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Autore: Rachele_Saranti    25/01/2016    3 recensioni
A volte le parole feriscono. Camilla l'ha capito a sue spese, ma riuscirà dopo mesi di lontananza da Gaetano a trovare le parole giuste per aggiustare il tutto?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale era arrivato anche a Torino.
Gaetano se n'era nadato via e Camilla...
Camilla aveva finito di fare la nonna libera e indipendente e rimpangeva fortemente la vita che prima di Camilla jr conduceva.
Doveva fare davvero freddo. Lei se ne stava rannicchiata sul divano con un libro in mano, accarezzando invece con l'altra il suo fedele cane: potti.
Una pancia non ancora del tutto evidente e non prominente era coperta dalla coperta di pile.
 
-Se continui a leggere così tanto diventerai ceca mia cara!
 
Una giovane ragazza ,che stava tramestando qualcosa in cucina, si volse verso la prof, e la guardò con aria di compatimento.
 
-Non mi piacerebbe scoprire che la piccola nascerà già con la necessità degli occhiali , perchè la mamma era una secchiona.
-Magari nascerà con una forma mentis non indifferente.
-Eddaje però,te e i grecismi!
-Rachele è Latino questo. E comuqnue sia, non credo che sarebbe una cosa poi così brutta. Una bambina sana, intelligente e..
-E bella come il papà! proprio una bella bambina! ceh poi con la mamma piena di fascino come te, come se pò dire che nascerà brutta? e credimi, io ne'ho viste di gente brutta in vita mia!
 
Camilla abbassò lo sguardo sentendo le parole della ragazza.
Già...bella come il papà. Se solo lui fosse stato lì con lei. Se solo...
 
-Che poi il periodo natalizio è un periodo perfetto per nascere. Così pieno di gioia , di allegria...A me mette una felicità! Tante luci e divertimento. Non trovi anche te Camilla?
-Beh...non è male.
-Non è male?! Ma va! Se la pupa deve nascere, sarebbe interessante che nascesse proprio nel periodo di ferie che hai. Dalla Vigilia alla Befana. Tanto intorno ai fornelli ci sto io, e te...te la devi solo e altro che prendertela comoda; proprio come una vera signora.
 
Camilla scosse il capo sorridendo.
 
-Nemmeno quando aspettavo Livietta ero così servita e riverita. Beh...avevo anche un'eta diversa a dire il vero, ero più energica e più attiva ...e poi avevo Renzo che mi aiutava. Ricordo che mia madre Andreina provvedeva a tutto, anche se negli ultimi mesi di gravidanza era divenuta abbastanza assillante e protettiva.
-Beh, credo che sia quasi naturale. Chi non lo sarebbe?  E poi a te, come si fa a non voler bene? Solo un incoscente non capirebbe che tu bella mia sei proprio una tipa da sposare. Ma mi spieghi come mai Renzo ti ha mollata?
 
Camilla si mise a sedere composta sul divano chiudendo il libro. Ci aveva rinunciato; quando Rachele si metteva a chiacchierare era abbastanza difficile poi fermarla.
 
-In realtà l'ho lasciato io.
-Ah...però!
-Come ben sai, adesso lui è con Carmen e sta cercando di crescere Lorenzo.
-Lorenzito, il piccolo Ferrero. che amore di bimbo! ha gli occhi proprio come il padre, una squisitezza!
-Eh...peccato che il mio ex, Renzo, abbia avuto questo bel bambino quando stava ancora con me.
-Ti ha tradito perchè si è sentito trascurato?
-Naaa...Grappa aromatica.
 
Camilla sollevo gli occhi verso l'altro, guardando il soffitto e rispondendo con aria ironica.
 
-Grappa aromatica...Tutto qui?
-Beh chiamalo tutti qui!
-Eh vabbè dai, allora c'è di peggio. Mi pare che comunque siano andate le cose tra te e lui, alla fine vi troviate ancora bene. insomma quando parlate mi sembrate...come dire...
-Dignitosi? Rispettosi?
-No, come dire...Come se aveste messo da parte il rancore, e aveste deciso di comportarvi come buoni amici.
 
Camilla oscchiuse gli occhi.
"e non solo con lui"
 
-Che poi a pensarci bene, cara Camilla, è un pò quello che è successo anche con Michele. Insomma tanto rumore per nulla.
-Shakespeare non avrebbe potuto dire meglio!
-Ovvio prof! Ma ritornando a Michele... Sai che io non mi aspettavo un declino da parte tua?
-Un declino?
-Eh sì,Carpi  ti ha chiesto di tornare con lui in America ...e tu hai detto di no.
 
Camilla si mise una mano sul pancione.
 
-Beh, dove vuoi andare con un carico così pesante e prezioso?
-Ma no, tu questo l'hai scoperto dopo. Ma prima? Perchè non gli hai detto di sì.?
-Perchè ho risposto così anche a Marco.
-Che centra Marco adesso. E poi ai tempi tu hai scelto Renzo a Marco. Ma adesso...chi hai scelto al posto di Michele? Non mi dire Marco perchè giuro che esco di qui!
 
Camilla scosse il capo accennando un sorriso e prendendo le mani della giovane.
 
-Ma certo che no! Marco è un amico. Tu e lui siete stati così carini a starmi accanto in questo momento così delicato.
-E allora? Se non è Marco chi?
-Nessuno. un fantasma del mio passato...
 
rispose con aria vaga.
 
-Mica tanto passato , se ti ha lasciato questa bella incombenza. Marco quando stava con te mica te l'ha lasciata.
-Erano cose diverse, con lui sono andata molto più cauta...mentre con LUI...
 
Rachele si lecco le labbra e deglutì.
 
-Era LUI quello che stavi cercando alla stazione quando ti abbiamo traovata tre mesi fa io e Marco?
 
Camilla non rispose.
Non ce ne fu bisogno. i suoi occhi iniziarono a parlare per lei, e la sua mente si fece lontana nei ricordi fino a quella sera fredda e nebbiosa, alla stazione di Torino, dove lei correndo, spezionava vagone per vagone alla ricerca del Vicequestore Berardi.
Nulla. Non c'era più niente che lei potesse fare. Gaetano era partito senza lasciarle nemmeno un indizio.
La lasciò nella desolazione più assoluta, facendola affogare nel suo stesso mare di errori e di rimorsi. Continuò a cercarlo per tutto il pomeriggio con la sensazione la speranza vana e l'illusione che l'avrebbe finalmente raggiunto e gli avrebbe potuto dare la straordinaria notizia che tanto l'aveva allarmata la sera prima.
Ma no. Lui non c'era più. Marco Visconti e Rachele Marchesi incontrarono quasi per caso la prof, ormai rassegnata , seduta su una panchina della ferrovia.
Furono poche, davvero pochissime le parole che si dissero. Marco , sebbene la loro storia non fosse andata a finire bene, e l'avesse frequentata per poco tempo, aveva imparato a conoscere la "profia" che tanto gli aveva fatto perdere la testa.
Rachele Marchesi, una lontanissima amica fidata di Marco li aveva accolti nella sua modesta casa in centro Torino, proprio a due passi da dove si trovava il plesso di appartamenti abitato da Camilla.
 
I pensieri della professoressa baudino furono interrotti dallo sbattere di una porta e i passi di qualcuno che rincasava dopo ore di lavoro.
 
-heilà gente!
 
Rachele distolse lo sguardo per andare ad accogliere Marco.
 
-Marco, allora...come va? Andato bene oggi a lavoro?
-Se avrò un pò di fortuna in questi giorni, potrei fare davvero grandi affari.
-Ma non mi dire!
 
Rachele sorrise, e fece accomodare Marco nella poltrona accanto al divano.
Lui prima andò a salutare Camilla, accarezzandole la pancia e sfiorandole con due dita lo zigomo.
 
-Allora, abbiamo trovato il nome per questa craturina?
-Eh Marco, ancora niente.
-A che tipo di nome stavi pensando Camilla? Che so io...un nome orientale, inglese, italiano, romantico, antico?
 
Camilla distolse lo sguardo pensosa.
Marco si versò un bicchierino di Gin che iniziò a sorseggiare con calma. Con quel freddo solo un super alcolico poteva riscaldare ormai tutto il corpo tremante.
 
-Perchè non la chiami Rossella...oppure Diletta...oppure Melania!
 
Marco guardò male Rachele.
 
-Ti prego, devo ricordarti che i nomi di via col vento sono divenuti alquanto demodè?!
-Andiamo Marco...saranno pure come dici tu...ma per me sono deliziosamente Demodè.
 
Quelle parole fecero tornarne indietro la mente di Camilla, fino a quel giorno di quasi undici anni fa, quando in uno dei loro primi incontri, se sono forse i primissimo, lei e Gaetano Berardi, allora solo Commissario, si erano seduti al tavolino del Bar Mario vicino alla questura e il commissariato per discutere di un caso.
La scelta del bicchiere di Vermuth con una scorza agrumata aveva lasciato piacevolmente interdetto Berardi, che teneva in mano invece un semplice bicchiere di aranciata. Niente alcolici in servizio, questa era la regola.
Ma la Prof, Camilla, con la sua scelta lo aveva colpito. Strano che qualcuno a quell'ora decidesse di prendersi un vermuth per rilassare tutti i sensi.
La vide avvicinarsi il bicchiere alla bocca. Quel modo di bere così gentile, femminile...ammaliante.
E poi erao giunte quelle parole, quelle semplici parole, ma dette con un tono di voce che lasciavano capire ben altro.
Perchè loro si erano amati sin dal primo momento, con i loro sguardi, e le loro frasi. Non era solo un modo di flirtare.
Era un modo quasi per fare l'amore con i loro stessi spiriti. Non un amore violento, carnale. Un amore fatto di piccoli gesti, accortezze, di pensieri, respiri e sospiri.
E poi i loro Vermuth...
 
-Un pò Demodè, vero?
 
E a quella risposta un pò insicura, camuffatta sotto un ampio sorriso...lui la guardò come solo lui sapeva fare.
 
-Deliziosamente Demodè.
 
Due parole. Dritte nel cuore, che faceva scintille. Impresse per sempre nella sua mente.
 
-Camilla???
 
La Baudino scosse la testa riprendendosi dallo stato di tranche in cui era caduta.
 
-hemm...scusatemi, stavate dicendo?
-Marco ha detto che secondo lui sarebbe bello se tu chiamassi tua figlia come tua madre, Andreina.
-Sì, in effetti ho detto così, visto che ormai lei non c'è più...e ...insomma è un bel modo per averla sempre presente e ricordarla con gioia. E poi credo che tua madre ne sarebbe stata davvero contenta.
 
Camilla rimase in silenzio.
 
-Ragazzi sapete, è difficile per me scegliere.
-Ma prima o poi dovrai
-Sì lo so, ma magari con calma. Ho ancora un pò di tempo prima di dover dare il nome alla bimba.
 
Rachele sorrise.
La giovane Marchesi si alzò e continuò a fare le sue faccende in cucina, mentre Marco si avvicinò alla professoressa ancora seduta sul divano.
 
-senti Camilla, posso chiederti una cosa?
 
Camilla alzò lo sguardo per fissarlo negli occhi.
 
-Dimmi tutto.
-Ecco vedi...a me farebbe molto piacere...
-cosa?
-Mi piacerebbe essere un ottimo zio per la bambina. Lo so, forse ti sto chiedendo troppo... non ho alcun diritto di intromettermi in questa faccenda, e non voglio chiedere nulla in cambio. Ma mi piacerebbe davvero che la tua piccola potesse ricevere affetto e cure.Le stesse che una volta rivolgevo a te.
 
Camilla gli accarezzò la guancia alzando un mezzo sorriso.
 
-Marco...
-Camilla lo so che le cose non sono più come prima. Non lo sono mai state e mai lo saranno.Abbiamo intrapreso strade diverse...e forse non eravamo nemmeno fatti per stare insieme io e te. Due mine vaganti alla ricerca di che cosa?Tu avevi comunque una famiglia, mentre io ero un uomo di mondo. Ma per questa piccola creatura io voglio esserci.
 
Camilla annuì.
 
_ma io non ti sto impedendo niente. Anzi...quello che dici è davvero...
-Davvero?
-Bello. Marco io sarò ben felice di lasciarti mia figlia, e di fartela coccolare quanto vuoi.Sono sicura che andrete d'accordo e che tu sarai uno zio perfetto per lei.
 
Marco l'abbraccio forte, ma con comuqnue la delicatezza di non farle male.
Camilla era, stranamente visto la gravidanza, dimagrita ancora di più, e del suo corpo giaà esile era rimasto forse solo l'ombra.
Era incredibile come quell'uomo, Marco, riuscisse ancora a voler bene e apprezzare la prof, dopo il modo in cui si erano lasciati anni prima.
Ma lui aveva un gran cuore, lo aveva sempre avuto...e come aveva sostenuto anche lui : se mi sono innamorato della prof, vuol dire che in lei c'è davvero qualcosa che vale tutto questo soffrire.
Il telefono di marco squillò all'improvviso.
 
-Perdonami Camilla, ma devo proprio rispondere.
-Tranquillo.
 
-Pronto? Ah...dimmi! Questa sera? A casa di Rachele. Io sono lì, e c'è pure un'altro ospite. Non credo che ti darà fastidio in alcun modo...va bene ciao.
 
Camilla si schiarì la voce.
 
-Era mio fratello.
-Paolo?
-Eh...a quanto pare anche lui ci raggiungerà qui.
 
Camilla abbassò lo sguardo.
Paolo De Matteis, uno degli uomini più pignoli e puntigliosi che lei abbia mai conosciuto. Un mastino, un osso duro, caparbio e autorevole. Un uomo che poco sopportava la sua presenza e che dopo il suo trascorso con Marco, avrebbe accettato ancora con più fatica. D'altra parte loro due non erano mai andati troppo d'accordo. Erano agli antipodi.
Lui tutto ligio al dovere, severo e che lasciava davvero poco spazio alle battutine e ai momenti di svago, mentre lei...lei era solamente la Prof.
Ma il suo innato e spiccato senso per le indagini e gli omicidi aveva fatto incrociare spesso le vite dei due. ei investigava in ambito scolastico...e forse un pò di più, mentre lui come nuovo commissario di Polizia.
Terribilmente giovane e comunque sia affascinante. Un carattere totalmente diverso da quello di Marco, ma alla fine della fiera dietro quella rigidità e quella freddezza si nascondeva un cuore tenero e bisognoso di affetto.
 
-Camilla per favore , non voglio che tu ti senta in soggezione.
-Eh insomma...
 
ironizzò la Baudino con un mezzo sorriso.
Rachele tornò con in mano una tazza bollente di camomilla.
 
-Ti ho preparato una camomilla con miele e zenzero. un toccasana per la gola e per l'umore.
 
Camilla osservò quella tazza con molta attenzione.
Camomilla...
 
Era una notte diversa da tutte le altre notti.
lei non riusciva a prendere sonno e nemmeno le gocce di valeriana che solitamente prendeva prima di andare a letto , riuscivano a farle effetto.
Era una notte diversa da tutte le altre notti.
La luna era alta nel cielo, con qualche nuvoletta passeggera che la copriva qua e là.
Nè lei nè tanto meno Gaetano riuscivano ad addormentarsi.
Lei seduta sul divano, con accanto il suo fidato Potti, lui nell'appartamento di fronte con un libro, il telefono e tanta voglia di riposare.
Ma il riposo quella notte era impensabile.
Camilla aveva optato per preparasi una tisana, una valeriana, una camomilla.
Già..una Camomilla.
Comprava sempre scorte e scorte di tisane e infusi di ogni genere, un pò per lei, e un pò per la giovane mamma accanto a lei, Livietta che con la bambina sempre pià grande nella pancia non riusciva a darsi pace.
Eppure quella sera le tisane erano magicamente scomparse e in tutto l'appartamento della Baudino non si trovava traccia di una bustina di Camomilla.
Ah cosa avrebbe dato perchè il supermercato vicino al suo condominio fosse stato aperto. Ci si sarebbe recata perfino in pigiama e con le ciabatte ancora a dosso, pur di prendere quella scatola contentente venti bustine d'infuso.
Nisba! Niente da fare.
E così se Gaetano aveva optato per una doccia fredda, per calmarsi (in tutti i sensi), Camilla stava ancora a rufolare tra i cassetti della cucina, oltrapassando le ingombranti scatole di medicine che Renzo aveva dimenticato in quell'appartamento.
Che fare?
Il sonno ormai era impensabile,e non era nemmeno l'orario per andare in un negozio,chiuso tra l'altro.
Ultima chance. la più ovvia. Chiedere al vicino di casa una bustina di Camomilla.
Eh...che si deve fare per avere una camomilla qui?
Si bussa alla porta del vicino. E se il vicino in questione fosse proprio il Vicequestore Berardi?
La situazione era scottantemente critica. Ma alla fine la coscienza di Camilla e l'incitamento da parte di Sir Potti ebbero la meglio.
Così, senza nemmeno le ciabatte, a piedi nudi sul pavimento, oltrepassò l'uscio di casa e si pose davanti alla porta di Gaetano.
Titubanza. Quel pezzetto di corridoio che contrastingueva casa sua da quella del bel vicino, si fece un enorme galleria, lunga, lunghissima.
Ogni passo sembrò farsi sempre più faticoso e difficile da fare.
Alla fine erò arrivò dall'altra parte del corridoio e rimase per qualche frazione di secondo a fissare il campanello della porta.
Che fare? Bussare? Suonare, oppure scappare e correre via come una ladra, perchèl'ansia e la paura si erano fatte largo nella mente di Camilla?
Non fece nemmeno in tempo a decidere seriamente se tornare indietro o meno, che la porta si aprì.
Si aprì senza che lei avesse suonato.
Eppure Gaetano aveva percepito la sua presenza, aveva percepito i suoi sopsiri dietro la porta e quella necesiità di vederlo.
Spalancò gli occhi nel vederlo davanti a sè.
Aria insonne, sguardo perso nei suoi occhi...
Camilla cercò di ricomporsi subito da quel momento di assoluto stupore.
 
-Hai una camomilla?
 
Una voce roca e gutturale, e una dizione così sensuale e leggermente assonnata che la rendevano irresistibile agli occhi del vicequestore Torinese.
Era vavero quella la motivazione per cui Camilla era giunta fino lì nel cuore della notte? Era solo una fottutissima camomilla?
Doveva saperlo. Aveva necessità di capirlo.
Con prontezza la tirò all'interno dell'appartamento, strappandole un bacio a cui lei inizialmente rispose con un mezzo sussulto.
Quello che venne dopo, fu qualcosa di indescrivibile.Il momento più atteso di tutta una decade.
Lui e lei, finalmente insieme nell'occhio del ciclone. Li aveva assaliti quella fame e quelle sete di passione e di lussura che difficilmente è saziabile.
Tutto d'un colpo. Lei aveva continuato a bacarlo, e sempre senza lasciarsi un momento si erano diretti in camera da letto. Si guidavana a vicenda in quella che sarebbe diventata un'esperienza magica e unica per loro.
Camilla lo aveva aiutato a filarsi la maglia, e Gaetano , rimasto a torso nudo, aveva continuato a baciarla, fino a lasciarla cadere con dolcezza sul letto.
Erano rimasti per pochi secondi a scrutarsi, per capire se davvero quello ero uno dei soliti sogni erotici che coinvolgeva entrambi, o se davvero si fosse tratto di realtà.
Ma soprattutto...erano davvero consi e consapevoli di quello che stava per succedere? Erano ancora in tempo per fermarsi, ma non lo fecero.
Non lo fecero, e continuarono ad osservarsi, fino a quando Gaetano, avvicinandosi alla donna, fece scivolare più in basso il pigiamino a righe di Camilla, lasciando così scoperto parte della schieda e del decoltè.
Era una vita che stavano aspettando quel momento.
La sdraiò sul letto, e cominciò a baciarle il collo, la bocca , gli zigomi.
Le mise le sue mani attorno al capo dell 'uomo e le dita scivolarono tra i capelli.
Quello che successe dopo fu un tripudio di emozioni represse che uscirono fuori con violenza e delicatezza insieme.
Ma lasciarono a entrambi un ricordo che facilmente svanisce. Fecero l'amore tutta la notte con una passione così remota che nemmeno Camilla riuscì a capire da dove venisse.
E il mattino, si ritrovarono abbracciati, nudi, in quel letto , lei appoggiata al suo sterno, osservando le prime luci dell'alba che creva dei perfetti chiaro-scuro nella stanza.
Quello non era solo amore, e non era solo necessità di amarsi.
Camilla Gaetano lo amava già da un pezzo, e avrebbe continuato ad amarlo all'infinito, ma i fatti successi pochi mesi prima continuavano a tormentarla e non la sciavano libera di voltare pagina.
Renzo, Carmen, Livietta e George, la morte di sua madre Andreina... e poi l'ostacolo più grande : se stessa e le sue paure.
Come era potuta essere così tanto sciocca da lasciarsi scappare quello che con tanta fatica era riuscita a conquistarsi?
 
La porta dell'appartamento si aprì, e un'altro uomo entrò.
Altro, magro, più muscoloso del fratello, ma molto più giovane.
Vestito di tutto punto, portava in mano un mazzo di fiori abbastanza econimico che porse a Rachele.
 
-Ciao Paolo.
 
Lui le sorrise.
Marco gli venne incontro.
 
-Hei Fratello!
-Marco per favore non ricominciamo!
-Andiamo su! Un abbraccio me lo puoi anche dare però.
 
Paolo sorrise.
Ma il suo sorriso durò poco, quando notò chi stava occupando il divano.
Un momento di smarrimento.
paolo divenne dapprima bianco come una ciencio. poi il suo sguardo si fece sottile e quasi incattivito.
 
-Che diavolo ci fa lei qui.
-Paolo, è una lunga storia.
-CHE DIAVOLO CI FA LA BAUDINO QUI?
 
Camilla che si era ripresa dall'ennesimo ricordo, si voltò disorientata verso il corridoio, dove intravide la figura del Dottor DeMatteis.
 
-Marco, non mi dire che si è stanziata qui, perchè giuro che sarò io ad andarmene da questa casa.
-Paolo, non esagerare! Camilla è qui di passaggio. Sta sera tornerà a casa sua.
-E voglio proprio vedere! Oh...Ma quella c'è sempre.
-Paolo!
-Paolo un corno! ti devo ricordare forse cosa è successo tra te e lei e come sono andate a finrie le cose? Caro Marco,tu avrai anche la memoria corta ma io me lo ircordo bene come ti aveva ridotto la professoressa Baudino.
 
Camilla si erse in piedi e deglutendo, si diresse verso l'entrata, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
 
-Dottor De Matteis, che bello rivederla!
-Non posso dire lo stesso di lei, professoressa Baudino.
 
Rachele osservò la scena in silenzio.
Le giornate a seguire sarebbero state davvero, davvero molto pesanti.
 
***
Ciao Ragazzi!!! Finalmente alla fine del capitolo!!! Vi è piaciuto? Perdonate vizi di forma o opotetici errori di scrittura.
Ci sentiamo presto con un prossimo capitolo. Ciao!!!
   
 
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