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Autore: Gnarly    25/01/2016    1 recensioni
[Bamon BROTP]
Erano tanti i modi in cui Bonnie pensava sarebbe morta: messa sotto un’auto guidata da Damon per la voglia incontrollabile di riabbracciare la sua ragazza, prosciugata completamente del proprio sangue a causa di un vampiro entrato per sbaglio nella città di Mystic Falls, inciampando per le scale dopo essersi ubriacata totalmente dopo una serata tipica passata con Alaric a piangersi addosso, o per un avvelenamento da cucina-di-Enzo. Ma mai, mai, si sarebbe immaginata che avrebbe perso la vita giocando a Monopoli.
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[Questa storia partecipa al concorso This is Silly - non prendiamoci sul serio! indetto da Chappy_ sul forum di EFP]
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie/Damon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strip Monopoli
 
Erano tanti i modi in cui Bonnie pensava sarebbe morta: messa sotto un’auto guidata da Damon per la voglia incontrollabile di riabbracciare la sua ragazza, prosciugata completamente del proprio sangue a causa di un vampiro entrato per sbaglio nella città di Mystic Falls, inciampando per le scale dopo essersi ubriacata totalmente dopo una serata tipica passata con Alaric a piangersi addosso, o per un avvelenamento da cucina-di-Enzo. Ma mai, mai, si sarebbe immaginata che avrebbe perso la vita giocando a Monopoli.
Già, quel gioco di società che lei da piccola tanto odiava ma che in quel momento era stata costretta a rivalutare per diverse ragioni: la prima era che stava diventato più ricca di Obama in soli venti minuti, la seconda era che dopo neanche un quarto d’ora era già ubriaca, e la terza erano i pettorali di Damon che gli si erano spiaccicati sulla sua faccia più o meno sette volte – continuava a ripetere e a ripetersi che era stato un incidente, che non voleva finirci addosso, ma nessuno gli credeva. E con “nessuno”, ovviamente, mi riferisco a “Damon Salvatore”, perché nel salotto di casa Salvatore c’erano solo lui e Bonnie. Ma torniamo a quando la streghetta stava per morire.
Molto probabilmente un altro dei motivi per cui la ragazza aveva cominciato ad apprezzare il Monopoli era il fatto che quello fosse uno strip Monopoli e che ogni volta uno dei due finiva su una proprietà dell’altro, doveva bere uno shottino. Per questo dopo soltanto quindici minuti non riusciva neanche a reggersi in piedi, e per questo andò a sbattere contro il muro della casa pensando che fosse un divano.
«Ehi, magica Bon Bon,» disse Damon divertito «credo che in questo momento il tuo localizzatore non funzioni benissimo… perché quella è la porta d’ingresso, non quella del bagno.» Lei si allontanò dal muro con un’espressione talmente confusa che dire “sembra rincoglionita” sarebbe un eufemismo – o almeno a detta di Damon – e si girò verso il suo amico con il bicchiere mezzo pieno ancora in mano, per poi dire: «Guarda che lo sapevo, volevo solo vedere se fossi attento.»
Detto questo si diresse verso il bagno, chiuse la porta con tre giri di chiave e iniziò a parlare da sola, pensando – anche se dire “ignorando” sarebbe più appropriato, dato il suo stato – che Damon non potesse sentirla.
Il vampiro, intanto, si era accomodato tranquillamente sul divano in pelle del salotto e si riempì un bicchiere del suo adorato bourbon, sapendo che da quel momento ai successivi dieci minuti sarebbe stato testimone di uno sclero da adolescente in preda agli istinti ormonali.
«Okay, Bonnie, adesso ti rilassi e fai un bel respiro.» Come aveva letto su un qualche sito scientifico – o, molto più probabilmente, lo aveva ascoltato in uno dei documentari della serie “Cosa ti dice il cervello?” che Caroline costringeva a guardare insieme – ispirò velocemente sei volte, per poi trattenere il fiato per... trenta secondi. Esperimento fallito.
In teoria, secondo questi fantastici scienziati, respirare velocemente per più e più volte prima di contrarre il diaframma per bloccare il respiro riesce a farti mantenere una specie di equilibrio e fa scemare il bisogno di respirare, almeno per qualche secondo, mentre in pratica non è vero un cazzo (cit. Bonnie Bennett, 19 anni, strega dalle discutibili doti di Mystic Falls).
«Perfetto, non ha funzionato? Non fa niente, troveremo un altro modo per non pensare a quei fantastici addominali che si ritrova… IL RAGAZZO DI ELENA CHE HA INTENZIONE DI DORMIRE PER ALMENO ALTRI SESSANT’ANNI!»
Era talmente concentrata nel suo intento di farsi passare i bollori temporanei – perché lei era davvero convinta che fosse solo una cosa momentanea e che in realtà lei non era mai stata attratta da Damon – con una tecnica che aveva nominato “non pensare al sesso con Damon perché lui è il ragazzo della mia migliore amica” che non sentì il diretto interessato ridere come un dannato – che, in effetti, potrebbe essere inteso nel senso più letterale del termine –, così continuò il suo momento da psicopatica che proprio non accennava a finire.
«Cazzo, non ha funzionato nemmeno così. Sicuramente starò pensando a lui in quel modo solo perché sono ubriaca. Davvero, sicuramente. S. I. C. U. R. A. M. E. N. T. E. E il fatto che dobbiamo toglierci i vestiti per ogni proprietà su cui capitiamo NON AIUTA AFFATTO, DAMON!» urlò la ragazza volendosi far sentire dal vampiro che però, a sua insaputa, aveva udito tutto il suo discorso auto-convincente. Detto questo, tornò a pensare alla propria salute mentale – e, evidentemente, fisica. Resistere per più di tre mesi senza un uomo era stata dura, soprattutto se c’erano i tre vampiri più sexy del mondo che l’avevano seguita per tutto il tempo. Ovviamente, i suoi pensieri stavano rivolgendosi verso Damon – di nuovo –, Enzo e Stefan. Insomma, quale strega poteva restare indifferenti davanti a persone del genere mezze nude? Nessuna, ecco qual era la risposta di Bonnie, assolutamente nessuna.
Damon oramai si era abituato alle urla sclerotiche della ragazza che, quando non sentì più neanche un “vaffanculo, a te e a tutti quelli della tua specie”, si spaventò e corse in bagno.
Non appena aprì la porta, una scarpa volante lo colpì in pieno viso. «ADESSO NON ESISTE NEANCHE PIÙ LA PRIVACY IN QUESTA CASA?» urlò Bonnie, seduta sul water, diventando così rossa che i peperoni in confronto a lei sembravano delle zucche.
«Devo ricordarti che questa è casa mia e che posso andare dove voglio e quando voglio? Anche se c’è una donzella nel mio bagno?»
Lei sbuffò: l’imbarazzo era passato e, senza saperne il motivo, era convinta di poter intrattenersi in una conversazione sulla fame nel mondo con Damon, nonostante lei fosse in quello stato e in quella posizione piuttosto compromettente. Purtroppo le sue speranze furono vane perché il vampiro, dopo averle fatto un occhiolino, uscì dal bagno sbattendo la porta. Qualche secondo dopo un “tanto non ho visto niente”  e un “ti vuoi muovere? Sto iniziando ad annoiarmi” arrivarono alle orecchie di Bonnie. Lei sbuffò, come se starsene per più di mezz’ora chiusa in un bagno a non fare nulla fosse la cosa più normale del mondo.
«Bonnie. Rilassati. Non pensare ai suoi pettorali, ai suoi addominali, al suo sedere, ai suoi bicipiti. Non pensare a lui e basta. Adesso torni di là e ricominci a giocare a Strip Monopoli come se vederlo praticamente nudo non ti facesse alcun effetto.»
Sperava di essersi preparata psicologicamente quel tanto che le avrebbe impedito di tornare in bagno e chiudersi lì dentro per altri venti minuti, ma le sue speranze furono vane: un Damon vestito di soli boxer l’attendeva sdraiato sul divano. Lui prese una bottiglia di bourbon e se la rovesciò con finta casualità sulle labbra, e il liquido prese a colare sui suoi pettorali.
«Ops» disse infine, utilizzando quel tono da sono-figo-e-sfrutto-le-mie-doti-da-seduttore-centenario-per-farti-sbavare come solo lui sapeva fare. Quel suo solito sorriso malizioso che fece vorticare la testa a Bonnie gli increspò le labbra: «Che c’è, Bon Bon? Ti causa forse qualche problema vedermi in questo stato?»
Lei, che aveva ancora la mascella spalancata, non riuscì a trovare la forza – e la voglia – di parlare.
«Chiudi la bocca, o potrebbero entrarti le mosche» sussurrò lui, alzandosi e trovandosi in un nanosecondo – “accidenti ai vampiri e alla loro super velocità” – di fronte alla strega, che deglutì rumorosamente e indirizzò gli occhi in una qualsiasi altra parte della casa per evitare di riprendere a fissare quei meravigliosi addominale da atleta greco.
«Ehm… che ne dici di tornare a giocare?» chiese lei infine, cercando di cambiare argomento. Damon notò come lei fosse in imbarazzo e si applaudì interiormente: volersi sentire desiderati quando la propria ragazza è in coma non è certo un peccato, no?
«Intendi giocare al Monopoli che prevede persone nude, sudate e ubriache?» si stava divertendo da matti e le sue intenzioni erano quelle di continuare in questo modo per tutta la notte – che si prospettava davvero divertente e… interessante, a modo suo.
«Sì, sì, quello.»
«Però non è giusto, perché mi hai messo letteralmente in mutande e tu non ti sei tolta neanche la maglietta. Sto cominciando ad annoiarmi» disse lui col volto imbronciato, e per cercare di risultare offeso incrociò le braccia al petto.
«Oh, Cristo santo, sei proprio un ragazzino» bofonchiò Bonnie che, con un gesto talmente veloce che avrebbe fatto invidia ad un vampiro pluricentenario,  si sfilò la maglietta e rimase in reggiseno. Di pizzo.
«Chiamami pure Damon» ribatté lui sorridendo. I suoi occhi erano pieni di malizia, e Bonnie se ne accorse. Eccome se se ne accorse.
«La vuoi smettere di fissarmi in quel modo?» borbottò con lo sguardo fisso nel vuoto, come se non volesse guardare Damon dritto negli occhi non sapendo la reazione che avrebbe potuto avere. Lui, per tutta risposta, si prese il labbro inferiore tra i denti e iniziò a mordicchiarselo con fare provocatorio: «Intendi in questo modo?» fece con voce suadente, strizzando l’occhio destro.
“Non ce la posso fare” pensò Bonnie, alludendo a Damon e al suo essere Damon.
«Perché non ce la puoi fare? Sono forse troppo sexy per te?» chiese lui con una finta innocenza nella voce. Una finta innocenza che decisamente non gli si addiceva.
«Davvero l’ho detto ad alta voce?» la ragazza sgranò gli occhi come se avesse appena visto un fantasma – il che, a dire il vero, non sarebbe stato neanche troppo strano.
«Temo proprio di sì. Ma non temere, la tua purezza è al sicuro con me.»
Lei alzò gli occhi al cielo, anche se – non l’avrebbe mai ammesso – la situazione la stava divertendo, in realtà. «La mia purezza, eh? Vogliamo parlare di Jeremy o tutti gli altri ragazzi con cui sono stata?»
«Non farmi pensare a Pochaontas in questo modo, ti prego. Mi vengono i conati di vomito solo a pensarci.»
«Voi vampiri non potete vomitare…» rifletté lei pensierosa non accorgendosi del sarcasmo nel tono del vampiro, che la scrutò con un occhio chiuso e le dita sotto al mento, per poi scoppiare a ridere un secondo dopo.
«Era una battuta?»
«Din! Din! Din!» Damon si portò le mani all’altezza del viso e aprì e richiuse le dite più volte, come a imitare un pulsante luminoso di un qualsiasi talk show che brilla ogni volta che un concorrente risponde in modo giusto a un quesito. «Risposta esatta, hai vinto un altro giro di bourbon!»
«Ti prego, noooo» biascicò lei, ancora con troppo alcool in circolazione nel corpo. Damon la prese in braccio e se la caricò su una spalla, nonostante tutte le proteste e le piuttosto volgari offese provenienti dalla bocca di Bonnie, per poi posarla con violenza sul tavolo della cucina.
«Ahi!» strillò lei, massaggiandosi il fondoschiena. «Purtroppo non sono un vampiro e non sono dura come te» bussò più e più volte sulla bocca dello stomaco di Damon, il quale si buttò a terra facendo finta di essere stato realmente ferito dalla ragazza.
«Oh, no! La mia povera pancia da streghetta sfigatella si è bucata! Ah, come farò? Un momento: ma io ho la magia! Puf! Ecco che sono tornato tutto intero.»
Dopo aver fatto un’imitazione abbastanza malriuscita di Bonnie, si rimise in piedi in un batter d’occhio e riempì un bicchiere di bourbon.
«Bevilo tutto d’un fiato» disse porgendo il liquido alla ragazza, che seguì il consiglio del vampiro scolandosi il bicchiere in un solo sorso.
«Cristo, se continuo così domani mattina non ricorderò più nulla.»
Damon sorrise: ancora, quel sorriso storto carico di malizia e ironia che solo lui sapeva fare.
«Vogliamo provare?»
 
Quando il mattino successivo Stefan tornò alla tenuta Salvatore e trovò Damon e Bonnie completamente nudi – una con il tabellone del Monopoli a mo’ di coperta e l’altro disteso sul pavimento con le casette verdi del gioco da tavola che gli contornavano il corpo –, ebbe il buon senso di lasciarli lì dov’erano, l’uno a distanza di sicurezza dall’altra, e restare nell’ignoranza più totale.










Note dell'autrice: Aloha, gentaglia! Da quanto tempo non ci si sente, ahw. Ultimamente mi sono dedicata principalmente ai Nian - SBAM! - e alle serie tv in generale, poi metteteci in mezzo anche la scuola... insomma, c'è stato un po' di casino generale, quindi ciaone proprio.
I know, non vi aspettavate una storia Bamon scritta da me, vero? Ebbene, neanche io lol. Il fatto è che questa storia è, sì, incentrata sul Bamon, ma intesa in chiave amichevole e non in chiave amorosa. #BamonShippersViHoTesoUnaTrappolaMaNonUccidetemi
È più che altro un esperimento, e spero che vi sia piaciuto!
Porto anche belle notizie - credo -, però: una long Delena! Non so quando la inizierò, probabilmente una volta finite le altre due long Nian (o forse anche quando ne avrò terminata una sola, chi può saperlo?), ma intanto vi posto l'introduzione, tanto per darvi un'idea di cosa parlerà la storia:

La vita di Elena Gilbert sta procedendo a gonfie vele: ha finalmente terminato il liceo, il che significa che si dovrà trasferire da Mystic Falls, la sua città natale, per poter frequentare l’università in cui fin da bambina sarebbe voluta andare, ovvero il Whitmore College, insieme alle sue due migliori amiche, Bonnie e Caroline. Andranno a vivere insieme in un appartamento che hanno affittato vicino al college ma, considerato il prezzo piuttosto caro dell’affitto mensile, hanno deciso di affidarsi al caso per trovare un nuovo inquilino: più di cinquanta volantini sono stati attaccati nei pressi del college e nella cittadina di Mystic Falls, nella speranza che qualcuno decidesse di chiamarle per ottenere qualche informazione in più sull’appartamento. Tutte e tre sono in estasi, perché finalmente sarebbero potute andare a vivere insieme come fantasticavano quando giocavano ancora con le bambole, ma il loro entusiasmo inizia a scemare – o ad accrescere, dipende su quale personaggio ci si va a focalizzare – nel momento in cui un certo Damon Salvatore si presenta alla porta di casa, dicendo di essere interessato alla loro proposta.
E SBAM! eccola qua, lol. Che ne dite? Quanto può essere considerata come "cattiva idea"?
Mentre aspetto i vostri commenti - perché io SO che voi commenterete, me lo sento nel pancreas - vi lascio, in modo da poter studiare biologia.
Che schifo voglio morire
Un abbraccio,

Gnarly
   
 
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