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Autore: Helena Kanbara    25/01/2016    1 recensioni
[…] alla fine è sempre Stiles a cedere: si prende le labbra carnose che l’hanno colpito fin dalla prima volta che le ha viste riflesse sullo schermo di un pc e lo fa con un’irruenza che fa tremare Harry – le fa temere di volerle succhiare via qualsiasi linfa vitale, di volerla distruggere come ha fatto già lei con lui. E ci riesce, dannazione. La lascia priva di forze, ma allo stesso tempo più viva. È pazzesco come le cose capaci di farci sentire in punto di morte siano anche quelle che riescano a renderci vivi sul serio: Harry ci riflette su solo nel momento in cui le labbra di Stiles lasciano in pace le sue, permettendole di riacquistare un minimo di lucidità indispensabile a rendersi conto del percorso che d’ora in poi faranno.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Da kaleidoscope: «Ti amo».
Non era la cosa migliore da dire e lo sapevo bene. Ma in quel momento non c’era nient’altro che volessi o potessi far sapere a Stiles se non l’assoluta verità. Perché lo amavo – sul serio – e dovevo fare di tutto perché lui sentisse quelle due parole magiche abbandonarmi le labbra almeno una volta. Dubitavo seriamente che avrei avuto occasione di ripetergliele.
Avevo parlato per poter finalmente attirare l’attenzione di Stiles e scoprii di aver raggiunto il mio obbiettivo quando lo vidi mollare di scatto un paio di calzini per voltarsi a guardarmi lentamente. Restammo a fissarci – occhi negli occhi – per ore e ore, almeno finché Stiles non mosse diversi passi nella mia direzione, facendomi sobbalzare dall’improvvisa aspettativa che mi colse. Deglutii sonoramente quando me lo ritrovai a soli pochissimi passi dal viso, ma non riuscii a fare nient’altro per tranquillizzarmi, perché prima ancora che me ne rendessi conto sul serio Stiles aveva azzerato completamente – e inaspettatamente – quel poco di distanza che ancora ci divideva.
Mi strinse il viso tra le mani e le sue labbra corsero subito a cercare le mie, trovandole già dischiuse proprio come se non aspettassi nient’altro che quello da fin troppo tempo. Mi lasciai andare contro ogni logica a quel bacio […].
 
 
Everything that kills me makes me feel alive
 
Stiles abbandona Harriet al centro del materasso che hanno condiviso da che sono lì e all’improvviso non c’è più foga nei loro movimenti né rabbia. È tutto statico mentre i loro pensieri si perdono nel silenzio della villa e le loro emozioni si scontrano ancora, in una battaglia per decretare il più forte dalla quale usciranno tutti irrimediabilmente sconfitti. Harry sotto di lui ha il respiro corto e Stiles le guarda a lungo il viso abbronzato mentre fa aderire il corpo contro il suo: petto, fianchi, gambe. La odia così tanto, ma non riesce ad accettare l’idea di doversi separare da lei – non ancora. La vuole vicina a sé, la vuole sua. Mai come in questo preciso istante ne è stato tanto sicuro e per un attimo la consapevolezza gli scuote le membra, costringendolo a chiudere gli occhi nell’inutile ricerca di una calma quantomeno apparente – un sentimento che, sospetta, d’ora in poi non gli sarà mai più concesso. Ed Harry intanto se ne resta sotto di lui, col respiro corto e gli occhi assorti sul viso che ha avuto di fronte per ogni giorno durante l’ultimo anno e che ha scoperto di amare. Non sa dove mettere le mani: vorrebbe imprimere su di sé ogni dettaglio del corpo di Stiles, impararlo a memoria e ripassarne le forme anche quando non sarà più in sua compagnia, eppure se ne resta ferma e aspetta che sia lui a fare qualcosa. Gli sta lasciando una scelta, finalmente.
E anche Stiles sceglie: sceglie ciò che è meglio e peggio per entrambi allo stesso tempo. Riapre gli occhi d’ambra e fissa il viso arrossato di Harriet con un’intensità che la fa tremare più del solito, poi le si avvicina tanto da respirarle sulle labbra, le labbra che Harry desidera ora come mai prima. È la prima a ricercare l’ennesimo contatto, difatti, ma Stiles si mostra subito intenzionato a non darle corda. Vuole torturarla e lo sta facendo nel più dolce dei modi: finge di volerla baciare, le respira a fondo sulle labbra schiuse ma si fa lontano alla fine, solo quando Harry – dopo aver messo da parte tutto il suo stupido orgoglio – decide di farsi avanti e provare a fare sue quelle labbra sottili e magnifiche almeno un’altra volta ancora. Continuano a rincorrersi così per chissà quanto tempo, ma alla fine è sempre Stiles a cedere: si prende le labbra carnose che l’hanno colpito fin dalla prima volta che le ha viste riflesse sullo schermo di un pc e lo fa con un’irruenza che fa tremare Harry – le fa temere di volerle succhiare via qualsiasi linfa vitale, di volerla distruggere come ha fatto già lei con lui. E ci riesce, dannazione. La lascia priva di forze, ma allo stesso tempo più viva. È pazzesco come le cose capaci di farci sentire in punto di morte siano anche quelle che riescano a renderci vivi sul serio: Harry ci riflette su solo nel momento in cui le labbra di Stiles lasciano in pace le sue, permettendole di riacquistare un minimo di lucidità indispensabile a rendersi conto del percorso che d’ora in poi faranno.
Stiles le carezza la guancia bollente in un bacio appena accennato, poi fa altrettanto con la mandibola e infine si ferma sul collo. Le bacia la giugulare e le mordicchia il centro della gola fino a risalire sul mento, fino a rincontrare nuovamente le sue labbra – quelle che pazientemente hanno aspettato il suo ritorno, celando malamente sospiri di trepidante attesa. Stiles la bacia di nuovo e anche questa volta il contatto è diverso: nessuno dei loro baci è uguale a quelli che li hanno preceduti, c’è sempre qualcosa di nuovo, di più forte – anche se nessuno dei due saprebbe né vorrebbe mai dire cos’è. Mentre la bacia, Stiles stringe le dita lunghe sul tessuto nero del suo bikini, strappandole un sospiro che la obbliga a mettere fine al loro bacio. La cosa si ripeterà altri milioni di volte ma loro continueranno comunque a tenere le labbra incollate: proveranno a baciarsi pur sapendo benissimo che non ci riusciranno a fondo, tenteranno di restare completamente un tutt’uno anche mentre impegnati a fare tutt’altro, anche mentre completamente presi in contropiede da sensazioni così forti che nasconderle sarebbe impossibile e bisogna trasformare quindi i baci in semplici sfioramenti di labbra, in respiri e gemiti soffocati e presi nella bocca dell’altro. Ma a loro non interessa, non importa più nulla se non quello che stanno finalmente condividendo.
Dopo averle agilmente slacciato il nodo del bikini dietro il collo, Stiles infila le dita tra il materasso e il corpo di Harry e lei non se lo fa ripetere due volte: inarca la schiena contro il suo petto e lascia che lui la liberi di quell’ormai inutile pezzo di stoffa umida, pentendosene però l’attimo dopo. Si sente così debole e scoperta, mezza nuda di fronte a Stiles, da pensare che morirà da un momento all’altro per via di un imbarazzo che non avrebbe mai pensato di poter provare. Ma è solo un attimo: Stiles si tuffa sul suo seno mani e bocca, con una nuova foga che Harriet non avrebbe mai immaginato potesse possedere, e le fa dimenticare tutto in un soffio. C’è solo lui, adesso. Lui, le sue dita, la sua lingua e i suoi denti impressi sulla pelle – nel posto che gli spetta ormai di diritto. Non c’è spazio per i problemi ed Harry ora lo sa bene: chiude gli occhi, tranquilla, spinge una mano tra i capelli lunghi di Stiles per tirarselo ancor di più contro – per impedirgli di lasciarla come sa che farà – e con l’altra gli imprime le unghie sulla schiena nuda. Stiles lascia andare un gemito roco e lei quasi pensa di avergli fatto male: è tentata di smettere ma di nuovo qualcosa la distrae completamente dai suoi pensieri. Stiles lascia libero il suo seno e cerca gli occhi lucidi di Harriet, la guarda a fondo con uno sguardo che la incendia ancor di più e poi spinge i fianchi contro i suoi tanto che lei non fa più fatica ad avvertire tutta la sua eccitazione. Lui vuole farle capire quanto la desidera, le dà l’ennesima conferma della cosa e la consapevolezza è all’improvviso così forte da toglierle il respiro mentre Stiles ancora la guarda, con gli occhi incomprensibili pure a lei che li conosce tanto bene e il respiro affannato che s’infrange sul suo viso. Restano a fissarsi per attimi che sembrano millenni, ma all’improvviso tutto cambia ed Harry non sa nemmeno perché, ma è stufa di sentirsi parte passiva di quel gioco di tocchi e baci e gemiti. Quindi si muove sotto Stiles, cerca il suo corpo con le mani e spinge le dita fino all’orlo del suo costume ancora umido dalla gita a Nassau. Le sue intenzioni sono ben chiare ad entrambi: Harriet vuole spogliarlo dell’unico indumento che indossa, averlo contro di sé nudo e debole tanto quanto lo è lei in quel momento. Ma Stiles non è pronto a permetterle una cosa simile, evidentemente. Ad un passo dall’obbiettivo provvede infatti a bloccarle i polsi tra le propria dita lunghe, poi allontana le mani di Harry dai suoi fianchi. Lei sente quasi il mondo caderle addosso.
«St–». Prova a richiamarlo, rompendo il silenzio pesante che hanno tenuto vivo finora, ma di nuovo Stiles le impedisce ogni cosa. Prima ancora che il suo nome completo possa abbandonare le labbra di lei, gliele tappa con le sue e le ruba l’ennesimo bacio, spingendosi ulteriormente contro il suo corpo – come se già non fossero completamente incollati – ed imitando con aria quasi dispettosa i suoi movimenti. Le accarezza il profilo dell’addome in punta di dita mentre scende giù, giù, giù fino ai fianchi e lì si ferma, trafficando coi laccetti dello slip fino a sfilarglielo. La lascia completamente nuda e vulnerabile, ma lo squilibrio tra i due non dura a lungo: sollevandosi quanto basta dal suo corpo, Stiles si libera del proprio costume e all’improvviso sono pari.
Harry prova a richiamarlo – ci sono un sacco di cose che vorrebbe dirgli, prima fra tutte il fatto che lo ama – e di nuovo Stiles le impedisce qualsiasi tipo di replica con qualunque mezzo abbia a disposizione. Non vuole sentirla parlare.
Harry prova a toccarlo ancora – vuole spingersi il più in là possibile, valicare i confini della loro intimità fino a non saper più distinguere dove finisce lei e dove inizia lui – ma Stiles glielo proibisce, allontanandole le mani con finta nonchalance. Non vuole farsi toccare.
Ma vuole toccare lei. E si vede da quanto sono frenetici e scoordinati i suoi gesti, si vede dalla velocità con cui la bacia ovunque – mai contento – fino a calmarsi solo nel punto in cui il piacere di Harriet pulsa più forte che mai. Ma la quiete è solo momentanea, perché con le labbra schiuse ed umide ad un passo dalla sua intimità, sono pochi gli attimi di respiro che Stiles decide di regalare ad Harriet. Ritorna subito all’attacco, invece, servendosi di ogni minimo senso utile a farla impazzire. La trascina ad un passo dal dirupo e solo quand’è sull’orlo del precipizio Harry capisce di dover mettere fine a quella tortura: ecco perché le sue dita si stringono con forza tra i capelli di Stiles. Lui capisce subito, la lascia in pace – libera di respirare o quantomeno di provarci – e lascia che lei gli stringa le mani intorno al viso tanto forte da farle temere che le si sgretolerà tra le mani. Se fosse solo un minimo meno presa dal momento, Harry proverebbe a fare le cose con calma, ma non ce la fa. Non ha paura più di niente e sente nelle vene la stessa frenesia che sembra aver guidato Stiles finora. Se lo tira contro di nuovo e cerca le sue labbra, non lascia libere le sue guance nemmeno mentre si baciano e riesce ad assaporare con una punta di sorpresa il suo sapore sulla lingua di lui. Si limita a cercare di dirgli tutto e niente con quell’ennesimo contatto, mentre gli stringe i polpastrelli sulle guance tanto forte da sperare che possano lasciare sulla pelle chiara di Stiles un segno visibile e inconfondibile. Un’impronta, un marchio. Sei mio.
Stiles finalmente la lascia fare: sembra non avere più le forze per resisterle e continua a baciarla e a farsi baciare anche mentre lentamente le entra dentro, con quante più accortezze possibile ma lasciandosi comunque dietro un fastidioso sentore di intrusione che quasi le strappa un gemito. Stiles se ne rende conto e si immobilizza, lasciandole libere le labbra gonfie e arrossate per sincerarsi delle sue condizioni: non vorrebbe mai farle del male, anche se sa quanto in effetti se lo meriti. Harry si ritrova quei meravigliosi occhi ambrati riflessi nei suoi, lucidi, e vacilla sotto l’intensità di quello sguardo che non sa quando potrà rivedere. Il pensiero le strappa l’ennesimo gemito e lei si maledice mentre Stiles non avanza, mentre lo vede in difficoltà – bloccato nel mezzo – e sa che vorrebbe chiederle se è il caso di smettere, ma non ne ha la forza. Nessuno dei due ce l’ha. Come mai potrebbero mettere fine ad una cosa tanto giusta e bella?
Per questo, nonostante il fastidio crescente, Harriet rafforza la presa sul viso di Stiles e deglutisce prima di riprendere a baciarlo. Non vuole pensare più a niente e sa benissimo che le sue labbra sono la sua distrazione preferita – la migliore – ma che Stiles non capirà mai di poter andare avanti comunque se lei non gli darà prima un segno. Ed Harry all’improvviso non tentenna più: si fa forza e solleva le gambe nude a circondargli il bacino, tanto stretto che anche fin troppo velocemente sono entrambi un tutt’uno e la scarica di emozioni è tanto intensa e dolorosa da strapparle un lungo sospiro che di nuovo la obbliga a mettere fine al bacio con Stiles. Di nuovo si sente in punto di morte ma viva come non mai e le basta osservare i suoi occhi per capire che per Stiles è lo stesso. Le basta avvertire l’urgenza di ogni spinta e la punta di piacere che purtroppo per lei solo verso la fine riesce a farsi sentire, spodestando il fastidio di un’intrusione inaspettata. Ma è tutto bellissimo comunque. E come tutte le cose belle deve avere una fine.
Il momento di separarsi di nuovo arriva inaspettatamente – troppo presto – ma arriva, purtroppo, ed Harry si sente mancare una metà mentre Stiles l’abbandona restando però contro di lei e cercando rifugio nell’incavo del suo collo. È lì che si permette di recuperare un respiro perso, nascondendo qualsiasi sua emozione ed espressione contro i capelli di lei. E questo non vedersi è un’arma a doppio taglio: terribile perché non vedere il viso di Stiles la uccide – come se già non fossero più insieme – e magnifico perché senza i suoi occhi ambrati puntati addosso può liberare la lacrima solitaria che ha trattenuto finora e che nel nuovo silenzio della camera da letto non se lo fa ripetere due volte prima di bruciarle la guancia. Si concede un attimo di debolezza, Harry, ma è solo questo e niente di più. Quando sente Stiles abbandonare il suo caldo nascondiglio, si libera dei segni di quel dolore strofinandosi velocemente le guance umide e finge di stare bene anche mentre lui sfugge alla sua stretta e riprende a vestirsi come se niente fosse: veloce, impacciato. Sta scappando.
Sta scappando e lei glielo permette perché non ha né la forza né il diritto di impedirglielo. È così che deve andare e lo sa: ecco perché si limita ad osservarlo dal centro del letto, col respiro ancora affannato e un groppo in gola non indifferente. Proprio come prima che tutto succedesse – quand’erano bastate due paroline magiche a smuovere la situazione e a riportarlo da lei – Stiles finge che Harry non esista: semplicemente si riveste e mette ordine alle sue valigie prima di raggiungere la porta della camera da letto. E prima ancora che Harriet possa realizzare pienamente il tutto, Stiles è andato – per sempre.
 
Lately I’ve been losing sleep,
thinking about the things that we could be.
Lately I’ve been playing hard,
said: “No more counting dollars, we’ll be counting stars”.
   
 
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