Serie TV > Teen Wolf
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Redbird    27/01/2016    2 recensioni
SPOILER! 5x14
I pensieri di Theo in questo episodio in cui è stato così a stretto contatto con Malia.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Malia Hale, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hella feelings
 

«Dovrai avvicinarti di più.»
Sorridi debolmente guardandola negli occhi, la siringa ben stretta tra le mani tremanti per l'eccitazione.
Malia ti guarda di rimando, tesa, esitante. Lo sa che lo stai facendo solo per irritarla, per dimostrare il potere che hai su di lei, ma ti accontenta e fa un altro passo avanti senza staccare gli occhi dai tuoi.
Adesso è davvero vicina, potresti allungare il braccio e iniettarle lo strozzalupo, ma non ti basta, vuoi percepire il calore del suo corpo contro il tuo, il suo profumo sulla pelle.
«Più vicino.»
Non stacca gli occhi dai tuoi, l'espressione indecifrabile – o forse no, forse sei tu che non vuoi cogliere la piega disgustata delle labbra, il mento alzato per sfidarti.
Ora sì che è vicina. Potresti allungare il viso, invece, e leccare via dalla sua bocca tutto il suo disprezzo. Ora sì che puoi vedere il marrone dei suoi occhi, le pupille che si riducono a due spilli mentre fissa le tue iridi così chiare e diverse dalle sue.
Con le labbra socchiuse dalla tensione dei vostri corpi così vicini, ti offre il collo, lungo e delicato, un'opera d'arte. Ti chiedi se anche lei stia pensando a come sarebbe se ora vi poggiassi le labbra anziché l'ago; la farebbe impazzire, non hai dubbi.
Le posi una mano sulla guancia – per tenerle ferma la testa, ti dici – e lei sussulta impercettibilmente quando le tue dita le sfiorano la pelle sensibile dietro l'orecchio, ma si ricompone subito, decisa ad ignorare quello che sta succedendo tra i vostri corpi – qualunque cosa sia.
Ti concentri sul suo collo e posi la punta di quell'enorme ago sulla pelle sottile, spingendo quel tanto che basta a lasciarglielo percepire.
«Fallo» ti dice.
Non c'è esitazione nella sua voce. La sua determinazione è il tuo punto debole, e forse lei lo sa, perché sorridi quando l'ago penetra nella sua carne morbida, l'attrito causato dai muscoli ti fa rabbrividire di piacere.
Malia ti mostra le zanne e ti fissa con i suoi occhi azzurri da assassina, ma svanisce tutto in un attimo e ti cade tra le braccia, svenuta e tutta tua.
Estrai l'ago dal suo collo, l'altra mano ancora trai suoi capelli, e la prendi in braccio come se non avesse peso, come se tra le tue braccia muscolose, piegata contro il tuo petto, i suoi pochi centimetri in più si perdessero.
Ti dici che non ti piace averla così tra le braccia, incosciente, quasi senza vita. Preferisci quando ti sbatte contro un muro, quando si preme contro di te per combatterti, come se sapesse che non oseresti spingerla via, liberarti delle sue cosce sulle le tue, del suo ventre che scivola inesorabile contro il tuo.
Forse stai davvero perdendo la testa, rifletti mentre la porti fuori dall'edificio, ma farti prendere a calci da qualcuno non ti è mai sembrato così eccitante.

 

 

«Malia! Apri gli occhi!»
La osservi contorcersi e urlare, distesa sul lettino su cui l'hai adagiata con calma, prendendoti tutto il tempo del mondo per legarla e sistemarle la gonna corta sulle cosce. Quelle cosce che ti mandano in paranoia, tenendoti sveglio per ore, la notte, a domandarti se si renda conto di quanto ti piace stare a fissarle da lontano, a percorrerne tutta la lunghezza con occhi affamati – occhi da coyote. Eppure, nemmeno le sue belle gambe riescono a distrarti, adesso. Non riesci a distogliere lo sguardo dal sangue che le scorre sugli zigomi, dietro quello strumento di tortura che le hai piazzato in faccia senza troppi giri di parole.
Le dici di nuovo di tenere gli occhi aperti, ma ormai non ti sta più ascoltando, persa chissà dove a fissare il volto severo di quella madre che non ha fatto altro che tentare di ucciderla.
Urla di nuovo, ma probabilmente non se ne rende conto. Si contorce come una forsennata, cercando di liberarsi dalla stretta delle stringhe di cuoio intorno ai polsi. Se non la smette immediatamente si farà male sul serio, ma lei non lo sa, e sei tu a dover agire, a dover slacciare le cinghie prima ai polsi e poi alle caviglie, spostandole i piedi da un lato per aiutarla a poggiarli atterra, ma ti sfugge, si inginocchia nel tentativo di tornare a respirare regolarmente e le porti via gli occhiali per liberarla da quel dolore atroce.
Ti inginocchi al suo fianco, una mano sulla sua schiena a confortarla – non sai bene perché, così ti dici che è tutto per conquistare la sua fiducia. Quella fiducia che ti lascia prendere nonostante tutto – nonostante ti odi, nonostante tu l'abbia tradita già una volta. E lo fa perché ha un bisogno disperato di credere alle tue parole, al tuo sorriso quando incontri i suoi occhi su di te. E forse, se avessi scelta, se ci fosse un altro modo per avere quel che vuoi, forse quella fiducia te la meriteresti.

 

 

Dovevi farlo. Dovevi. Era necessario.
Prova a ripetertelo un'altra volta, magari riesci a crederci.
Credevi che farle del male non avrebbe fatto male pure a te – non dopo averla lasciata a combattere contro una delle tue chimere solo qualche settimana fa –, ma ferirla con le tue mani è ben diverso. Farle un buco nell'addome con un fucile lungo quanto il tuo braccio e guardarla cadere, gemere, sanguinare, è tutta un'altra storia.
Abbassi l'arma, perché ora come ora non ti fidi delle tue mani da traditore. Potrebbero tradire anche te, mostrando quanto ti tremino quelle sporche dita che hanno premuto il grilletto. Un tremore completamente diverso da quello eccitato e impaziente di questa mattina.
«Ero io, vero?» domandi. Non vedi l'ora che risponda, così da capire che sta bene, che sta già guarendo. «Hai fiutato un chemosegnale, probabilmente il rimorso. Perché non volevo farlo davvero, ma non avevo scelta.»
Non hai idea del perché le stia dando una spiegazione, in fondo non gliela devi, no? O forse sì, forse le devi almeno quella, per essere stata l'unica tua piacevole distrazione in quel casino di eventi.
E non hai idea nemmeno del perché lei ti guardi con quell'espressione così delusa, come se non si aspettasse il tuo tradimento, come se fosse la prima volta che la metti nei guai.
Getti via il fucile, perché veda che non le farai più del male. Almeno per ora.
Gli artigli che ti lancia la Lupa del Deserto ti rimettono di buon umore. Il tuo piano può andare avanti. Lei però continua a guardarti con quell'espressione incredula, una mano premuta sulla ferita che le hai inferto, e il tuo buon umore vacilla.
«Avresti dovuto dar retta a Braeden» le dici, perché la prossima volta dia ascolto ai suoi amici.
Non ricevi risposta e non ti resta che andartene, lasciandola nelle grinfie di quella donna che ha tutte le intenzioni di portartela via, di privarti della vista delle sue cosce, della ferocia dei suoi attacchi e di quegli sguardi indecifrabili.
Sopravviverà, ti dici. Sai bene quanto sia forte. E, forse, fino al giorno deciso per la sua morte, quella notte di luna piena di cui parla Deaton, troverai il modo per riguadagnare un po' della sua fiducia.

 

Cause I have hella feelings for you
I act like I don't fucking care
Like they ain't even there
Cause I have hella feelings for you

 


 


AN:

C'era più Maleo in quest'episodio che io boh. Non so come reagire, se non mettendo nero su bianco le mie impressioni.
Non avevo mai scritto dal punto di vista di Theo, quindi perdonatemi  e fatemi sapere se trovate qualcosa che vi sembra OOC, o se le emozioni e pensieri che gli ho addossato non vi sembrano affatto credibili.
E niente. Incrociamo le dita e preghiamo che questa OTP non faccia la fine di tutte le mie altre.

Red.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Little Redbird