane.
Ora Rey aveva la riprova che il vecchio Jedi sapeva molto di più di quello che sembrava, sentiva che qualcosa in lui si struggeva da quando aveva fatto quell’ultima domanda.
Si avvicinò di più a lui, mentre il focolare che distava qualche centimetro da lei, le illuminò nuovamente il viso.
“Chi è Ben Solo?”
Attese nuovamente, mentre gli occhi continuavano a guardare Luke, per attimi che le parvero minuti lunghissimi ed interminabili.
Infine, l’uomo si degnò di ricambiare il suo sguardo, e negli occhi di lui, Rey lesse come una nota di nostalgia, come se la sua domanda avesse fatto riaffiorare in lui vecchi ricordi, rimasti celati per troppo tempo dentro di lui.
“Perché vuoi saperlo, Rey?”- chiese infine il vecchio Jedi.
Sollevata al sentire che finalmente era pronto a rispondere, Rey continuò a parlare.
“Ho sentito molti parlare di te, alla base della Resistenza. Inoltre, il Generale Organa e Han Solo hanno sempre detto di conoscerti, quindi era probabile che anche tu ti ricordassi di loro…e di lui.”
“Ben?”- domandò nuovamente, osservandola con fare incuriosito.
Lei annuì, uno sguardo deciso dipinto in volto.
“Conoscevi lui, non è vero? Il figlio di Han. Quando ti ho detto che Han Solo era morto, ho sentito qualcosa dentro di te cambiare, per un attimo la tua espressione aveva tradito una sofferenza profonda…per sentirti così, credo sia ovvio pensare che voi due vi conoscevate bene. E anche quando ti dissi chi era stato ad ucciderlo, ho avvertito lo stesso sentimento, assieme ad una sorta di…consapevolezza.”- si avvicinò con un espressione che mostrava un evidente desiderio di conoscenza–“Quello che non capisco è…perché?”
Già, perché? Luke accennò un sorriso nascosto dalla folta barba canuta che gli incorniciava il viso abbronzato e solcato da impercettibili rughe.
“E’vero. Io conoscevo Ben Solo.”- disse guardando dritto la sua padawan – “E forse, lo conoscevo meglio di chiunque altro. E’ stata questa la mia colpa…conoscere, ma non agire.”
Rey lo guardò confusa non capendo cosa intendesse dire.
“Non era un semplice conoscente, lui…era mio nipote.”- concluse socchiudendo gli occhi, come per soppesare le parole seguenti.- “Il Generale Organa..Leia. Lei è mia sorella.”
La ragazza balzò in piedi con gli occhi spalancati per lo stupore, fissando l’uomo come se all’improvviso non riconoscesse più chi avesse davanti.
“V-vuoi dire che..?! Tu e il Generale siete fratelli per davvero?? Non sapevo nulla, nessuno al campo base mi aveva mai detto che..”
Luke la interruppe con un gesto della mano, facendole segno di sedersi nuovamente e a restare tranquilla.
Ancora scossa per la notizia e con un espressione stranita sul volto, Rey si sedette nuovamente a terra a braccia conserte.
Luke proseguì a raccontare.
“Quando nacque Ben, erano passati pochi anni dalla distruzione della Morte Nera, la base dell’Impero e dalla fine dell’Impero stesso. L’intera Galassia stava finalmente risorgendo dall’oblio in cui era stata gettata durante il dominio dell’Imperatore e dal suo braccio destro, Darth Vader ; dalle ceneri dell’Impero sconfitto, si apprestava a rinascere una Nuova Repubblica, che avrebbe finalmente sistemato le cose dopo anni di caos. E’ stato allora che decisi che era arrivato il momento di riportare alla luce le antiche arti della Forza…era  tempo che i Jedi tornassero a proteggere la Galassia. Così, sostenuto anche dai membri della Nuova Repubblica, diedi inizio ad una nuova scuola di addestramento per i futuri nuovi Jedi. Tuttavia, non ero sicuro di quanti nuovi padawan sarei riuscito a trovare, e se la Forza si sarebbe manifestata di nuovo…”
“Però…”- lo incalzò Rey, incuriosita dalla narrazione.
“Dopo mesi, nell’attesa che qualcosa avvenisse…avvertii una sensazione nuova, sentii che la Forza stava cambiando, che qualcosa stava succedendo. Non ero il solo ad averlo percepito. Mia sorella fu la prima ad accorgersene. Una mattina mi avvicinò e mi chiese di recarmi al Palazzo sede della Nuova Repubblica, sostenendo di avere qualcosa d’importante di cui parlare. Una volta arrivato, la trovai nelle sue stanze, intenta ad occuparsi di suo figlio. Mi disse che aveva percepito qualcosa nella Forza…da Ben.Ebbene…la Forza era potente nella nostra famiglia..in mio padre, in mia sorella, in me..e in Ben. Da quel giorno, decisi che lo avrei addestrato io stesso, sarebbe diventato il mio apprendista e una volta raggiunto il completamento del suo addestramento, avrebbe insegnato anche lui alla nuova generazione. Per anni, portai avanti questo mio progetto, credendo che davvero un giorno la Galassia sarebbe di nuovo stata al sicuro e in pace. Purtroppo, però, la mia cieca illusione di un futuro pacifico, annebbiò i miei sensi e la mia ragione, e a causa mia, successe quello che non avrei mai pensato potesse accadere…io avevo dimenticato il potere che l’oscurità aveva da sempre.”- le ultime parole assunsero un improvviso tono duro, che destò Rey dai suoi pensieri, come se stesse rimproverando sé stesso per le cose che stava narrando.
La giovane notò che qualcosa frenava Luke dal proseguire il suo racconto, nonostante fossero arrivati ad un momento cruciale della narrazione.
Cercò di incalzarlo con discrezione, tanto era il suo desiderio di capire e di trovare una risposta alla sua domanda.
“Hai detto che la tua illusione,ti ha annebbiato … cosa è successo?”
Il vecchio Jedi si alzò in piedi, facendo leva sulle ginocchia con le mani per tirarsi su, e si incamminò verso la parte opposta dello spiazzo roccioso dove si erano accampati; Rey fece per seguirlo alzandosi in piedi a sua volta, ma si frenò quando vide che Luke le stava facendo segno di fermarsi e di non raggiungerlo.
“Ciò che vuoi sapere, non cambierà davvero le cose.”
Luke le diede le spalle, mentre teneva lo sguardo fisso sul panorama che si stendeva di fronte.
Le centinaia di isole che si incontravano sul pianeta, erano illuminate dalla luce delle due lune del Sistema, che riflettevano i loro raggi argenteo-biancastri sulla superficie delle acqua che formavano quell’immenso oceano, ora nero a causa della scarsa luce notturna; il vento, che fino a poche ore prima, soffiava spazzando le acque e le cime delle isole, ora si era quasi esaurito del tutto, lasciando solo una fresca brezza che a malapena increspava l’immensa distesa di acque sottostante.
Quante notti come quella aveva visto durante gli anni passati su quel pianeta dimenticato? Ogni notte, ripensava alle stesse cose, gli stessi fantasmi del passato cercavano di soffocarlo, deridendolo o colpevolizzandolo per le sue azioni.
Quella notte però, non voleva che fosse così. Quella notte non li avrebbe lasciati fare di nuovo.
Voltò appena il volto di lato, giusto per osservare da dietro le spalle, la figura di Rey che stava dinanzi al falò scoppiettante, la cui luce creava attorno a lei come un aura mistica, rappresentante il fuoco che sempre ardeva dentro di lei.
Doveva dirle la verità, le doveva almeno quello.
“Sono stato io. Io ho creato Kylo Ren.”
 
 
Spalancò di colpo gli occhi.
Il freddo della stanza gli invase le ossa non appena gettò a terra le lenzuola fradicie, ansimando sommessamente.
No, non era stato il solito incubo a svegliarlo questa volta.
Raccolse da terra il cuscino che aveva lasciato cadere al suo brusco risveglio, e lo esaminò rapidamente.
Delle piccole macchie scure erano sparse su tutto il tessuto candido.
Ancora sangue.
Quanto tempo serviva ancora, affinchè quella maledetta ferita si rimarginasse definitivamente?
Scaraventò via l’oggetto contro la parete opposta della stanza, ed il cuscino cadde a terra senza provocare alcun rumore.
Si passò una mano sulla fronte, scoprendola matida di sudore misto a sottili rivoli di sangue , come se avesse appena finito di trascorrere qualche minuto vicino alle fornaci di Mustafar.
Lo aveva chiaramente sentito, quella voce non era solo più parte di un sogno, qualcosa di più lontano, e più concreto di un sogno aveva parlato.
“Skywalker…”- sibilò mentre realizzava ciò che aveva appena percepito nel sonno.
Una voce al di là della porta lo distrasse improvvisamente.
La voce metallica e dal tono duro del Capitano Phasma risuonò forte da dietro la porta della cabina, mentre il clangore della sua armatura di metallo si udiva con chiarezza.
“Comandante Ren, il Leader Supremo ha appena finito di convocare un assemblea con i membri principali della base. Richiede la sua presenza immediata.”
Kylo si passò una mano fra i capelli, cercando di riprendersi e di riguadagnare il contegno; non poteva certo presentarsi in quelle condizioni dinanzi al suo Maestro. La debolezza che trasudava da lui, sarebbe stata considerata come un disonore per tutto il Primo Ordine. E soprattutto, non voleva certo darlo a vedere a quell’odioso di Hux.
“Riferite al Leader che lo raggiungerò al più presto.”
“Sissignore.”- rispose Phasma, per poi allontanarsi a passo pesante nel corridoio.
Scrollando la testa, Kylo si rimise in piedi, indossando l’uniforme nera che aderiva perfettamente al suo corpo asciutto e atletico, facendo piano ad infilarlo nelle parti ferite.
Nonostante fossero passati mesi, facevano ancora dannatamente male.
Ma un vero signore del Primo Ordine non doveva nemmeno considerare dolori superflui come quelli.
Indossò sulle spalle il pesante mantello, al quale mancavano ancora lembi di stoffa, lo stesso che aveva nella battaglia sulla stazione Starkiller. Non aveva nemmeno voluto un mantello nuovo, sostenendo fra sé e sé che il cambiarlo, non avrebbe significato nulla. Forse, pensava che lo rappresentasse bene…ferito, diverso, sì…ma ancora lì, pronto a qualunque cosa.
Per ultima, aveva lasciato la sua maschera metallica in un involucro di vetro che si apriva a comando, situato in una sezione nascosta della cabina.
Appoggiò una mano su di un pannello scannerizzatore, che al riconoscere le linee del palmo, identificò Kylo permettendo che accedesse alla sezione blindata.
Con un suono secco, l’involucro si aprì, rivelando il contenuto prezioso che riflesse sulla sua superficie lucida le luci che lo illuminavano tutt’intorno, come fosse un importante trofeo.
Con aria solenne, il giovane si piegò a raccogliere l’oggetto, portandolo al di sopra della sua testa e calandolo sul volto, come se stesse indossando una corona.
E in effetti, era così che si sentiva ogni volta che la indossava; era come se oltre a quella maschera nessuno potesse percepire i suoi pensieri, le sue idiote debolezze o solo a guardare quella disgustosa cicatrice che per lui rappresentava solo un simbolo di disonore e imbarazzo.
Con quella maschera, riusciva ad abbandonare completamente la figura del debole Ben Solo, vestendo il ruolo del Comandante dei Cavalieri di Ren, il braccio destro ed apprendista del Sommo Leader Supremo Snoke.
Prima di uscire dalla stanza e di dirigersi verso la Sala degli Strateghi, si rivolse come di consueto a quello che considerava l’oggetto più prezioso nell’intera base, una preghiera silenziosa sulle labbra; un oggetto nero, il cui metallo ormai opaco si era fuso con un cranio ormai consumato dal tempo, conservato come un importante reliquia.
“Siamo vicini, Nonno … riuscirò nella mia impresa.”
 
Seduto ad una delle poltrone che circondavano il lungo tavolo situato al centro della Sala Strateghi, Hux tamburellava nervosamente le dita sull’anonimo metallo del poggia braccia, guizzando gli occhi da una parte all’altra della stanza.
Odiava presenziare a quelle ridicole riunioni dove non saltava mai fuori nulla di nuovo o minimamente interessante  ormai da mesi.
Inoltre, si sentiva circondato da incompetenti da quando, dopo l’esplosione della base Starkiller, si era ritrovato con solo meno della metà del precedente equipaggio; si era ritrovato costretto ad occuparsi del pupillo di Snoke, mandando un gruppo dei suoi uomini a cercarlo in mezzo alla foresta e alla tempesta di neve che infuriava sul pianeta.
Lo avevano trovato privo di sensi appoggiato ad un tronco caduto, ricoperto dalla neve, con il volto insanguinato mentre attorno a lui il terreno sprofondava lentamente in un mare di fuoco.
Per portarlo in salvo altri uomini avevano perso la vita, diminuendo ancora il numero dei sopravvissuti dell’unità di Hux.
Odiava sottostare agli ordini quando si trattava di affrontare eventuali perdite, ma la filosofia di Snoke era la stessa che condivideva lui.
“Un grande sacrificio è ciò che rende grande una causa.”
Ripeteva quella frase ogni giorno, come un mantra che rinnovava la sua determinazione a portare a termine il suo compito.
“Annoiato, Comandante?”.
Hux si girò accigliato verso la figura che aveva appena parlato.
“Non ditemi, Capitano Phasma, che questi incontri siano di vostro gradimento. A dire il vero, sono stanco di incontri che non portano a nulla. Dalla distruzione della mia preziosa base, ci siamo ridotti a fare i fuggiaschi, come fecce della peggiore specie.  E’ questo che trovo più ridicolo.”
Tagliente e freddo come sempre, pensò la donna.
Phasma si sfilò il casco metallico, e lo appoggiò sul tavolo, sedendosi di fianco ad Hux, che la squadrò velocemente con lo sguardo, soffermandosi per un attimo sulla sua figura.
A dire il vero gli spiaceva che dovesse sempre vederla in quella pesante uniforme di metallo, che nascondeva le sinuose curve della donna; perlomeno di volta in volta aveva l’occasione di ammirare i tratti decisi del suo volto, oltre ai suoi fini capelli biondi tagliati corti per praticità, e ai suoi occhi color grigio-azzurri, che risaltavano dalla sua carnagione chiara.
Più alta di lui, era l’unica che riusciva a metterlo in soggezione quando erano soli.
Mai quanto Snoke, però.
“Ho sentito dire che sono ripresi i lavori per la costruzione di una base Starkiller II, dico bene, Comandante Hux?”
Lui appoggiò i gomiti sul tavolo, ed il viso sui polsi, socchiudendo gli occhi.
“Così si dice in giro. Il Leader Supremo ha suggerito di diffondere voci riguardanti la costruzione di una nuova base del Primo Ordine, ma la verità è che questa è solo un’informazione fuorviante per depistare le forze della Resistenza. Se quei maledetti si stanno ancora arrovellando per cercarci, avranno un bel da farsi.”
“Il Leader Supremo è scaltro come sempre…”- rispose Phasma ravviandosi i capelli con una mano – “Tuttavia sottovalutare la Resistenza l’ultima volta è stato un errore.”
Hux annuì con un lieve cenno del capo, stringendo le labbra.
Già, un errore costato molto.
“Credo che in parte sia stato dovuto all’eccessiva fiducia che Snoke ripone in quel…”- strinse i pugni in un impeto rabbioso- “…Ren.”
“Ritenete che non sia all’altezza del suo compito?”- domandò la donna appoggiandosi allo schienale della sua poltrona.
A Hux sfuggì un sorriso nervoso.
“Che differenza farebbe? La mia opinione vale quanto la sua, ma a quanto pare, Snoke ritiene che Kylo Ren sia l’unico in grado di portare avanti le redini del Primo Ordine. Non vedo come un ragazzino spaventato e orgoglioso come lui possa portare a qualcosa di grande…”
“In quanto a parlare di orgoglio penso vi trovereste d’accordo…”- Phasma lanciò una frecciatina al comandante.
Lui rimase in silenzio incassando il messaggio diretto.
Effettivamente nemmeno lui era disposto ad ammettere errori, ma Ren…
La porta si spalancò improvvisamente, ed una sagoma alta vestita completamente di nero, proiettò un ombra sino ai piedi di Hux, il quale assunse un’espressione accigliata.
L’uomo entrò nella stanza, a passo veloce, andando nella direzione opposta a quello di Hux, sedendosi di fronte a quest’ultimo.
“Novità..Comandante Hux?”
Il rosso rispose con un occhiata glaciale, rincarata dagli occhi color ghiaccio.
“Nessuna…Comandante Ren.”- rispose in tono beffardo.
“Mi è stato riferito che Snoke desiderava indire una conferenza fra i maggiori esponenti del Primo Ordine…”
“…tra i superstiti.”- concluse Hux con tono amaro. Decisamente non gli era andato giù quanto successo sulla base Starkiller.
“Esattamente.”- rispose Ren sordo all’evidente frecciata di Hux. Non si sentiva responsabile per  tutte quelle morti, lui si stava occupando di faccende importanti tanto quanto quelle di Hux stesso.
Intervenne Phasma che aveva assistito al teatrino a braccia conserte con un espressione di freddo divertimento sul volto.
“Il Leader Supremo ha stabilito dei nuovi piani, al fine di attaccare definitivamente la Repubblica e la Resistenza. Fonti interne ci hanno avvisato che anche molti della Resistenza hanno perso la vita nell’attacco, e il ribelle, FN-218, è in stato di incoscienza totale da mesi ormai, dopo il duello avuto con Ren.”- disse indicando con lo sguardo Kylo in persona-“ Ad ogni modo, mentre le spie che abbiamo mandato in mezzo alla loro base si occupano di recuperare dati importanti, il Leader Snoke ha pianificato un qualcosa di speciale solo per il suo apprendista di spade..Kylo Ren.”
Il giovane trasalì.
“Perché non ne ero stato informato?”
Anche Hux sembrava sopreso, benché ricordasse le parole dette da Snoke sulla base Starkiller prima che venisse distrutta.
<< E’ tempo di completare il suo addestramento…>>
Allora era quello che si riferiva…
“Perché ne eravate al corrente solo voi?”- si intromesse.
Phasma accennò un sorriso compiaciuto.
“Non siete gli unici ad avere privilegi qui…il Leader Snoke aveva richiesto un colloquio privato per discutere di alcune faccende interne alle unità di Starstrooper sotto il mio comando, affidandomi il compito di scovare altri eventuali traditori o cose simili.”
“Cos’altro ha detto riguardo ai ribelli?”
“Ah già… altre spie interne alla Resistenza hanno riferito che alcuni giorni dopo la distruzione della base, due membri si sono allontanati dal sistema, per raggiungere una destinazione conosciuta da pochi.”- si rivolse a Kylo, il quale da dietro la maschera seguiva attentamente il resoconto del Capitano-“ Pare che la mercante di rottami e il wookie compagno di Han-Solo siano diretti a quello che a detta di molti, e secondo la mappa ritrovata dalla Resistenza, sarebbe il pianeta dove si nasconda Luke Skywalker.”
Alle uiltime parole, il cuore di Kylo fu come colpito da un pugno, sentì le interiora torcersi dentro di sé al suono di quel nome.
Allora non era stata solo una sensazione…
E lei.
La mercante di rottami era forse riuscita a raggiungerlo?
Se avesse scoperto dove si trovavano entrambi forse…
“Tutto bene, Ren?”- domandò Hux con sguardo indagatorio, nel vedere l’altro immergersi in un profondo silenzio. “ Sentir nominare la mercante vi ha reso nervoso per caso? Non mi direte che vi manca la piccola ribelle che vi ha ridotto in quello stato sulla base Starkiller…”
“Quali sono le coordinate?”- rispose cercando di ignorare la sua domanda.
Phasma alzò lo sguardo verso di lui, scrollando le spalle.
“ Sono informazioni riservate, i nostri uomini stanno ancora cercando, ma temo ci vorrà del tempo.”
“Prepari i suoi uomini allora, Capitano. C’è in gioco più di quello che lei crede.”
“Se intende fare una mossa suicida Ren, sappia che ne ho abbastanza di sprecare uomini per il suo sciocco tornaconto.”- sibilò Hux.
Anche Kylo si alterò al sentire la voce irritante del Comandante.
“Le vite dei suoi uomini Hux, non valgono nemmeno la metà di quella dell’uomo che stiamo cercando, Comandante. Ricordi che lei è il braccio armato, ed esegue ordini superiori, pensati da una mente superiore alla sua.”
Stavano per sfociare in una discussione ben più animata quando improvvisamente il proiettore di ologrammi situato al centro del tavolo circolare si illuminò di una luce bluastra, e la sagoma ridotta del Leader Supremo Snoke si proiettò dinanzi ai loro occhi.
Tutti chinarono il capo e si zittirono in segno di sottomissione.
Il segnale disturbato distorceva la voce profonda di Snoke, facendola sembrare ancora più lontana, quando si rivolse per primo a Phasma.
“Capitano, immagino avrete già avvertito i Comandanti di quanto detto in precedenza…”
“Certo, mio Signore. Sono stati messi al corrente della sua iniziativa.”
“Molto bene..”- rispose il vecchio socchiudendo gli occhi- “Ora veniamo alle cose pratiche..Comandante Hux..”
L’uomo alzò la testa di scatto rispondendo a voce ferma.
“Sissignore.”
“Dica ai suoi uomini di prepararsi a cambiare rotta. C’è un sistema alleato del Primo Ordine, pronto ad aiutare i lavori di costruzione di una nuova base. I dettagli le verranno forniti presto.”
Hux chinò il capo, annuendo.
“Quanto a te…Kylo Ren.”- disse aprendo gli occhi-“ Tu avrai un compito molto più importante…”
Kylo si alzò dalla poltrona, guardando dritto al suo interlocutore.
“Comandi, Maestro.”
“E’ tempo che il tuo addestramento venga completato. Prendi la tua nave e raggiungimi nel sistema stellare binario nel settore Arkanis, dei territori dell’Orlo Esterno . Lì riceverai il mio addestramento…affinchè il comandante dei Cavalieri di Ren, possa finalmente raggiungere il massimo potere del Lato Oscuro.”
Il giovane si avvicinò incuriosito, accarezzando con le dita l’elsa metallica della spada che teneva legata alla cintura.
“Qual è la destinazione, Mio Signore.”
“E’ dove tutto ebbe inizio, e dove tu, terminerai il tuo compito.”
Un’espressione dura e al tempo stesso di crudele lucidità segnò ancora di più le rughe e le cicatrici del volto di Snoke, prima che terminasse di parlare.
“A Tatooine.”
  
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