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Autore: The_Grace_of_Undomiel    26/01/2016    2 recensioni
1° Classificata al Notp Contest indetto da Kore Flavia su Facebook
“Cosa hai deciso di fare?” domandò la ragazzina dai capelli rosa, alle sue spalle.
“Tu che vorresti?” rispose la maga.
Meredy sbatté le palpebre, colta alla sprovvista.
“Far parte di una nuova Gilda potrebbe essere la svolta che cerchiamo, un altro modo per dimenticare Grimoire Heart, penso” disse poco dopo.
“Già, lo credo anch’io”
“Quindi... come hai intenzione di agire?”
“Andrò da Gerard e gli dirò la verità”
Meredy sgranò gli occhi, sbigottita “Cosa!? Tutta la verità? Sei davvero sicura di volerlo fare, Ul?”
“Sì. In una Gilda non sono ammessi peccati come le menzogne, ora sto finalmente cominciando a capirlo. Non possiamo accettare la proposta di Gerard, non con tutto ciò che ho fatto in passato. Sarebbe una Gilda sbagliata in partenza. Dovrei…ottenere il suo perdono, prima”
“Però non sai come potrebbe reagire!”

* * *
“Ti ho raccontato solo bugie, tutto quello che ti ho detto da quando ti ho liberato... è falso”
“Cosa?” esclamò Gerard, spalancando gli occhi.
“Comincerò dal principio e non tralascerò nulla” fece una pausa, prendendo un respiro “Innanzitutto, c’è una cosa che devi sapere..."

[Gerard/Ultear]
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Meredy, Ultear
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Take back the lies
 
-Prompt:“Lo aveva manipolato, reso il mostro da tutti reputato,
eppure l’aveva perdonata” 
 
“Ho riflettuto con molta attenzione in questi ultimi tempi e vorrei che prendeste in considerazione l’idea che sto per proporvi”
 
Così aveva esordito la mattina di quel giorno Gerard, l’espressione ancora più seria e concentrata del solito, che dava a presagire quanto l’argomento in questione fosse delicato ed importante.
Ultear e Meredy, dopo il primo istante di sorpresa, l’avevano esortato a parlare. Il ragazzo era rimasto per qualche secondo in silenzio, forse a causa di un ultimo attimo di ripensamento o alla ricerca delle parole giuste.
“Sono passati tre mesi da quando mi avete fatto evadere dalla prigione del Consiglio, ed in tutto questo tempo abbiamo viaggiato insieme, condiviso vicende e superato difficoltà. Si può quasi dire che tra di noi si sia sviluppato un certo legame. Per questo, dato che né voi né io abbiamo particolari obbiettivi in mente, ho pensato che potremmo trasformare il nostro rapporto in qualcosa di più definito e di più profondo. Mi piacerebbe creare una Gilda” aveva infine detto.
Gli occhi di entrambe si erano spalancati per lo stupore di quella proposta del tutto inaspettata.
“Una Gilda!?” aveva esclamato Meredy.
“Formata da noi tre?” aveva rincarato la Maga del Tempo sbalordita.
“Sì. Una Gilda indipendente, data la nostra situazione. Ammetto che è un’idea un po’ azzardata” Gerard  aveva sorriso leggermente in imbarazzo “Ovviamente dovrei ancora pensare a tutti i dettagli, ma intanto volevo sapere se voi sareste disposte ad accettare. Dopotutto, come ho già detto, viaggiamo insieme da un bel po’, Ultear ed io ci conosciamo anche da più tempo, e direi che ci fidiamo gli uni degli altri. Si trattata solo di dare un nome a questa fiducia”
A quella parola Ultear aveva sussultato impercettibilmente, cosa sfuggita a Gerard ma non a Meredy, che aveva scoccato un’occhiata preoccupata alla donna.
“Non pretendo che mi diate subito una risposta, però vorrei che ci pensaste un po’ su, tutto qui”
 
In piedi ed appoggiata al tronco di un albero, Ultear fece vorticare per l’ennesima volta la sfera del Tempo sul palmo della sua mano.
La proposta di Gerard si era rivelata ancora più complicata del previsto ed aveva risvegliato pensieri che il ragazzo -e all’inizio neppure lei stessa- avrebbe mai immaginato.
Una persona normale, di fronte a quella situazione, probabilmente si sarebbe dovuta chiedere solo poche cose per decidere: se si sentisse di far parte di una Gilda e se avesse o meno altri programmi in mente.
Ma non una come lei, non Ultear Milkovich, non la maga che per lungo tempo aveva fatto parte della temibile Gilda Oscura Grimoire Heart, che aveva vissuto nella menzogna e in cui tutt’ora viveva.
Esattamente un anno dopo gli eventi dell’isola Tenrou, aveva deciso insieme a Meredy di dare inizio con i fatti alla loro nuova vita, cominciando con la liberazione di Gerard.
Farlo evadere aveva richiesto non poca fatica, ma nulla poteva essere paragonato a ciò che era venuto dopo. Ultear si era ritrovata costretta a scegliere tra due opzioni: narrare tutta la verità a Gerard, il fatto di averlo manovrato e di essere lei la causa della costruzione della Torre del Paradiso, o mentire.
Aveva scelto la seconda, rendendosi conto di essere ancora incredibilmente brava a raccontare menzogne. Gli aveva detto di essere riuscita a fuggire dalle guardie del Consiglio e di aver incontrato Meredy durante una delle sue fughe.
Gerard l’aveva ascoltata, le aveva creduto, poi aveva raccontato cosa gli fosse successo. In un certo senso tutto era andato per il meglio, fino a quando Gerard non aveva destato bruscamente la coscienza di Ultear: si era scusato con lei, per averla utilizzata come strumento  per i suoi scopi, sebbene l’avesse fatto senza rendersene conto. Per ultimo le aveva chiesto come mai avesse voluto liberarlo e lei aveva risposto di aver agito per pietà, passando ancora per misericordiosa.
Dopo quella nuova e vergognosa bugia, Ultear si era ripromessa che alla prossima occasione non avrebbe più mentito. Ora il destino l’aveva posta di nuovo di fronte a due scelte, accettare la proposta di Gerard o rifiutarla.
Sapeva che la scelta giusta era quella di accettare, soprattutto per il bene di Meredy, ma sorgeva una complicazione.
La Ultear del passato non si sarebbe posta problemi, avrebbe accettato al di là di tutte le bugie su cui era fondata quella “fiducia”, anzi, ne avrebbe riso sprezzante. Ma la Ultear di adesso non l’avrebbe fatto, non ora che aveva cominciato a comprendere i valori di una Gilda, valori che le aveva insegnato Fairy Tail.
“Ul...?”
Il fruscio dei cespugli e la voce di Meredy la fecero voltare.
“Cosa hai deciso di fare?” domandò la ragazzina dai capelli rosa, alle sue spalle.
“Tu che vorresti?” rispose la maga.
Meredy sbatté le palpebre, colta alla sprovvista.
“Far parte di una nuova Gilda potrebbe essere la svolta che cerchiamo, un altro modo per dimenticare Grimoire Heart, penso” disse poco dopo.
“Già, lo credo anch’io”
“Quindi... come hai intenzione di agire?”
“Andrò da Gerard e gli dirò la verità”
Meredy sgranò gli occhi, sbigottita “Cosa!? Tutta la verità? Sei davvero sicura di volerlo fare, Ul?”
“Sì. In una Gilda non sono ammessi peccati come le menzogne, ora sto finalmente cominciando a capirlo. Non possiamo accettare la proposta di Gerard, non con tutto ciò che ho fatto in passato. Sarebbe una Gilda sbagliata in partenza. Dovrei…ottenere il suo perdono, prima”
“Però non sai come potrebbe reagire!”
“Hai ragione, ma devo provarci ugualmente” rispose, e in quel momento Meredy rivide la determinazione, ora non più volta a scopi malvagi bensì ad una giusta causa, che aveva sempre caratterizzato la sua Ultear.
“Vuoi che venga con te?” chiese.
“Non serve, Meredy. Aspettami pure qui”
La maga dai capelli rosa la guardò allontanarsi. Da una parte la decisione di Ultear l’aveva resa orgogliosa di lei ed aveva aumentato ancora di più il rispetto che provava nei suoi confronti, ma dall’altra si sentiva impensierita, poiché non aveva idea di come sarebbero andate le cose.
Sospirò, poi si sedette a terra, in attesa.
 
Ultear non dovette cercare Gerard troppo a lungo. Lo trovò al loro accampamento, seduto di fronte alla legna che aveva già provveduto a raccogliere per il fuoco di quella sera. Teneva il capo chino e le mani giunte, in una delle sue solite posizioni riflessive.
Ancora una volta, Ultear si chiese se fosse il caso di farlo, se non fosse stato meglio aspettare ancora un po’, visto il periodo non proprio felice che Gerard stava passando. Anche lui era venuto a conoscenza di ciò che era capitato ad Erza sull’isola Tenrou, sprofondata insieme agli altri membri della Gilda nel mare.
Il mago aveva scosso la testa, dicendo che Titania non poteva esser stata sconfitta in quel modo e che presto avrebbero sentito di nuovo parlare di lei. Era passato un anno e nulla si era udito a proposito del suo ritorno o di quello degli altri.
No, si disse, questa volta non si sarebbe tirata indietro, a discapito di tutto. Non poteva permetterselo.
“Gerard” esordì la maga, giungendogli davanti “Ho bisogno di parlarti”
L’altro sollevò il capo, ricambiando il suo sguardo “Dimmi pure, Ultear. Tu e Meredy avete già pensato alla mia proposta?”
“Non sono venuta a parlarti di questo, anche se in un certo senso è collegato”
Al tono così serio e alla sua espressione indecifrabile, Gerard si accigliò.
“C’è qualcosa che-“
“Non sono stata sincera con te, Gerard. Anzi, a dire il vero non lo sono mai stata” lo interruppe Ultear “Ho passato la mia vita a mentire e penso che adesso, per una volta, sia giunto il momento di dire la verità. E la verità è che sono una bugiarda”
Il mago la guardò senza comprendere.
“Ultear, che stai dicend-“ provò a parlare, ma la donna lo interruppe nuovamente.
“Ti ho raccontato solo bugie, tutto quello che ti ho detto da quando ti ho liberato... è falso”
“Cosa?” esclamò Gerard, spalancando gli occhi.
“Comincerò dal principio e non tralascerò nulla” fece una pausa, prendendo un respiro “Innanzitutto, c’è una cosa che devi sapere: non fu lo spirito di Zeref ad impossessarti di te... ma io”
E così ebbe inizio il racconto di Ultear. Gli narrò tutto, senza mai fermarsi. Vide Gerard scattare in piedi sconvolto, la sua espressione diventare sempre più sbigottita ed incredula, il corpo tremare impercettibilmente, ma dopo questo non lo vide più muoversi, né lo sentì parlare.
Gli narrò della Torre del Paradiso, di come fosse nata realmente, di come lo avesse usato, di Grimoire Heart, di Meredy e di tutto quello che era accaduto sull’isola Tenrou.
Per Gerard fu come vivere tutto una seconda volta, ma con una prospettiva completamente nuova. Il dolore che gli era stato inflitto -e che aveva inflitto- da bambino, la nuova Torre del Paradiso, la morte di Simon, la sofferenza di Erza, la sua malvagità, la prigione. Era sempre stato un burattino e colei che aveva mosso i fili era stata per lungo tempo proprio vicino a lui , esattamente come in quel momento.
Ultear. La causa di tutto. La vittima che si era rivelata essere il suo carnefice.
Infine, quell’interminabile racconto giunse al termine. Ultear, sfinita dalle memorie delle sue stesse colpe, spostò lo sguardo su Gerard.
Il mago si trovava ancora di fronte a lei, completamente immobile,  una strana ombra ad oscuragli il viso. Passarono istanti di interminabile silenzio.
“Perché me lo dici solo adesso?” parlò finalmente, impassibile.
“Ho deciso di spiegarti come fosse andata in realtà proprio in seguito alla tua proposta. Ho capito che questa era la cosa giusta da fare, anche se mi ci è voluto del tempo, e che avrei accettato solo se avessi ottenuto il tuo perdono” rispose.
“…perdono?”
La voce di Gerard uscì gelida ed amara, un tono che Ultear non ricordava di avergli mai sentito. Alzò lo sguardo su di lei,  stoico ed indecifrabile.
“Ho ucciso delle persone, ho provocato dolore e sofferenza, lacrime ed urla...a causa tua. Mi hai usato. E tu, dopo tutto questo, mi parli di perdono”
Non era arrabbiato, né infuriato. Il suo viso era una maschera di totale imperturbabilità, privo di qualsiasi emozione, il che forse era ancora peggio.
“Mi dispiace molto, avrei dovuto dirti prima tutta la verità”
“Non aggiungere altro” disse tagliente, l’espressione immutata, per poi voltarle le spalle.
“Gerard...” provò a muovere qualche passo.
“Non ti avvicinare” ordinò, perentorio.
La donna si arrestò subito, percependo una notevole energia magica provenire dal corpo Gerard, segno che stava cominciando a perdere il controllo.
“Io...”
“Vattene, Ultear”
La maga del Tempo tacque. Immaginava che le cose sarebbero andate così, neppure per un istante aveva sperato che egli la perdonasse. Abbassò lo sguardo sorridendo tristemente, poi anch’ella gli voltò le spalle.
“E riguardo alla Gilda?” domandò, poco prima di andarsene.
Conosceva perfettamente la risposta, ma voleva sentirla con le sue orecchie.
“Non esiste alcuna Gilda”
 
Non appena Ultear era apparsa nel campo visivo di Meredy, quest’ultima aveva immediatamente capito dal suo sguardo cosa fosse accaduto. Gerard non voleva più avere niente a che fare con loro e le aveva allontanate.
Ultear l’aveva guardata mestamente e Meredy aveva ricambiato il suo sguardo, poi insieme si erano incamminate verso una meta sconosciuta. Sarebbero rimaste in quella foresta per un po’, il tempo di decidere come agire in futuro, ma volevano dirigersi il più distante possibile da Gerard.
Dopo aver camminato per qualche tempo, si fermarono in un verde spiazzo circondato da alberi, dove vi rimasero per svariati giorni.
Avendo lasciato la loro tenda e le altre provviste all’accampamento di Gerard, le due maghe dovettero mettersi alla ricerca di altri viveri e costruirsi un rudimentale giaciglio all’aria aperta.
Col passare dei giorni lo sguardo di Meredy era divenuto triste e spento ed il sorriso aveva nuovamente abbandonato le sue labbra. Sentiva la mancanza di Gerard ma soprattutto soffriva per Ultear, che a sua volta era preoccupata per la ragazzina dai capelli rosa.
Dire la verità si era rivelato estremamente doloroso, più di quanto la maga del Tempo avesse mai immaginato. Era ancora convinta di aver fatto la scelta giusta, ma l’espressione di Meredy le spezzava il cuore. Cercava quando poteva di mostrarsi serena e di alleggerire la tensione, ma ogni volta falliva nel suo intento, risultando poco credibile persino a sé stessa.
Passò una settimana dal confronto con Gerard. Probabilmente a quell’ora il mago se n’era già andato, diretto chissà dove e con il cuore carico di risentimento.
La luna brillava viva e luminosa nel cielo scuro e Meredy ed Ultear se ne stavano di fronte ad un piccolo falò nel tentativo di combattere le fredde temperature notturne. Forse la maga del Tempo soffriva meno il freddo, ma riconosceva comunque gli svantaggi di dormire senza tenda.
La ragazzina osservava priva di interesse le fiamme danzare, mentre Ultear rifletteva su come fosse meglio agire da quel momento in poi. Il giorno dopo, aveva deciso, sarebbero ripartite.
Un fruscio improvviso le mise entrambe in allerta. Ultear creò immediatamente una delle sue sfere, mentre il braccialetto di Meredy aveva già preso a sfavillare di una luce rosata. Attesero concentrate, pronte ad attaccare, quando, dopo un altro fruscio, apparve dinanzi ai loro occhi l’ultima persona che mai avrebbero pensato di rivedere.
“Gerard...”  sussurrò Meredy incredula, sgranando gli occhi esattamente come Ultear, senza parole.
Il mago dai capelli blu le osservò entrambe privo d’espressione, in silenzio.
“Seguitemi, per favore” disse poi, incamminandosi.
Dopo il primo attimo di assoluto stupore e dopo aver realizzato che quello era davvero Gerard, Ultear e Meredy si alzarono, in fretta e furia spensero il fuoco e poi lo raggiunsero. Si limitarono a seguirlo nella foresta senza rivolgergli alcun tipo di domanda, ancora troppo spaesate e sorprese.
Dopo qualche tempo giunsero al vecchio accampamento, che Gerard doveva aver spostato nel corso di quella settimana.
Il mago si sedette di fronte al focolare già acceso ed invitò le due ragazze con un gesto della mano a fare lo stesso. Entrambe si scambiarono un’occhiata, poi ubbidirono.
“Ho passato questa settimana a  riflettere, su tutto quello che mi hai confessato” iniziò, guardando la maga del Tempo “Non posso esprimere a parole ciò che ho provato, ma penso possiate benissimo immaginarlo. Quando vi ho allontanate, ero certo che fosse una cosa definitiva e trovavo inconcepibile l’idea di rivolgervi ancora una volta la parola. Poi però, mi sono reso conto che in questa storia tu non sei l’unica colpevole, Ultear. In realtà lo sono anche io”
Entrambe credettero di aver capito male.
“Sono stato debole, sono caduto nell’oscurità così facilmente a causa della mia debolezza. A prescindere da tutto, io rimango quello che ha mosso la mano, perciò ho colpa esattamente come te, e proprio come voi anch’io devo espiare i miei peccati, per diventare una persona migliore. Per questo motivo, vorrei...creare la Gilda con voi, adesso. Sempre che… ad entrambe vada ancora bene”
“Sul serio?” fece Meredy, una nota speranzosa nella voce.
“Sì. Ho già pensato a tutto”
“In che cosa consisterebbe?” domandò Ultear incerta.
“Si tratterebbe di una Gilda con il solo scopo di rimediare ai nostri sbagli del passato, iniziando con la distruzione delle Gilde Oscure devote a Zeref. Ognuno poi troverà da solo altri modi per espiare i propri peccati. Tra di noi si è formata una spaccatura, ma sono disposto a risaldarla creando questa Gilda. Sta a voi scegliere”
“Accettiamo” rispose Ultear “Giusto, Meredy?” e lo sguardo dei lei bastò come risposta.
“Molto bene. Allora, come ogni Gilda che si rispetti, dobbiamo sottoporci a dei giuramenti, che saranno la base su cui si fonderà la nostra”
“Però...non abbiamo nulla da utilizzare come suggellamento” fece notare Meredy.
“Ci basterà tenerci per mano, mentre promettiamo” sorrise Gerard. Tesa la sua alla ragazzina, che strinse forte e che a sua volta afferrò quella di Ultear.
“La nostra Gilda si baserà su tre giuramenti, che noi tutti dovremo rispettare. Il primo, fare qualsiasi cosa affinché i nostri peccati possano venire espiati e mettere a repentaglio anche la nostra stessa vita pur di restare fedeli a questo voto. Il secondo, essere aperti, quando possiamo, al perdono, poiché come gli altri sono riusciti a perdonarci, a nostra volta dovremo fare lo stesso. Il terzo, infine, esige assoluta onestà fra i membri della Gilda, rispetto e soprattutto” fissò il suo sguardo negli occhi di Ultear “Fiducia reciproca. Niente menzogne, inganni o sotterfugi. Solo lealtà” e con queste parole le tese l’altra mano. La sua espressione era seria e decisa, ma dell’ombra scura che Ultear aveva visto una settimana prima non vi era più traccia. Gerard le stava dando una seconda possibilità.
Dopo un attimo di esitazione, ricambiò la stretta con forza.
“Ora, non ci resta che promettere di rispettare questi giuramenti, finché avremo vita. Io lo prometto”
“Lo prometto” ripeterono in coro le due maghe.
“Bene. Da questo momento, la nostra Gilda ha appena iniziato ad esistere!” annunciò Gerard.
“Come la chiamiamo?” domandò Meredy.
“In realtà non ci ho ancora pensato” ammise il mago, che aggiunse con un sorriso “Ma potremo deciderlo sin da domani, insieme al nostro simbolo. Abbiamo tempo”
 
Delicatamente, Ultear distese una coperta sul corpo di Meredy, addormentatasi da poco vicino al fuoco ormai fioco.
“La porti nella tenda?” domandò Gerard, gettando uno sguardo alla ragazzina.
“Tra un po’ sì, aspetto che si addormenti più profondamente, così non rischio di svegliarla”
Il mago annuì in silenzio. Per qualche istante non si udì altro, eccetto il leggero crepitio del focolare.
“Come sapevi che ci avresti trovate?” domandò d’un tratto Ultear.
“Non lo sapevo, ho tentato. E per una volta la fortuna è stata dalla mia parte"
“Non eri obbligato a farlo, Gerard”
“Lo so. È stata una mia scelta” replicò, poi emise un sospiro “Se ti stai chiedendo quando esattamente abbia preso questa decisione, non so darti una risposta. Ho solo compreso che tutti noi abbiamo diritto, forse, ad una seconda possibilità, quando ci dimostriamo disposti a cambiare ed affrontare sacrifici. Qualunque sia stata la nostra colpa”
“Per fare ammenda di certi peccati potrebbe non bastare una vita intera”
“Questo è vero” ammise, mesto “Non possiamo cancellare ciò che siamo stati, ma almeno avremo fatto il possibile per rimediare”
Ultear ancora faticava a capirlo. Gerard continuava ad addossarsi crimini di cui non era il vero responsabile, sebbene lei gli avesse spiegato esattamente come fossero andate le cose. Perché si includeva tra le anime nere come la sua?
“Sei una vittima e le vittime non devono pagare”
“Ti sbagli. Avrei potuto combattere contro l’oscurità, impedire che mi soggiogasse, invece non mi sono opposto, mi sono arreso. Forse perché ero stanco o arrabbiato, o forse... perché il male mi sembrava la via più facile per combattere il mio dolore”
Quelle parole colpirono Ultear come uno schiaffo. Esattamente così aveva agito lei, in seguito ad un grande dolore. Accecata dall’odio, era caduta nell’oscurità, l’aveva cercata, convinta che essa avrebbe potuto in qualche modo curare la sua ferita.
Guardò Gerard e mai come allora lo sentì, per certi aspetti, così simile, così vicino, a lei. Aveva capito, senza che lei avesse dovuto dir nulla.
Vide lo sguardo del mago diventare sorpreso quando si alzò, e sentì il suo corpo irrigidirsi non appena lei  lo abbracciò, stringendolo forte a sé. Dopo i primi attimi di immobilità si aspettò che lui la allontanasse,  che la respingesse, ma così non accadde.
Si abbandonò a lei, come se il peso di tutto ciò che aveva passato si fosse fatto sentire in quel momento, adagiando il capo sulla sua spalla.
Chiuse gli occhi, Ultear, quando il respiro caldo di Gerard le sfiorò dolcemente la pelle, facendola rabbrividire. Le mani del mago la cinsero piano intorno alla vita, mentre la donna gli accarezzava appena le spalle, trattenendosi dall’impulso di risalire sino alla nuca e di intrecciare le dita fra i suoi capelli.
Ancora non sapeva per quale motivo avesse agito così, né riusciva a comprendere il perché di quelle improvvise e strane sensazioni, così inspiegabili per una come lei.
Forse voleva dimostrare di essergli vicina, di essere diversa da quella di un tempo, o magari in realtà era lei a sentire il bisogno di averlo vicino, poiché in quella settimana aveva sentito la sua mancanza più di quanto si sarebbe mai aspettata e, forse, aveva temuto di perderlo non solo per la Gilda, per Meredy, ma per sé stessa.
“Ho pensato ad un nome per la Gilda...” ruppe il silenzio, poco dopo.
“Davvero? Quale?” chiese Gerard, ancora appoggiato a lei.
“Crime Sòrciere”
Il mago ci rifletté un istante, poi Ultear lo sentì annuire.
“Sì, in effetti suona bene. Mi piace” sorrise, poi socchiuse gli occhi “Domani sentiremo cosa ne pensa Meredy”
Ultear non aggiunse altro, distendendo le labbra in un sorriso. Ora ne aveva la certezza: lo aveva manipolato, reso il mostro da tutti reputato, eppure, alla fine, l’aveva davvero perdonata.
Nessuno dei due accennò a volersi allontanare. Rimasero così, stretti l’uno all’altra, senza domandarsi il perché, la consapevolezza di non essere soli in quel cammino di oscurità che un giorno, forse, li avrebbe ricondotti nella luce.
Sdraiata poco lontano, Meredy li osservò ancora un ultima volta con un sorriso, poi socchiuse gli occhi ed in pochi istanti si riaddormentò.

§Note dell'Autrice§
Kail, un saluto a tutti voi ^^ Come già accennato nella prefazione, questa storia si è classificata 1° al Notp Contest indetto dalla carissima Kore Flavia su Facebook. Vincere questa sfida per me è stata davvero una meravigliosa sorpresa, sinceramente non me lo sarei aspettata, e la realizzazione che ho provato è stata doppia, dato che questa è in assoluto la prima volta che pubblico una storia su Fairy Tail x)
Come Notp ho scelto la Gerard/Ultear, considerati da sempre una Brotp e nulla più. Devo dire che scrivendoci sopra ho leggermente rivalutato la questione 'ship', ma le mie Otp sacre sono ben altre e tali rimarrano u_u -la Gerza, in quanto grande shippatrice di Crack!Pairing, non è contemplata-
In futuro mi piacerebbe pubblicare altre cosette su FT, proabilmente metà delle coppie sarebbero Crack trololo xD  Per il momento vi mando un saluto, sperando che la storia vi sia piaciuta :3 <3
Alla prossima!

The_Grace_of_Undomiel



 

 
  
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